PAZZO, PAZZO, PAZZO GIRO
In una tappa quella di oggi che, verosimilmente, doveva regalare emozioni pari a zero, succede di nuovo l’imponderabile. Basta la salitella di Potenza Picena a dieci chilometri dall’arrivo per sconvolgere gli equilibri: tutti i big che devono recuperare se ne vanno, eccezion fatta per Cadel Evans che, invece di alzare il ritmo in testa al gruppo, alza le mani verso gli uomini Lampre. Alla fine, quello che conta è altro: arriva la prima vittoria italiana in questo Giro e porta la firma di chi indossa la maglia tricolore, cioè Pippo Pozzato che si mette alle spalle i due francesi Voeckler e Pineau.
Foto copertina: Pozzato “spalanca” il tricolore sul traguardo di Porto Recanati (foto Bettini)
Non c’è pace sotto gli ulivi, ma almeno finalmente lo stivale sorride. E’ un Giro d’Italia strano, pazzo a tratti perché regala emozioni a non finire. Alzi la mano chi avrebbe scommesso, questa mattina, che nella dodicesima tappa, 206 chilometri da Città Sant’Angelo a Porto Recanati con qualche salitella sparsa qua e la ed un finale riservato alle ruote veloci, negli ultimi dieci chilometri la testa della corsa fosse così composta: Damiano Cunego, Stefano Garzelli, Michele Scarponi, Vincenzo Nibali, Ivan Basso, Marco Pinotti, Alexandre Vinokourov. A questi, poi, ci vanno aggiunti Pozzato, Voeckler e Pineau. In pratica i primi dieci dell’ordine d’arrivo di oggi in una frazione che alla fine si è rivelata selettiva.
D’altra parte, dopo lo scacco matto dell’Aquila firmato Porte, Arroyo e Sastre, tutti gli altri big hanno dovuto cambiare tattica: ad ogni cavalcavia, bisogna premere sul gas. E non è che ci siamo dimenticati di qualcuno, in particolar modo di Cadel Evans. Il campione del mondo è rimasto sorpreso dall’attacco congiunto di questi uomini di classifica ed ha dimostrato tutto il suo nervosismo andando addirittura a mettere le mani addosso in corsa a Daniele Righi (Lampre) che stava rompendo i cambi in testa al plotone per favorire l’attacco di Cunego. Alla fine, nessuna penalizzazione, ma un po’ di multa.
Doveva essere tappa tranquilla e non lo è stata. La fuga se ne va dopo nove chilometri con l’attacco solitario di Rick Flens (Rabobank) che al 18° chilometro raggiunge un vantaggio sul gruppo di quasi quattro minuti ed è in quel frangente che scattano Yuri Krivstov (AG2R) e Oliver Kaisen (Omega Pharma-Lotto) che al 42° chilometro riescono a riprendere il fuggitivo solitario ed hanno raggiunto un vantaggio massimo sul gruppo di 9’37”. Il plotone, però, inizia a svegliarsi con in testa gli uomini Garmin e Htc che riducono, a metà percorso, il vantaggio intorno ai cinque minuti e mezzo.
Dopo il freddo ed il gelo di ieri, oggi il ritmo è un po’ più basso visto che la media di corsa è intorno ai 38 km/h, ma è anche comprensibile, visto che comunque i fuggitivi a 80 chilometri dall’arrivo sono a meno di cinque minuti. Al passaggio da Macerata, in un tratto in salita, a cinquanta km dalla fine, il vantaggio si è già assottigliato a 3’18” sotto l’impulso dei Garmin che vogliono portare al successo anche oggi Farrar. Ai -35 il vantaggio è di 2’30” e poi nel finale ci sarà da superare anche l’ultimo Gpm di giornata, quello di Potenza Picena a 12km dall’arrivo. Al primo passaggio sulla linea del traguardo il gruppo è arrivato alla soglia dei due minuti. Vantaggio che continua a scendere e la salitella di Potenza Picena sarà decisiva per capire chi ce la potrebbe fare.
Ai -14 il gruppo se li rimangia ma l’ultimo a mollare è Krivstov che prova a scattare, gli altri due si rialzano ma oramai il ricongiungimento è cosa fatta.
Sulla salita, una volta ripresi, provano a scattare Failli (Acqua&Sapone), Bisolti (Colnago-CSF) e Pinotti (HTC-Columbia) sui quali si porta anche Voeckler (Bbox) ma il gruppo non lascia spazio che vuole arrivare in volata.
In cima alla salita ancora colpi di scena visto che all’inseguimento di questi quattro contrattaccanti ci finiscono gente come Cunego, Vinokourov, Nibali, Garzelli, Basso, Scarponi e Pozzato con Cadel Evans che rimane intruppato nel gruppo e viene alle mani con Daniele Righi e va a discutere anche con Mazzanti (Katusha) che, ovviamente, cercano di fare il gioco dei loro capitani davanti che hanno 13” di vantaggio sul gruppo a sei chilometri dall’arrivo e spingono a tutta, vantaggio che poi passa a 21” ai meno quattro.
Il gruppo, sotto l’impulso Milram, riesca a riorganizzarsi e arriva fino a 7” di distacco a 1.500 metri dalla conclusione ma la fortuna sorride ai battistrada che trovano tante curve e, come succede in questi casi, vengono notevolmente avvantaggiati dal percorso misto. Agli ottocento metri allungano “Vino” e Nibali, si crea quasi un buco subito richiuso ai 300 e, di fatto, entrambi tirano la volata a tutti gli altri con Pozzato che esce bene dalle scie e riesce a vincere nonostante la strepitosa rimonta finale di Voeckler, arrivatogli davvero vicino. Chiude il podio Pineau che in questo Giro si sta riscoprendo, nonostante la sua carta d’identità parla chiaro.
La maledizione finisce dopo dodici giorni e cinque tappe consecutive dove il tricolore era arrivato alla piazza d’onore, una volta proprio con lo stesso biondo di Sandrigo. Speriamo che sia di buon auspicio per i dieci giorni che restano.
Il gruppo, alla fine, contiene il distacco in 10” con McEwen che va a vincere la volata del plotone battendo Belletti e Greipel. In classifica cambia poco o nulla, almeno in termini di posizioni, mentre tutti quelli che erano davanti guadagnano dieci secondi su Richie Porte e la top-ten.
Domani si arriva a Cesenatico nella tappa dedicata al Pirata e le salitelle intorno alla Riviera romagnola potrebbero riservare qualche altra interessante sorpresa.
Saverio Melegari