ASSISI – OSIMO: VIAGGIO SULL’ORME DI SCARPONI
Dedicata a Michele Scarponi, la frazione marchigiana del Giro 2018 presenterà un tracciato collinare apparentemente innocuo che potrebbe far pensare a una classica tappa di trasferimento. Nulla di più sbagliato perché strada facendo s’incontreranno ascese dalle pendenze forti e anche il Passo del Termine, che svetta sul tracciato a quasi 120 Km dall’arrivo, potrebbe avere un certo peso se a quelle latitudini sarà già corsa vera. I momenti più attesi saranno concentrati nell’ultima trentina di chilometri quando si dovranno superare il muro di Filottrano e quello, successivo e più breve, di San Paterniano. Poi ci sarà anche il finale in salita sul pavè del centro di Osimo, che ci riporterà con la memoria al Giro di 24 anni fa, quello della scoperta di Pantani
Lo scorso anno non c’erano stati i “tempi tecnici” per stravolgere il percorso e dedicare una tappa a Michele Scarponi, tragicamente scomparso due settimane prima della partenza della corsa rosa e ci si era limitati a ricordarlo al raduno di Olbia e a intitolargli la scalata al Mortirolo. Alle prime occasioni utili, però, la Gazzetta dello Sport gli ha reso un omaggio più concreto dedicandogli non una ma ben due frazioni, quella terminata nella sua Filottrano alla Tirreno-Adriatico dopo la triplice scalata al muro cittadino e quella del Giro d’Italia che giungerà a Osimo e che pure presenterà il passaggio dal paese dell’indimenticato corridore marchigiano. Anche in questa circostanza ci sarà da fare i conti con il muro affrontato alla “corsa dei due mari”, stavolta percorso una sola volta ma comunque da non sottovalutare perché arriverà nel finale di una tappa collinare che potrebbe riservare qualche sorpresa. È vero che la cima dell’ascesa non è vicinissima al traguardo perché dopo bisognerà percorrere ancora quasi 30 Km prima di terminare la fatica giornaliera, ma quel tratto conclusivo non è scorrevole e prevede un altro piccolo muretto e poi la salita che conduce alla retta d’arrivo, e se qualche nome di spicco del gruppo non avesse digerito il muro potrebbero esserci dei distacchi, forse di entità non cospicua ma certamente fastidiosi per i diretti interessati. Sull’esito della corsa peserà sicuramente la condotta di gara che il gruppo terrà sin dai primi chilometri, che prevedono d’affrontare la salita al Passo del Termine, 4 Km al 9,6% che si snodano lungo una strada non stretta ma nemmeno larga: se fosse collocato nel finale di gara certamente avrebbe visto gli scalatori in prima linea (la pendenza massima è del 17%), ma anche a così tanti chilometri dal traguardo potrebbe lasciare il segno al momento d’approcciare il muro di Filottrano, se la tappa decollerà con velocità piuttosto elevato, eventualità spesso verificatesi negli ultimi anni anche in tappe ben più dure di questa. Prima di arrivare al Passo del Termine bisognerà percorrere una trentina di chilometri privi di difficoltà, che vedranno il gruppo lasciare Assisi in discesa nel tratto a velocità ridotta verso il “chilometro 0” e poi pedalare in pianura verso Spello, borgo definito la “Pietra Rosa dell’Umbria” per il colore della pietra calcarea scavata dalle pendici del Monte Subasio con la quale sono costruire le case e i principali monumenti di questo centro, sui quali spiccano la collegiata di Santa Maria Maggiore e la romana Porta Venere, fiancheggiata dalle cosidette Torri di Properzio. Successivamente i “girini” saranno sulle strade di Foligno, sulle quale il grande ciclismo è oramai di casa: la terza città della regione per numero d’abitanti in questi ultimi quattro anni ha ospitato, come arrivo o come partenza, tre volte il Giro e due la Tirreno-Adriatico. Attraversata la città famosa per il torneo cavalleresco della “Giostra della Quintana”, che si tiene nel “Campo de li Giochi” completato nel 1929 e all’epoca chiamato “Stadio del Littorio”, inizierà la lenta e dolce risalita della Valtopina, che riporterà la corsa a Nocera Umbra, dalla quale si era già transitati poche ore prima nel finale della frazione diretta alla vicina Gualdo Tadino. È proprio a Nocera che ha inizio la citata ascesa al Passo del Termine, superato il quale si farà ritorno nelle Marche scendendo nella valle del Potenza, fiume che ha le sue sorgenti sul vicino Monte Pennino, noto agli appassionati d’ornitologia perché offre l’opportunità di ascoltare gli armoniosi canti delle allodole.
Procedendo lungo il fiume si toccheranno prima il comune sparso di Fiuminata e poi il borgo di Pioraco, nel quale è possibile visitare un museo dedicato alla carta e alla filigrana, testimonianza dell’attività delle cartiere che furono impiantate per la prima volta in questo centro nel XIV secolo e che continua ancora al giorno d’oggi (la celeberrima Fabriano non è molto lontana). Procedendo in direzione del mare, che comunque oggi i corridori non vedranno, si giungerà quindi a Castelraimondo, centro il cui toponimo è in tempi recenti entrato nella “nomenclatura” del ciclismo per aver ospitato l’arrivo di una tappa dell’edizione 2015 vinta dall’olandese Wouter “Wout” Poels, evento che ha portato lo sport del pedale in un borgo conosciuto agli appassionati di folclore per la manifestazione dell’Infiorata che si tiene in occasione della festa del Corpus Domini e alla cui porte si trova l’interessante Castello di Lanciano, riaperto alle visite nel 2005 dopo che furono sanate le lesioni provocate dal terremoto del 1997 e nuovamente chiuso dopo i danni provocati dal più recente sisma. Si attraverserà poi San Severino Marche – piccola città d’arte della quale nel 1993 fu sindaco il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi e che vanta ben due “duomi” – poco prima di giungere ai piedi della seconda ascesa prevista dall’itinerario di gara, il pedalabile Valico di Pietra Rossa (12,3 Km al 3,4%), dopo il quale si planerà dolcemente verso uno dei luoghi più panoramici della regione, il “Balcone delle Marche” che risponde al nome di Cingoli, centro che non solo per i suoi meriti “visivi” è da tempo iscritto nel club dei “Borghi più belli d’Italia”. La vista sul Giro ci offrirà ora l’imminente muro di Filottrano, che i corridori incontreranno una ventina di chilometri dopo il passaggio da Cingoli: la verticale vera e propria, che si snoda attraverso la zona industriale del paese di Scarponi, è lunga 800 metri e sale all’11,8% medio, inserendosi all’inizio di un’ascesa di 1,5 Km all’8,9% che raggiunge il picco massimo del 16% poco prima del termine del muro, costituito da due rettilinei raccordati da una lieve curva a destra. Come detto in precedenza, una trentina di chilometri separano la cima della salita di Filottrano dal traguardo ed esattamente a metà di questo cammino s’interporrà la successiva e penultima difficoltà di gara, che ha come meta la frazione osimana di San Paterniano: l’ascesa è “double face”, tenera nel complesso e nella sua parte conclusiva – sono in tutto 3,1 Km al 4,4% – ma presenta un muretto in fase d’avvio, debuttando con un violento strappo di 600 metri all’11,6%. Per ultima arriverà l’ascesa conclusiva attraverso il centro storico di Osimo, con l’ultimo chilometro pavimentato in porfido che riproporrà il finale della tappa vinta da Moreno Argentin al Giro del 1994, l’edizione della corsa rosa che ci fece conoscere Marco Pantani. Chissà che al momento dell’unione del ricordo del “Pirata di Cesenatico” con quello dell’”Aquila di Filottrano” ci sia la scoperta di un’altra bella promessa per il futuro di questo sport….
Mauro Facoltosi
MODIFICA AL PERCORSO
Rispetto all’articolo di presentazione è stato modificato il tratto iniziale del percorso. Al posto dell’impegnativa ascesa al Passo del Termine si affronterà quella più agevole al Passo Cornello (8,4 Km al 4,4%)
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo del Termine (965 metri). Quotato 946 metri sulle cartine del Giro 2018, è valicato dalla SP 272 “di Monte Alago” tra Nocera Umbra e la localita Capo d’Acqua. TOLTO DAL PERCORSO
Passo Cornello (813 metri). Aperto tra i monti Finiglia e Virguglio, vi transitano il confine tra Umbria e Marche la SS 361 “Septempedana”, mettendo in comunicazione Nocera Umbra con Sorifa. Ascesa inedita per la corsa rosa, è quotata 814 sulle cartine del Giro 2018.
Valico di Pietra Rossa (674 metri). Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo) è valicato in galleria dall’ex SS 502 “di Cingoli” tra Colcerasa e Cingoli
FOTOGALLERY
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Spello, Porta Venere
Il “Campo de li Giochi” di Foligno in occasione della Giostra della Quintana
Vista panoramica sugli sconfinati colli umbri visti dalla strada che sale al Passo del Termine
Pioraco vista dal rettilineo che introduce nel piccolo borgo marchigiano
Castelraimondo, dai boschi alle porte del centro marchigiano fa capolino il Castello di Lanciano
Il duomo vecchio di San Severino Marche
Vista panoramica da Cingoli, il borgo definito “Belvedere delle Marche”
Filottrano vista dal tratto iniziale del “muro”
Piazza del Comune ad Osimo, sede dell’arrivo dell’undicesima tappa