E ADESSO… TOUR!
giugno 3, 2017
Categoria: Approfondimenti
Non è ancora arrivo il momento del Tour, che partirà tra un mese da Düsseldorf, ma di fatto la 104° edizione della Grande Boucle scatterà già una settimana dopo la conclusione del Giro. In terra di Francia, infatti, si correrà ai primi di giugno la tradizionale “palestra” del Tour, il Criterium del Delfinato, che anche quest’anno potrà vantare una starting list di prim’ordine e proporrà nel tracciato, tra le tante montagne, una delle più interessanti ascese dell’imminente Tour, quel Mont du Chat che non viene più affrontato in corsa dal lontano 1974. Chi cercherà, invece, un approccio più soft alla grande corsa francese sceglierà di schierarsi al via del Giro di Svizzera, che offrirà un tracciato nettamente meno impegnativo ma anche più completo, che avrà i suoi “fari” nel durissimo arrivo in salita ai Ghiacciai di Sölden e nella cronometro dell’ultimo giorno. Poi i campionati nazionali, che per l’Italia andranno in scena in Piemonte, rappresenteranno l’ultimo gradino prima della partenza del Tour.
L’appassionante edizione numero 100 del Giro d’Italia si è conclusa da pochi giorni ed è già ora di parlare di Tour de France. La partenza non è proprio dietro l’angolo mancando ancora un mese alla cronometro che, in quel di Düsseldorf, darà il via alla Grande Boucle ma, come sempre, la prima metà del mese di giugno proporrà le due tradizionali corse di preparazione alla corsa francese, il Critérium du Dauphiné e il Tour de Suisse. Delle due la più gloriosa per età è la gara elvetica, disputata per la prima volta nel 1933, ma in queste ultime stagioni è stata decisamente surclassata – in termini di percorso e di starting list – dal relativamente più giovane “Delfinato” (data di nascita 1947), soprattutto da quando nel 2010 l’onere dell’organizzazione è passato dal quotidiano locale Le Dauphiné Libéré, che aveva ideato questa corsa 70 anni fa, a quelle di Amaury Sport Organisation, il gruppo che allestisce lo stesso Tour de France e che ne ha fatto una sorta di “anteprima di lusso”, andando quasi tutti gli anni ad inserire nel tracciato una delle salite che, un mese più tardi, saranno affrontate alla grande corsa transalpina. Accadrà anche quest’anno perché il prossimo 9 giugno sarà in programma la scalata al Mont du Chat, ovvero la più ripida salita prevista al Tour de France, che la riproporrà esattamente 30 giorni dopo nella frazione di Chambéry. Sarà, ovviamente, anche uno dei momenti “clou” della 69a edizione del Delfinato, che scatterà domenica 4 giugno per concludersi dopo una settimana e aver percorso complessivamente 1155 Km, suddivisi in otto frazioni, che prevedono una tappa a cronometro, tre destinate ai velocisti, altrettante d’alta montagna e una di media montagna. Più leggero si presenta il tracciato del Giro di Svizzera, seguendo l’andazzo sposato dalla corsa negli anni scorsi che prevedeva sia percorsi che strizzassero l’occhio ai cronoman – soprattutto per la presenza del bernese Fabian Cancellara, che dalla scorsa stagione ha dato l’addio alle corse – sia un deciso taglio alle salite. A dire il vero lo scorso anno era stata avviata, in questo senso, una netta inversione di rotta, ma nel 2017 gli organizzatori sembrano tornato sui loro vecchi passi e così l’81a edizione del Tour de Suisse non eccederà troppo nelle difficoltà, con tappe di montagna notevolmente più facili rispetto a quelle del Delfinato: in nove giorni di gara, dal 10 al 18 giugno, si percorreranno circa 1165 Km, delle quali due a cronometro, tre d’alta montagna e le restanti di media montagna e collina, sulla carta senza o quasi traguardi intermedi offerti ai velocisti.
Entrando nel dettaglio delle due corse, il Critérium du Dauphiné edizione 2017 prenderà le mosse con l’unica frazione di media montagna prevista, che si snoderà sulle strade del Massiccio Centrale, quindi al di fuori dell’area geografica dell’antica provincia del Delfinato, corrispondente con gran parte del territorio delle Alpi francesi. Si partirà dalla città di Saint-Étienne per tornarvi dopo 170 Km costantemente vallonati, superando lungo il cammino otto salite, nessuna particolarmente ripida: decisiva dovrebbe rivelarsi la triplice ascesa alla Côte de Rochetaillée (3,4 Km al 5,4%), inserita esattamente a metà del circuito di 15 Km che chiuderà una giornata di gara che potrebbe anche rivelarsi insidiosa per chi punta al successo finale.
La seconda tappa, 171 Km da Saint-Chamond ad Arlanc, presenterà un andamento simile a quella precedente nei primi 100 Km (quattro GPM da scalare, uno è di 2a categoria) poi il profilo diventerà un po’ più snello nel finale, che dovrebbe consentire ai velocisti di affermarsi in quel di Arlanc.
Adatte agli sprinter saranno anche la terza frazione (184 Km da Le Chambon-sur-Lignon a Tullins) e la quinta (La Tour-de-Salvagny – Mâcon, 175 Km), tra le quali s’intercalerà il primo dei momenti forti del Delfinato, la cronometro di 23,5 Km disegnata tra La Tour-du-Pin e Bourgoin-Jallieu lungo un tracciato filante ma non troppo – s’incontreranno un paio di “côtes” poco impegnative – che le migliori cilindrate potrebbero interpretare anche a una velocità media di poco superiore ai 50 Km/h.
Venerdì 9 si disputerà la prima delle tre tappe d’alta montagna, la meno impegnativa del lotto ma anche la più attesa perché è nel finale dei 147 Km che dal parco ornitologico di Villars-les-Dombes condurranno a La Motte-Servolex che si affronteranno gli 8,7 Km al 10,3% (di pendenza media!) del Mont du Chat. Il “monte del gatto”, che non viene inserito nel tracciato di una corsa dal 1974, sarà scollinato a 15 Km dal traguardo e, tolte due facili “côtes”, costituirà l’unica reale difficoltà del tracciato, diversamente da quanto accadrà al Tour dove rappresenterà l’ultima ascesa di una delle tappe più impegnative, che vedrà i corridori superare anche le non meno dure salite del Col de la Biche e del Grand Colombier, ma poi bisognerà percorrere molti più chilometri dopo la cima del Mont du Chat per raggiungere il traguardo.
L’indomani toccherà alla storica Alpe d’Huez, che già nel 2010 – prima e finora ultima volta nella storia di questa corsa – aveva accolto un traguardo del Delfinato. Stavolta però, partendo da Aoste e percorrendo 168 Km, sarà proposta in una veste inedita poiché ci si giungerà praticamente in discesa – affrontando della salita classica solo gli ultimi 3,7 Km – dopo esser saliti ai quasi 2000 metri del Col de Sarenne, circa 15 Km d’ascesa al 6,9% che riserveranno le pendenze più impegnative nella seconda parte, resa selettiva anche dalla sede stradale stretta ed esposta, che qualche corridore presente in gara ricorderà d’averla affrontata in discesa, con più d’un timore, durante una tappa del Tour del 2013, terminata sempre all’Alpe e vinta da Christophe Riblon.
Gran finale con una tappa di montagna formato “mignon”, com’era stato il tappone di Ortisei dell’ultimo Giro d’Italia ma sulla carta ancor più adatta agli scalatori. Stavolta i chilometri da percorrere saranno ancora di meno, 115 Km per la precisione, e dopo la partenza da Albertville porteranno prima a scalare tre tradizionali valichi del Tour di medio impegno (i colli di Saisies, d’Aravis e della Colombière) per poi portarsi ai piedi dell’ascesa finale verso Plateau de Solaison, 11,3 Km al 9,2% che saranno affrontati per la prima volta quest’anno in una gara professionistica. In questi ultimi anni, però, il ciclismo è stato di casa in questa località che nel 2014 è stata sede d’arrivo di una tappa del Tour de l’Avenir e, nelle due stagioni precedenti, di frazioni del Tour des Pays de Savoie, traguardi rispettivamente conquistati dal kazako Ilya Davidenok, dallo spagnolo Jesus Del Pino Corrochano e dal francese Stéphane Rossetto.
Il giorno della tappa dell’Alpe d’Huez, a quasi 300 Km di distanza prenderà le mosse il Tour de Suisse i cui primi due arrivi di tappa – come avvenuto nelle ultime due edizioni – saranno ospitati dalla medesima cittadina: nel 2015 si erano partiti da Risch, dodici mesi fa da Baar e quest’anno da Cham, sempre nel Canton Zugo, dove si disputeranno prima un classico cronoprologo, su di un tracciato di 6 Km quasi totalmente pianeggiante, e poi una tappa in circuito di 173 Km dal profilo collinare con il GPM di 2a categoria di Horben (3,4 Km al 7 % medio) che dovrà essere superata 4 volte, l’ultima quando mancheranno 23 Km al traguardo.
La terza tappa, 159 Km da Menziken a Berna, è l’unica a esser stata definita dagli organizzatori “Flachetappe”, ossia tappa di pianura, ma potrebbe anche non finire nel palmarès di uno sprinter per com’è stato tracciato il finale, con gli ultimi 16 Km caratterizzati da brevi ma secchi strappi, l’ultimo dei quali – 600 metri al 6,5% – terminerà a un’eguale distanza dalla linea del traguardo, piazzato sullo stesso viale che a luglio dello scorso anno ospitò l’arrivo della 16a tappa del Tour de France, qualche centinaia di metri prima di giungere nel luogo dove Peter Sagan “giustiziò” in volata i norvegesi Kristoff e Holst Enger.
Sarà l’unica giornata di tranquillità in questa edizione del Giro di Svizzera, che il giorno dopo proporrà la prima tappa di montagna, con partenza dalla capitale della Confederazione Elvetica e arrivo dopo 150 Km nella località di sport invernali di Villars-sur-Ollon, dove nel 2016 Christopher Froome s’impose nel tappone del Tour de Romandie, al termine di un tracciato nettamente più impegnativo rispetto al quale si gareggerà stavolta: quella frazione proponeva tre impegnative salite mentre stavolta ci sarà il solo Col des Mosses (preso tra l’altro dal suo versante più pedalabile, 13,5 Km al 4,1%) ad anticipare l’ascesa finale verso Villars, lunga 11 Km e caratterizzata da una pendenza del 7,6%.
Ventiquattrore dopo si salirà sino ai 2005 metri del Passo del Sempione, ma i suoi 20,5 Km al 6,4% non basteranno a fare della Bex-Cevio una frazione d’alta montagna. La più lunga tappa del Tour de Suisse 2017, che misurù complessivamente 222 Km, è, infatti, paragonabile a quella disputata al Giro d’Italia tra Tirano e Canazei, alla vigilia delle Dolomiti: anche in quest’occasione le salite saranno collocate distanti dall’arrivo – il Sempione è a 102 Km dal traguardo, la successiva ascesa di Druogno termina ai -55 – ed è molto probabile che anche stavolta vada via la fuga, anche se con un vantaggio decisamente inferiore rispetto a quello accumulato dagli ardimentosi che andarano all’attacco lungo la strada per Canazei perché le poche difficoltà finora affrontate non avranno provocato grossi distacchi e, dunque, si correrà il rischio che qualcuno dei fuggitivi riesca anche a impossessarsi della maglia gialla di leader della classifica generale.
Le montagne torneranno primedonne del tracciato nelle due frazioni successive, a partire da quella che proporrà il classico arrivo nella località engadinese di La Punt, dove il Tour de Suisse farà scalo per l’ottava volta in venticinque anni – primo arrivo di tappa nel 1992, quando vi s’impose il francese Eric Boyer – dopo aver percorso 167 Km e aver scalato due celebri valichi alpini, il San Bernardino (2012 metri) e l’Albula (2315 metri): troppo lontano dal finale il primo, la terza fetta del successo finale dopo il prologo e la tappa di Villars sarà giocata affrontando i 12,7 Km al 7,2% dell’Albula, scavalcato il quale mancheranno poco meno di 9 Km al traguardo, tutti in discesa sino alla “flamme rouge”.
Arriverà poi il turno della tappa regina che partirà da Zerner per arrivare, per il terzo anno consecutivo, ai Ghiacciai di Sölden, in Austria: nel 2017 la marcia d’avvicinamento al gran finale sarà meno impegnativa rispetto al passato, poiché non si dovranno affrontare ascese intermedie, mentre al contrario quella che condurrà al traguardo sarà più dura perché gli organizzatori hanno spostato l’arrivo più in alto, dal piazzale di quota 2669 metri (dove si era arrivati nei due precedenti), a quello collocato nel punto dove ha termine la strada asfaltata più alta dell’Austria, a un’altezza di 2780 metri, superiore a quella dello Stelvio: per arrivare fin lassù dovrà essere superato negli ultimi 14 Km un dislivello di 1453 metri, pari a una pendenza media del 10,2%.
Dopo questa dura giornata un trasferimento di quasi 300 Km condurrà il gruppo in quel di Sciaffusa, la cittadina delle celebri cascate sul Reno, che ospiterà le ultime due frazioni della corsa elvetica, che potrebbero rivelarsi determinanti pur non essendo di montagna. La prima si presenta come una classica tappa trabocchetto e si svolgerà lungo un circuito di una dozzina di chilometri che dovrà essere ripetuto 8 volte: il profilo è collinare e la salita in programma in ciascuna tornata, l’Alpenstrasse, è facilissima (1600 metri al 4,2%), ma i continui saliscendi e la mancanza di tratti in cui rifiatare potrebbero rendere la corsa molto difficile da gestire, soprattutto se il leader della corsa si troverà a svolgere il compito d’inseguire una fuga nella quale si saranno inseriti pericolosi elementi di classifica. Avrà un aspetto decisamente meno complicato la cronometro individuale di quasi 29 Km che l’indomani chiuderà i giochi e che non sarà totalmente favorevole agli specialisti, poichè nella parte conclusiva di questa frazione contro il tempo si troveranno ad affrontare la salita di Opfertshofen (3,5 Km al 5,6%), ultimo ostacolo altimetrico dell’81° Tour de Suisse.
A questo punto saremo al 18 giugno e mancheranno 13 giorni alla partenza del Tour de France, periodo a cavallo del quale si colloca un altro grande appuntamento stagionale, i campionati italiani che quest’anno sono stati assegnati al… Giro d’Italia. La federazione ha, infatti, incaricato RCS Sport di allestire il palcoscenico della manifestazione, che si svolgerà in Piemonte nel week-end tra la fine del Tour de Suisse e la partenza della Grande Boucle, contemporaneamente agli altri campionati nazionali, eccezion fatta per quelli degli stati situati nell’altro emisfero che si sono svolti nel periodo dell’inverno europeo. Ad aprire le danze saranno, venerdì 23 e sabato 24 giugno, le prove a cronometro per tutte le categorie, con quella destinata ai professionisti che si disputerà il primo giorno di gara lungo un tracciato totalmente pianeggiante di 40,5 Km, disegnato tra le cittadine di Ciriè e Caluso.
La gara più attesa sarà ovviamente quella su strada, che si correrà domenica 25 e che sarà valida anche come 101a edizione dell’ex Giro del Piemonte, che dal 2009 è stato ribattezzato Gran Piemonte e che in occasione del campionato italiano è stato temporaneamente spostato dalla tradizionale collocazione autunnale. Chi ambirà a vestire la maglia tricolore che per un anno è stata indossata da Giacomo Nizzolo – al quale questo tracciato poco si addice – dovrà percorrere tutti i 245 Km disegnati da Vegni e soci tra Asti e Ivrea, dove si affronteranno le fasi più calde del campionato italiano in un circuito finale di 23 Km che ricalcherà in parte quelli che furono gli ultimi chilometri della tappa terminata nella cittadina piemontese al Giro d’Italia del 2013, vinta dallo spagnolo Beñat Intxausti. Quel giorno si affrontò l’impegnativa salita di Andrate, della quale al tricolore ne sarà percorsa la prima parte, sino alle porte del traforo della Serra dove si giungerà dopo 3,4 Km d’ascesa al 7,8%, dato che sale a sfiorare il 9% se si considerano gli ultimi 1900 metri: i professionisti dovranno ripeterla quattro volte, con l’ultimo scollinamento previsto quando mancheranno 14 Km all’arrivo.
E poi “full immersion” nelle calde tre settimane del Tour!
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE
Qui trovate i siti internet delle corse citate nell’articolo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
www.letour.fr/criterium-du-dauphine/2017/us/
TOUR DE SUISSE
www.tourdesuisse.ch/de/
CAMPIONATI ITALIANI DI CICLISMO (GRAN PIEMONTE)
www.ilgranpiemonte.it
TOUR DE FRANCE
www.letour.fr/le-tour/2017/us/