TU SEI ROMANTICO, CARO MATTHEW

maggio 14, 2010
Categoria: News

Lunga vita alle fughe che in questo pazzo Giro d’Italia trovano la loro esaltazione. Dopo Pineau a Novi Ligure, Matthew Lloyd corona 130 chilometri di avanscoperta, quasi tutti in compagnia di Rubens Bertogliati, con il successo sul lungomare di Marina di Carrara. Per l’australiano un successo di prestigio, mentre per Danilo Hondo, primo nella volata del gruppo, il “tapiro” per aver esultato non sapendo che davanti a lui erano già arrivati due corridori. Giornata tutto sommato tranquilla per lo “Squalo” Nibali.

Foto copertina: esultanza misurata sul traguardo di Carrara per Matthew Lloyd (foto Bettini)

Sono queste le giornate che ti rinfrancano con il ciclismo. Non si parla di Tas, di arbitrato, di ricorsi, di controanalisi, di quella parolina che risponde al nome di “doping”, di perquisizioni. E non si parla nemmeno, con tutto il rispetto per loro, dei grandi favoriti, i vari Vinokourov, di lui in effetti sì ma lo scopriremo più avanti, di Basso, di Cunego (ancora favorito?), di Nibali.
Si parla di coloro che spesso stanno nell’ombra e che magari oggi sono davanti e domani, perché le gambe bruciano, prendono un quarto d’ora. Ma chi se ne frega! Oggi è quello che contava ed oggi ci hanno fatto divertire.
E così, dopo Jerome Pineau, è la volta di Matthew Lloyd che arriva a braccia alzate sul lungomare di Marina di Carrara dopo 172 chilometri che più movimentati non potrebbero essere e che, grazie ad un percorso piuttosto movimentato, non ci hanno fatto certo annoiare in una tappa che, più o meno, la si poteva considerare di trasferimento. Non aveva parole Lloyd per descrivere il suo successo a fine tappa, se non un bellissimo “correre e vincere al Giro è qualcosa di romantico” che quasi quasi ci fa scendere la lacrimuccia. Ecco, oggi a tutti quei nomi brutti, a quei tribunali non ci pensiamo.
L’australiano regala il secondo successo stagionale alla Omega Pharma-Lotto dopo l’Amstel conquistata da Philippe Gilbert e, rimanendo sulla falsariga del discorso fatto negli ultimi giorni per la Quick-Step, con questo successo il bilancio “rosa” del team diretto da Damiani può considerarsi già più che sufficiente.
172 chilometri, da Fidenza a Marina di Carrara con tre Gpm non troppo semplici e che vedono protagonisti due uomini: Lloyd appunto, e Rubens Bertogliati (Androni) perché va bene che c’è da difendere Michele Scarponi ma, onestamente, non aver visto ancora davanti a battagliare uno degli uomini di Gianni Savio ci suonava molto strano. I due amministrano bene le proprie forze ed il proprio vantaggio con un gruppo che, ancora una volta, sta un po’ troppo a guardare, anche perché la Liquigas non è affatto preoccupata da chi sta davanti e perché non ha da tutelare gli umori di un Bennati o di un Chicchi che vorrebbero provare a fare volata. Tutti per Vincenzo, tutti per Ivan. E la fuga va.
La gara si accende con l’ascesa verso il secondo Gpm di giornata, Passo Spolverina, dove al contrattacco troviamo quattro uomini: Matteo Bono (Lampre), Johann Tschopp (Bbox), Caetano Sarmyento (Acqua&Sapone), Evgeni Petrov (Katusha). Ci fa piacere per il compagno di Garzelli che si sia messo in mostra e quando le tappe si faranno ancora più dure sarà senz’altro là davanti a combattere, mentre fa un po’ strano vedere in fuga già alla sesta tappa un uomo da top-10 come Petrov. Ma alla Liquigas non fa paura visto che in questi giorni ha già perso dieci minuti. E’ qui che, dal gruppo, iniziano ad alzare bandiera bianca quasi tutti i velocisti, mentre la coppia di testa riesce a collinare con poco meno di tre minuti sul plotone principale. Mancano 24 chilometri ma è già fatta. Nella discesa, se ne va addirittura Petacchi per provare a smuovere le carte ma, come previsto, rimbalzerà duramente sulla salita successiva di Bedizzano. E’ qui che si decide la gara perché Lloyd imprime un ritmo forsennato per provare a staccare Bertogliati che, sulla carta, è più veloce. Lo svizzero prova a resistere ma a poco meno di un chilometro dallo scollinamento è costretto a desistere e allora l’uomo Omega Pharma prende fiducia ed in 1.500 metri guadagna 28” che poi diventano 32” e si attestano sui 45” alla fine della discesa. Per Lloyd è fatta, anche perché i quattro dietro, poi diventati tre per l’assenza di Bono, hanno un buon ritmo ma non riescono ad abbattere il muro del minuto di ritardo. In discesa, su di loro, rientra un bravissimo Dario Cataldo che, anche se già molto attardato, se non ha altro ci ha provato a mettersi in mostra. Il gruppo, forte di un centinaio di unità, pesta di brutto negli ultimi cinque chilometri che sono un viale alberato infinito e riescono nell’obiettivo minimo: ai 1500 metri dal traguardo riprendono i quattro inseguitori. Davanti, invece, Lloyd è già a braccia alzate per quella è la vittoria più prestigiosa della sua carriera. Secondo uno stremato Bertogliati e terzo un Danilo Hondo che esulta credendo di aver vinto la tappa, battendo allo sprint il bravo Belletti (Colnago-CSF) e Pippo Pozzato.
Nella generale, niente cambia con Vincenzo Nibali sempre in “rosa” con il podio tutto Liquigas con Ivan Basso secondo e Valerio Agnoli terzo, anche oggi gregario di lusso per i suoi due capitani. Con la lunga fuga ed i punti conquistati sui Gpm, Lloyd conquista anche la maglia verde.
Ma, all’inizio, dicevamo di Vinokourov. Ebbene, il kazako è rimasto tranquillamente nella pancia del gruppo tutto il giorno, ma una brutta caduta ha costretto al ritiro Paolo Tiralongo, colui che lo avrebbe dovuto scortare in tutte le tappe di montagna. Per “Vino” un assenza importante che imporrà, probabilmente, un cambio di tattica di quelli pesanti che, però, gli potrebbe consentire di agire di rimessa.
Domani si arriva a Montalcino in una tappa molto insidiosa con gli ultimi venti chilometri decisivi, visti i tratti di “strade bianche” tipici della zona. Il detto dice non c’è due senza tre per le fughe, ma qualche movimento tellurico potrebbe registrarsi anche fra i “big”.

Saverio Melegari

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