VUELTA, ROHAN DENNIS PRIMA MAGLIA ROSSA
La BMC conquista la cronosquadre di Nimes e regala il primato all’australiano, primo dei suoi a tagliare il traguardo. Battute per 6’’ Quick Step e Sunweb. Bene la Sky di Froome, quarta a 9’’. Nibali cede al britannico 20”, Aru 30’’.
È Rohan Dennis il primo capoclassifica della Vuelta 2017. Il 27enne australiano è stato il primo a tagliare il traguardo per la BMC, capace di rispettare i favori del pronostico e vincere la cronosquadre di Nimes con 6’’ di vantaggio su Etixx – Quick Step e Sunweb. Quarto tempo, a 9’’ dalla BMC, per il Team Sky, che regala dunque a Chris Froome un gruzzolo di secondi da gestire sugli altri principali pretendenti al successo finale (a patto di non considerare tali Van Garderen, Jungels e Barguil). Proprio l’ultima trenata del britannico, nei 500 metri finali, ha rischiato di disgregare quel che restava del plotoncino in maglia nera, già ridotto a cinque unità , ed è forse costato qualche secondo e un piazzamento sul podio di giornata.
8’’ più indietro la Orica-Scott di Chaves e dei fratelli Yates, squadra tradizionalmente competitiva nelle cronosquadre, ma penalizzata dall’abbondanza di scalatori.
La Bahrein-Merida di Nibali si è ben difesa, considerata la quasi totale assenza di cronomen, e ha chiuso nona, a 31’’ dalla BMC. 10’’ peggio la Astana di Fabio Aru, uno dei più attardati tra gli uomini di classifica. Fra i due italiani di punta si sono collocate la Katusha-Alpecin di Ilnur Zakarin (+33’’), la Trek-Segafredo di Alberto Contador (+35’’), all’ultima recita della carriera, e la Lotto-NL Jumbo di Steven Kruijswijk (+40’’). Peggio di tutti è andata a Romain Bardet, che con la sua Ag2r ha lasciato per strada 46’’ rispetto ai vincitori e 37’’ rispetto a Froome.
La seconda tappa, tra Nimes e Gruissan, dovrebbe essere appannaggio dei velocisti, anche se molte volte, sulle stesse strade che la Vuelta percorrerà domani, il Tour de France ha dovuto fare i conti con l’insidia del vento. Le squadre dovranno ponderare con attenzione qualsiasi azione, perché già lunedì, ad Andorra, la carovana si avventurerà sulle salite pirenaiche.
Matteo Novarini