PIZZO – PRAIA A MARE: VAMOS A LA PRAIA
È la più facile tappa della 101a edizione del Giro la prima che la corsa rosa effettuerà in “continente”. Nel disegnarla Mauro Vegni ha tolto tutto quello che poteva risultar d’impiccio ai velocisti, conservando solo l’unica difficoltà che non si poteva levare, la facile salitella di San Nicola Arcella che al massimo romperà le uova nel paniere a un paio di sprinter. Dalla volata oggi non si scappa, al termine d’una tappa che gli squadroni potranno controllare abbastanza facilmente, sempre che il vento che spira dal mare non si metta a fare i capricci.
Di tutte queste sarà la più tappa facile, forse ancor più della passerella finale disegnata sulle strade di Roma tormentate dai sampietrini. Oggi le difficoltà saranno quasi pari a zero e ci voleva una giornata simile dopo le nervose frazioni siciliane e il trasferimento attraverso lo Stretto in direzione della Calabria, altra probante trasferta dopo quella da Israele verdo l’Italia. Si arriverà a Praia a Mare, la località balneare che ci ricorda la bella impresa di Diego Ulissi al Giro del 2016, una pagina di sport che però non rivivremmo sul far della sera dell’11 maggio. Pur arrivando dalla medesima direzione, per i motivi sopra citati Mauro Vegni s’è, infatti, vestito dei panni del falegname e ha “piallato” il percorso, togliendo sia la salita del Fortino, sulla quale scaturì il tentativo del corridore toscano, sia il tratto tortuoso sulla vecchia statale che si percorse subito prima e che si sarebbe potuto effettuare anche in quest’occasione, perché affrontato da solo avrebbe al massimo sortito una lieve scrematura al gruppo, lanciato verso un’inevitabile volata. Sprint sarà, ma a gruppo decisamente compatto, sempre che il vento non ci metta lo zampino perché questa sarà la reale difficoltà di un tracciato che si snoderà costantemente lungo il litorale tirrenico senza mai proporre apprezzabili dislivelli.
Sede di partenza della prima tappa continentale sarà Pizzo, il centro della provincia di Vibo Valentia che è noto con il soprannome di “Città del Gelato” per la produzione di un particolare tipo di tartufo che è realizzato modellandolo nel palmo della mano. Deliziatosi il palato con questa prelibatezza il Giro si metterà in marcia per risalire la punta dello stivale italico, che a nord di Pizzo si allarga nella Piana di Sant’Eufemia, la terza pianura per estensione della regione, terra di coltivazione delle clementine di Calabria DOP, l’agrume comunemente noto col nome di mandarancio. Filando via liscia sulla Statale 18 – i primi 70 Km si svolgeranno nella pianura più totale – la carovana rosa entrerà in provincia di Cosenza, sulle cui strade si svolgerà gran parte del tracciato, poco prima di giungere nella località balneare di Amantea, che si chiamava Nepetia in epoca bizantina prima di diventare Al-Mantiah durante la dominazione araba: il castello che la sovrasta fu costruito dopo l’885, l’anno della riconquista bizantina per opera del condottiero Niceforo Foca, nel luogo presso il quale successivamente s’installerà una comunità di religiosi basiliani di rito greco. A un’ottantina di chilometri dalla conclusione il tracciato solleverà per un attimo la testa, elevandosi sino a 133 metri di quota al momento del passaggio da Paola, una delle più celebri località del litorale tirrenico calabrese, resa tale dal suo figlio più illustre, Francesco Martolilla (1416-1507), nome alla nascita di San Francesco da Paola, il religioso che fondò l’ordine religioso dei Minimi e che è venerato presso il locale santuario, costruito accanto alle anguste grotte dove il santo visse eremita con i suoi confratelli.
Superata questa modesta salitella il tracciato tornerà a farsi scorrevole per una quindicina scarsa di chilometri, tratto a cavallo del quale è previsto il passaggio dalla marina di Guardia Piemontese, comune che ha questo nome per gli usi, i costumi, le tradizioni e il dialetto qui ancora parlato che vi furono importati nel XII secolo da un gruppo di esuli piemontesi, costretti a lasciare la loro terra d’origine a causa delle persecuzioni che subirono poiché “eretici”, praticando essi la fede valdese. Sono paesaggi, quelli che si stanno attraversando fin qui, che una parte dei partecipanti al Giro ha già avuto modo di gustare lo scorso anno perché si tratta delle stesse strade che si percorsero in occasione della tappa terminata presso le vicine Terme Luigiane, vinta dall’elvetico Silvan Dillier. Stavolta la frequentata località curativa cosentina – che prese questo nome in onore del Principe Luigi Carlo di Borbone, che ne fu “sponsor” – rimarrà a far da spettatrice al passaggio del Giro che tirerà dritto sulla statale sfiorando la bella spiaggia di Intavolata e transitando ai piedi degli spettacolari “Gironi”, nome con il quale è stata battezzata la serie di 7 tornanti sovrapposti che ricordano molto da vicini quelli del Poggio della Milano-Sanremo e che immancabilmente si affrontano in discesa nel finale delle frazioni con approdo alle terme. Ora si dovrà affrontare un tratto morbidamente vallonato che inizierà dopo il passaggio da Cetraro, comune il cui nome è indirettamente il biglietto da visita di un altro prodotto ortofrutticolo particolarmente diffuso in questa regione: era anticamente Cetrarium, con riferimento ai cedri che crescono in particolare lungo l’omonima riviera, palcoscenico della seconda metà di questa frazione che, usciti dal tratto movimentato, tornerà a proporre i binari della pianura per un abbondante tratto di strada. Transitati ai piedi del colle di Belvedere Marittimo, che vanta uno dei meglio conservati castelli della regione, il gruppo giungerà sulle strade della rinomata località balneare che la giornalista napoletana Matilde Serao – che, ricordiamo, fu la prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano (Il Mattino) – soprannominò “Perla del Tirreno”, nel suo piccolo un involontario “sgarbo” perché una perla è meno preziosa di un diamante e Diamante si chiama questo centro, conosciuto anche per gli oltre 150 murales che ne adornano i vicoli. Proprio all’uscita di questo “scrigno” di colori, forse è più giusto chiamarlo così, inizia uno dei tratti più snelli della tappa, che avrà la forma di un rettilineo pianeggiante quasi ininterrotto di 11 Km che punta dritto verso Scalea, comune il cui toponimo fa riferimento alla disposizione a “gradoni” del centro storico, che risale la collina al cui vertice si trovano i resti del castello costruito nell’XI secolo dai Normanni. Transitati da Scalea si abbandonerà temporaneamente la statale 18 e si andrà incontro al momento più impegnativo di questa frazione, se tale può essere considerata la pedalabile salitella di 2.2 Km al 4,7% che terminerà alle porte di San Nicola Arcella, borgo che si affaccia sul Tirreno da uno strapiombo alto quasi 100 metri e nel quale dimorò, in una torre saracena sul mare, lo scrittore statunitense Francis Marion Crawford, conosciuto soprattutto per i suoi romanzi horror. Nessun brivido, invece, attende i corridori; al massimo qualche velocista potrebbe vivere il suo momento “horror” nell’approcciare la salita poiché i primi 800 metri presentano una pendenza media del 7,7%, buona al massimo per epurare il gruppo di qualche elemento. Subito dopo lo scollinamento la corsa ritroverà la statale proprio alle porte di uno dei suoi tratti più filanti, la variante realizzata in tempi recenti per un più agevole transito delle automobili in uno degli angoli più tortuosi della costa, che il vecchio itinerario “vinceva” affrontando una serie di panoramici tornanti oggi sovrastati dai viadotti della nuova strada, formidabile balcone panoramico sull’incantevole Golfo di Policastro. È questo lo scenario che gli spettatori avranno negli occhi nel vorticoso finale di Praia, successivamente caratterizzato da una velocissima discesa che riporterà a ritrovare la pianura nei chilometri conclusivi disegnati lungo la più settentrionale spiaggia calabrese, nei cui panorami s’inserisce come un piccolo gioiello l’Isola di Dino, autentico paradiso per gli estimatori delle immersioni subacquee.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Il castello aragonese di Pizzo Calabro
Amantea: in primo piano la chiesa gotica di San Bernardino da Siena, sullo sfondo il borgo e in alto i ruderi del castello
Il santuario di San Francesco Da Paola
Il mar Tirreno visto da Guardia Piemontese
Gli spettacolari “Gironi” di Acquappesa visti dal basso
Castello di Belvedere Marittimo
La centralissima Via Libertà di Diamante e uno dei murales che adornano la “Perla del Tirreno”
Scalea vista dalla collina del castello normanno
L’isola di Dino (al centro) e la torre saracena di San Nicola Arcella nella quale visse lo scrittore Francis Marion Crawford
I tornanti della vecchia strada statale visti da un viadotto della nuova strada, alle porte di Praia a Mare