BOLE, VITTORIA CON GIALLO
Lo sloveno della Lampre vince allo sprint la 1a tappa del Giro del Delfinato, 191 km da Evian-les-Bains a Saint-Laurent-du-Pont, anticipando di una manciata di centimetri Peter Velits, stretto contro le transenne sul traguardo con una manovra al limite del regolamento. Neutralizzato all’ultimo chilometro un tentativo di Brajkovic e Capecchi. Menchov accusa oltre 1’ di ritardo a seguito di una caduta. Contador sempre in giallo, davanti a Van Garderen e Brajkovic.
Foto copertina: Bole si impone nella prima tappa in linea del Giro del Delfinato (foto Reuters)
È Grega Bole, 24enne sloveno di Jesenice, ad un nulla dal confine austriaco, a regalare alla Lampre il primo sorriso dopo un Giro d’Italia molto al di sotto delle aspettative, conquistando la prima frazione in linea del Giro del Delfinato, dopo il prologo che, 24 ore fa, aveva incoronato Alberto Contador quale primo capoclassifica di questa edizione. Successo arrivato al termine di uno sprint piuttosto caotico, con alcuni velocisti rimasti staccati o con gambe troppo appesantite in seguito alla scalata alla Côte de Miribel-les-Echelles, ultima delle quattro salitelle in programma quest’oggi, posta a 6 chilometri e spiccioli dal traguardo, e non senza uno strascico polemico. Dopo aver scavalcato Geraint Thomas, partito lunghissimo, Bole sembrava infatti lanciatissimo verso la prima affermazione stagionale, finché, all’interno dell’ultima semicurva, non si è materializzata la sagoma di Peter Velits, slovacco del Team Columbia-HTC, in netta rimonta; non tanto da permettergli di scavalcare l’uomo Lampre, ma abbastanza per far inquietare il giovane Grega, che già si preparava ad alzare le braccia. In uno slancio di apprensione giustificabile solo con l’età acerba, Bole, per non rischiare, ha allora inutilmente e pericolosamente stretto Velits all’interno, quando ormai i metri dal traguardo non erano più di 10, e le possibilità di perdere la corsa pressoché nulle. A meno di sconvolgimenti nelle prossime ore, i giudici dovrebbero confermare l’ordine d’arrivo, ma la sciocchezza della manovra di Bole va in ogni caso rimarcata, unitamente agli indubbi meriti dello sloveno, legittimo vincitore di giornata.
Ruolo, quest’ultimo, che era stato sul punto di essere conquistato, poco prima, con una bellissima azione in discesa, dal suo connazionale Janez Brajkovic, finalmente ai livelli cui era atteso da qualche anno, in particolare dal 5° posto al Giro di Svizzera 2006. Riassorbiti Kadri, Gautier, Minard, Ladagnous e Rollin, fuggitivi della prima ora, il leader Radioshack era stato infatti tra i molti corridori che avevano mostrato gambe e coraggio attaccando sulle non proibitive rampe dell’ultima côte di giornata, ed era riuscito ad inserirsi nel drappello di sei uomini all’inseguimento di Seeldrayers e Pujol, scollinati con un pugno di metri di margine. La coppia e il plotoncino si sono quindi fusi poco dopo la vetta, nel breve tratto in falsopiano, prima che, nella picchiata vera e propria, il 3° classificato del prologo di ieri desse sfogo alle sue finora poco note doti di discesista, guadagnando rapidamente un discreto margine sul gruppo principale, nel frattempo rientrato sugli altri attaccanti.
Ad attenuare le sue speranze di successo di tappa, ma ad incrementare quelle di maglia gialla (5’’ separavano infatti Brajkovic da Contador stamane), è quindi rientrato sullo sloveno Eros Capecchi, quando ancora i secondi di margine sul plotone sfioravano la decina. La coppia ha però faticato a trovare la necessaria collaborazione, e alcuni istanti di esitazione di troppo hanno sancito il definitivo ricongiungimento, a 500 metri circa dalla linea bianca, prima dello sprint, lanciato dagli uomini Sky, di cui si diceva in apertura.
Vorremmo poter chiudere qui la cronaca di questa frazione, limitandoci ad attacchi e volate, ma una rilevanza ancora maggiore, in ottica classifica finale, rischia di assumere la caduta che ha avuto luogo a poco meno di 20 km dal termine, che ha visto coinvolti, fra gli altri, Denis Menchov, Mauricio Soler, Edvald Boasson Hagen, Daniele Bennati, Juan José Cobo e Samuel Sanchez, quest’ultimo comunque in grado di rientrare nel finale, aiutato da alcuni compagni. Senza fatica alcuna, Contador ha così incrementato di 1’11’’ il margine in graduatoria generale nei confronti del russo della Rabobank, che continuiamo comunque a considerare il suo più accreditato rivale, ma che rende ora allo spagnolo 1’35’’, quando le tappe decisive ancora non sono arrivate.
Tappe decisive che non inizieranno nemmeno domani, quando il Delfinato si sposterà da Annonay a Bourg-Saint-Andréol, lungo 177 km di percorso vallonato, ma che, scavalcato il Col du Benas (ascesa di 2a categoria, di oltre 10 km, ma con pendenza media inferiore al 5%), a 50 km abbondanti dal termine, sfocerà in un lungo biliardo fino all’arrivo. Difficile dunque pensare ad un epilogo diverso da uno sprint a ranghi compatti, complice il fatto che ben difficilmente, da mercoledì in avanti, le squadre degli sprinter avranno altre occasioni di far scaricare i loro cavalli ai rispettivi leader. Aspettiamo dunque Bennati, Boasson Hagen e compagnia; sempre che gli sloveni, inattesi mattatori di questo avvio di Delfinato, non abbiano in serbo qualche altro colpo a sensazione.
Matteo Novarini