OLBIA – TORTOLÌ: (PRO)FUMO DI SALITA
È già ora di salire in quota per i “girini”, che dovranno ascendere fino ai poco più di 1000 metri della Genna Silana a poco meno di 50 Km dalla conclusione della seconda tappa della corsa rosa. La salita c’è ed è anche molto lunga ma a mancare saranno le pendenze, sempre molto tenere: male potrà farne solo se il gruppo interpreterà al massimo la prima parte di una tappa che, per il resto, non proporrà mai un momento tranquillo, anche se pure nella prima parte di gara che le salite che s’incontranno mai saranno cattive. Difficile per i velocisti esprimersi quest’oggi, almeno per buona parte di loro, ma i pronostici sono comunque per la volata finale di un gruppo non eccessivamente scremato, nel quale si sgomiterà prevalentemente per andare a caccia di una maglia rosa da indossare prima che entrino in scena i big.
Genna Silana, 1000 metri di quota e 900 di dislivello, 27 Km di salita e secondo giorno di gara! A legger questi dati sembrebbe che Mauro Vegni sia impazzito e che voglia ammazzare la corsa rosa già alla seconda tappa ma, non preoccupatevi, non accadrà nulla di tutto ciò. È vero, 27 Km all’insù non sono pochi, ma poca cosa saranno le pendenze che s’incontreranno in quel tratto – la media è del 3,4% – e su quella salita grandissime sorprese non se ne vedranno. I grandi nomi al via della centesima edizione del Giro dovrebbero concludere la tappa tutti assieme e anche diversi sprinter di spessore potrebbero riuscire a tenere le ruote dei migliori, corridori del calibro del tedesco Degenkolb, del norvegese Boasson Hagen o campione del mondo di Richmond Peter Sagan potranno – se della partira, dira la loro in quel di Tortolì. La volata di un gruppo certamente più risicato rispetto a quello che si era giocato la tappa di Olbia sarà, dunque, la soluzione più probabile mentre più difficilmente riuscirà ad andare in porto una fuga perché siamo ancora a inizio Giro e le energie ancora fresche – sia fisiche, sia mentali – aiuteranno il gruppo all’inseguimento ed anche la classifica ancora “acerba” con molti corridori in aria di maglia rosa motiverà particolarmente le formazioni impegnate nelle operazioni di ricongiungimento. A pagar dazio, in questa giornata, saranno solo i velocisti che patiscono anche i cavalcavia e forse qualche grosso nome che si sarà schierato al via di Alghero con una condizione non ancora ottimale, magari messo in croce dall’atteggiamento adottato oggi dal gruppo. Se, infatti, la tappa scatterà da Olbia già ad alta velocità – un andazzo un tempo tipico del Tour e divenuto pane quotidiano da qualche decennio anche al Giro – alla fine per qualcuno i distacchi già si conteranno a minuti perché in questa frazione non ci sarà soltanto la Genna Silana, che giungerà dopo una serie d’altri dislivelli sparsi lungo il tracciato, comunque mai cattivi nelle pendenze. A differenza di quanto accaduto nella tappa d’apertura, prevalentemente tracciata in vista del mare, oggi gli organizzatori hanno, infatti, scelto di percorrere le strade dell’entroterra, lontane dai soliti paesaggi da cartolina, attraversando le terre dei nuraghi, della pastorizia e anche del banditismo, una “piaga” che provò sulla sua pelle il celebre cantautore Fabrizio De André, che narrerà l’esperienza del rapimento vissuto nel 1979 con la compagna Dori Ghezzi nel brano “Hotel Supramonte”. È una terra dura e ostica che riflette le sue caratteristiche nell’altimetria frastagliata di questa frazione che proporrà la più impegnativa delle sei asperità previste a 11 Km dalla partenza da Olbia: è quella del monte su Laccu Canu, 2,5 Km al 6,4%, immediamente seguita dall’ascesa verso la località Sa Serra, 4,8 Km al 5,5% contenenti il passaggio più aspro dell’intera tappa, 500 metri di strada che “rampa” al 10,4%. Un altro tratto d’ascesa pedalabile precede il passaggio dal comune di Alà dei Sardi, presso il quale si trovano importanti siti archeologici d’età nuragica, poi si procederà con un lungo tratto in quota, attorno ai 660 metri sul livello del mare, in direzione di Buddusò, centro probabilmente coincidente con la scomparsa colonia romana di “Caput Tyrsi”, del quale non è giunta ai nostri giorni alcuna testimonianza. Anche in questo comune i principali richiami turistici sono archeologici, come il Nuraghe Loelle, che il gruppo lambirà poco prima di lasciare la provincia di Sassari per il nuorese, nella zona dove si supererà il corso del Tirso, il principale fiume della Sardegna, qui sbarrato dal lago artificiale di Sos Canales, creato nella seconda metà degli anni ’50 per approviggionare queste terre d’acqua potabile. Raggiunti con un piccolo zampellotto gli 825 metri di quota nei pressi dei ruderi della casa cantoniera Sos Vaccos, una mordibissima discesa di una quindicina di chilometri introdurrà la corsa in quel di Bitti dove, oltre ad un ennesimo complesso nuragico (quello di Su Romanzesu, scoperto nel 1919), è da ammirare anche il tradizionale costume indossato, in particolare dalle donne, nelle sagre paesane, come la festa di Nostra Signora del Miracolo che si svolge il 30 settembre presso l’omonimo santuario, edificio settecentesco ricostruito in foggia modernissima nel secolo scorso e del quale si sono conservate parte delle caratteristiche “cumbessias”, alloggi per i pellegrini sovente costruiti presso i luoghi di culto in Sardegna.
Uscendo da Bitti si riprende a salire affrontando una decina di chilometri di strada molto dolce (media del 2,4% appena) che terminerà alle porte di Orune, centro nel quale è possibile ascoltare il canto a tenore, forma canora protetta dall’UNESCO come “Patrimonio immateriale dell’umanità”, magari mentre si ammirano le stupende viste panoramiche che offre questo borgo e che spaziano dalla Gallura al Luogodoro da una parte e dalla Baronia alla Barbagia dall’altra. Con la prima delle tre più consistenti discese di giornata (12 Km al 5,6%), ci si porterà ai piedi della fase centrale di questa frazione, caratterizzata dalla salita verso Nuoro, 9,1 km al 4,4% (massima del 7,8%) per arrivare nella città che diede i natali all’unico premio Nobel sardo – la scrittrice Grazia Deledda, che conseguì il prestigioso riconoscimento nel 1926 – e che offre al turista numerosi edifici religiosi, dalla cattedrale di Santa Maria della Neve al santuario della Madonna delle Grazie, dalla Madonna della Solitudine (nella quale riposano le spoglie della Deledda) a quella dedicata alla Madonna del Monte Nero, costruita sull’Ortobene, la montagna di Nuoro sulla quale terminarono diverse frazioni del Giro di Sardegna, corsa disputata dal 1958 al 1983 e poi ripresa nel bienno 1996-97 e infine dal 2009 al 2011, l’anno dell’ultima edizione che vide la vittoria di Damiano Cunego nella frazione nuorese. Percosa la successiva discesa, breve ma ripida (media del 7,9% su 3 Km), si giungerà quindi ad Oliena, centro conosciuto per il vino Nepente, che ebbe tra i suoi estimatori Gabriele d’Annunzio e che sicuramente deliziò anche le troupe cinematografiche arrivate fin qua dagli Stati Uniti, che scelsero i monti della zona per girare i film biblici “King David” del 1985 e, soprattutto, “La Bibbia” di John Huston del 1966, la cui scena finale, quella del sacrificio d’Isacco, ebbe come location il massiccio del Corrasi, il monte che sovrasta Oliena.
Nei successivi 15 Km si correrrà in un contesto molto tranquillo, sia dal punto di vista altimetrico, sia per l’aspetto naturalistico del tracciato che attraverserà la zona dove si trova Su Gologone, la principale sorgente della Sardegna, che getta acqua con una media di 500 litri al secondo, valore che scende a 60 nei periodi di magra mentre in quelli di piena è stato stimato che arrivi a ben 8000 litri. Di lì a breve altre acque, quelle placide del lago artificiale del Cedrino – realizzato sbarrando l’omonimo fiume con la diga di Pedra ‘e Othoni, che pose termine alle disastrose piene che dal fiume si riversavano nella pianura di Orosei – squilleranno le trombe della salita più corposa di giornata. È, infatti, arrivato il momento d’affrontare i 27 Km verso la Genna Silana, ascesa che, come abbiamo anticipato ad inizio articolo, è più fumo che arrosto essendo la pendenza media del 3,4% appena, con i tratti più impegnativi, se così si possono definire, limitati ai primi 5 Km verso il centro di Dorgali, nel corso dei quali si tocca – proprio all’inizio – un’inclinazione massima dell’8,6%. Inizierà successivamente un tratto di ben 49 Km nel quale si pedalerà costantemente nel “nulla” poiché tale sarà la distanza che separerà Dorgali dal successivo centro abitato toccato dall’itinerario di gara, Baunei, mentre gli unici segni della presenza dell’uomo in questo tratto saranno il nastro d’asfalto della strada statale 125 – l’”Orientale Sarda”, una delle più antiche strade di comunicazioni della regione – e dalle rare case cantoniere. Per il resto regnerà sovrana la natura, quella protetta del Parco Nazionale del Golfo di Orosei, che verso quest’ultimo si apre con uno dei tratti più incontaminati della costa sarda, quello delle Grotte del Bue Marino, un tempo habitat delle oramai scomparse foche monache, e della spiaggia di Cala Luna, meta salita alla ribalta internazionale grazie anche alla regista Lina Wertmüller, ancora lei, che nel 1974 vi girò uno dei suoi film più celebri, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, del quale nel 2002 e negli stessi luoghi sarà filmato un remake dal regista britannico Guy Ritchie nel quale i ruoli che erano stati di Mariangela Melato e Giancarlo Giannini saranno interpretati dalla popstar Madonna e dal figlio di Giancarlo, Adriano.
Raggiunta la “Cima Coppi” della tre giorni sarda inizierà una lunghissima discesa, decisamente più consistente nel chilometraggio rispetto al versante della Genna Silana pocanzi percorso in salita poiché per riguadagnare il livello del mare bisognererà percorrere poco meno di 40 Km. Questo tratto non sarà costantemente in discesa, però, perché dopo i primi 10 Km della planata (media del 3,2%) inzierà un lungo tratto in quota nel quale con frequenti saliscendi si andrà a superare una serie di piccole “genne”, toponimo che spesso in Sardegna identifica i valichi e che a sua volta deriva del termine dialettale “ianna”, ossia “porta”. L’ultimo di questi valichi di passaggio è la Genna Arramene, che merita una sosta perché si trova in uno dei punti più panoramici della strada, in particolare verso le montagne dell’entroterra ogliastrino, e il cui nome significa “Porta del Rame”, in riferimento forse all’età del bronzo oppure alla colorazione che i monti assumono al tramonto, imitando un po’ l’Enrosadira dolomitica. È nel corso della seconda parte della discesa, leggermente più pendente rispetto alla precedente (16,1 Km al 4,4%), che si fa rientro nel mondo civile con il passaggio da Baunei, paese natale del fumettista Bepi Vigna, “papà” assieme ad Antonio Serra e Michele Medda della serie fantascientifica di Nathan Never, arrivata nelle edicole per la prima volta nel 1991 e tuttora pubblicata. È in questo centro, inoltre, che si trova una delle località turistiche più conosciute dell’Ogliastra, la frazione di Santa Maria Navarrese, nata nel 1950 attorno all’omonima chiesetta d’origine medioevale che si dice sia stata fatta costruire dopo l’anno 1000 come ex voto da una figlia del re di Navarra per essere sopravvissuta a un naufragio. Dal ricordo d’un naufragio scampato a quello di un approdo certo e sicuro il passo è breve: terminata la discesa mancheranno soli 6 Km allo striscione d’arrivo di Tortolì e sapremo solo allora se questo primo assaggio di salita per qualcuno sarà stato un amaro boccone.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Arcu Andria Puddu (150 metri). Valicato dalla SP 24 “Olbia – Loiri – Azzanì – Padru” tra l’omonima località e Padru.
Arcu su Laccu Canu (200 metri). Valicato dalla SP 24 “Olbia – Loiri – Azzanì – Padru” tra Andria Puddu e Padru. Coincide con la prima salita in programma.
Passo Sos Vaccos (825 metri). Valicato dalla SS 389 “di Buddusò e del Correboi” tra Buddusò e Bitti. Il nome deriva da quello dell’omonima cantoniera, sfiorata salendo da Buddusò poco prima di giungere al valico.
Sella di Bitti (549 metri). Coincide con l’omonimo abitato.
Passo dell’Orune (820 metri). Valicato dalla SS 389 “di Buddusò e del Correboi” tra Bitti e Nuoro, coincide con il bivio per quest’ultimo centro.
Genna Scala Manna (900 metri). Valicata dalla SS 125 “Orientale Sarda” salendo da Dorgali alla Genna Silana.
Genna Silana (1010 metri). Punto più elevato della SS 125 “Orientale Sarda”, valicato tra Dorgali e Baunei. Quotata 1002 sulle cartine del Giro 2017, vi si trova l’omonima casa cantoniera.
Genna Cruxi (906 metri). Valicata dalla SS 125 “Orientale Sarda” nel corso della discesa dalla Genna Silana verso Baunei. Segnalata come Genna Croce sull’atlante stradale del TCI, che le attribuisce una quota di 910 metri.
Genna Giustizieri (743 metri). Valicata dalla SS 125 “Orientale Sarda” nel corso della discesa dalla Genna Silana verso Baunei, all’inizio del tratto in quota che spezza la planata. Vi si trova l’omonima casa cantoniera e coincide con il bivio per Urzulei, quotato 738 metri sulle cartine del Giro 2017.
Genna Sarbene (764 metri), Genna Abbadorgiu (700 metri),
Genna Scalas (666 metri). Genna Coggina (724 metri). Valicate dalla SS 125 “Orientale Sarda” nel corso della discesa dalla Genna Silana verso Baunei, nel tratto in quota che spezza la planata.
Genna Arramene (590 metri). Valicata dalla SS 125 “Orientale Sarda” nel tratto terminale della discesa dalla Genna Silana verso Baunei.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Vista panoramica dalla strada verso l’Arcu su Laccu Canu, prima delle salite previste dalla seconda tappa.
Alà dei Sardi, chiesa di Sant’Agostino
Buddusò, Nuraghe Loelle
Bitti, il moderno santuario di Nostra Signora del Miracolo che fa capolino dietro alle antiche strutture delle “cumbessias”
Orune e la stupenda vista panoramiche che offre
Nuoro, chiesa della Madonna della Solitudine, luogo di sepoltura del premio Nobel Grazia Deledda
Il massiccio del Monte Corrasi sopra Oliena
Ponte sul lago del Cedrino, all’inizio dell’interminabile ascesa verso la Genna Silana
Scorcio del Golfo di Orosei ripreso dall’ingresso delle Grotte del Bue Marino
La casa cantoniera posta sullo scollinamento della Genna Silana
Panorama sull’Ogliastra dal belvedere della Genna Arramene
La chiesa medievale di Santa Maria di Navarra, nell’omonima frazione di Baunei
La torre di San Miguel presso il porto di Arbatax, principale frazione di Tortolì