HAEDO REGALE, CONTADOR SEMPRE IN GIALLO

giugno 8, 2010
Categoria: News

L’argentino vince allo sprint la 2a tappa del Giro del Delfinato, 177 km da Annonay a Bourg-Saint-Andéol, precedendo con impressionante facilità Martin Reimer e Grega Bole. Volata molto condizionata dal vento, con i favoriti Boasson Hagen e Bennati molto indietro. Ripresa in vista dell’ultimo chilometro la fuga mattutina, cui il gruppo ha recuperato 3’ e mezzo in meno di 30 km. Contador conserva senza difficoltà la maglia gialla, in attesa della cronometro di domani.

Foto copertina: Haedo alza le braccia sul traguardo di Bourg-Saint-Andéol (foto Isabelle Duchesne).

Volata doveva essere, e volata è stata, ma con molti più patemi di quanto ci si attendesse alla vigilia. Malgrado un vantaggio massimo non trascendentale (8’10’’), una composizione non particolarmente promettente (Augé, Tankin, Delaplace, Isasi e Bonnafond), e un margine che a 50 km circa dal traguardo, dopo lo scollinamento sull’ultimo GPM di giornata, il Col du Benas, era già al di sotto dei 4’, soltanto a 1200 metri dal termine il gruppo ha avuto ragione della fuga della prima ora, che, ad un tratto, era sembrata anzi aver piazzato il colpo grosso. A meno di 30 km dall’arrivo, infatti, il plotone accusava ancora 3’ e mezzo circa di margine, con il Team Sky come unica compagine ad inscenare un inseguimento degno di questo nome. Un distacco che lasciava presagire non solo una restrizione della lotta per il successo parziale ai cinque battistrada, ma anche un cambio di leadership tutto spagnolo, con il giallo sulle spalle di Contador che pareva destinato a passare su quelle Isasi, 33 anni e nessuna vittoria in carriera, distante stamane appena 34’’ in classifica generale. Saxo Bank (per Haedo), Liquigas (per Bennati) e Footon Servetto (per Capecchi) si sono però improvvisamente unite agli uomini al servizio di Geraint Thomas, dando luogo ad un’insperata rimonta, che ha ridotto il margine ad una quarantina di secondi con ancora 8 km da percorrere.
Proprio quando il destino dei fuggitivi sembrava scritto, un’improvvisa successione di strappetti ha reintrodotto suspense nel finale, rallentando considerevolmente la caccia del plotone, facendo emergere la stanchezza accumulata in 20 km di andature folli. Dopo 3 km di margine pressoché invariato, i cinque coraggiosi hanno però pensato bene di fare harakiri, iniziando a scattarsi in faccia con larghissimo anticipo su quanto la situazione consentiva, permettendo così al gruppo, riorganizzatosi, di ricucire definitivamente il gap proprio in vista del triangolo rosso (che in realtà, in questo Delfinato, è uno striscione rettangolare nero).
Il lungo inseguimento non ha però mancato di lasciare in eredità allo sprint uno stato di generale stanchezza e confusione, senza squadre in grado di prendere in mano la situazione, ma con Garmin, Cervélo, Lampre, Footon Servetto, Sky e Liquigas impegnate nella costruzione di improbabili mini-treni di tre vagoni al massimo. L’ultimo chilometro ha così visto alternarsi in testa uomini Cervélo e Sky, con questi ultimi che sono in qualche modo riusciti a lanciare decentemente Thomas. Il britannico, complice un discreto vento contrario sul rettilineo finale, non è però riuscito a mettersi in moto come avrebbe voluto, venendo così risucchiato da uno stuolo di outsider, mentre Bennati, ancora molto lontano da una condizione anche solo accettabile, si perdeva nei meandri del plotone. Anche questi nomi meno noti (Reimer, Bole, Sébastien Chavanel, Kluge, Stauff, Galland) non riuscivano tuttavia a spezzare la barriera su cui sembravano incartarsi tutti coloro che mettevano il naso davanti, che faceva sì che non meno di 5-6 corridori si presentassero pressoché appaiati ai 100 metri finali.
Ma mentre lo sguardo degli spettatori correva all’asfalto, per cercare di cogliere dalle ombre su di esso quale ruota fosse più avanti, a spazzare via ogni dubbio e la concorrenza è arrivato Juan José Haedo, 29enne argentino di Chascomus, capace di recuperare parecchi metri di svantaggio, di trovare un pertugio lungo le transenne nella muraglia umana davanti a lui, e di passare a velocità doppia i rivali, distanziandoli di una bicicletta circa sull’arrivo. Lo sprinter Saxo ha così colto un successo che sorprende non certo in sé (Haedo è uomo di sicuro affidamento, giunto alla 39a vittoria in carriera, che nelle ultime stagioni ha timbrato almeno 5-6 volte l’anno), quanto per le proporzioni e la apparente facilità con cui è stato ottenuto, con una rimonta alla Robbie McEwen o Tom Steels dei giorni d’oro. Alle sue spalle, Martin Reimer ha legittimato con la piazza d’onore il grande lavoro della Cervélo, e Grega Bole è salito nuovamente sul podio, dopo la vittoria di ieri.
Purtroppo per l’argentino, il giorno in cui ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto agli altri sprinter coincide con la fine delle opportunità per le ruote veloci in questo Delfinato. Da domani, infatti, l’attenzione si sposterà sulla classifica generale, rimasta quest’oggi pressoché invariata (anche se è da segnalare la mancata partenza, stamane, di Haimar Zubeldia, co-capitano Radioshack insieme a Brajkovic), con la maglia di leader ancora saldamente sulle spalle di Alberto Contador. I cinque giorni decisivi della corsa inizieranno con l’ultima frazione pianeggiante della settimana, 49 km da Monteux a Sorgues, che avrà però la non indifferente particolarità di disputarsi contro il tempo, prima dell’abbuffata di montagne tra giovedì e domenica. Contador parte, sulla carta, ancora favorito, perlomeno per quel che concerne gli uomini di classifica, assieme a David Millar. Da verificare, invece, le condizioni di Denis Menchov, caduto ieri, e giunto oggi sul traguardo con 22’’ di ritardo dal gruppo. Distacco poco significativo di per sé, ma che, se non dovessero emergere delle motivazioni valide in queste ore, autorizzerebbe a pensare a postumi più gravi del previsto per quello che, almeno fino a stamane, era il favorito numero 2 di questo Delfinato.

Matteo Novarini

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