BELLETTI, IL GIORNO PIU’ BELLO
Cosa c’è di più bello che correre il tuo primo Giro d’Italia, andare in fuga nel giorno che vuoi tu e vincere nel giorno che vuoi tu. Manuel Belletti corona la sua giornata splendida dopo una fuga di 160 chilometri vincendo quasi per distacco la tappa che porta il gruppo a Cesenatico, cioè casa sua, oltre che del Pirata che può senz’altro averci messo del suo per trascinarlo nella rimonta degli ultimi quattrocento metri. Secondo successo consecutivo azzurro. E da domani si inizia a fare sul serio.
Foto copertina: Belletti trionfa sul traguardo di casa (foto Giuseppe De Socio)
Quando, a 1.200 metri dalla fine, ha visto partire dalle retrovie Craig Lewis e nessuno chiudeva il buco, avrà pensato: “cavolo, oramai è persa”. Invece, prima sfruttando una trenata di un altrettanto Mauro Facci e poi il trenino con Meyer ed Henderson, Belletti ce l’ha fatta: vincere a casa sua. Una tappa corsa alla grande dal corridore romagnolo che, nonostante le sue doti da velocista, è riuscito a resistere alle rasoiate tremende di Marco Marzano sulle rampe del Gpm di Barbotto, si è trovato nelle retrovie quando il gruppetto dei diciassette attaccanti si è sfaldato ma è stato anche fortunato a ritrovare la testa e non mollarla quasi più.
Anche in questa dodicesima tappa se ne va la fuga e qualcuno ha provato lo stesso l’imboscata. Si tratta di Vladimir Karpets che ha allungato in cima alla salita di Perticara e, trovando aiuto negli ultimi sette-otto chilometri dal compagno di squadra Horrach che era in fuga dal mattino, è riuscito a guadagnare due minuti e mezzo sulla maglia rosa, ancora sulle spalle di Richie Porte: adesso è 14° a 10’06” dal capitano della Saxo Bank e si è messo in mezzo ad Evans e Vinokourov, anche se meglio di lui ha fatto Iban Mayoz (terzo al traguardo) che è risalito in 12° posizione a 8’38”. Sono solo queste le novità nella classifica generale di oggi ma la lezione dell’Aquila insegna che tutto serve.
Tappa nervosa soprattutto negli ultimi 60 chilometri con le salite di Perticara e Barbotto. La giornata inizia con i ritiri di Pozzovivo, davvero un Giro super sfortunato per lui, e Morris Possoni. Al chilometro 62 va via la fuga di giornata con ben 17 elementi, fra cui Marzano (Lampre), Bertogliati (Androni), Voss (Milram), Belletti (Colnago-CSF), Klimov e Horrach (Kautsha). Nel gruppo i primi a prendere in mano la situazione sono i Cervelo, ma poi entra in azione anche la squadra della maglia rosa. Il ritmo nel plotone è comunque blando, tant’è che il vantaggio massimo dei diciassette al comando arriverà a poco meno di dieci minuti. Sulla salita che porta a Perticara davanti non succede praticamente niente, mentre dietro tenta l’allungo Vladimir Karpets che guadagna qualche metro in salita e poi si getta a capofitto in discesa arrivando al traguardo volante di Mercato Saraceno con 1’20” sul plotone della maglia rosa, mentre la testa della corsa ha comunque ancora sei minuti sul gruppo dei migliori. E’ sulla salita di Barbotto che la fuga esplode sotto l’impulso di un positivo Marco Marzano che, fra i diciassette, è senz’altro quello dotato di migliori doti da scalatore e riesce a scremare il gruppetto. In cima al Gpm, però, Karpets ha guadagnato ben poco visto che si trova a 5’06” dai primi con il gruppo ad inseguire a 6’18”.
La discesa serve a far rientrare qualcuno e poi tutto si ricomporrà. Dai 30 alla fine in poi c’è qualche strappetto e strada che tende a scendere, tutti e 17 ritornano insieme ma il terreno è ideale per scatti e controscatti e davanti ci provano un po’ tutti, ma senza particolari riscontri. Il gruppo, invece, marcia spedito sotto l’impulso degli uomini Liquigas che prendono decisamente la situazione in mano. Davanti l’accordo è inesistente e si prosegue a fiammate fra Horrach, Bertogliati, Facci, Marzano e Mayoz che è anche quello meglio piazzato in classifica generale essendo 25° a poco più di un quarto d’ora da Porte. In discesa il gruppo torna a perdere terreno e ai -20 il distacco del plotone è di 6’15”. A bagnomaria rimane Karpets che, tutto solo, cerca di sopravvivere e guadagna ben due minuti sul gruppo della maglia rosa, guidato anche dagli uomini Caisse per Arroyo.
Ai -9 si avvantaggiano in cinque (Stamsnijder, Facci, Meyer, Mayoz e Kriit) al cui inseguimento si lanciano in quattro, mentre il gruppo continua a perdere ed il distacco si attesta intorno ai sette minuti e mezzo. I cinque viaggiano di comune accordo ma vengono ugualmente ripresi ai -5 da chi li inseguiva e regna ancora la confusione più totale. Dietro, nel frattempo, Karpets ha trovato Horrach per strada che prova a fargli guadagnare ulteriore terreno sulla maglia rosa con le sue trenate. Ai -3 provano Klimov, Facci e Belletti ma anche per loro niente. Lo scatto buono sembra quello ai -1500 metri con Craig Lewis (Htc) che guadagna un discreto margine, dietro si guardano, Facci prova a riprenderlo ma si pianta quando viene passato dal trenino composto da Meyer, Greg Henderson e Belletti con quest’ultimo che supera tutti di slancio, riprende Lewis e vince quasi per distacco a casa sua. Secondo posto per il favorito Greg Henderson e 3° Mayoz.
Horrach scorta Karpets fino ai 1200 metri dalla conclusione con il russo che rilancia l’azione per guadagnare ancora qualcosina e chiuderà a 5’01” dal vincitore. In gruppo, che arriva a 7’27”, non c’è quasi volata anche se Pozzato ci mette un pizzico d’impegno per arrivare davanti a tutti.
Domani la Ferrara-Asolo (Monte Grappa) ci darà molte indicazioni in più con gli uomini che vanno dalla 13° alla 21° posizione pronti a dare battaglia per mandare in crisi la maglia rosa Porte e non solo.
Saverio Melegari