LE ORME DI SCARPONI: TIRRENO-ADRIATICO
Oggi a Filottrano si svolgeranno i funerali di Michele Scarponi. Poi arriverà il momento di asciugarsi le lacrime e tornare a guardare avanti, perché è sbagliato e oltremodo doloroso ancorarsi nel ricordo, anche se questo è e sarà comunque necessario per mantenere viva la storia di questo sport. Nei dieci giorni che ci condurranno alla partenza del Giro ilciclismo.it vi offrirà la possibilità di vivere questo ricordo aprendo i suoi archivi e facendovi rileggere le pagine vergate dai nostri giornalisti dopo le imprese dello scalatore marchigiano. Incominciamo dalla corsa di casa sua, la Tirreno-Adriatico, e dalle tre tappe che vinse a Camerino nel 2009, quando si impose anche nella classifica generale della Corsa dei due mari, e a Chieti nel 2010 e nel 2011. Nell’occasione la redazione de ilciclismo.it si stringe attorno alla famiglia Scarponi, con un pensiero particolare per Giacomo e Tommaso, i due figli gemelli di Michele
TIRRENO – ADRIATICO: SCARPONI, E’ FATTA
Un Michele Scarponi sorretto da una condizione strepitosa vince a Camerino e mette il suggello definitivo a questa Tirreno – Adriatico.
Dopo il già sensazionale terzo posto nella crono di ieri, il corridore marchigiano ha corso con quella intelligenza e quella tranquillità che ci hanno dato la misura del suo eccellente stato di forma.
La gara entra nel vivo sul Sasso Tetto (1455 metri di altitudine) dove, dietro i due fuggitivi Martinez e Carrara, scollina un gruppetto composto da Basso, Nibali, Garzelli e Scarponi che insieme sferrano l’attacco al leader Kloden, apparso non brillantissimo.
I quattro procedono di comune accordo nella discesa e sugli ultimi saliscendi finché, ai venti dalla conclusione e col solo Martinez davanti, si assiste al tentativo in discesa di Vincenzo Nibali, che sfrutta un buco creatogli da Basso e una leggera indecisione degli altri due compagni di fuga.
Il vantaggio del siciliano non raggiunge mai dimensioni preoccupanti, attestandosi sui venti secondi mentre dietro Garzelli e Scarponi si alternano all’inseguimento.
In un tratto di falsopiano Nibali, oramai stremato, è riassorbito e staccato prima ancora che comincino i quattro chilometri finali in progressiva salita. Poco dopo è raggiunto dai tre uomini, continua a farsi vedere in testa anche Martinez che, con 200 chilometri di fuga nelle gambe, tenta strenuamente una difesa che non riesce.
Scarponi, Garzelli e Basso, consci di giocarsi tappa e classifica finale, si studiano un po’ finché Basso, sapendo di essere perdente allo sprint, tenta di tenere alto il ritmo e assesta un paio di tentativi senza esito.
Il tratto finale esalta allora le caratteristiche da scattisti dei due contendenti principali e vede vincere con autorità Michele Scarponi. Tappa e maglia per il marchigiano, dunque, che la sfila ad un Kloden che limita i danni e rimane terzo della generale ad 1’07” da Scarponi. Questi ha 26” di vantaggio su Garzelli, distacco quasi incolmabile in una tappa come quella di domani.
E’ previsto, infatti, la tradizionale passerella pianeggiante a San Benedetto del Tronto, ad uso e consumo dei velocisti.
16 marzo 2009
Domenico Occhipinti
L’EMOZIONE HA LA VOCE DI SCARPONI
L’emozione non ha voce, cantava Adriano Celentano, ma l’emozione, anzi le emozioni, sono state le protagoniste della tappa odierna da San Gemini a Chieti.
L’emozione di vedere l’eleganza di Filippo Pozzato nel portare con orgoglio la maglia tricolore nella fuga di giornata. L’emozione di vedere la BMC con Evans e Ballan e l’Acqua&Sapone con Garzelli e Paolini dare delle trenate in testa al gruppo per rintuzzare le velleità dei fuggitivi. L’emozione della frustata di Vinokourov prima e di Gasparotto poi. L’emozione di vedere Nibali che cerca di dare il colpo del KO e, invece, incassa quello decisivo di Scarponi. E che emozione vedere l’aquila di Filottrano inerpicarsi danzando leggero, incurante della fatica e del freddo, sulle ultime impressionanti salite di giornata, con pendenze dell’ordine del 15%, inclinazioni che si fatica a farle anche in macchina.
E alla fine di tutto questo emozionarsi, Michele Scarponi ritorna indietro di un anno e si ricolloca in testa alla classifica, indossando la maglia azzurra di leader.
Alla partenza da San Gemini, nonostante qualche raggio di sole, si capisce subito che il protagonista non invitato di giornata sarà anche oggi il freddo.
Nonostante il tempo non favorisca la pratica dello sport del pedale, tra il ventesimo e il quarantesimo chilometro si avvantaggiano prima Efimkin, Kiryienka, Frapporti e Perez Moreno, seguiti successivamente da Pozzato e quindi da Longo Borghini e Wynants: si costituisce così il gruppetto di sette fuggitivi che animerà la giornata.
Perso Longo Borghini per strada, in sei rimangono davanti per 210 km con un vantaggio massimo di 8’. Il grosso del lavoro in testa al gruppo è appannaggio di BMC e Acqua&Sapone che riportano il vantaggio entro il minuto e mezzo quando mancano meno di 10 km al termine.
Le ultime salite accendono le velleità e molti provano a dare la stoccata. Tra questi si segnalano Kirienka, Vinoukurov e Nibali, ma è Michele Scarponi a indovinare la sparata giusta. Proprio sulle pendenze più ostiche disegna il suo capolavoro e s’invola per guadagnare tappa e maglia, come si conviene alle imprese ciclistiche.
Riavvolgiamo ora il film della tappa e riguardiamolo con la lente d’ingrandimento, in funzione della Sanremo di sabato prossimo. La prima cosa che risulta evidente è l’ottimo stato di forma di Pozzato, che oggi ha fatto un gran bell’allenamento in previsione delle fatiche che lo aspettano in riva al Mar Ligure. Passiamo alle trenate di Ballan e della sua BMC in salita, che hanno ricordato quella di Bruseghin sulle Manie nel 2008: e se la squadra rossovestita avesse fatto oggi le prove per portare i suoi grossi calibri a giocarsi la Classicissima? E Cancellara? Si è disinteressato troppo di quello che succedeva davanti e magari si è nascosto. Lo stesso Scarponi, se la sua Androni Giocattoli non si consumerà come una volta in fughe a solo vantaggio televisivo, potrebbe giocare le sue carte quando il gioco diventerà duro.
13 marzo 2010
Mario Prato
CHIETI, SCARPONI TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO
Era la prima frazione veramente impegnativa della Tirreno-Adriatico e non ha deluso le attese. Nel finale è esplosa la battaglia tra i big e la Lampre l’ha fatta da padrone con Michele Scarponi che, grazie anche all’aiuto di un Cunego perfetto nel ruolo di stopper, si è involato sullo strappo finale verso Chieti e ha resistito al ritorno degli inseguitori regolati in volata dal Piccolo Principe con l’australiano Evans (BMC) giunto al 3° posto. Malgrado una giornata non brillante l’olandese Gesink (Rabobank), arrivato 6° a 12”, strappa la maglia azzurra di leader a Farrar (Garmin) grazie al vantaggio accumulato nella cronosquadre d’apertura.
La tappa, ben 240 km da Narni a Chieti con il Valico di Sella di Corno in avvio e soprattutto con gli ultimi 50 km praticamente senza un metro di pianura, è vissuta sulla fuga del francese Cherel (AG2R), dello sloveno Stangelj (Astana) e del tedesco Lang (Omega Pharma), che sono evasi dal gruppo al km 24 e hanno guadagnato un vantaggio massimo di 15′25”. In seguito Lang ha perso contatto per via di una foratura ma ha proseguito nell’azione per far sì che la sua squadra, che aveva in Gilbert l’uomo di punta, non tirasse dietro e, infatti, l’inseguimento del gruppo è stato condotto dalla Lampre di Scarponi e Cunego e dalla Farnese Vini del campione italiano Visconti. Nel frattempo avevano già perso contatto una sessantina di corridori tra cui la maglia azzurra Farrar (Garmin) e quasi tutti i velocisti puri ma anche uomini abbastanza attesi come Paolini (Katusha), Wegmann (Leopard) e Boom (Rabobank)
Proprio Visconti è stato il primo ad accendere la miccia a 16 km dalla conclusione sul duro strappo di Ripa Teatina: alla ruota del siciliano si sono portati dapprima Poels (Vacansoleil) e Clarke (Astana) e subito dopo anche Cunego. In quel momento è apparso chiaro che il veronese correva al servizio di Scarponi, mentre in fondo al gruppo perdevano contatto altri uomini importanti come Oss (Liquigas), Boasson Hagen (Sky) e, piuttosto sorprendentemente, anche Joaquin Rodriguez (Katusha). In cima si è ricompattato un gruppo di una cinquantina di unità e anche il successivo allungo di Nibali (Liquigas) non ha avuto effetti se non quello di far ridurre drasticamente il vantaggio di Cherel, rimasto nel frattempo solo al comando, che veniva ripreso a 10 km dal traguardo.
Sull’ascesa di Torrevecchia Teatina, più pedalabile rispetto alla precedente, ci hanno provato dapprima Gasparotto (Astana) con a ruota l’onnipresente Cunego, Kolobnev (Katusha) e Kiriyenka (Movistar) e poi Madrazo (Movistar) alla cui ruota si sono portati un Andy Schleck (Leopard) mai così brillante in passato a marzo, Machado (Radioshack), Marcato (Vacansoleil) e uno straordinario Hushovd (Garmin) che fa paura in ottica Milano-Sanremo. L’azione più pericolosa è stata portata avanti sul successivo falsopiano in discesa da Cancellara (Leopard) sulla cui ruota si sono portati Visconti e Muravyev (Radioshack) quando mancavano 7 km al traguardo.
I tre, al cui inseguimento si erano portati per un attimo Langeveld (Rabobank) e ancora Hushovd, non sono riusciti però a guadagnare un margine significativo e tutto si è deciso sul terribile strappo finale delle Tricalle, alle porte del centro storico di Chieti. Appena iniziata la salita Scarponi è scattato superando a doppia velocità gli uomini al comando e al suo inseguimento si sono portati Gilbert e Cunego; il belga è rimasto a lungo a pochi metri dal marchigiano ma più avanti si è piantato e il veronese è rimasto da solo in seconda posizione, venendo raggiunto in cima da un Di Luca (Katusha) in grande crescita e subito dopo anche da Basso (Liquigas) ed Evans (BMC), mentre nell’ultimo km in falsopiano Scarponi è riuscito a conservare un leggerissimo margine imponendosi davanti a Cunego ed Evans con Basso 4° a 2” e Di Luca 5° a 6”. Gesink è apparso in difficoltà nel tratto più duro ma ha tenuto bene nel finale terminando 6° a 12” davanti a un buon Nocentini (AG2R) e a Nibali mentre Lovkvist (Sky) e Gilbert hanno chiuso 9° e 10° a 16”. Positiva anche la prova di Visconti che malgrado i ripetuti scatti è stato 11° a 22” mentre tra gli altri Garzelli ha perso 24”, Pinotti (HTC) e Cancellara 39”, Ballan 55”, Andy Schleck 1′06”, Hushovd 1′55” e Pozzato e Freire, rimasti comunque nel gruppo dei migliori fino a 2 km dal traguardo, rispettivamente 3′06” e 3′20”.
In classifica generale Gesink è il nuovo leader con 10” su Evans, 12” su Basso, 15” su Scarponi, 19” su Cunego e Langeveld e 22” su Nibali. Probabilmente l’ex campione del mondo è il favorito alla luce della crono finale di 9 km di San Benedetto del Tronto ma prima ci saranno altre due tappe impegnative, a partire dalla 5a di 240 km da Chieti a Castelraimondo con il Sassotetto a 85 km dal traguardo e diversi strappi nel finale, ultimo dei quali quello di Gagliole quando mancano 6 km. Lampre e Liquigas in primis promettono battaglia.
13 marzo 2011
Marco Salonna