E ARRIVO’ IL GIORNO DI GREIPEL

maggio 27, 2010
Categoria: News

Nell’ultimo appuntamento per le ruote veloci in questo pazzo Giro d’Italia, finalmente si vede una volata “normale” con un vincitore “normale”. A Brescia alza le braccia al cielo, ed era anche abbastanza scontato, Andrè Greipel che dopo aver fallito diversi tentativi nelle due precedenti settimane riesce a mettersi in saccoccia il dodicesimo sigillo stagionale. Terzo posto a sorpresa per un bravissimo Tiziano Dall’Antonia. E da domani si decide tutto. Neve permettendo.

Foto copertina: Greipel primo sul traguardo di Brescia (foto Bettini)

Verrebbe da chiedersi se i superstiti di questo estenuante 93° Giro d’Italia fossero più contenti del fatto che oggi, almeno nella seconda parte di tappa, hanno trovato un bel sole caldo ad accompagnarli verso Brescia, oppure più preoccupati di aver visto le previsioni del tempo per i prossimi due giorni che non promettono assolutamente niente di buono. E se Basso ed Evans confidano nella buona sorte, Arroyo ha già ingaggiato stregoni, maghi e fattucchiere per inscenare un proficuo rito wodoo che possa dare il suo effetto: non fare il Gavia e abbassare notevolmente il profilo altimetrico delle due tappe che decideranno questo Giro.
Doverosa premessa, ma senza dimenticare che oggi non siamo all’Aprica ma a Brescia e che non ha vinto uno scalatore ma un velocista. Anzi, finalmente “il” velocista per antonomasia di questo 2010, vale a dire Andrè Greipel, da Rostock con furore, che dopo aver penato in su e giù per l’Olanda e per l’Italia per alzare le braccia al cielo, ha dovuto aspettare la quart’ultima tappa per scrivere il suo nome su questa edizione.
Una frazione ampiamente in linea con il copione delle giornate di trasferimento in bici: fuga da lontano, nonostante la tappa di oggi da Levico Terme a Brescia fosse lunga solo 150 chilometri, gruppo ad inseguire con le squadre dei velocisti in testa, fuga ripresa negli ultimissimi metri, volata generale.
Nell’ordine, i protagonisti sono stati Oliver Kaisen (Omega Pharma-Lotto) e Alan Marangoni (Colnago-CSF) come “fugaioli”, che hanno raggiunto un vantaggio massimo di 3’10”; poi Sky e Htc Columbia come protagonisti principali nell’inseguimento; il ricongiungimento a due chilometri dalla fine con Marangoni che è stato l’ultimo a mollare dopo che aveva staccato anche Kaiser, il quale oramai aveva capito che non c’era niente da fare; infine volatone con Greipel davanti a tutti.
In teoria non ci sarebbe da aggiungere altro se non l’ultimo chilometro di gara. Per buona parte della giornata in testa c’è rimasta l’Htc, ma nel finale la squadra meglio organizzata era senz’altro il Team Sky con ben quattro uomini in testa ai 1.500 metri dalla fine per lanciare al meglio Greg Henderson. Dietro di lui c’è di che battagliare ed il gas viene aperto ai 300 finali con l’accelerazione di Julian Dean, l’uomo deputato dalla Garmin a buttarsi nella mischia dopo il ritiro di Farrar. Greipel capisce tutto e subito e non lascia praticamente spazio alla fiammata del neozelandese e, di fatto, ai 270 metri la volata è già chiusa: il capitano dell’Htc prende il sopravvento e Dean può soltanto controllare la piazza d’onore. Alle sue spalle, un po’ a sorpresa, ci finisce Tiziano Dall’Antonia (Liquigas-Doimo) che doveva pilotare il ben più veloce Sabatini ma alla fine ci si è ritrovato lui nel mezzo della bagarre e si è fatto valere. Solo quarto lo “scortato” Henderson, dietro di lui Hondo, Graeme Brown, Juan Jose Haedo e Mickel Eljizen.
Nella generale sempre tutto invariato in vista della terz’ultima tappa del Giro: 195 chilometri da Brescia all’Aprica. Si parte salendo dolcemente accanto al Lago d’Iseo per transitare una prima volta dal traguardo mitico di Aprica, si scende per poi fare il Santa Cristina ed arrivare poco più in alto al Trivigno. Da lì, picchiata su Mazzo e spazio al Mortirolo che ci potrà dire tante cose, belle o brutte che siano, su chi questo Giro lo vincerà. Dalla fine della discesa, altri ventitre chilometri per ritornare all’Aprica tutt’altro che facili. Nel 2006, con un finale identico, Ivan Basso ci ha già vinto quando staccò Gilberto Simoni. Vedremo se riuscirà il bis.

Saverio Melegari

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