FORLÌ – REGGIO EMILIA: LA TAPPA DEI PADRI NOBILI
È la prima di due tappe destinate ai velocisti, chiamati alle ultime esibizioni prima che entrino definitivamente in scena i primattori del Giro 2017. Ma sarà anche un’altra frazione celebrativa quella che collegherà Forlì a Reggio Emilia andando a rendere omaggio, oltre che a Baldini, Nencini e Alfonsina Strada, anche ai fondatori della “corsa rosa”. Verranno ricordarti in particolar modo Tullo Morgagni, colui da cui tutto nacque, e Armando Cougnet, che del Giro non fu solo “papà” ma anche primo direttore per quasi 40 anni.
È questo il giorno nel quale la carovana renderà omaggio ai fondatori della “corsa rosa”. Alla partenza si celebrerà il ricordo del forlivese Tullo Morgagni, il caporedattore della Gazzetta dello Sport che il 5 agosto del 1908 fu il destinatario di una “soffiata” di Angelo Gatti, il fondatore della celebre azienda di biciclette Atala, secondo la quale il Corriere della Sera stava per varare un Giro d’Italia in bicicletta. Occorreva battere il “Corsera” sul tempo e così il Morgagni all’istante inviò un telegramma al direttore della “Rosea” Eugenio Camillo Costamagna e al caporedattore della sezione ciclismo Armando Cougnet con il quale spiegava che “Improrogabili necessità obbligano Gazzetta lanciare subito Giro Italia”. Detto e fatto: il 7 agosto successivo uscì il numero della Gazzetta con l’annuncio della prima edizione del Giro, fissata per l’anno successivo, una “creatura” che il Morgagni non potè godersi a lungo perché perì tragicamente in un incidente aereo il 2 agosto del 1919, quando la corsa aveva appena 10 anni. Al traguardo, invece, l’angelo custode del Giro quest’oggi sarà Cougnet, nizzardo di nascita ma reggiano d’adozione poiché trasferitosi all’eta di 8 anni con la famiglia nella città emiliana, dove dimorarono in una villa che fu venduta proprio l’anno precedente il debutto del Giro e dalla quale il giovane Armando spesso partiva in bici alla volta di Milano, dove già nel 1898 aveva cominciato a collaborare con la Gazzetta, fondata due anni prima con la fusione dei precedenti quotidiani “La Tripletta” e “Il Ciclista”.
Di là dell’aspetto celebrativo questa non sarà una frazione particolarmente difficile, prima di due giornate di trasferimento entrambe votate alla volata finale. Questa sarà la più impegnativa delle due tappe a causa della presenza di un paio di ascese – comunque facili e collocate molto lontane dal traguardo – e della distanza da completare poiché si tratterà della frazione più lunga di questa edizione del Giro, con 237 Km da percorrere tra Forlì e Reggio Emilia. I due centri si trovano entrambi lungo l’asse della Via Emilia, distanti tra loro in linea retta circa 120 Km, ma gli organizzatori hanno voluto “spingere” nuovamente la carovana del Giro, per l’ultima volta in questa edizione, tra i contrafforti appennici e si tornerà così a pedalare anche sulle strade della Toscana dove s’incontrerà un tratto abbastanza insolito in una corsa ciclistica poiché per quasi 40 Km non si pedalerà sulla viabilità “normale” ma si entrerà sul tracciato dell’Autostrada del Sole.
Lasciata Forlì – che ricordiamo essere anche essere il paese natale di Ercole Baldini, vincitore del Giro del 1958 – sulla citata Via Emilia si percorreranno i primi 12 Km di gara, fino alla cittadina di Faenza, storicamente famosa per la produzione di ceramiche di pregio e ricca di richiami artistici, a partire dalle contigue piazze del Popolo e della Libertà, presso le quali si concentrano i principali monumenti. Voltate le spalle alla pianura il percorso risalirà per intero la valle del Lamone, fiume che ha le sue sorgenti presso la Colla di Casaglia dove, a 913 metri di quota e 51 Km più avanti, sarà collocato il primo dei due GPM previsti oggi. La salita sarà limitata solo agli ultimi 9 Km poiché tutta la fase precedente sarà connotata solo da un lento e progressivo prender quota, mentre il gruppo passerà dalla Romagna alla Toscana dopo aver toccato – dominato dai tre pinnacoli sui quali sorgono il santuario del Monticino, la Rocca Manfrediana e la Torre dell’Orologio – il centro termale di Brisighella, noto anche per la “Via degli Asini”, sorta di sopraelevata “ante litteram” realizzata nel XVI secolo a scopo difensivo. La Toscana riaccoglierà a braccia aperte i “girini” in quel di Marradi, patria del Marron Buono, autentica perla – marchiata IGP – dei castagneti del Mugello, la terra nella quale il gruppo giungerà dopo aver affrontato gli 8,6 Km d’ascesa al 4,2% della Colla di Casaglia. Scesi a Borgo San Lorenzo – dov’è visibile un curioso e commovente monumento dedicato a Fido, un cane che a lungo attese il ritorno a casa del suo padrone, morto sotto i bombardamenti del 1943 – inizierà la seconda porzione di pianura di questa frazione, circa 20 Km nel corso dei quali si lambiranno la villa medicea di Cafaggiòlo, abitata dalla celebre famiglia fiorentina durante i mesi estivi, e poi le rive del lago artificiale di Bilancino, inaugurato nel 1999 presso l’omonima frazione di Barberino del Mugello, dove il 1° marzo del 1930 era nato un altro vincitore del Giro, Gastone Nencini, che fece sua l’edizione del 1957, successo al quale affiancherà il Tour de France del 1960.
È a questo punto che inizierà il tratto autostradale di questa frazione, che si snoderà interamente sul vecchio tracciato appenninico dell’Autosole, tuttora in esercizio nonostante dal 23 dicembre del 2015 sia stata aperta la “variante di valico”. Non è una novità quelle delle competizioni ciclistiche in autostrada, ma si tratta comunque di rarità che al Giro vantano un paio di “esemplari”, il primo risalente al 1936, quando la crono Padova-Venezia si corse sulla “Serenissima”, e il secondo al 1988, quando nel corso della tappa Innsbruck-Borgo Valsugana si percorse un tratto del versante austriaco dell’Autobrennero per effettuare uno speciale traguardo GPM in corrispondenza del viadotto Europabrücke. Nello specifico caso del Giro n°100 si dovrà affrontare la salita alla galleria del vecchio Valico Citerna, poco meno di 14 Km al 3,2% privi di strappi – come ci si aspetta di trovarsi da una salita autostradale – e con una sede stradale molto ampia, che avrebbe potuto dare dei problemi se la cima della salita si fosse trovata a una cinquantina di chilometri dal traguardo, fase nella quale il gruppo comincia ad accellerare per iniziare a ridurre il distacco dai fuggitivi di giornata. L’ampiezza della carreggiata, infatti, tende a ingannare l’occhio e far intendere una pendenza ancora più bassa, con il rischio che qualche corridore paghi questo tranello affrontando questo tratto ad un passo di carica piuttosto elevato, spendendo energie che poi saranno utili al momento dello sprint. Alzando la velocità di gara proprio in un tratto d’autostrada, nel 2003 la Quick Step riuscì a mettere nel sacco i velocisti alla Milano-Sanremo, in una delle ultime edizioni della classicissima non terminate allo sprint, vinta dal suo capitano Paolo Bettini, ma stavolta non dovrebbero esserci di questi rischi perché il tratto sull’Autosole terminerà quando mancheranno 100 Km all’arrivo e a così tanto dal termine della tappa le formazioni dei velocisti saranno ancora “guardinghe”, lasciando il compito di tenere a bada il vantaggio dei fuggitivi ad altre squadre.
Si tornerà a pedalare sulle strade classiche in vista del passaggio da Sasso Marconi e dalla frazione di Pontecchio, dove si transiterà di fronte ai cancelli di Villa Griffone, residenza nella quale soggiornò a lungo e compì i primi esperimenti Guglielmo Marconi, al quale nel 1909 – l’anno della prima edizione di una “corsa rosa” che per anni raggiungerà le abitazioni degli italiani solo attraverso la radio – sarà conferito il premio Nobel per la fisica. È non Marconi l’unico Nobel ad aver calcato queste terre perché non molto lontano dalla sua villa c’è il borgo di Colle Ameno, dove nel 1989 l’indimenticato Dario Fo girò alcune scene del film “Musica per vecchi animali”, aggirandosi tra gli stessi edifici, all’epoca fatiscenti, tra i quali camminò un altro mostro sacro del teatro del calibro di Giorgio Gaber, qui protagonista nel 1981 di una breve scena del film a puntate “Il minestrone”.
Sfiorata la città di Bologna all’altezza di Casalecchio di Reno, cittadina della quale sono originari gli ex calciatori Gianluca Pagliuca e Marco Ballotta, si ritroverà la Via Emilia – sulla quale si svilupperano quasi interamente gli ultimi 60 Km di gara – alle porte di Anzola dell’Emilia, centro che conobbe notevole importanza in epoca medioevale per la presenza di un castello nel quale fu imprigionato nel 1249 il famoso Re Enzo di Svevia e del quale oggi rimane una sola torre. Nel frattempo continueranno a succedersi i ricordi legati alla corsa rosa poiché poco dopo si transiterà per Castelfranco Emilia, paese natale di Alfonsina Strada, l’unica donna ad aver preso parte al Giro quando ancora non esiste la versione femminile della corsa, nel lontano 1924: schieratasi al via, si dice, per la volontà degli organizzatori – che quell’anno erano rimasti a corto di campioni ai nastri di partenza, le cui squadre avevano richiesto ricompense per essere al via da Milano, proposte respinte da Cougnet – di un qualcosa di particolare che attirasse i lettori e il pubblico a bordo strada, la Strada portò a termine la corsa rosa, anche se in realtà era giunta fuori tempo massimo nella frazione che terminava a Perugia; pur se estromessa dalla classifica, la giuria le aveva, infatti, eccezionalmente consentito di prendere parte alle tappe successive.
I prossimi tifosi ad applaudire i “girini” saranno quelli della vicina Modena, dove il gruppo sfilerà accanto alla monumentale Piazza Grande che, grazie alla cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano e alla svettante Ghirlandina, nel 1997 è stata iscritta dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità.
Il traguardo nel frattempo si sarà fatto più prossimo e poco meno di venti chilometri dall’arrivo la corsa varcherà i confini della provincia di Reggio Emilia, che accoglierà la corsa sulle strade di Rubiera che, per rimanere su tematiche sportive, è il paese nel quale risiede la medaglia d’oro nella maratona ad Atene 2004 Stefano Baldini, successo che conseguì battendo il record sul percorso storico da Maratona alla capitale greco, a sua volta battuto 10 anni più tardi dal kenyota Felix Kandie. Anche la lunga maratona dei “girini” si sta per concludere e, infatti, meno di mezz’ora più tardi assisteremo a un appassionante volatone – uno degli ultimi di questa edizione della corsa rosa – nella città che 220 anni fa vide garrire per la prima volta nella storia il Tricolore e che dal 2003 ha fatto della villa che fu di Cougnet la sede di una biblioteca. Quasi a voler dire che anche il Giro d’Italia è cultura.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Colla di Casaglia (913 metri). Valicata dall’ex SS 302 “Brisighellese Ravennate” tra Marradi e Borgo San Lorenzo, sarà quest’anno affrontata per la terza volta al Giro d’Italia. La prima scalata risale al 1963, quando fu inserita nel tracciato della tappa Arezzo – Riolo Terme, vinta da Nino Defilippis mentre il primo a superarne il valico fu Franco Bitossi. Esattamente 40 anni più tardi sarà scalata nel corso della Montecatini Terme – Faenza, vinta dal norvegese Kurt Asle Arvesen mentre primo al GPM fu il colombiano Freddy González: in questi precedenti si salì sempre dal versante meridionale, mentre al Giro 2017 l’ascesa sarà intrapresa da quello settentrionale.
Valico di Citerna (726). Si tratta del valico del vecchio tratto appenninico dell’Autosole, situato tra gli svincoli di Barberino e Roncobilaccio. È quotato 731 sulle cartine del Giro 2017, dov’è semplicemente indicato come “Valico Appenninico”.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Forlì, lo stadio cittadino intolato a Tullo Morgagni
Faenza, Piazza della Libertà e, sullo sfondo, Piazza del Popolo
Brisighella, Rocca Manfrediana
Scollinamento della Colla di Casaglia
Borgo San Lorenzo, il monumento a “Fido”
Villa Medicea di Cafaggiolo
Lago di Bilancino e, sullo sfondo, il ponte sul quale transiteranno I “girini”
Lo scollinamento del valico appenninico dell’Autostrada del Sole
Pontecchio Marconi, la villa di Guglielmo Marconi

Dario Fo nello scenario del borgo di Colle Ameno nel film ‘’Musica per vecchi animali’’ (www.davinotti.com)
Dario Fo nello scenario del borgo di Colle Ameno nel film ‘’Musica per vecchi animali’’ (www.davinotti.com)
Anzola dell’Emilia, Torre di Re Enzo
Modena, Piazza Grande

Reggio Emilia, la villa nella quale visse Armando Cougnet e in trasparenza, l’altimetria della dodicesima tappa del Giro 2017 (mapio.net)