LE SALITE DEL GIORNO: SANTA CRISTINA & MORTIROLO
Penultimo appuntamento con le descrizioni delle ascese di giornata. Oggi il testimone passa a Giacomo, esperto conoscitore delle salite valtellinesi, che ci illustra il Santa Cristina (con l’inedita appendice verso Trivigno) e il mitico Mortirolo.
Foto copertina: lo scollinamento di Trivigno (foto di Giacomo Meneghello)
La tappa odierna con partenza da Brescia ed arrivo all’Aprica sarà sicuramente una tappa combattuta, che potrebbe iniziare a dare i primi verdetti riguardo al vertice della classifica. E’ una tappa nella quale coloro che aspirano alle prime posizioni non potranno a lungo nascondersi dato che già a metà tappa, sulla salita che porta al passo di Santa Cristina, la corsa inizierà ad accendersi.
Oltre alle salite potrebbero risultare molto selettive pure le discese, abbastanza tecniche ed insidiose, anche alla luce della possibilità di una corsa su asfalto bagnato.
La prima parte della corsa, da Brescia fino a Edolo, si presta alla nascita di eventuali fughe da parte di uomini fuori classifica, con il gruppo che potrebbe lasciar fare e procedere a ritmo turistico. A Edolo si comincia a salire per circa 15km verso l’Aprica, ma si tratta di una salita molto pedalabile dove poter stare a ruota risulta di fondamentale importanza. Una volta giunti al passo dell’Aprica in 6 km di discesa, su strada ampia e con pendenze tra il 5% e il 7%, si arriva al bivio a destra per il Passo di Santa Cristina dove inizierà la prima vera salita di giornata e dove la corsa potrebbe entrare nel vivo. La salita del Santa Cristina misura 6,8 km e ha una pendenza media di poco inferiore al 10%…insomma una salita di tutto rispetto. La salita si snoda tra tratti boschivi e altri prativi con pendenze altalenanti tra l’8% e l’11%. L’unico tratto pedalabile è a metà salita circa, ma si tratta di poche centinaia di metri, mentre il tratto più impegnativo sono proprio gli 800mt finali, dove la pendenza si attesta tra l’11% e il 12%.
Una volta effettuato lo scollinamento la strada scende per 150mt dopodichè, svolta a sinistra e la salita riprende in direzione Trivigno. Ci attendono altri 3,5 km (inediti per il Giro d’Italia) di salita molto pedalabile 3%- 6% con ampi scorci sulla piana di Pian Gembro, su Adamello e sui monti che dominano l’Aprica. All’improvviso un cartello sulla sinistra della carreggiata indicante pendenza 20% ci allerta, ma è un falso allarme. La pendenza aumenta all’improvviso per circa 300mt ma non supera il 10%. Finito questo strappo inizia la discesa, non prima di aver superato un pericoloso dosso stradale.
Dopo 400mt in leggera discesa si prende a sinistra la strada per Tirano, lasciandoci a destra quella che sale in 2 km all’abitato di Trivigno e da qui in 15 km di saliscendi al Mortirolo (strada ancora chiusa al traffico veicolare). La discesa (pure questa inedita) prosegue su una bella strada per poco più di un km, dopodichè la carreggiata diventa stretta, tecnica, con diversi tornanti e con pendenze quasi sempre elevate, vicine al 10% . E’una discesa in cui bisognerà far attenzione dato il manto stradale non sempre perfetto trattandosi di una strada locale, soprattutto se dovesse essere bagnato. Come avvenuto in altre occasioni potrebbe essere proprio la discesa a risultare selettiva.
Terminata la discesa, inizia un breve tratto in leggera salita a fondovalle, da Lovero a Mazzo dove inizia il ben conosciuto Mortirolo. Per la precisione il vero nome del passo è Foppa come testimoniato dal cartello di recente sistemato e corretto, in quanto il “passo del Mortirolo” vero e proprio è raggiungibile in pochi minuti solo a piedi o in MTB. Tuttavia il cambio di nome ne lascia intatta la durezza, per fortuna o sfortuna a seconda dei punti di vista.
I 12,4 km che dalla svolta a destra presso l’abitato di Mazzo di Valtellina portano alla sommità sono davvero molto impegnativi e la salita è suddivisibile sostanzialmente in 3 parti. I primi 3,3 km che portano alla chiesa di San Matteo alternano dure rampe a tratti in cui è possibile rilanciare l’andatura, ma da qui per quasi 5 km la strada non concederà tregua e le pendenze rimarranno sempre superiori al 12% con punte al 18%.
Finalmente a poco più di 4 km, in prossimità del monumento a Pantani posto sulla destra all’uscita da un tornante, la pendenza torna a scendere al di sotto del 10%. Da qui all’arrivo, salvo qualche breve strappo (il più duro dei quali situato a 1,3 km dallo scollinamento), la pendenza rimane tra l’8% e il 9%, ma ormai la stanchezza si farà sentire e chi voleva far la differenza avrà già giocato le sue carte.
I 12,5 km di discesa sono abbastanza tecnici e potrebbero consentire recuperi o attacchi. Al termine della discesa vera e propria i corridori dovranno percorrere altri 4 km, sempre in leggera discesa e spesso battuti dal vento di fondovalle, prima di arrivare a Edolo e quindi all’ascesa finale. In questo tratto sarà di fondamentale importanza non trovarsi da soli ed aver conservato la freschezza necessaria per riuscire a spingere a fondo e non perdere tutti i secondi guadagnati con fatica.
Anche la salita finale che porta all’Aprica è molto pedalabile fino a spianare in corrispondenza dell’arrivo. Perciò verrà affrontata a velocità elevate, vicine e in alcuni tratti superiori ai 30km/h, quindi poter sfruttare la collaborazione con altri corridori risulterà essere la carta vincente. Di questo dovranno sicuramente tenerne conto eventuali attaccanti o inseguitori prima di lanciarsi in tentativi di fuga troppo isolati lungo la salita o la discesa del Mortirolo.
In questa tappa quindi servirà oltre alle gambe, molta intelligenza tattica e, per chi eventualmente volesse provare a far saltare il banco, un po’ di coraggio a far la corsa vera già dal Santa Cristina e nelle discese.
Giacomo Meneghello