ARIA DI GIRO: LA CORSA ROSA BUSSA ALLE PORTE
aprile 17, 2017
Categoria: Approfondimenti
Il Giro bussa alle porte ed è ora di fare gli ultimi “tagliandi” in vista della partenza della corsa rosa, prevista per il 5 maggio in quel d’Alghero. La seconda parte di aprile propone così una serie di brevi ma intense corse a tappe che serviranno ai pretendendi al successo al Giro per rifinire la preparazione. Ci sarà solo l’imbarazzo della scelta fra Trentino e Croazia, Romandia e Yorkshire.
Mancano solo tre settimane alla partenza del Giro e nell’aria già comincia a sentirsi la fragranza della corsa rosa che si sta per avvicinare. Nei venti giorni precedenti la partenza del Giro il calendario propone, infatti, alcune tra le più attese corse a tappe minori della stagione che, da sempre, sono state individuate dai pretendenti al successo finale nel Giro come ideali “palestre” per gli ultimi test, per scoprire se si è già in condizione o se occorre dare un’accelerata alla preparazione, che mai come quest’anno dovrà essere ottimale, senza lasciare nulla al caso e senza nemmeno esagerare, per non spremersi troppo in vista di una prima settimana della corsa rosa che, per com’è stata disegnata, chiederà di essere subito al top della forma.
Chi punta a vestirsi di rosa a Milano avrà l’imbarazzo della scelta poiché tra il 17 e il 30 aprile si avvicendano quattro interessantissime gare, la prima delle quali può apparire come una novità a chi poco ha seguito le vicende di questo sport in questi ultimi mesi: quel Tour of the Alps che scatterà il giorno di Pasquetta altro non è che il glorioso Giro del Trentino che, giunto alla sua 41a edizione, s’è rifatto il look cambiando non solo il nome ma anche la durata, con l’aggiunta di una giornata di gara, e l’estensione territoriale perché dal 2017 sarà coinvolta nel tracciato anche l’Austria, che quest’anno accoglierà le prime due delle cinque frazioni in programma, tutte caratterizzate da percorsi di montagna e, quindi, tutte decisive ai fini della classifica. Niente spazio, dunque, per giornate interlocutorie destinate ai velocisti e per la tradizionale cronosquadre che aveva aperto le ultime edizioni. Il primo Tour of the Alps – che, tra i grandi nomi, vedrà al via lo spagnolo Landa, il britannico Thomas e il francese Pinot – scatterà oltreconfine, dalla località tirolese di Kufstein, per concludersi dopo 142 Km a Innsbruck, dove il traguardo non sarà collocato nel centro della cittadina che l’anno prossimo ospiterà i campionati del mondo ma in località Hungerburg, percorsa una salita finale di 3,7 km al 7%. Partenza e arrivo in Austria anche per la seconda tappa, che terminerà a Innervillgraten dopo 181 Km e aver attraversato per un lungo tratto l’Italia, tra il Passo del Brennero e il valico doganale di Prato alla Drava, incontrando le principali difficoltà altimetriche negli ultimi 27 Km, una volta rientrati sulle strade del Tirolo: qui la breve ma ripida salita di Sankt Justina (4,8 Km all’8,2%) anticiperà la pedalabile ascesa finale verso il traguardo (8,3 Km al 3,1%), alla vigilia della tappa regina della corsa. È in programma mercoledì 19 aprile quando, entrati definitivamente in Italia, si correrà da Villabassa alla Val di Funes, arrivo in salita di 8,7 Km al 6,5% che i corridori affronteranno dopo aver percorso 143 Km infarciti da due succulenti ascese, prima quella verso i quasi 2000 metri del Passo delle Erbe (16,8 Km al 6%), scalato in diverse occasioni al Giro d’Italia, e poi quella inedita e molto impegnativa dell’Alpe di Rodengo, 12,7 Km al 7% dei quali i primi 8 salgono al 9,7% medio.
Alla frazione più impegnativa seguirà quella apparentemente più soft, che riporterà il gruppo sulle strade del Trofeo Melinda, corsa professionistica in linea che si è ufficialmente disputata l’ultima volta nel 2014 e che dall’anno successivo è stata “assorbita” dal Giro del Trentino, divenendone una delle tappe. Il percorso, 165 Km da Bolzano a Cles, proporrà l’ascesa al Passo della Mendola per poi ricalcare fedelmente il finale della tappa vinta lo scorso anno dall’estone Tanel Kangert, che proponeva a 35 Km dalla conclusiva l’arcigna salita della Forcella di Brez, 6 Km al 10,2%. L’atto conclusivo del Tour of the Alps non sarà la solita tappa-passerella di fine corsa ma ancora una frazione in grado di ribaltare le sorti della corsa perché i quasi 200 Km della Smarano-Trento porteranno i corridori sul celebre Monte Bondone, anche se l’ascesa dell’impresa di Charly Gaul al Giro del 1956 sarà scalata dal più facile dei suoi tre versanti (19,6 Km al 6%), per poi scendere su Trento da quello più ripido e superare infine a 9 Km dal traguardo la corta ma intensa salita delle Novaline, 2500 metri all’8,6% con i 500 metri conclusivi al 13,3% ed una stilettata al 17%.
Quasi in contemporanea sulla penisola balcanica si correrà la dodicesima edizione del Giro di Croazia, corsa salita alla grande ribalta proprio in questa stagione in seguito al “trasloco” da aprile a ottobre del Giro di Turchia, che nel corso degli anni aveva saputo attirare al via anche grandi nomi del ciclismo grazie alla possibilità di gareggiare in una zona climaticamente calda e a tracciati stimolanti e completi che offrivano possibilità di vittoria sia ai velocisti, sia ai finisseur ed anche agli scalatori di razza. La particolare situazione politica che sta attraversando la nazione turca aveva, però, scoraggiato molte formazioni che avevano fatto sapere di non essere molto propense a schierarsi ai nastri di partenza e così gli organizzatori hanno pensato di rinviare la corsa in autunno, creando un “buco” in calendario del quale subito hanno approfittato gli organizzatori del corsa croata, anche negli anni scorsi disputata nel mese d’aprile. Con la prospettiva di avere al via i grandi nomi del ciclismo – e, infatti, prenderà parte alla corsa nientemento che Vincenzo Nibali – si è così optato per un inasprimento del tracciato inserendo un secondo arrivo in salita accanto a quel Monte Maggiore proposto nelle ultime due edizioni, ma anche introducendo parecchi chilometri di trasferimento che sicuramente potrebbero suscitare qualche malumore in gruppo. Il più consistente sarà quello di quasi 500 Km che si dovrà affrontare dopo la prima tappa, una delle più lunghe ma anche una delle più semplici, che si disputerà martedì 18 aprile tra Osijek e Koprivnica dove si giungerà dopo aver percorso 227 Km movimentati solo da un GPM di 3a categoria collocato a una ventina di chilometri dalla conclusione. Raggiunta in autostrada la Dalmazia, dalla località di Trogir – nota in Italia come Traù – partirà la tappa più corta (123 Km) e al contempo più impegnativa, che terminerà con il difficile arrivo in salita “nuovo”, previsto ai 1728 metri del Biocovo, la seconda montagna per altitudine della Croazia: per raggiungerne la vetta i corridori dovranno affrontare un’ascesa lunga quasi 30 Km (media del 5,8%) che riserverà le pendenze più rilevanti nella seconda parte di quella che è stata considerata come una delle rotabili più spettacolari d’Europa. Gli scenari dalmati saranno protagonisti anche il terzo giorno di gara, quando si dovranno percorrere 237 Km tra Imoschi e Zara, caratterizzati da continui dislivelli nella prima metà del tracciato – dove si affronteranno tre GPM, due dei quali di 2a categoria – mentre il restante tratto più scorrevole dovrebbe favorire il rientro sui fuggitivi di giornata in vista di un prevedibile arrivo allo sprint. Quasi gemella si presenta la successiva frazione che da Cirquenizza porterà il gruppo sulle strade dell’Istria, dove la quarta tappa si concluderà a Umago dopo aver percorso 171 Km e un circuito finale movimentato da un paio di facili dislivelli che potrebbero ispirare lo scatto di qualche ardimentoso che voglia tentare d’anticipare la quasi inevitabile volata. Sempre sulle strade istriane si svolgerà la seconda e ultima tappa di montagna, che da Parenzo porterà in 141 Km il gruppo sul Monte Maggiore (Učka in croato), che dovrà essere scalato due volte da due versanti differenti, con l’ascesa finale di 15 Km al 6,1% che negli scorsi anni ha visto le affermazioni del polacco Maciej Paterski nel 2015 e dell’austriaco Riccardo Zoidl nel 2016. Infine, l’indomani la breve corsa a tappe finirà con una frazione di 147 Km disegnata tra Samobor e la capitale Zagabria: anche in questo caso non si tratterà di una classica tappa conclusiva per velocisti perché il circuito finale, da ripetere due volte, prevede un breve tratto in salita in vetta al quale è collocato l’ultimo traguardo, che sia lo scorso anno, sia nel 2015 non ha visto la vittoria di uno sprinter.
Nel frattempo procederà il cammino della “Campagna del nord” che il 19 aprile giungerà all’appuntamento con l’unica delle grandi classiche proposte in un giorno infrasettimanale, la Freccia Vallone. L’ottantunesima edizione della “Flèche” partirà quest’anno dalla Grande Place di Binche, dopo che lo scorso anno si era partiti da Marche-en-Famenne: totalmente differenti saranno solo i primi 100 Km, privi di salite, mentre è stato confermato il finale adottato nel 2015 quand’è stata inserita la Côte de Cherave (1,3 Km all’8,1%) immediatamente prima dell’ascesa al tremendo muro di Huy (1,3 Km al 9,6% con pendenze fino al 26%), sul quale come sempre sarà collocato il traguardo della corsa vallone. Sarà l’antipasto della Liegi-Bastogne-Liegi della domenica successiva, che quest’anno si disputerà su di un tracciato parzialmente inedito a causa di lavori in corso che hanno costretto gli organizzatori a togliere dal percorso una delle storiche “côtes” della “Doyenne”, la Haute-Levée, la cui assenza non sarà affatto rimpianta: in sua vece, infatti, sono state inserite ben tre ascese mai proposte prima, sulle quali spicca per durezza l’ultima della serie, la ripidissima Côte de la Ferme Libert, 1200 metri inclinati al 12,1% che si scaleranno a 78 Km dalla conclusione, a sua volta preceduta dalle tradizionali “côtes” della Redoute (2 Km all’8,9%), della Roche-aux-Faucons (1,3 Km all’11%) e di Saint-Nicolas (1,2 Km all’8,6%). Probabilmente a causa dei quasi 260 Km di gara è stato levato anche lo strappo della Rue Naniot (0,6 Km al 10,5%), inserito per la prima volta lo scorso anno a ridosso dell’ascesa finale di Ans.
Due giorni dopo la Liegi la marcia d’avvicinamento alla corsa rosa propone un altro interessante appuntamento in ottica Giro, la 71a edizione del Giro di Romandia, prima gara dell’anno prevista sul suolo della Confederazione Elvetica dopo lo spostamento del Gran Premio Città di Lugano dal mese di febbraio a quello di maggio (si correrà domenica 7, a Giro già partito da due giorni). Delle quattro corse a tappe di fine aprile sarà l’unica a proporre frazioni a cronometro e nello specifico se ne affronteranno due, la prima delle quali sarà il tradizionale cronoprologo d’apertura, previsto sulle strade di Aigle, la “capitale” del ciclismo mondiale poiché sede dell’Unione Ciclista Internazionale (UCI), dove dovranno percorrersi 5 velocissimi chilometri, quasi tutti in pianura se si esclude un brevissimo tratto in discesa. Due saranno anche le tappe di montagna e la seconda sarà proposta subito, al secondo giorno di gara, quando sarà in programma l’arrivo in salita a Champéry, località sciistica del Canton Vallese dove si giungerà dopo aver percorso 173 Km, caratterizzati dalla salita di Vex (8,1 Km al 6,9%) prima di quella che condurrà al traguardo (14,5 Km al 4,3%). La seconda frazione, tracciata tra la stessa Champéry e Bulle, sarà la più facile e l’unica disegnata a favore dei velocisti, che avranno dalla loro parte la totale mancanza di ostacoli altimetrici negli ultimi 50 Km. Gli organizzatori avevano in mente una classica belga, invece, quando hanno predisposto il percorso della terza tappa, composta di tre circuiti differenti attorno alla cittadina di Payerne e che proporrà un’altimetria nervosa, con strappi in pavè che proporranno pendenze fino al 20%. Si tornerà in montagna per la penultima e più impegnativa frazione di questa edizione, che vedrà i corridori pedalare per 163 Km da Domdidier a Leysin, dove sarà in programma il secondo arrivo in salita (4 Km al 7,3%), preceduto dalla “Cima Coppi” del Romandie 2017, i 1546 metri del Col du Pillon (16,1 Km al 3,1%). Come avvenuto due anni fa (nel 2016 la conclusione fu a Ginevra con una frazione per velocisti), l’indomani la corsa terminerà il suo annuale cammino a Losanna, sulle cui strade si disputerà la seconda prova contro il tempo, lungo un tracciato di 18,3 Km decisamente meno filante rispetto a quello del prologo per la presenza nella prima parte della salita a strappi verso il quartiere di Sauvabelin (6,9 Km al 4,3%). Ci sarà dunque la possibilità che si conosca solo all’ultimo giorno il vincitore della corsa elvetica, che quest’anno avrà al via corridori del calibro del tre volte vincitore del Tour de France Froome, che ha già fatto sapere da tempo di non essere intenzionato a partecipare al Giro, dell’australiano Porte, del polacco Majka, del colombiano Urán e dello statunitense Van Garderen, il quale invece sarà al via del Giro per la prima volta in carriera.
Nelle stesse date andrà in scena la terza edizione del “giovane” Tour de Yorkshire, corsa nata nel 2015 sull’onda dell’emozione suscitata dalla partenza del Tour de France del 2014 dall’antica contea inglese e che nei primi due anni di vita ha visto i successi del norvegese Lars Petter Nordhaug e del francese Thomas Voeckler. Organizzata dalle stesse “mani” della Grande Boucle, quest’anno vedrà al via quello che è stato uno dei grandi protagonisti dell’ultimo Giro d’Italia, l’olandese Steven Kruijswijk, il quale scenderà in Italia anche quest’anno per tentare di riprendersi quella maglia rosa che la malasorte gli aveva “scippato” nella discesa dal Colle dell’Agnello. Delle quattro corse a tappe di fine aprile sarà inevitabilmente la meno montagnosa essendo il territorio dello Yorkshire prevalentemente collinare, ma gli organizzatori sono riusciti comunque a imbastire un programma interessante che si aprirà venerdì 28 aprile con una prima tappa disegnata tra Bridlington e Scarborough sulla distanza di 173 Km, movimentati da tre brevi “côtes” sulle quali spicca per durezza l’ultima, quella della cosiddetta “baia di Robin Hood”, che ha caratteristiche di un muro (1,5 Km al 10,3%) e che sarà superata a 28 Km da un traguardo che non sarà del tutto fuori dalla portata dei velocisti, anche se molti di loro saranno tagliati fuori dai giochi per il successo. La seconda frazione sarà la più facile, sia per l’altimetria ben poco accidentata, sia per gli appena 122 Km che si dovranno percorrere tra Tadcaster e Harrogate, la cittadina dove si concluse la prima tappa del Tour del 2014, vinta allo sprint da Marcel Kittel. La tappa più interessante sarà la terza e ultima, che è stata “montata” creando una sorta di Liegi-Bastogne-Liegi in miniatura perché i 194 km che condurranno da Bradford a Sheffield presentano un’altimetria che ricorda molto da vicino quella della classica belga, anche sotto l’aspetto delle inclinazioni. Anzi, questa sarà corsa sarà ancora più tosta della “Doyenne” perché sette delle otto salite previste hanno pendenze media a doppia cifra e, in particolare, decisive ai fini della classifica sicuramente si riveleranno le quattro “côtes” consecutive che punteggiano gli ultimi 20 Km, sulle quali spicca la Côte de Ewden Height, un chilometro esatto al 12% spaccato di pendenza media in cima al quale mancheranno 9 Km al traguardo e ancora un’asperità, quella di Midhopestones (1,4 Km al 10%), collocata ai meno cinque dall’arrivo.
E si sarà fatto il 30 aprile, l’ultimo giorno del mese. Cinque giorni più tardi sarà già Giro….
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE
Qui trovate i siti internet delle corse citate nell’articolo
TOUR OF THE ALPS
https://tourofthealps.eu/it
GIRO DI CROAZIA
www.tourofcroatia.com
FRECCIA VALLONE
www.letour.fr/la-fleche-wallonne/2017/fr
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI
www.letour.fr/liege-bastogne-liege
TOUR DE ROMANDIE
www.tourderomandie.ch
TOUR DE YORKSHIRE
www.letour.fr/tour-de-yorkshire
GIRO D’ITALIA
www.giroditalia.it/it