ANTEPRIMA TOUR – LE PREVISIONI SULLA PRIMA SETTIMANA
giugno 29, 2016
Categoria: Approfondimenti
Abbiamo chiesto ad Harry Potter…. ehm ehm… al nostro vicedirettore Matteo Novarini di munirsi della proverbiale sfera di cristallo e leggere oltre le altimetrie, provando ad immaginare gli scenari agonistici delle 21 frazioni dell’imminente Tour de France, che scatterà sabato 2 luglio Cominciamo, ovviamente, con i primi sette giorni di corsa che traghetteranno la carovana dall’incantevole baia di Mont Saint-Michel ai piedi della catena pirenaica, passando per le colline normanne prima e per le montagne del Massiccio Centrale poi.
1a TAPPA: MONT SAINT-MICHEL > UTAH BEACH (SAINTE-MARIE-DU-MONT) 188 km
Difficile immaginare qualcosa di diverso da uno sprint a ranghi compatti per la prima tappa del Tour. Le squadre dei velocisti avranno il duplice obiettivo del successo parziale e della maglia gialla. Alla luce dell’arrivo in salita – ancorché breve e non proibitivo – del giorno successivo, quella di Utah Beach potrebbe peraltro essere l’ultima occasione per gli sprinter di vestire le insegne del primato, ad eccezione forse dei più resistenti alle pendenze (Sagan, Degenkolb, Kristoff).
La principale incognita potrebbe essere rappresentata dal vento, su un tracciato che si snoda in buona parte lungo la costa atlantica; i molti cambi di direzione che caratterizzeranno gli ultimi 80 km, però, potrebbero impedire a chi fosse interessato a provocare un ventaglio di trovare un tratto di strada favorevole sufficientemente lungo.
Quasi impossibile pensare che la fuga della prima ora possa resistere.
Favoriti: Kittel, Greipel, Cavendish
2a TAPPA: SAINT-LO > CHERBOURG-EN-COTENTIN 183 km
Sarà la Côte de la Glacerie, 1900 metri di salita ad una media del 6.5% e con punte del 14% (prendendo per buono il grafico offerto dall’organizzazione, a volte un po’ troppo generosa con le pendenze), la prima asperità degna di nota della Grande Boucle 2016. Qui, con ogni probabilità , inizierà la bagarre per il successo di tappa, a fuga già riassorbita. Lo scollinamento sarà a un chilometro e mezzo appena dal traguardo, e difficilmente si avrà il tempo di organizzare un inseguimento. Chi ambirà alla tappa o alla maglia gialla dovrà dunque farsi trovare già al comando dopo la Glacerie.
Il nome del vincitore non sarà comunque chiaro fino in fondo, poiché gli ultimi 700 metri torneranno a salire e potranno selezionare ulteriormente il drappello emerso sull’ascesa precedente. Quasi sicuramente i velocisti puri saranno attardati, e il primato cambierà dunque padrone.
Favoriti: Sagan, Gilbert, Van Avermaet
3a TAPPA: GRANVILLE > ANGERS 223.5 km
Inizierà con la frazione tra Granville e Angers il trittico delle tre frazioni più lunghe della 103a Grande Boucle.
Ad eccezione di qualche saliscendi iniziale, buono per favorire lo sganciamento della fuga della prima ora, il percorso non offrirà spunti per scongiurare un’altra volata di gruppo. Le squadre degli sprinter saranno con ogni probabilità ancora abbastanza in forze da coronare la caccia ai coraggiosi del mattino e da garantire alle loro punte un’altra possibilità di giocarsi il successo. Qualche velocista potrebbe anche essere ancora abbastanza vicino al vertice della generale da giocarsi la maglia gialla con gli abbuoni, fra la terza e la quarta tappa, fornendo così un ulteriore incentivo all’inseguimento.
Benché insufficiente a tagliar fuori le ruote veloci, va tuttavia segnalata la leggera pendenza (2-3%) dell’ultimo chilometro, che potrebbe modificare i rapporti di forza in campo rispetto alla prima frazione.
Favoriti: Kittel, Greipel, Kristoff
4a TAPPA: SAUMUR > LIMOGES 237.5 km
Sarà la tappa più lunga del Tour quella tra Samur e Limoges, ma ben difficilmente questo basterà a prevenire un’altra giornata secondo il copione più classico: sganciamento della fuga dopo una manciata di chilometri, controllo ed inseguimento da parte del gruppo, ricongiungimento nel finale, volata di gruppo, eventualmente preceduta da qualche tentativo di colpo di mano. Il percorso, ad onor del vero, sarà un po’ più nervoso nella parte finale rispetto al giorno precedente, ma se nemmeno per gli standard molto lassi di ASO sono stati ravvisati gli estremi per premiare una delle tante collinette con un GPM, è difficile immaginare che i saliscendi siano tali da prevenire lo sprint.
Anche in questo caso, come ad Angers, le ultime centinaia di metri saranno all’insù, e dunque la volata potrebbe assumere una fisionomia meno canonica.
Favoriti: Kittel, Greipel, Kristoff
5a TAPPA: LIMOGES > LE LIORAN 216 km
Per gli appassionati francesi di lunga data, il momento più emozionante della 5a tappa arriverà dopo una quindicina di chilometri, quando la carovana transiterà da Saint-Léonard-de-Noblat, paese natale di Raymond Poulidor. Per tutti gli altri, il meglio inizierà a 35 km circa dal traguardo, quando sotto le ruote dei corridori si presenteranno le prime vere salite del Tour.
Il primo impatto con qualcosa di simile ad una grande montagna avverrà sul Pas de Peyrol, dove, negli ultimi 3 km, le pendenze non scenderanno mai sotto la doppia cifra. Potrebbe essere questo il momento dei primi attacchi e delle prime manovre di squadra, anche perché fino al traguardo i chilometri di pianura si conteranno sulle dita di una mano.
L’altrettanto scorbutico Perthus, posto a meno di 15 km dal traguardo, potrebbe rappresentare un trampolino migliore, nonché probabilmente l’ultima occasione di rendere la corsa davvero dura. Se nulla sarà accaduto qui, difficilmente lo scenario potrà mutare sul Col de Font de Cère o sul breve strappo finale, dove si assisterà alla volata di un gruppetto.
Probabile che a muoversi siano più le seconde schiere che i leader, probabilmente già con la testa ai Pirenei. Per il successo di tappa, in ogni caso, i favori del pronostico vanno alla fuga, tradizionalmente premiata dalle strade accidentate del Massiccio Centrale. Tanto più che la maglia gialla, dopo quattro giornate quasi esclusivamente all’insegna della pianura, sarà probabilmente sulle spalle di un corridore destinato a perderla in ogni caso in questa occasione, e dunque senza interesse a tenere la corsa cucita.
Favoriti: Fuga, Valverde, Gallopin
6a TAPPA: ARPAJON-SUR-CÈRE > MONTAUBAN 190.5 km
Stretta tra la tappa del Massiccio Centrale e il trittico pirenaico, quella di Montauban minaccia di essere la frazione più noiosa del Tour. La pianura continuerà infatti a farla da padrona, i velocisti difficilmente si lasceranno sfuggire l’ultima occasione prima delle montagne, e la classifica, allungata dallo scrollone del giorno precedente, non sarà probabilmente più abbastanza compatta da ipotizzare cambi di maglia dovuti agli abbuoni.
Probabile dunque una nuova volata di gruppo, stavolta senza neppure l’insidia di una lieve pendenza nelle battute finali.
Favoriti: Kittel, Greipel, Cavendish
7a TAPPA: L’ISLE-JOURDAIN > LAC DE PAYOLLE 162.5 km
Era dal 2009 che il Tour de France non approcciava così presto il primo grande massiccio montuoso, Alpi o Pirenei che fossero. Come sette anni fa, il primo impatto non sarà particolarmente traumatico: una sola salita (Arcalis nel 2009, l’Aspin quest’anno), tutt’altro che proibitiva. Un approccio relativamente morbido che rischia di penalizzare soprattutto Chris Froome, che sulle mazzate rifilate agli avversari nella prima tappa di alta montagna ha costruito buona parte dei suoi successi nel 2013 (Ax-3-Domaines) e 2015 (Pierre-Saint-Martin). È improbabile, infatti, che la sola scalata dell’Aspin sia sufficiente a produrre distacchi significativi tra i migliori, e la successiva discesa, terreno sul quale il keniano bianco si difende ma non eccelle, potrebbe addirittura suggerire al Team Sky di rimandare l’attacco.
Qualche seconda schiera potrebbe attaccare e andarsene nel disinteresse dei favoriti; è probabile che i migliori arrivino insieme, eventualmente con qualche minima differenza prodotta dalla picchiata finale.
Se davvero la prima giornata pirenaica come un mero antipasto delle frazioni a seguire (e speriamo ovviamente di prendere una colossale cantonata), il successo parziale potrebbe essere appannaggio di una fuga.
Favoriti: Fuga, Valverde, Froome
Matteo Novarini