VINCE IL VENTO SUL VENTOUX: MA CHI PERDE È IL CICLISMO

luglio 14, 2016
Categoria: News

Froome all’attacco, fuoco alla polveri. Anzi no. Froome cade per colpa di una moto, abbandona la bici, corre a piedi. La giuria gli restituisce il tempo perduto. Dalla salita del mito ai pasticci di un Tour sgonfiato.

Il Ventoux trionfa sugli umani, che scacciati come mosche fastidiose dal vento furioso della cima rinunciano alla scalata completa. Resta una versione tronca, una mezzora di sforzo a tutta adattissima al trenino Sky, specialmente dopo una tappa piatta e innervosita dal vento come quella che già ieri fece saltare i nervi alla Movistar e a Quintana. Questa la premessa. Ma pochi potevano immaginare che l’immagine maggiormente azzeccata per la giornata odierna sarebbe stata davvero quella più grottesca che eroica dei giganti che invano provano a scalare l’Olimpo, e finiscono respinti dal soffio del vento ancor prima che sconfitti dalle folgori di Zeus, così come viene affrescata da Giulio Romano a Palazzo Te. Che i corridori di oggi non siano questi gran giganti della strada, ma più giganti manieristi, a tratti ridicoli, era stato chiarito a sufficienza dal fine settimana pirenaico. Oggi però il vero gigante denudato nella sua tronfia autocelebrazione, troppo spesso priva di sostanza, è niente meno che il Tour de France.
Veniamo alla cronaca. Il vento, come previsto, è sferzante già in pianura e spezza il gruppo, che pure in una prima fase se l’era presa molto comoda lasciando campo libero a una fuga solida, che arriva a superare abbondantemente i dieci minuti di vantaggio. La fuga è forse l’unica nota non del tutto stonata in una giornata che finirà in farsa. I coraggiosi evasi van selezionandosi sulle rampe della salita conclusiva, e possiamo anticipare, chiudendo così questo capitolo, che la sfida si ridurrà a un duello triplice tra due belgi, De Gendt della Lotto e Pauwels (che corre per la già plurivincitrice Dimension Data, team in grandissima forma), più uno spagnolo, Dani Navarro della Cofidis. Il pur nobile tentativo dell’ormai attempato Chavanel di riportare in Francia una vittoria di tappa nel giorno della festa nazionale, dopo oltre dieci anni, finisce in un quinto posto. Pauwels pare quello con più energie, Navarro, il più scalatore, lo marca stretto, De Gendt resta attardato in un primo momento sul forcing del connazionale, ma poi si riporta sotto con la sua notoria costanza e perfino rilancia, facendo fuori Navarro. La volata finale, se così vogliam chiamarla, vedrebbe favorito il più scattante Pauwels, ma De Gendt parte lunghissimo e a denti serrati non molla fino alla linea. L’epica fuga vincente verso Port Ainé al Catalunya ce l’aveva restituito trionfatore, un vero ciclista d’altri tempi, in questo senso, lui sì, unico gigante di giornata ancora dotato di aura eroica. Nota d’onore per non aver ceduto alla piaggeria quando il giornalista gli chiede se trattasi della vittoria più importante in carriera: il buon De Gendt replica che quella resta la giornata epica dello Stelvio.
Torniamo sul gruppo, che si spezza in due tronconi quando Etixx e Sky cominciano a menare duro nella ventosa campagna provenzale. Gli uomini che contano restano tutti davanti, ma la tensione è alle stelle: Aru sembra fuori dai giochi quando un problema alla bici lo costringe al cambio volante, in puro stile crossistico, e a un faticoso rientro a cavallo di misure non sue – il vero problema è che sembra impossibile trovare di lì innanzi un momento per tornare in sella a un ricambio su misura! La Orica si aggrega alla festa e alza il ritmo con Gerrans, ma l’australiano ha una certa affinità con l’asfalto, negli ultimi anni, e finisce per terra coinvolgendo mezzo Team Sky, con Froome che si salva. Ecco però che Cancellara chiama il time out, impensabile che i padroni della corsa restino a mezzo servizio. Ciò consente il recupero del troncone di gruppo attardato e, per fortuna del sardo, il cambio di bici di Aru. Si riparte con meno bollenti spiriti, anche perché, in realtà, ormai siamo vicini al finale e gli scalatori erano già cotti a puntino. Ecco infatti che sulle prime rampe della salita il trenino Sky si installa in pieno in testa al gruppo. Ciò nondimeno la Movistar ci crede e sull’onda di un attacco di Pantano (dopo un velleitario tentativo di Rolland), lancia Valverde. Il ritmo si fa più intenso, ma ci sono lì davanti Landa, Poels and Henao, Froome non sente nemmeno il solletico. È allora Quintana a provarci in prima persona intorno ai meno sette dal traguardo, però la Sky non si scompone: Wouter Poels soffre ma regge il colpo e mantiene sempre il colombiano a tiro. Quintana riprova, ma la musica resta la stessa. Non importa chi vada attaccando, i gregari della Sky sono in grado di non lasciare spazio evitando che Froome debba anche solo cominciare a stancarsi. Delle altre squadre, ormai, restano solo i capitani. Ci provano i vecchi compagni d’arme e poi nemici per la pelle Purito e Valverde, ma Poels è una macchina da guerra, a giri costanti impedisce ogni allungo, affiancandosi anzi con una certa arroganza a chi ambisce a un allungo. La storia è già scritta: quando mancheranno una decina di minuti alla linea di meta, Froome frullerà! Puntutalmente, è quel che accade. Quintana copre bene la prima frullata, ma la seconda, in piedi sui pedali, è irresistibile per chiunque salvo Richie Porte. Se tra Purito e Valverde gli antichi patti si ruppero una volta fattisi rivali, fino a pugnalarsi alle spalle quando per una volta si corre nella medesima squadra, la nazionale, invece tra Porte e Froome la luna di miele è immarcescibile. Chiaramente l’australiano non coltiva nessuna ambizione di vittoria, quindi la scelta più logica non è lasciar affaticare il leader per poi colpire, bensì collaborare con lui, risparmiargli fatiche, ma così facendo aumentare il distacco sugli altri rivali. Ai due si aggiunge, con prepotente allungo, Bauke Mollema della Trek, l’eterno piazzato che fin qui in carriera si è distinto per tre top ten al Tour… ma nessuna top five, e nessun’altra prestazione di spicco in gare a tappe lunghe o brevi. Il Tour è la sua vita, è chiaro, e oggi si scopre all’altezza dei migliori di giornata. BMC, Trek, Sky, il conglomerato è di gran lusso e di gran peso politico. Importa? Non si direbbe, ma oggi importerà. Perché mentre dietro Quintana stenta, Yates, il giovane inglese dell’Orica, si riprende dopo apparenti sofferenze di inizio salita, Aru si sfoga con un allungo scomposto dei suoi, ecco, mentre dietro, a una ventina di secondi, regna il caos attorno al declino di Quintana, davanti invece Porte tira il trio a tutto motore contro il didietro di una moto improvvisamente inchiodatasi in mezzo alla strada. Lo capiremo forse stasera, forse domani, o forse non lo capiremo mai, perché la moto si sia fermata di colpo, e perché Porte non sia stato capace di frenare per tempo (dopo tutto la bici dovrebbe avere un tempo d’arresto più breve, e le velocità non erano comunque da capogiro). Il pubblico dovrebbe aver giocato un ruolo, sia nel frenare la moto, sia nell’impedire un aggiramento della stessa. Ma chi lo sa. Nei frammenti registrati vediamo l’australiano galoppare a tutto gas contro il mezzo fermo, che lo sta filmando, come se non pensasse nemmeno di frenare, o se non potesse farcela. Il capitomobolo coinvolge i compagni d’attacco, ma Mollema si rialza prontamente, solleva la bici al di sopra delle macerie sportive sottostanti, riparte e taglia il traguardo per primo, fatta salva la fuga. Così non sarà per Porte e Froome che per problemi con il mezzo proprio non riescono a ripartire. Froome, addirittura, abbandona la bici furioso presso una moto dell’organizzazione e comincia a correre a piedi, in bello stile da maratoneta peraltro, su per le rampe del Ventoux, con il pubblico che lo incita e gli chiede perfino di battere il cinque! Lo sorpassano a frotte, va da sé, tutti gli inseguitori, tutto il gruppo dei migliori. Certo, resta incomprensibile perché Froome abbandoni la bici, quando ogni ciclista sa che il traguardo va tagliato portandosi, sia pure a mano, una bicicletta, sia pure rotta, o rubata al pubblico, una graziella, o quel che sia. La spiegazione ufficiale è che la bici sia stata spaccata da una moto sopraggiunta da dietro che l’avrebbe investita. Ma anche così non si giustifica l’abbandono del mezzo, quando logica avrebbe voluto che ce lo si portasse dietro fino a poterlo sostituire, o al limite addirittura fino a tagliare il traguardo portandosi a mano proprio la bicicletta spaccata, che avrebbe validato il passaggio, invece impossibile senza un qualsivoglia ciclo d’appoggio. Certo, le immagini di Froome che corre rimarrano leggendarie, e provano che dopo tutto almeno nella corsa ha una certa eleganza che la bici gli nega. Tuttavia l’abbandono della bici resta un errore marchiano e quasi incomprensibile, accettabile solo nell’ottica di un’enorme confusione mentale nel momento di panico: ma che dicevano dall’ammiraglia nelle interminabili conversazioni che Froome stava avendo con i direttori attraverso la radio? Possibile che non lo avvisassero di tenersi ben stretta la bicicletta, casomai, se proprio pensava di passare la meta a piedi? Fatto sta che dopo un po’ arriva in soccorso un’auto dell’appoggio tecnico neutrale, e offre a Froome una bici, ma pare che i pedali siano sbagliati! Un altro incredibile errore. Froome proprio non avanza, e alla fine scende di nuovo, fino a ricevere una bici ufficiale dall’ammiraglia infine sopraggiunta e poter fermare il tempo sulla linea d’arrivo. Il dato più allucinante è che in tutto ha perso forse un minuto e mezzo, un paio di minuti a esagerare, non di più. Tutta la storia aveva l’aspetto di un incubo, di uno di quei sogni dove si sta per vincere una tappa ma la bicicletta sparisce e tocca correre davanti al gruppo in rimonta. Come nei sogni, il tempo ha fluito in maniera inaspettata. E continuerà a farlo… almeno nelle classifiche, perché, come era prevedibile visto il peso politico delle squadre coinvolte, la giuria decide di annullare i distacchi di Froome e Porte, regalando a entrambi il medesimo tempo di Bauke Mollema, arrivato con una ventina di secondi DI VANTAGGIO su Quintana, Aru, Yates e compagnia. Froome, che si vedeva 40” dietro a Quintana nella generale torna a stargli un bel minutino davanti.
La decisione è controversa e segna un precedente pericoloso. Da un lato sembra colossale l’ingiustizia che era stata patita dai tre, chiaramente irraggiungibili e in grande spolvero, vittima del pubblico mal controllato, delle moto della TV e dell’organizzazione, e perfino del supporto tecnico incapace o quel che sia. D’altro canto è un incidente di gara. Sagan fu abbattuto da una moto in una tappa della Vuelta che avrebbe vinto. Van Avermaet fu abbattuto da una moto nel finale di una classica di San Sebastián che stava vincendo. Flecha e Hoogerland ancora non sanno, dopo anni, chi li tirò nel filo spinato investendoli con l’auto degli ospiti ufficiali. Al massimo fu offerto loro, come risarcimento patetico, un premio della combattività.
Nessun premio combattività o miglior maratoneta, per Froome: a lui va la maglia gialla, intatta e migliorata.
È logico che abbia prevalso la paura, perché essendoci colpa diretta di mezzi legati a ASO stessa o alle TV, sarebbero potute partire cause milionarie. Ma ASO china la testa. Non solo fallisce miseramente nell’organizzazione della tappa, oltretutto precedentemente castrata per motivi di “sicurezza”, ma si piega completamente ai diktat delle squadre più potenti. Una vera umiliazione per chi ha sempre sostenuto che quel che conta davvero è il Tour, non i corridori e men che meno le squadre.
E che dovrebbe dire Mollema, che i suoi secondi se li è guadagnati con la prontezza di riflessi, con l’intuito, con una bici “più solida”, sia pure, comunque una bici in grado di funzionare anche dopo un normale urto (in salita, a circa venti km/h!)?
Non c’è una soluzione facile o “bella”, ma l’intero scenario è diventato una farsa grottesca che lascia in secondo piano il resto, sia esso lo strapotere dei gregari Sky; gli inceppi di Quintana dopo tante pressioni in pianura (e dopo aver rinunciato ad affondare il colpo quando avrebbe potuto, sui Pirenei); la gran forma di Adam Yates o il possibile recupero di Fabio Aru. Certo è che questo Froome, anche dietro a Quintana di 50”, il Tour avrebbe potuto vincerlo lo stesso. Tuttavia restituirgli questo tempo ha un altro significato, ancor più preoccupante per gli avversari della forza dell’anglokenyano come atleta: l’organizzazione è asservita ai suoi interessi. Difficile trovare il morale e il modo di rovesciare un risultato che puzza di già scritto. Nonostante ieri, che è stata una tappa indiscutibilmente emozionante, dopo la insulsissima prima parte e con la ciliegina di oggi, il Tour 2016 si candida seriamente ad essere il più brutto da almeno dieci anni in qua. E ASO ha da poco comprato il 100% della Vuelta (ne deteneva la metà circa), ora aleggia intorno alla proprietà del Giro: ma è proprio questo il ciclismo che vogliamo? Al 100%? In tutte le corse?

Gabriele Bugada

ORDINE D’ARRIVO

1 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 4:31:51
2 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data 0:00:02
3 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:00:14
4 Stef Clement (Ned) IAM Cycling 0:00:40
5 Sylvain Chavanel (Fra) Direct Energie
6 Bertjan Lindeman (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:02:52
7 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 0:03:13
8 Sep Vanmarcke (Bel) Team LottoNl-Jumbo 0:03:26
9 Chris Anker Sörensen (Den) Fortuneo – Vital Concept 0:04:23
10 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:05:05
11 Adam Yates (GBr) Orica-BikeExchange 0:05:24
12 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
13 Louis Meintjes (RSA) Lampre – Merida
14 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
15 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha
16 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:05:31
17 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
18 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:05:36
19 Richie Porte (Aus) BMC Racing Team 0:05:05
20 Daniel Martin (Irl) Etixx – Quick-Step 0:06:30
21 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
22 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Alpecin
23 Daniel Moreno (Spa) Movistar Team
24 Sergio Henao (Col) Team Sky 0:06:45
25 Christopher Froome (GBr) Team Sky 0:05:05
26 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff Team 0:06:51
27 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:07:24
28 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
29 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha
30 Wouter Poels (Ned) Team Sky 0:07:27
31 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:07:54
32 Iljo Keisse (Bel) Etixx – Quick-Step
33 André Greipel (Ger) Lotto Soudal 0:09:30
34 Haimar Zubeldia (Spa) Trek-Segafredo 0:09:35
35 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team
36 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
37 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18
38 Luis Angel Mate (Spa) Cofidis, Solutions Credits
39 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
40 Jarlinson Pantano (Col) IAM Cycling
41 Cyril Lemoine (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:10:05
42 Frank Schleck (Lux) Trek-Segafredo 0:11:41
43 Anthony Delaplace (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:12:13
44 Mikel Landa Meana (Spa) Team Sky 0:12:29
45 Patrick Konrad (Aut) Bora-Argon 18 0:13:40
46 Jérémy Roy (Fra) FDJ 0:14:11
47 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team
48 Florian Vachon (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:14:33
49 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
50 Martin Elmiger (Swi) IAM Cycling
51 Tsgabu Grmay (Eth) Lampre – Merida
52 Bartosz Huzarski (Pol) Bora-Argon 18
53 Jan Bakelants (Bel) AG2R La Mondiale 0:15:25
54 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:15:27
55 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
56 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:16:27
57 Daryl Impey (RSA) Orica-BikeExchange 0:18:32
58 Ruben Plaza (Spa) Orica-BikeExchange
59 Anthony Roux (Fra) FDJ 0:19:44
60 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
61 Cyril Gautier (Fra) AG2R La Mondiale
62 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
63 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 0:21:26
64 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
65 Julien Vermote (Bel) Etixx – Quick-Step
66 Marcus Burghardt (Ger) BMC Racing Team
67 Dylan Van Baarle (Ned) Cannondale-Drapac
68 Antoine Duchesne (Can) Direct Energie
69 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
70 Geoffrey Soupe (Fra) Cofidis, Solutions Credits
71 Alberto Losada (Spa) Team Katusha
72 Pierre-Luc Perichon (Fra) Fortuneo – Vital Concept
73 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin
74 Edward Theuns (Bel) Trek-Segafredo
75 Oliver Naesen (Bel) IAM Cycling
76 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
77 Petr Vakoc (Cze) Etixx – Quick-Step
78 Matteo Bono (Ita) Lampre – Merida 0:22:40
79 Kristijan Durasek (Cro) Lampre – Merida
80 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Alpecin
81 Paul Voss (Ger) Bora-Argon 18
82 Reinardt Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
83 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team 0:23:37
84 Andriy Grivko (Ukr) Astana Pro Team
85 Jesus Herrada (Spa) Movistar Team
86 Markel Irizar (Spa) Trek-Segafredo
87 Nelson Oliveira (Por) Movistar Team
88 Ramunas Navardauskas (Ltu) Cannondale-Drapac
89 Fabian Cancellara (Swi) Trek-Segafredo
90 Michael Valgren (Den) Tinkoff Team
91 Imanol Erviti Ollo (Spa) Movistar Team
92 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
93 Bryan Coquard (Fra) Direct Energie
94 Borut Bozic (Slo) Cofidis, Solutions Credits
95 Julian Alaphilippe (Fra) Etixx – Quick-Step
96 Luke Durbridge (Aus) Orica-BikeExchange
97 Matti Breschel (Den) Cannondale-Drapac
98 Brice Feillu (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:24:41
99 Robert Kiserlovski (Cro) Tinkoff Team 0:25:25
100 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team
101 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team
102 Reto Hollenstein (Swi) IAM Cycling
103 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
104 Thomas Voeckler (Fra) Direct Energie
105 Timo Roosen (Ned) Team LottoNl-Jumbo
106 Angel Vicioso (Spa) Team Katusha
107 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
108 Fabrice Jeandesboz (Fra) Direct Energie
109 Wilco Kelderman (Ned) Team LottoNl-Jumbo
110 Tom Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
111 Romain Sicard (Fra) Direct Energie
112 Luka Pibernik (Slo) Lampre – Merida
113 Winner Anacona (Col) Movistar Team
114 Arnold Jeannesson (Fra) Cofidis, Solutions Credits
115 Paul Martens (Ger) Team LottoNl-Jumbo
116 Grégory Rast (Swi) Trek-Segafredo
117 Mathew Hayman (Aus) Orica-BikeExchange
118 Arthur Vichot (Fra) FDJ
119 Greg Henderson (NZl) Lotto Soudal
120 Jens Debusschere (Bel) Lotto Soudal
121 Tony Martin (Ger) Etixx – Quick-Step
122 George Bennett (NZl) Team LottoNl-Jumbo
123 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team
124 Jan Barta (Cze) Bora-Argon 18
125 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling
126 Steve Morabito (Swi) FDJ
127 Tony Gallopin (Fra) Lotto Soudal
128 Eduardo Sepulveda (Arg) Fortuneo – Vital Concept
129 Mathias Frank (Swi) IAM Cycling
130 Alexis Gougeard (Fra) AG2R La Mondiale
131 Rui Costa (Por) Lampre – Merida
132 Stephen Cummings (GBr) Dimension Data
133 Marco Haller (Aut) Team Katusha
134 Jerome Cousin (Fra) Cofidis, Solutions Credits
135 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-BikeExchange
136 Lawson Craddock (USA) Cannondale-Drapac 0:25:57
137 Rohan Dennis (Aus) BMC Racing Team
138 Luke Rowe (GBr) Team Sky
139 Christophe Laporte (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:26:03
140 Gorka Izaguirre (Spa) Movistar Team 0:27:49
141 Jon Izaguirre (Spa) Movistar Team
142 Peter Sagan (Svk) Tinkoff Team 0:28:00
143 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 0:28:04
144 Leigh Howard (Aus) IAM Cycling 0:28:24
145 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
146 Matteo Tosatto (Ita) Tinkoff Team
147 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data
148 Oscar Gatto (Ita) Tinkoff Team
149 Marcel Sieberg (Ger) Lotto Soudal
150 Roy Curvers (Ned) Team Giant-Alpecin
151 Jan Polanc (Slo) Lampre – Merida
152 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Argon 18
153 Sondre Holst Enger (Nor) IAM Cycling
154 Nicolas Edet (Fra) Cofidis, Solutions Credits
155 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Argon 18
156 Robert Wagner (Ger) Team LottoNl-Jumbo
157 Thibaut Pinot (Fra) FDJ
158 Simon Gerrans (Aus) Orica-BikeExchange
159 Samuel Dumoulin (Fra) AG2R La Mondiale
160 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data
161 William Bonnet (Fra) FDJ
162 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin
163 Armindo Fonseca (Fra) Fortuneo – Vital Concept
164 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha
165 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
166 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange
167 Jurgen Roelandts (Bel) Lotto Soudal
168 Adrien Petit (Fra) Direct Energie
169 Vegard Breen (Nor) Fortuneo – Vital Concept
170 Maciej Bodnar (Pol) Tinkoff Team
171 Yohann Gene (Fra) Direct Energie
172 Jacopo Guarnieri (Ita) Team Katusha
173 Dylan Groenewegen (Ned) Team LottoNl-Jumbo
174 Sam Bennett (Irl) Bora-Argon 18
175 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
176 Albert Timmer (Ned) Team Giant-Alpecin
177 Michael Albasini (Swi) Orica-BikeExchange
178 Daniel Mclay (GBr) Fortuneo – Vital Concept
179 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Alpecin
180 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
181 Maarten Wynants (Bel) Team LottoNl-Jumbo
182 Ian Stannard (GBr) Team Sky
183 Yukiya Arashiro (Jpn) Lampre – Merida
184 Laurens Ten Dam (Ned) Team Giant-Alpecin
185 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin
186 Fabio Sabatini (Ita) Etixx – Quick-Step 0:29:13
187 Marcel Kittel (Ger) Etixx – Quick-Step
188 Maximiliano Richeze (Arg) Etixx – Quick-Step
189 Davide Cimolai (Ita) Lampre – Merida
190 Shane Archbold (NZl) Bora-Argon 18

I giganti respinti dallOlimpo nella raffigurazione dipinta da Giulio Romano per il Palazzo Te di Mantova

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