APRILE, ANTEPRIMA DI GIRO

aprile 2, 2018
Categoria: Approfondimenti

Tira già aria di Giro. Manca ancora un mese alla partenza, ma è come se la corsa rosa fosse già incominciata. Le corse a tappe del mese di Aprile non ci riservano clamorosi “pesci” ma ci mostrano le prime certezze, quelle sui corridori che stanno puntando tutto sul Giro: ci sarà chi non è ancora in forma e deve cominciare a preoccuparsi, c’è chi la forma l’ha quasi raggiunta e la vuole ottenere senza strafare e chi, in attesa della corsa, vuole rifinire la gamba magari portando a casa una bella vittoria. In poche parole, c’è da divertirsi e non solo con le grandi classiche del nord.

Il 2 aprile 2018 prenderà il via il Giro d’Italia.
Ehm.. ehm.. c’è qualcosa che non va nella precedente frase, ma non del tutto a dire il vero. È risaputo, infatti, che la prossima edizione scatterà venerdì 4 maggio, ma si può anche tranquillamente affermare che tutto il mese precedente tirerà idealmente la volata al Giro grazie alle corse a tappe che si succedono in Aprile e che da sempre sono principalmente viste come “palestre” d’avvicinamento alla corsa rosa, con i grandi nomi che spesso le scelgono più per l’opportunità che offrono di affinare la gamba, talvolta lasciando alle seconde schiere la lotta per la conquista della classifica generale. A fare da apripista in questa ipotetica, lunghissima volata sarà il Giro dei Paeschi Baschi, la cui 58a edizione scatterà il giorno di Pasquetta – il 2 aprile per l’appunto – e presenterà quest’anno un paio di novità. La prima e più rilevante è quella di un percorso che stavolta strizzerà l’occhio maggiormente ai cronomen rispetto al passato per la scelta di inserire una tappa a cronometro totalmente pianeggiante, mentre negli anni scorsi la prova contro il tempo della corsa basca presentava sempre dei dislivelli da superare. Rimane confermato l’approdo della tappa regina al santuario della Virgen de Arrate che, seconda novità, quest’anno è stato spostato nel giorno conclusivo della corsa, fino allo scorso anno occupato proprio dalla prova a cronometro. Chi punta alla vittoria finale dovrà farsi trovare pronto sin dalla frazione d’apertura, che partirà dal centro balnerare di Zarautz per farvi ritorno dopo aver percorso 162 Km e aver affrontato 5 salite, sulle quali spiccano per fama la prima – lo Jaizkibel, ascesa simbolo della Clásica de San Sebastián – e per pendenze l’ultima, quella di Elkano, i cui 2.7 Km al 9.4% saranno affrontati a soli 6.7 Km dal traguardo. La seconda frazione, che partirà dalla stessa Zarautz per far scalo a Bermeo dopo 153 Km, presenta un livello di difficoltà quasi pari a quella della tappa precedente, con quattro ascese da scavalcare, tra le quali quella di Almika-Sollube, classificata di 1a categoria (4.2 Km al 9.1%), a una cinquantina di chilometri dell’arrivo mentre a ridosso del traguardo s’incontrerà quella di San Pelaio (3.6 Km all’8.1%). L’unico palcoscenico a favore dei velocisti sarà quello della frazione “double face” che condurrà in 185 Km da Bermeo a Valdegovía, caratterizzata da una prima metà del tracciato movimentata da tre salite (con la Barrerilla di 2a categoria, 6.5 Km al 5.6%) mentre la rimanente parte sarà caratterizzata da morbidi saliscendi, buoni al massimo per scremare dolcemente il gruppo di testa e mettere in croce gli sprinter meno resistenti. Si sconfinerà in Navarra per la frazione a cronometro, disegnata per poco più di 19 Km nei dintorni di Lodosa, veloce e filante non solo per l’altimetria perfettamente pianeggiante ma anche per la scelta di un tracciato caratterizzato da lunghi tratti in rettilineo. Si tornerà sulle strade dei Paesi Baschi per le ultime due frazioni, la prima delle quali vedrà i corridori partire dal capolugo della comunità autonoma, Vitoria-Gasteiz, alla volta di Eibar dove si giungerà dopo aver percorso 165 Km e aver superato tre salite negli ultimi 66 Km: nell’ordine s’incontreranno i GPM di Elosua (7 km al 7.5%), di Endoia (5.5 Km al 6.6%) e di Azurki (6.1 Km al 7.2%), quest’ultimo da superare a 20 Km dal traguardo. Il 7 aprile, infine, con ripartenza dalla stessa Eibar si disputerà la breve ma intensa frazione conclusiva che in 122 Km concentrerà ben 8 salite, la più attesa delle quali sarà l’Alto de Usartza, vero e proprio muro di 3.7 Km all’11,4% reso ancor più selettivo dalla sede stradale strettissima e che si può considerare alla stregua di un arrivo in salita, essendo lo scollinamento situato a soli 2.3 Km dal traguardo di Arrate.

Una settimana di stacco e poi il calendario proporrà un’altra corsa da sempre piuttosto “gettonata” dai papabili protagonisti alla corsa rosa, quel Giro del Trentino che dallo scorso anno si è evoluto nel Tour of the Alps, la cui prima edizione del nuovo corso è stata conquistata dal britannico Geraint Thomas. A differenza della corsa basca non ci saranno tappe interlocutorie poiché in ciascuna delle cinque frazioni si affronteranno salite e, dunque, ogni giorno potrebbe essere quello buono per la classifica, fin dalla tappa d’apertura che –come tutte le altre – presenterà un chilometraggio molto ridotto. Si dovranno, infatti, percorrere solo 134 Km e 600 metri per andare da Arco, “culla” del vecchio Giro del Trentino, a Folgaria dove si giungerà 7 Km dopo aver scollinato l’interminabile salita di Serrada, lunga quasi 20 Km anche se non particolarmente impegnativa nelle pendenze (media del 5,5% con i tratti più selettivi nella parte terminale dell’ascesa). Ben più difficile sarà il finale della seconda frazione, che prenderà il via da Lavarone per concludersi dopo 145,5 Km ai 1750 metri dell’Alpe di Pampeago, ascesa “battezzata” proprio dal Giro del Trentino nel 1992 – vinse quella tappa Claudio Chiappucci – prima di essere “lanciata” dal Giro d’Italia con 5 arrivi disputati tra il 1998 e il 2012. Gli ultimi 7.7 Km al 9.8% – con i 4000 metri conclusivi che salgono all’11.8% medio – rappresenteranno il momento più difficile dell’intero Tour of The Alps 2018 e l’unica reale difficoltà del tracciato di questa seconda tappa poiché il precedente Passo del Redebus (15.9 Km al 6.1%) sarà scalato molto lontano dalle fasi calde.
Le rimanenti tre frazioni avranno una fisionomia meno esigente, di media montagna, ma potrebbero risultare determinanti alla luce del fatto che di veramente impegnativo ci sarà soltanto l’ascesa di Pampeago, che da sola potrebbe provocare distacchi non troppo elevati. La prima di queste tre frazioni sarà anche l’ultima interamente disegnata in Italia e porterà il gruppo in 138 Km da Ora a Merano senza incontrare difficoltà altimetriche negli ultimi 26 Km, preceduti dalle ascese ai passi della Mendola (18 Km al 6,3%) e delle Palade (13 Km al 4,1%). La corsa si sposterà poi in Austria, dallo scorso anno co-organizzatrice della corsa, partendo dalla cittadina italiana di Chiusa: dopo 134 Km sarà riproposto il traguardo di Lienz, già sede d’arrivo in diverse occasioni al vecchio Giro del Trentino, con il consueto abbinamento alla salita del Bannberg (7 km al 6,5% con un muro di 1000 metri al 12,6% a inizio ascesa), da superare a 10 km dal traguardo. Pur non essendo la più impegnativa, la conclusiva tappa di 161 Km da Rattenberg a Innsbruck sarà certamente una delle più attese dai tifosi e dagli stessi corridori perché nel finale sarà inserito un “assaggio” del circuito che a settembre ospiterà i campionati del mondo con la triplice ascesa all’Olympia Climb (Igls), 8.2 Km al 5,4% da superarsi all’ultima volta a 12.6 Km dal traguardo, mentre il percorso mondiale presenterà in aggiunta la ripidissima ascesa di Gramartboden (2.1 Km al 12.7%), non prevista dal tracciato della tappa conclusiva del Tour of the Alps.

Negli stessi giorni della corsa italo-austriaca si disputerà la tredicesima edizione del Giro di Croazia, quest’anno approdata in categoria H.C. (la stessa del Tour of the Alps) dopo che, fino alla scorsa stagione, aveva “militato” nella categoria 2.1: si tratta di un balzo in avanti non indifferente, provocato dallo slittamento a ottobre del Giro di Turchia, gara inserita nel calendario World Tour che nel 2017 era stato rimandata per problematiche relative alla particolare situazione politica che si stava vivendo in primavera nello stato asiatico e che anche nel 2018 si disputerà in autunno. Così la corsa balcanica si era trovata inaspettatamente puntati contro i riflettori, anche per la scelta di diversi corridori di primo piano di prendervi parte e tra questi c’era Vincenzo Nibali, che poi s’imporrà in classifica generale. La fama improvvisamente acquistita dal Giro di Croazia ha convinto gli organizzatori a non variare di molto il menù, che anche quest’anno avrà le sue “portate” principali negli arrivi in salita al Biocovo e al Monte Maggiore. Anche la prima tappa si snoderà tra le medesime città che l’avevano accolta l’anno scorso, Osijek e Koprivnica, percorrendo una distanza quasi identica ma seguendo un itineraio differente, leggermente più impegnativo (è previsto un GPM di 2a categoria a un’ottantina di chilometri dal via): alla fine, però, quasi certamente a imporsi sarà uno sprinter, com’era stato lo scorso anno con il successo in volata del nostro Sacha Modolo. L’indomani sul traguardo di Zara i velocisti avranno la possibilità di fare il bis al termine di quella che è la frazione più lunga (234,5 Km), anche se stavolta il percorso si presenterà più accidentato rispetto a quello della tappa precedente, movimentato nella fase centrale da continui saliscendi e da due gran premi della montagna, uno di terza e uno di seconda categoria, entrambi denotati da pendenze non particolarmente esigenti. Alla tappa più lunga seguirà quella più breve che, però, sarà anche la più impegnativa, 134 Km per andare da Trogir – la località della Dalmazia che molti italiani conoscono con il toponimo di Traù – ai 1723 metri del Biocovo, la seconda montagna per altitudine della Croazia. A causa della neve lo scorso anno si potè affrontare solo la prima parte dell’interminale ascesa finale che è lunga quasi 30 Km, presenta una pendenza media complessiva del 6% e alterna tratti pedalabili ad altri più impegnativi, in particolar modo negli ultimi 3 Km che salgono attorno all’8,2% medio.
Frazione di trasferimento il giorno successivo, per 171 Km da Starigrad a Crikvenica, centri da noi noti come Cittavecchia e Cirquenizza: strada facendo si affronterà un percorso di media montagna che lascia spiragli aperti sia all’approdo di una fuga, sia a un arrivo allo sprint a ranghi non proprio compattissimi, sia a tentativi di corridori di seconda schiera ispirati dalla salita di Bribir (3,9 Km al 5,6%), da scavalcare a una ventina di chilometri dalla conclusione. Come dodici mesi fa il penultimo giorno si disputerà l’altro arrivo in salita, quello al Monte Maggiore, traguardo di un’altra tappa non particolarmente lunga (148 Km) che scatterà da Rabac e proporrà una prima scalata al monte istriano esattamente a metà del cammino, ma dal versante opposto rispetto a quello dell’ascesa finale, che misura 15 Km, presenta una pendenza media del 6,1% e lo scorso anno fu conquistata da Jaime Rosón allo sprint su Vincenzo Nibali, che quel giorno le tentò tutte per cercare di imporsi e dedicare così il successo a Michele Scarponi, tragicamente scomparso proprio quella mattina. Ma la volontà dello “Squalo dello Stretto” di onorare l’ex compagno di squadra era tanta, il distacco in classifica dallo spagnolo poco e il messinese riuscirà nell’intento l’indomani nella conclusiva frazione, prima conquistando l’abbuono a un traguardo volante e poi staccando Rosón sullo strappo che conduceva al traguardo (dove s’imporrà ancora Modolo), raggiungendo il vertice della classifica per appena 8” e ottenendo così la possibilità di dedicare una vittoria all’Aquila di Filottrano. Quel giorno si corse da Samobor a Zagabria, la capitale della Croazia, e sarà così anche nel 2018, viaggiando verso l’epilogo della corsa seguendo un percorso diverso nella prima parte ma poi ritrovando il tracciato dello scorso anno nel circuito finale da ripetere due volte.

Ultima corsa a tappe prima del Giro sarà il Tour de Romandie, in programma dal 24 al 29 aprile, concludensosi quindi appena 5 giorni prima della partenza della corsa rosa e questo potrebbe essere un deterrente che induca molti corridori a non scegliere questa corsa, tenuto conto del lungo trasferimento aereo verso Israele e che si dovrà raggiungere Gerusalemme almeno il giorno prima della partenza ufficiale, quando sarà in programma la presentazione delle squadre.
Ad aprire la 72a edizione della corsa elvetica sarà un tecnico cronoprologo di 4 Km tracciato sulle strade di Friburgo, reso impegnativo da un paio di curve a 90° e da una seconda parte di gara che tende dolcemente a salire. La prima frazione terminerà dopo 167 Km nella cittadina di Delémont e presenterà un percorso di media montagna che vivrà le sue fasi più impegnative nel circuito finale di circa 30 Km, da ripetere due volte e che prevede l’ascesa agli 869 metri del Col de Bruisberg (4.5 Km al 7.4%), da superare l’ultima volta a 19 km dal traguardo. Un circuito caratterizzerà anche gli ultimi 35 Km della seconda frazione, complessivamente lunga 174 Km e che terminerà nella località termale di Yverdon-les-Bains dopo un percorso ancora di media montagna ma meno nervoso rispetto a quello della frazione precedente, con i saliscendi del finale che potrebbero non scongiurare del tutto la possibilità di un arrivo allo sprint. Le due tappe chiave si disputeranno consecutivamente e la prima di queste sarà una cronoscalata di 10 Km che si snoderà tra la cittadina di Ollon e la soprastante stazione di villeggatura di Villars, che si raggiungerà dopo aver superato un dislivello di 785 metri e una pendenza media del 7.9%. La carovana del Tour de Romandie si trasferirà quindi a Sion per l’unica frazione di vera montagna prevista quest’anno, che avrà la forma di un circuito di 149 Km disegnato attorno al capoluogo del Canton Vallese, per completare il quale dovranno essere superate cinque salite, 3 delle quali di 1a categoria: la più impegnativa sarà la prima (Ovronnaz, 8.8 Km al 9.5%), posta subito dopo la partenza, ma non scherza nemmeno la successiva ascesa di Vercorin (9,8 Km all’8,1%), mentre non s’incontranno più difficoltà altimetriche negli ultimi 28 Km.
Gran finale adatto ai velocisti domenica 29 aprile con la frazione che da Mont-sur-Rolle condurrà in 182 Km al classico traguardo di Ginevra, poi potremmo finalmente dedicarci al nostro amato Giro d’Italia.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE

Giro dei Paesi Baschi

www.itzulia.eus

Tour of the Alps

https://tourofthealps.eu/it

Giro di Croazia

www.tourofcroatia.com

Tour de Romandie

www.tourderomandie.ch

Giro d’Italia

www.giroditalia.it/it

Un panoramico tratto della stretta e ripidissima strada che conduce al Santuario della Virgen de Arrate, traguardo della tappa regina del Giro dei Paesi Baschi (Google Street View)

Un panoramico tratto della stretta e ripidissima strada che conduce al Santuario della Virgen de Arrate, traguardo della tappa regina del Giro dei Paesi Baschi (Google Street View)

Commenta la notizia