LE ORME DI SCARPONI: LE CORSE “MINORI”
Michele Scarponi non ha lasciato solo il segno nella grandi corse a tappe. Nel suo palmarès s’incontrano anche alcuni vittorie “minori” per modo di dire, come le due che conseguì in gare che oggi non fanno più parte del calendario, la Settimana Lombarda del 2010 – corsa nella quale nel 2002 aveva ottenuto il suo primo successo da professionista – e la tappa terminata nel brullo scenario della Giara di Gesturi al Giro di Sardegna del 2011. Episodi che vi inviatiamo a rileggere, sempre nel ricordo dell’Aquila di Filottrano
SETTIMANA LOMBARDA: SCARPONI VINCE, RICCÒ CONVINCE
Meno di un mese fa, alla Tirreno – Adriatico, avevamo assistito a un duello all’ultima volata fra Garzelli (poi vincitore) e Scarponi. Già in quell’occasione avevamo potuto vedere come il corridore della Androni stesse attraversando un periodo di forma davvero eccellente. La conferma di quanto detto viene dalla vittoria ottenuta nella quarantesima settimana ciclistica lombarda.
Fin dal cronoprologo le cose risultano chiare a tutti, poichè nell’ascesa da Casazza al Colle Gallo Scarponi fa segnare il miglior tempo e indossa quella maglia di leader che nessuno riuscirà più a strappargli. I rivali più accreditati accusano diversi secondi e in particolare si rivede Riccò, quarto all’arrivo con un distacco di 21”.
La prima tappa, corsa in terra bresciana, è segnata dal maltempo e per questo la giuria decide di accorciare il percorso di un giro. La decisione è tardiva e segna la corsa in modo significativo. Al momento dell’accorciamento del percorso, infatti, tre uomini erano in fuga con un vantaggio considerevole, ma non tale da considerare chiusa la corsa. L’accorciamento di 21 km ha permesso loro di concludere con 30” di vantaggio sul gruppo. La vittoria è andata all’alfiere della ISD Huzarski, già vincitore grazie ad un’azione da lontano di una tappa della Settimana Coppi e Bartali.
La tappa riservata ai velocisti, quella corsa sotto il sole di Dalmine, si è risolta con un duello fra Mattia Gavazzi, Loddo e Ferrari. Il figlio d’arte Gavazzi col suo guizzo veloce doma la volata e lascia la piazza d’onore al conterraneo Roberto Ferrari, già due volte vincitore in questa stagione, mentre alle loro spalle giunge il sardo Loddo. Gavazzi, alla prima vittoria nel 2010, regala il primo alloro anche alla sua formazione, la Colnago CSF. L’autorevolezza mostrata fa pensare che il bresciano sarà un brutto cliente anche al Giro d’Italia, dove l’assenza di Cavendish da una parte abbasserà il livello della corsa, ma dall’altra ci permetterà di assistere a sprint più equilibrati e spettacolari.
La corsa si accende nelle tre tappe conclusive. Quella di Lumezzane, di soli 125 km, presenta diverse impegnative ascese e ci mostra i valori della corsa.
A spuntarla, vincendo lo sprint in salita a Lumezzane, è il Cobra Riccò che, con soli 8 giorni di corsa nelle gambe, coglie il suo primo successo stagionale e aggiunge un’ulteriore buona notizia: nella stessa giornata era stata comunicata la negatività della compagna Vania Rossi alle controanalisi del campione – originalmente risultato positivo al CERA – prelevato in occasione dei campionari italiani di ciclocross.
A questo punto Zomegnan, che ha messo la Flaminia di Riccò nel purgatorio delle riserve per il Giro d’Italia, si troverà in difficoltà e probabilmente. Se ce ne sarà l’occasione, sostituirà una formazione attualmente iscritta con la Flaminia che, oltre a Riccò, ha in organico diversi corridori di livello.
Incalzato dai tifosi sull’argomento Giro d’Italia, lo scalatore modenese ha risposto con un sorriso dicendo che ci sono tante altre corse in cui ci si può prendere belle soddisfazioni. La risposta di Riccò, diplomatica e opportuna, probabilmente non è del tutto vera. Riccardo sa che per un ciclista del suo livello avere nel palmares qualche vittoria del calendario italiano non conta molto, i suoi tifosi lo attendono su palcoscenici più importanti e quello del Giro d’Italia è quello che più gli si addice e su cui in passato è riuscito a dare spettacolo.
La quinta tappa, disputata nel giorno di Pasqua, prevedeva a pochi chilometri dell’arrivo la scalata del Gandosso, che ha permesso a tre fuggitivi di involarsi: il leader Scarponi, il compagno di squadra Serpa Perez e il bergamasco Matteo Carrara, già terzo nella tappa di Lumezzane, E’ proprio quest’ultimo a vincere lo sprint a due con Serpa, mentre Scarponi aveva rinunciato a disputarlo per favorire il compagno di formazione.
La giuria, però, decide di cambiare l’ordine d’arrivo e di declassare Carrara per volata scorretta. Il provvedimento è opportuno, poiché effettivamente Carrara a sprint lanciato aveva tagliato la strada a Serpa Perez, stringendolo contro le transenne.
In tutto questo a far festa è Scarponi, che vede rafforzato il primato in classifica quando al termine della corsa manca solo una tappa.
La conclusione, come da tradizione, è avvenuta a Bergamo, Scarponi si è limitato a controllare i suoi avversari principali e l’esercizio gli è riuscito con discreta facilità.
La tappa si decide sulla salita del Selvino, dove i più forti formano un gruppetto di una quarantina di unità che poi sul traguardo si giocano la vittoria. Se Scarponi controlla, Riccò si scatena e dopo esser transitato primo al GPM di Colle Aperto, vince la volata di Bergamo, bissando il successo di Lumezzane.
Per Scarponi, che vince la corsa portando la maglia di leader dal primo all’ultimo giorno, si tratta di un bis, poiché corridore di Filottrano aveva già vinto la Settimana Lombarda nel 2004.
I protagonisti di questa settimana di corsa siamo certi di rivederli anche al Giro d’Italia, in particolare Scarponi – che potrebbe mettersi in evidenza anche sulle “côtes” delle Ardenne – e Mattia Gavazzi. Per altri due uomini il discorso è più complicato. Di Riccò e del suo invito (per ora) mancato abbiamo già detto. A meritarsi una menzione particolare è anche Niemec, corridore trentunenne della Miche, sempre fra i protagonisti della corsa e miglior scalatore della Settimana. Per lui il discorso Giro è già chiuso, ma è un peccato non poter vedere il polacco in una competizione più quotata, vista la sua regolarità di piazzamenti nelle corse minori.
6 aprile 2010
Matteo Colosio
SAGAN BRINDA NELLA GIARA
Anche se con un giorno di ritardo, eccoci a commentare l’ultima tappa del Giro di Sardegna, disputatosi anche per il 2011 grazie alle varie amministrazioni pubbliche isolane, alla Leisure & Sport, titolare dei diritti sportivi, e al “know how” del GS Emilia.
Nell’ultimo atto del “Sardegna” il programma comprendeva nel finale di tappa una salita, di poco più di cinque chilometri, che portava al traguardo della Giara di Gesturi, una salita dal finale sterrato che sapeva di Giro d’Italia e di ciclismo epico. Chi meglio di un certo Michele Scarponi, con quella faccia e quella guasconeria che ricorda gli albori del ciclismo poteva essere protagonista di giornata?
“Il ringraziamento va a tutta la squadra, fondamentale per ottenere questa vittoria. Grandissimo anche Petacchi, che mi ha scortato per tutta la tappa e mi ha aiutato a prendere la posizione migliore per puntare l’ascesa finale. L’intento era quello di rendere duro il ritmo in salita, così da provare a mettere in difficoltà Sagan e favorire Damiano per la classifica finale. E’ venuta la mia vittoria, peccato che Sagan sia riuscito a difendersi, perché anche Damiano avrebbe meritato di vincere la classifica per come sta pedalando in questi giorni. Non mi aspettavo di giungere al successo così presto, ma ovviamente sono molto felice“.
Così ha commentato la gara l”Aquila di Filottrano”, il cui giorno di gloria si è concretizzato, come fatto notare anche dallo stesso vincitore, grazie al lavoro dei compagni di squadra e anche a quello dei Liquigas che hanno tenuto sotto controllo la fuga giornaliera di Evgeny Petrov (Astana), Yaroslav Popovych (Team Radioshack), Mikhail Ignatiev (Katusha Team), Pasquale Muto (Miche Guerciotti), Ben Swift (Great Britain) e Pier Paolo De Negri (Farnese Vini Neri Sottoli). I sei attaccanti hanno allungato a 22 Km dalla partenza e, dopo aver accumulato un vantaggio massimo di 5′20” al chilometro 85, sono stati ripresi a 16 chilometri dall’arrivo.
Nel finale, con uno Scarponi oramai lanciato alla conquista della tappa, si è anche compiuto il più classico dei duelli ciclistici, quello per la conquista della testa della classifica generale, senza più possibilità d’appello essendo questa la frazione conclusiva.
Il solito manipolo di ambiziosi che ha monopolizzato le cronache del Sardegna 2011 – in doveroso ordine alfabetico Cunego, Sagan, Sella e Serpa – si sono dannati l’anima uno contro l’altro per rosicchiare più secondi possibile.
Il duello ha avuto conseguenze e ha fatto si che i contendenti passassero nel seguente ordine sotto lo striscione: Serpa a 3” dal marchigiano, Cunego a 8”, Sagan a 11” e Sella a 14″, in coppia con Kiserlovski.
Dopo l’arrivo dei primi di giornata – che, come già detto, erano anche gli stessi che occupavano alla partenza i primi posti in classifica – è stato fatto il computo dei vari distacchi subiti e dei vari abbuoni conquistati, decretando la vittoria di Peter Sagan. La maglia di leader è rimasta sulle spalle del corridore slovacco per soli 3”, il gap che lo separa dal secondo classificato, il colombiano Serpa Perez, riuscito comunque a guadagnare una posizione scavalcando Damiano Cunego, finito terzo a 7″.
«Quando nel finale hanno allungato» ha raccontato Sagan «ho mantenuto sangue freddo, convinto di riuscire a controllare il distacco. Avevo nelle gambe le fatiche delle tappe precedenti e aumentare il ritmo sarebbe stato rischioso. Ancora una volta la squadra è stata fantastica: Nibali e Capecchi mi hanno scortato fino al traguardo, impedendo a Serpa di guadagnare quei secondi necessari per passarmi……La vittoria di ieri si è rivelata fondamentale. Portare a casa questa corsa è stata una fatica, anche perché non c’è stato mai un giorno tranquillo. Il Giro di Sardegna, oltre che regalarmi una bellissima gioia, si è rivelato un ottimo allenamento in vista del mio primo, grande obiettivo stagionale: realizzare una prestazione maiuscola alla Paris-Nice. Sento di avere una buona condizione e spero che questi successi siano solo l’inizio».
27 febbraio 2011
Mario Prato