ORA PINEAU PUO’ DARE LEZIONI DI FUGA
Incredibile epilogo nella quinta tappa del Giro, la prima in linea in Italia dopo la cronosquadre di Cuneo. Una fuga a quattro, poi diventata di tre, partita da lontano che non sembrava avere speranze e che invece ha mantenuto sessanta metri di vantaggio sul gruppo per far saltare di gioia il corridore francese sulla linea del traguardo. Già i velocisti hanno poche occasioni in questo Giro, se poi le buttano anche via c’è da chiedersi: ma che ci sono venuti a fare?
Foto copertina: Pineau primo nella città dei campionissimi (foto Bettini)
L’ordine d’arrivo della volata di Novi Ligure non sarebbe affatto male: 1° Tyler Farrar, 2° Greg Henderson e 3° Alessandro Petacchi. Vista la tappa pianeggiante, i due Gpm ma di una facilità estrema e la voglia di rilassarsi dopo l’infinito vento olandese, sarebbe tutto nella norma e pronti ad esaltare la doppietta dell’americano della Garmin che in questo Giro sembra partito col piede giusto.
Peccato soltanto che il gruppo, in realtà, si è rilassato un po’ troppo, o perlomeno non tantissimo, soltanto quei trenta secondi di troppo che sono serviti alla fuga del mattino di arrivare. Con questo, niente contro i quattro, poi tre perché Paul Voss la sua tappa l’aveva già vinta prendendosi sei punti per la maglia verde (tutto fa in tempi di crisi!), andati in fuga anzi chi scrive è sempre tifoso di coloro che scattano e animano corse e tappe, a volte, troppo noiose.
Però un dubbio sorge spontaneo: com’è possibile che con squadre attrezzate come Lampre, Htc-Columbia, Garmin e Sky (seppur soltanto negli ultimi due chilometri) possano arrivare quasi in carrozza al traguardo quattro uomini che hanno avuto un vantaggio massimo di 5’40” in una delle poche tappe di un Giro che ha qualche velocista ma rarissime frazioni adatte alle ruote veloci.
E, allora, onore al buon vecchio (in senso buono, s’intende) Jerome Pineau che sorprende tutti, forse anche se stesso, sfrutta al meglio il lavoro del compagno per caso Arashiro e conquista il secondo successo di squadra in quattro giorni per la Quick-Step: i belgi erano venuti al Giro quasi per fare una scampagnata e adesso si ritrovano già plurivittoriosi. Avevamo detto, dopo il successo di Weylandts, che il bilancio si poteva ritenere già sufficiente, adesso è ottimo.
Sulla cronaca di tappa, ben poco da dire, con il solito copione da frazione di trasferimento. Prima ora di corsa pancia a terra dove ci provano un po’ tutti e, fra i più attivi, ci sono senz’altro gli uomini della Bbox-Bouygues, con Voeckler e Arashiro, e Voss (Milram) che ha già la maglia verde ma ha visto che le salite non sono proibitive e quindi vuole prendere qualche punticino in più. Il giapponese ed il tedesco riescono a prendere la fuga buona, assieme a Jerome Pineau (Quick Step) e Julien Fouchard (Cofidis). I quattro raggiungono un vantaggio massimo di 5’40” con l’uomo Milram che passa per primo, come da previsione, su entrambi i Gpm.
Dietro, dopo il lavoro Liquigas fino ai meno cinquanta dal traguardo, entrano in azione i Lampre per Petacchi ma comunque il vantaggio ai -30 è sempre intorno ai tre minuti, visto che l’andatura è tutt’altro che folle anche perché a tirare, fra gli altri, c’è anche Gibo Simoni che è tutto fuorché passista. Ecco che Farrar manda qualche uomo davanti ma non si migliora più di tanto, con i quattro che rimangono a bagno maria, visto che al passaggio sul traguardo il vantaggio è di 2’45”. Nella fuga, intanto, sulla salitella di Gavi in mezzo ai vigneti, si stacca Voss che non ha più Gpm da conquistare e quindi lascia la compagnia e nel giro di pochi chilometri viene ripreso e staccato anche dal gruppo.
Oramai tutti sono in testa al plotone per ricucire il rimanente divario dai due francesi ed il giapponese, ma quando a cinquemila metri dall’arrivo il divario è ancora di 55” si inizia a capire che forse qualcosa nel gruppo non sta funzionando alla perfezione. Ai meno quattro, però, Garmin e Htc hanno guadagnato mezzo minuto e sembra fatta. Oramai si è dentro Novi Ligure ed è Arashiro che tenta l’allungo che tiene alto il ritmo davanti e, forse, consente alla fuga di arrivare. Il giapponese imposta l’insidiosa ultima curva per primo, ma di fatto lancia la volata a Pineau che non ha particolari problemi a battere un Fouchard che da parecchi chilometri era in netto debito d’ossigeno. Quando il transalpino alza le braccia al cielo, i velocisti sono sempre ai sessanta metri e, in uno degli sprint più inutili della sua carriera, vince la gara dei battuti Tyler Farrar davanti a Henderson (Sky) e Petacchi (Lampre). Nel concitato finale, non ne va bene una ad un sempre più sfortunato Domenico Pozzovivo che anche oggi perde 44” dai migliori, mentre all’ultimo posto a più di otto minuti ci finisce proprio uno stremato Voss.
Ovviamente in classifica nulla cambia e adesso vedremo se la due giorni toscana con un po’ di marmo di Carrara e del buon Brunello di Montalcino, insieme alle insidiose strade bianche, potranno dare qualche altro scossone inatteso o ci sarà da aspettare il Terminillo.
Saverio Melegari