LA SALITA DEL GIORNO: CAVA DE’ TIRRENI
Nessuno GPM è previsto lungo i 187 Km della Frosinone – Cava de’ Tirreni, ma anche questa frazione proporrà una salita, piazzata proprio nella fasi salienti della gara: in lieve ascesa, infatti, si svolgeranno gli ultimi chilometri e potrebbero costituire un handicap per i velocisti. Ce li descrive Francesco, un cicloamatore salernitano.
Foto copertina: panorama di Cava de’Tirreni (panoramio)
Più che di una vera e propria salita, la strada che da Nocera Inferiore porta al traguardo di Cava de’ Tirreni puà definirsi un lungo falsopiano che il gruppone, lanciato ad alte velocità, probabilmente percorrerà senza nemmeno percepire la lieve pendenza, guidato dai treni delle squadre dei velocisti.
I primi metri presentano un breve dentino con pendenze intorno al 4%, subito dopo un chilometro di vera e propria pianura prima del falsopiano finale.
La strada sale molto regolarmente sempre al 2-3%; solo in alcuni brevi tratti si arriva al 5% ma si tratta di semplici avvallamenti che si superano di slancio con rapporti da pianura.
Il finale presenta strade larghe e con pochissime curve, di ampio raggio, poco adatte a qualunque tentativo di colpo di mano di qualche finisseur.
La sede stradale è sempre ampia ma il fondo nasconde diverse insidie, pochè in alcuni punti l’asfalto è reso sconnesso dalla presenza di tombini o rattoppi vari; inoltre conviene evitare di pedalare troppo a destra perché il ciglio della strada presenza dei detriti provenienti dai vari cantieri presenti sulla zona. Alcuni tratti però saranno asfaltati a nuovo per l’occasione.
Le squadre che vorranno organizzare un treno per portare il proprio velocista allo sprint dovranno considerare anche l’incognita del vento che, provenendo dal Golfo di Salerno, soffia spesso in senso contrario alla direzione di marcia; in ogni caso nulla a che vedere con le bizze del tempo olandese.
Dai 45 m di Nocera si arriva ai 195 di Cava, con una pendenza media di circa il 2%.
Prima del rettilineo finale bisogna fare attenzione in un paio di punti dove la carreggiata si restringe per poi tornare ampia nell’ultimo chilometro, praticamente tutto rettilineo dove si può lanciare lo sprint finale. Gli apripista dovranno però cercare di non lasciare troppo presto i loro capitani al vento perché il rettilineo finale, seppur in modo impercettibile, continua comunque a salire. Per questo chi parte in anticipo rischia di piantarsi.
Una volata che sembra adatta a quei velocisti che sanno sfruttare la ruota degli avversari per poi uscire di scia negli ultimi metri.
Francesco