FOLIGNO – MONTEFALCO: È TEMPO DI “SAGRA”, È LA SAGRA DEL TEMPO
Affrontate le prime montagne arriva ora il turno della cronometro. Sarà ancora “wine stage”, stavolta tra i vigneti dai quali sgorga il Sagrantino, lungo un tracciato che offrirà parecchie variazioni di ritmo. Pianura, salita e discesa, ancora pianura, ancora salita e ancora discesa, infine l’ultima porzione pianeggiante prima della dolce ascesa verso Montefalco: il loro continuo alternarsi potrebbero far più male che le pendenze che s’incontreranno in una giornata sulla quale potrebbe pesare come una “spada di Damocle” anche il riposo vissuto 24 ore prima e che diversi corridori faticano a smaltire.
È oramai divenuta una tradizione la crono “accampata” nel caratteristico panorama dei filari di vite, anche se ha origini recenti la “wine stage”, proposta per la prima volta nel 2014 tra Barbaresco e Barolo, ripetuta l’anno successivo sulle strade del Prosecco e consolidatasi dodici mesi fa nelle terre del Chianti Classico. Ora arriverà il turno del Sagrantino, nettare DOCG che ha la sua culla nella non meno deliziosa cittadina umbra di Montefalco, terminal di una frazione contro il tempo di 39,2 Km che avrà la sua partenza dalla vicina Foligno e che mescerà – per continuare a ragionare in termini enologici – le caratteristiche delle tre tappe citate, più incline ai passisti quella disputata in Veneto, più movimentata quella piemontese al pari della prova toscana. Né è uscito un tracciato che strizzerà ora l’occhio al passista e ora allo scalatore – senza pur presentare grandissime difficoltà altimetriche – per poi tornare a favorire il primo e così via… e sarà proprio questa la principale insidia del percorso. I continui cambi di ritmo al quale oggi saranno sottoposti gli sfidanti alla maglia rosa del centesimo Giro, infatti, potrebbero risultare più determinanti delle reali difficoltà che s’incontranno strada facendo e, così, le cilindrate dei grandi cronomen potrebbero ben presto ingolfarsi se saranno state lanciate come se non esistesse un domani nei tratti a loro più agevoli. E dunque anche uno scalatore potrebbe ben figurare in una prova del genere, dove un peso non indifferente potrebbero averlo anche le condizioni metereologiche, come accaduto lo scorso anno, e la particolare collocazione di questa tappa, che si affronterà subito dopo il giorno di riposo, momento che alcuni corridori mal digeriscono perché interviene a spezzare quel ritmo di gara che, come detto, in questa tappa sarà sottoposto a molteplici variazioni. Entrando nelle specificio del percorso, la cronometro del Sagrantino debutterà con una decina di chilometri di pianura, poi proporrà la prima delle tre ascese in programma, separate tra loro da altri due porzioni pianeggianti, con l’ultima salita da affrontare per giungere al traguardo, posto a 451 metri di quota, tetto massimo di questa giornata: nel complesso i chilometri da percorrere verso l’alto saranno 10,2, pari a poco più di un quarto dell’intero tracciato.
I cronometri cominceranno a scorrere implacabili nella centralissima Piazza della Repubblica di Foligno, luogo dove all’ombra del Palazzo Comunale e del famoso “torrino” che crollò a causa del terremoto del 1997 già era scattata una prova contro il tempo al Giro del ’95, terminata nella vicina Assisi e tormentata da un incessante acquazzone che non impedì all’elvetico Tony Rominger di dare una lezione di classe a tutti e di collocare il primo mattoncino del successo finale in quell’edizione della corsa rosa, che letteralmente dominò imponendosi con 4’13” sul russo Berzin.
Il tratto iniziale pianeggiante misurerà quasi quanto il computo totale dei chilometri da percorrere quest’oggi in salita e sarà reso ancora più snello dalla quasi totale mancanza di curve. Se ne incontreranno un paio in questa prima parte di gara, la prima a 1500 metri dal via, al momento d’affrontare la rotatoria costruita attorno alla chiesetta d’origine romanica della Madonna della Fiamenga. Usciti dalla rotonda i corridori si lanceranno nel più lungo rettilineo previsto dal percorso di gara, ben 7 chilometri e mezzo, la cui linearità sarà spezzata in quattro occasioni da modeste variazioni di rotta della strada. Si taglierà nel mezzo la fascia pianeggiante che separa i colli del Sagrantino dal Monte Subasio, scavalcando il corso del fiume Topino alle porte di Bevagna, borgo tra i più belli d’Italia nel quale è possibile ammirare le bellissime chiese dedicate a San Michele e San Silvestro. Affrontate due curve proprio in questo centro, gli ultimi 1500 metri di questa prima fase pianeggiante si snoderanno paralleli al piede delle colline ammantate dai vigneti del Sagrantino, situate all’estremità settentrionale dei Monti Martani, massiccio che corrisponde con il centro geografico dell’Umbria. Il bivio a sinistra per Massa Martana segnerà l’ingresso nella parte più impegnativa di questa cronometro che proporrà ora la più lunga tra le tre salite in programma, 4,8 Km per giungere fino ai 386 metri di quota della località San Marco, affrontando sin lì una pendenza medai del 4,1%. Movimentata da un paio d’ampissimi tornanti, si tratta di una difficoltà che nel finale di una corsa in linea potrebbe dare un po’, ma non troppo, filo da torcere ai velocisti e alle loro formazioni, mentre in una corsa come una prova contro il tempo avrà una rilevanza non indifferente, soprattutto se ci sarà qualche passista che avrà esagerato nel tratto iniziale, che invoglia a lanciare al massimo delle potenzialità le cilindrate non solo per la penuria di curve ma anche perché quella incontrata fino a poco fa non è stata vera e propria pianura, tirando sempre la strada leggermente nel verso della discesa. Una morbida planata seguita da un breve tratto increspato introdurrà nella seconda razione di pianura, che si protrarrà per circa 2,5 Km sul fondovalle del torrente Puglia, percorso in direzione di Marsciano fino all’altezza dell’ex centrale ENEL intitolata a Pietro Vannucci (il celebre pittore umbro noto come “Il Perugino”), rimasta in esercizio dal 1967 fino a dicembre dello scorso anno e per la quale si sta pensando ad una riqualificazione. Il passaggio presso la centrale rappresenterà il biglietto da visita del tratto più impegnativo, che inizierà subito dopo aver superato il corso del Puglia: è, infatti, arrivato il momento di misurarsi con le pendenze più elevate di giornata nel corso della breve ma secca salita delle Corone, 1400 metri al 7,4% con una rampa di 400 metri al 9,3% in prossimità dello scollinamento e una sede stradale notevolmente più stretta rispetto ai tratti percorsi finora e anche a quelli che si solcheranno successivamente, poiché la carreggiata tornerà ad allargarsi nel corso della successiva discesa verso Bastardo. Principale frazione del comune di Giano dell’Umbria, è questa una località dal nome curioso che ha le sue origini all’epoca nella quale vi si trovava una locanda con stazione di posta lungo la Via Flaminia, chiamata “Osteria del Bastardo” a causa dei presunti natali del gestore, figlio di padre illegittimo o sconosciuto. Certo è, invece, che ora i corridori avranno davanti la terza “fetta” di pianura odierna, la più rustica delle tre perché nei successivi 5,4 Km non si pedalerà su di un velluto vero e proprio, avendo la strada la conformazione di un falsopiano in pendenza impercettibile ma comunque presente, con 55 metri di dislivello da superare in questo tratto e un’inclinazione media dell’1%. Sarà l’ultima occasione che i più puri tra i cronoman avranno per dare sfogo ai loro motori, poi una lieve discesa anticiperà i 4 Km conclusivi nuovamente all’insù, teneramente essendo in quest’ultimo frangente di gara la pendenza media del 3,6% appena, alla volta della meta di Montefalco, quella che sin dal 1568 è definita la “Ringhiera dell’Umbria” per gli stupendi scorci che offre e che, dopo una corsa che non concederà distrazioni, potranno godersi anche i big impegnati nella 100a edizione della corsa rosa. Magari stemperando la fatica con un bicchiere di corroborante Sagrantino.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foligno, Piazza della Repubblica
Foligno, Madonna della Fiamenga
Alle porte di Bevagna, il tratto finale del lungo rettifilo iniziale
Bevagna, chiesa di San Michele
Il Monte Subasio e la pianura attraversata nel tratto iniziale della crono visti dalla salita di San Marco
L’ex centrale ENEL “Pietro Vannucchi” vista dalle prime rampe della salita delle Corone
Bastardo, chiesa di Santa Barbara
Montefalco, Piazza del Comune

Le colline del Sagrantino vista da una delle strada che saranno percorse durante la cronometro e, in trasparenza, l’altimetria della decima tappa del Giro 2017 (Google Street View)