ALGHERO – OLBIA: IL VENTO, LA VOLATA E LA ROSA
Parte dalla Sardegna l’edizione n° 100 della corsa rosa. Non ci sarà la tradizionale cronometro d’avvio ma il Giro decollerà con una frazione in linea di quasi 200 Km che consegnerà la prima maglia rosa a un velocista. Non saranno tutti rose e fiori, però, perché a render dura la vita agli spinter interverranno il vento, immancabile nelle zone costiere della Sardegna, e la salita di San Pantaleo che, piazzata a 20 Km dall’arrivo, potrebbe levar di mezzo alcuni dei pretendenti al successo in quel di Olbia.
Sarà un velocista il corridore che andrà a indossare la prima maglia rosa di un Giro giunto al prestigioso traguardo della centesima edizione. Per la 18a volta dal 1968, l’anno nel quale si disputò il primo prologo, la “Corsa Rosa” non partirà con la tradizionale prova contro il tempo poiché gli organizzatori hanno preferito puntare su tre tappe in linea per sfruttare al massimo la varietà di paesaggi che può offrire la Sardegna nei giorni nei quali il Giro si fermerà sull’isola, imitando il “Grand Départ” dell’ultimo Tour de France. La corsa transalpina era, infatti, scattata con una tappa pure destinata agli sprinter, disegnata sulle ventose strade della Manica, e il vento sarà proprio uno dei grandi protagonisti anche della prima giornata del Giro 2017, ma non sarà l’unica insidia. Se la frazione vinta dal britannico Cavendish non presentava difficoltà altimetriche vere e proprie, i velocisti che puntano al successo in quel di Olbia dovranno, invece, “masticare” strada facendo tre salite e, in particolare, quella di San Pantaleo, 4,6 Km al 4,3% che presentano nei primi 500 metri pendenze fino al 6,8%, inclinazioni non certo proibitive ma che potrebbero far male a quegli sprinter che per esprimersi al meglio hanno bisogno di biliardi perfetti, anche perché il gruppo l’incontrerà nel finale di gara, quando di chilometri al traguardo ne mancheranno 20, fase nella quale si viaggerà particolarmente spediti, provocando il dilatamento d’eventuali distacchi accusati in precedenza.
Si partirà da Alghero, la piccola Barcellona di Sardegna, cittadina che si affaccia per la seconda volta in maniera ufficiale sulla sfavillante vetrina del Giro, dopo aver accolto il primo traguardo volante dell’edizione del 2007, conquistato dal francese Arnaud Labbe, nel corso della frazione che condusse la carovana da Tempio Pausania a Bosa, dove s’impose allo sprint l’australiano Robbie McEwen. Le fortificazioni erette dai catalani che occuparano la cittadina nel 1354, portandovi anche il loro idioma (Alghero è un’isola linguistica catalana), faranno dunque da coreografica quinta al primo raduno di partenza, dopo di che il Giro n° 100 si metterà in moto con una quindicina di chilometri pianeggianti, prendendo poi a salire molto dolcemente verso Sassari, il più settentrionale dei quattro capoluoghi storici della Sardegna, cittadina che ha dato all’Italia tre grandi uomini politici, lo storico segretario del PCI Enrico Berlinguer e i presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga. Saliti dal livello del mare a poco più di 200 metri d’altezza, nel tratto successivo il percorso si adagerà ondulando tra i colli della cosiddetta “Romangia”, il territorio che gravita attorno ai centri di Sennori e Sorso e il cui nome fu coniato dagli antichi romani per identificare una zona da loro conquistata e differenziarla delle terre più interne nelle quali non riuscirono a penetrare e che furono definite “Barbaria”, toponimo dal quale deriva quello attuale di “Barbagia”. Si tornerà poi verso il mare che, tolta l’escursione verso San Pantaleo, sarà compagno di viaggio sino al traguardo, anche se tenuto a distanza da un tracciato che, seguendo la rete stradale più prossima alla costa, in più riprese se ne allontana brevemente prendendo quota e andando a proporre i primi traguardi GPM del Giro 2017. La prima di queste salite “ufficiali” – ne saranno previste tre in tutto quest’oggi – inizierà dopo il passaggio dal centro di Castelsardo, disposto su di un promontorio affacciato sul Golfo dell’Asinara, e avrà come meta la località di Multeddu dove, affrontati 4,7 Km al 3,8% (pendenza massima del 6,5%), si scollinerà a un tiro di schioppo da uno dei più celebri monumenti naturali dell’isola, la roccia dell’Elefante, scolpita in forma di pachiderma dal forte vento che spazza la costa settentrionale della Sardegna. Una ventina di chilometri più avanti s’incontrerà il GPM della Contra, al termine di un’ascesa più lunga ma ancor più facile della precedente (8,2 Km al 2,9%, max 5,2%), nel bel mezzo di uno dei tratti più panoramici della strada litoranea, che qui offre stupende viste sulle Bocche di Bonifacio e sulle coste della Corsica, mentre ripide deviazioni in discesa permettono di raggiungere le spiagge di Isola Rossa e di Costa Paradiso, il cui nome è tutto un programma. Dopo quasi 120 Km di costante rotta verso nord, il tracciato della prima frazione cambierà bruscamente e inevitabilmente direzione dopo il passaggio nel borgo peschereccio di Santa Teresa Gallura, essendo questo il centro più settentrionale della regione, situato in prossimità della penisola di Capo Testa (vi si trovano i resti della batteria Ferrero, fortificazione eretta durante la seconda guerra mondiale) e a soli 16 Km in linea d’aria dalla cittadina corsa di Bonifacio. Imboccata la strada per Olbia si giungerà quindi a Palau, località turistica prevalentemente conosciuta come porta d’accesso alla Maddalena, l’arcipelago che nel 2007 accolse l’atto inaugurale del Giro d’Italia, una cronometro a squadre partita dall’isola di Caprera in occasione del 200° anniversario della nascita di Garibaldi e terminata 25,6 Km più avanti nel centro della Maddalena, dove fece registrare il miglior tempo la Liquigas di Danilo Di Luca, che poi si vestirà di rosa a Milano tre settimane più tardi. Lasciando Palau si andrà poi a doppiare con un piccolo zampellotto il promontorio di Capo d’Orso, il cui nome fa riferimento alla collina granitica retrostante sulla quale troneggia, a 122 metri di quota, l’omonima roccia, altro prodigio della natura scolpito dal vento e alla quale nel 1986 salirono Michele Placido e Lina Wertmüller per girarvi alcune scene di un film della celebre regista italiana, “Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico”. Questo strappetto rappresenterà per il gruppo il “prezzo” da pagare per accedere all’elitaria Costa Smeralda, che accoglierà il giro nella località balneare di Cannigione, una delle meno esclusive, la cui spiaggia è nota anche ai ciclisti perché per anni è stata attraversata dalla Granfondo della Costa Smeralda, che qui proponeva un suggestivo tratto su fondo sterrato. Non ci sarà tempo, però, per distrazioni e agi perché da lì a breve inizierà il momento più atteso e impegnativo di questa frazione, l’ascesa verso San Pantaleo, borgo sorto all’inizio dell’ottocento attorno ad uno stazzo (piccolo edificio rurale tipico della Sardegna settentrionale) situato sulle pendici del monte Cugnana e nel giro di un secolo sviluppatosi sino ad arrivare agli attuali oltre 1100 abitanti. Lassù il Giro si è già arrampicato tre volte, tutte nella medesima frazione, perché – come quest’anno – la salita di San Pantaleo fu la principale difficoltà della tappa d’apertura dell’edizione 1991, pure terminata a Olbia dove a tagliare per primo la linea d’arrivo fu il francese Philippe Casado, che regolò allo sprint il connazionale Thueux, il futuro vincitore della corsa rosa Franco Choccioli e gli altri componenti di un gruppo fortemente selezionato dai continui saliscendi della Gallura, nel quale mancavano anche molti dei velocisti in gara, giunti al traguardo con pesanti distacchi. Il tracciato decisamente meno pesante proposto dalla prima tappa del Giro 2017 dovrebbe, però, scongiurare grandissime sorprese e dopo l’unica scalata prevista a San Pantaleo ci si lancerà giù lungo la panoramica e poco tortuosa discesa che ricondurrà il gruppo sulla costa, sulle rive del Golfo di Cugnana, nel quale si specchia la celebre località di Porto Rotondo, che farà capolino in fondo alle inquadrature, incorniciata da basse colline a costituire una cartolina che il gruppo non avrà certo il tempo d’ammirare. Il traguardo bussa oramai alle porte: ancora 15 Km d’attesa e poi, dopo un finale fattosi “vellutato”, sapremo chi avrà l’onore di fregiarsi del primo rosa a due zeri.
Mauro Facoltosi
LAVORI IN CORSO
Rispetto al percorso sopra presentato la salita della Contra è stata sostituita con quella di Trinità d’Agultu (6,1 Km al 4,4%, max 10%)
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Pianedda. È attraversata al passaggio da Castelsardo, punto d’incontro tra la SS 200 “dell’Anglona” e la SS 134 “di Castel Sardo”.
Arcu Multeddu (182 metri). Coincide con l’omonima frazione di Castelsardo, collocata lungo la SS 134 “di Castel Sardo” tra Castelsardo e Sedini. Sede del primo GPM del Giro 2017, s’incontra poco prima di giungere alla celebre “Roccia dell’Elefante”, in direzione Sedini.
Passo Paduledda (230 metri). Quotato 206 sulle cartine del Giro 2017, è valicato dalla SP 90 “Badesi – Santa Teresa Gallura” tra Badesi e Vignola Mare, all’altezza del quadrivio per Isola Rossa e Trinità d’Agultu (dalla quale proverranno in discesa i corridori)
Valico di Marazzino (87 metri). Valicato dalla SS 133bis “di Palau” tra Santa Teresa Gallura e Porto Pozzo, nei pressi dell’omonima località.
Passo di San Pantaleo (200 metri). Quotato 215 sulle cartine del Giro 2017, è valicato dalla SP 73 tra l’omonima località e quella di Aglientina. Come segnalato nell’articolo il Giro vi transitò tre volte nel corso della prima tappa del Giro del 1991, un circuito di 193 Km con partenza e arrivo a Olbia: a conquistare tutti e tre i passaggi fu lo spagnolo Alberto Leanizbarrutia, mentre l’anno successivo la salita a San Pantaleo sarà affrontata più volte anche nel circuito della prova unica dei campionati nazionali di ciclismo, conquistata da Marco Giovannetti.
Valico Cugnana. Valicato dalla SP 73 tra San Pantaleo e la località di Aglientina.
Arcu sa Curi. Valicato dalla SS 125 “Orientale Sarda” tra il bivio per la Costa Smeralda e lo svincolo per la circonvallazione di Olbia.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Scorcio di Alghero ripreso dalle fortificazioni catalane
Sassari, Piazza d’Italia
Castelsardo e il suo porticciolo
Roccia dell’Elefante
Isola Rossa
Capo Testa e il suo faro
La Corsica vista da Santa Teresa Gallura
Il Porto di Palau per l’arcipelago della Maddalena
La Roccia dell’Orso vista da lontano
Una delle spiaggie di Cannigione
Olbia, Basilica di San Simplicio