ARMSTRONG E CANCELLARA, UN SIGILLO ALLA CARRIERA
La 43enne statunitense e il 35enne svizzero, protagonisti assoluti nelle prove contro il tempo delle ultime stagioni, nella loro ultima esperienza olimpica conquistano rispettivamente la terza medaglia d’oro, davanti alla russa Olga Zabelinskaja e all’olandese Anna Van Der Breggen la prima, davanti all’olandese Tom Dumoulin e a un Chris Froome che riscatta la débâcle di quattro giorni prima il secondo. In casa azzurra sfiora una nuova medaglia Elisa Longo Borghini, ma una flessione nel finale la relega al 5° posto.
Dopo le due prove in linea, che hanno visto il successo piuttosto inatteso di Greg Van Avermaet in campo maschile e quello dell’emergente olandese Anna Van Der Breggen su Emma Johansson e sulla piemontese Elisa Longo Borghini, che probabilmente con una tattica di gara più accorta nelle fasi finali avrebbe potuto conquistare l’oro, al termine di una combattuta gara femminile, il programma olimpico di Rio per quanto riguarda il ciclismo su strada si è concluso con le due prove a cronometro, sulla distanza di 29,7 km per le donne e di 54,5 km per gli uomini. Per prime hanno gareggiato le ragazze su di un tracciato che, se si eccettua un piccolo tratto di raccordo di 2500 metri da percorrere subito dopo la partenza e poi nuovamente in senso contrario nel finale per raggiungere il traguardo, ha ricalcato il circuito di Grumari già affrontato nelle prove in linea, con la presenza di lunghi rettilinei adatti agli specialisti ma anche di due strappi – rispettivamente di 1,3 km al 9,4% e di 2,1 km al 6,8% – e di discese piuttosto tecniche, rese peraltro più impegnative dalla pioggia che è caduta su Rio per la prima volta dall’inizio delle Olimpiadi, anche se quantomeno le condizioni sono state uguali per tutte.
La medaglia d’oro è andata a Kristin Armstrong e si tratta di una vera impresa, sia per l’età della vincitrice, prossima a compiere la bellezza di 43 anni, sia soprattutto perchè è il terzo successo consecutivo dopo quelli di Pechino e di Londra, cui bisogna aggiungere anche i due titoli mondiali conquistati a Salisburgo e a Mendrisio, sempre nelle prove a cronometro. La statunitense ha fatto segnare il miglior tempo al rilevamento posto dopo 10 km per poi subire nella parte centrale la rimonta di Olga Zabelinskaya, che dopo un avvio decisamente letargico le è passata avanti di 2” al km 19,7 ; nel finale, quindi, la Armstrong ha fatto nuovamente la differenza precedendo la rivale di 5”. Anche per la russa, già bronzo a Londra sia nella prova contro il tempo che in quella in linea, nonchè figlia del grande Sergei Sukhoruchenkov (oro olimpico a Mosca nel 1980 che, purtroppo, ai tempi della cortina di ferro non potè mai passare professionista e confrontarsi con i big occidentali dell’epoca), si tratta comunque di una bella rivincita, dal momento che fino alla vigilia della rassegna a cinque cerchi non era certa di gareggiare per via del noto scandalo doping che ha coinvolto la Russia, essendo lei stessa stata squalificata per una positività riscontratale nel giugno 2014. La medaglia di bronzo è, invece, andata alla Van Der Breggen, evidentemente galvanizzata dopo il successo di tre giorni prima, che ha dunque completato un’olimpiade da incorniciare chiudendo con un ritardo di 11”. L’olandese ha preceduto la connazionale Ellen Van Dijk, grande delusa di giornata se si pensa che dopo un dritto in discesa, avvenuto peraltro a velocità molto bassa, è stata costretta a fermarsi e ripartire transitando al primo intermedio con un distacco di 25” dalla Armstrong, divenuti poi 22 al km 19,7 e rimasti altrettanti sul traguardo. Un’altra atleta che è stata indiscussa protagonista a Rio è stata Elisa Longo Borghini, non certo una specialista del tic tac, ma che per due terzi di gara è rimasta a ridosso della Armstrong e della Zabelinskaja, accusando una flessione negli ultimi 10 km, che ha fatto sì che il vantaggio di 9” che aveva sulla Van der Breggen al km 19,7 sfumasse e che al traguardo concludesse a un comunque più che lusinghiero 5° posto, a 25” dalla vincitrice e a 14” dal bronzo, davanti comunque ad atlete del calibro di Linda Villumsen, campionessa mondiale in carica della specialità, 6a a 28”, di Lisa Brennauer, bronzo sempre a Richmond alle spalle della neozelandese e della Van der Breggen e qui solo 8a a 56”, preceduta anche da Tara Whitten, 7a a 44”, e di Evelyn Stevens, 10a a 1′33” dietro alla sorprendente australiana Katrin Garfoot, 9a a 1′08”.
La gara maschile, che si è disputata sul medesimo percorso di quella femminile (con la differenza che i giri del circuito di Grumari da percorrere erano due e che le condizioni meteo sono andate via via migliorando), si presentava aperta a molte possibili soluzioni ma a mettere d’accordo tutti è stato un immenso Fabian Cancellara in quella che potrebbe anche diventare l’ultima recita di una straordinaria carriera che, per citare solo i risultati ottenuti nelle prove contro il tempo e tralasciando tutto il resto del suo palmarès, l’aveva già visto conquistare l’oro a Pechino oltre che 4 titoli mondiali. Il 35enne ”Spartacus”, che aveva preparato a menadito questa prova abbandonando il Tour de France subito dopo la tappa conclusasi nella sua Berna, ha fatto segnare il miglior tempo dopo 10 km per poi avere un calo che l’ha portato al 4° posto al km 19,7 a 24” dal leader provvisorio Rohan Dennis. Da quel momento l’elvetico ha innestato una marcia inarrestabile che l’ha portato a riprendersi la testa al km 34,6 e continuare a incrementare il vantaggio fino al traguardo. La medaglia d’argento è andata a colui che, anche alla luce del percorso vallonato, era considerato da molti come il favorito della vigilia, malgrado la recente frattura del polso patita al Tour de France, vale a dire l’olandese Tom Dumoulin, autore di una prova piuttosto regolare chiusa con un distacco di 47” da Cancellara. Sul gradino più basso del podio a 1′02” è salito Chris Froome che, similmente a quanto aveva fatto nelle due prove contro il tempo della Grande Boucle, è partito piuttosto controllato facendo segnare la 7a prestazione dopo 10 km per poi risalire strada facendo fino a bissare il bronzo conquistato a Londra e riscattare la delusione della prova in linea. L’anglo-keniano ha comunque dovuto guardarsi dal ritorno di Jonathan Castroviejo, non certo una sorpresa assoluta ma comunque inatteso a questi livelli, che è stato autore a sua volta di una prestazione in crescendo chiusa a 1′06” dal vincitore. Chi può recriminare è, invece, Rohan Dennis che, dopo essere stato in testa come si diceva al km 19,7, ha avuto una seconda parte di gara a ritmo meno sostenuto ma avrebbe comunque conquistato sicuramente il bronzo (o probabilmente l’argento) senza l’incidente meccanico patito intorno al km 40, se si considera che il suo distacco al traguardo è stato di 1′09”. Mai in corsa per le medaglie tutti gli altri, con Chris Bodnar 6° a 1′40”, Nelson Oliveira 7° a 1′59”, Ion Izagirre 8° a 2′06”, Geraint Thomas (al via nonostante la caduta della prova in linea, spentosi dopo un buon avvio) 9° a 2′37” e Primož Roglič 10° a 2′39”, per non parlare dei deludentissimi Tony Martin, neppure lontano parente dell’atleta capace di vincere tre titoli mondiali anche se ha dalla sua l’attenuante del problema a un ginocchio che l’ha costretto ad abbandonare il Tour proprio all’interno del circuito di Parigi, solo 12° a 3′18”, e dell’iridato di Richmond Vasil Kiryienka, addirittura 17° a 3′49”. Per quanto riguarda i colori azzurri, dopo il forzato forfait di Vincenzo Nibali si è presentato al via, peraltro non al meglio per via di alcune linee di febbre proprio alla vigilia della crono, il solo Damiano Caruso che ha chiuso 27° con ben 7′31” di ritardo, ma non era certo questa una prova in cui il 28enne ragusano doveva e poteva fare la differenza.
Il programma del ciclismo su strada si chiude qui ma non in assoluto quello delle due ruote che proseguirà con le gare di ciclismo su pista, nelle quali Elia Viviani sarà la principale carta da medaglia dell’Italia nell’omnium, e si concluderà con quelle della mountain bike, che vedranno Peter Sagan andare a caccia di una clamorosa impresa, e con il ciclismo su pista in cui Elia Viviani sarà la principale carta da medaglia.
Marco Salonna
ORDINE D’ARRIVO CRONO DONNE
1 Kristin Armstrong (United States) 0:44:26.42
2 Olga Zabelinskaya (Russia) 0:00:05.55
3 Anna van der Breggen (Netherlands) 0:00:11.38
4 Ellen van Dijk (Netherlands) 0:00:22.32
5 Elisa Longo Borghini (Italy) 0:00:25.52
6 Linda Villumsen (New Zealand) 0:00:28.29
7 Tara Whitten (Canada) 0:00:34.74
8 Lisa Brenauer (Germany) 0:00:56.20
9 Katrin Garfoot (Australia) 0:01:08.61
10 Evelyn Stevens (United States) 0:01:33.66
11 Alena Amialiusik (Belarus) 0:01:39.31
12 Ashleigh Moolman-Pasio (South Africa) 0:02:02.69
13 Karol-Ann Canuel (Canada) 0:02:04.51
14 Emma Pooley (Great Britain) 0:02:05.56
15 Eri Yonamine (Japan) 0:02:16.67
16 Trixi Worrack (Germany) 0:02:26.35
17 Lotta Lepisto (Finland) 0:02:40.10
18 Kasia Niewiadoma (Poland) 0:03:21.54
19 Anna Plichta (Poland) 0:03:33.24
20 Hanna Solovey (Ukraine) 0:03:36.93
21 Lotte Kopeckey (Belgium) 0:03:43.44
22 Christine Majerus (Luxembourg) 0:03:49.75
23 Ann-Sophie Duyck (Belgium) 0:03:51.18
24 Audrey Cordon (France) 0:05:06.45
25 Vita Heine (Norway) 0:05:56.97
ORDINE D’ARRIVO CRONO UOMINI
1 Fabian Cancellara (Switzerland) 1:12:15
2 Tom Dumoulin (Netherlands) 0:00:47
3 Christopher Froome (Great Britain) 0:01:02
4 Jonathan Castroviejo Nicolas (Spain) 0:01:06
5 Rohan Dennis (Australia) 0:01:10
6 Maciej Bodnar (Poland) 0:01:50
7 Nelson Oliveira (Portugal) 0:02:00
8 Jon Izaguirre Insausti (Spain) 0:02:06
9 Geraint Thomas (Great Britain) 0:02:37
10 Primoz Roglic (Slovenia) 0:02:40
11 Leopold Konig (Czech Republic) 0:03:08
12 Tony Martin (Germany) 0:03:18
13 Simon Geschke (Germany) 0:03:34
14 Michal Kwiatkowski (Poland) 0:03:40
15 Jan Barta (Czech Republic) 0:03:41
16 Georg Preidler (Austria) 0:03:47
17 Vasil Kiryienka (Belarus) 0:03:50
18 Andriy Grivko (Ukraine) 0:04:18
19 Christopher Juul Jensen (Denmark) 0:04:34
20 Tim Wellens (Belgium) 0:04:34
21 Hugo Houle (Canada) 0:04:47
22 Taylor Phinney (United States Of America) 0:05:10
23 Brent Bookwalter (United States Of America) 0:05:42
24 Andrey Zeits (Kazakhstan) 0:06:32
25 Kanstantsin Siutsou (Belarus) 0:06:43
26 Eduardo Sepulveda (Argentina) 0:06:52
27 Damiano Caruso (Italy) 0:07:31
28 Pavel Kochetkov (Russian Federation) 0:07:52
29 Alexis Vuillermoz (France) 0:08:28
30 Edvald Boasson Hagen (Norway) 0:08:57
31 Ghader Mizbani Iranagh (Islamic Republic of Iran) 0:09:24
32 Julian Alaphilippe (France) 0:12:25
33 Mouhssine Lahsaini (Morocco) 0:12:56
34 Ahmet Orken (Turkey) 0:15:22
35 Dan Craven (Namibia) 0:15:33

Fabian Cancellara e Kristin Armstrong, i due protagonisti delle crono olimpiche di Rio 2016 (Getty Images Sport)