FARRAR PIU’ FORTE DELLE CADUTE
Doveva essere una tappa liscia come l’altimetria, senza emozioni. La coroegrafia e il paesaggio hanno lasciato spazio, nella seconda parte di gara, alle cadute, grandi protagoniste di giornata. Alla fine la spunta Farrar su Goss e Sabatini. Wiggins deve invece abbandonare il primato, attardato da una caduta, in favore di Evans.
Foto copertina: lo statunitense Farrar esorcizza la malasorte giornaliera vincendo la prima frazione in linea del Giro 2010 (foto Bettini).
Percorso liscio come un biliardo, se vogliamo escludere i due cavalcavia che assegnano la maglia verde a Pirazzi, e così, tra i mulini che abbelliscono le strade tra Amsterdam e Utrecht, sembra di dover assistere alla solita parata che anticipa lo sprint di gruppo. Partiti dalla città a luci rosse, ad accendere la gara sono Facci, Voss, Flens oltre al già citato Pirazzi, che vanno in fuga e rimarranno in testa fino a 25km dall’arrivo.
Sportivamente parlando si è vista una tappa inizialmente noiosa, con le uniche digressioni da una sfilata soporifera rappresentate dalle immagini dei monumenti locali e delle coreografie riservateci dai tifosi lungo il tracciato, che mostrano di gradire il passaggio della carovana rosa per le strade olandesi.
Ma quando al traguardo mancano una sessantina di chilometri le emozioni si sprecano. Forse i ciclisti si saranno divertiti poco, ma a casa i tifosi saranno certo sobbalzati sul divano più di una volta, quando le cadute hanno cominciato a farla da padrone, complici anche strettoie mal segnalate dal personale addetto.
La prima caduta vede coinvolto Bono assieme ad un Cervélo, mentre diversi corridori devono sfruttare le loro abilità di ciclocrossisti a causa di sei restringimenti di carreggiata, copione più volte riproposto nei chilometri successivi.
Successivamente si “sdraia” su uno spartitraffico Farrar, seguito pochi minuti dopo da Masciarelli – che sembra accusare il colpo – e Wiggins, che prontamente rientra in gruppo. Kohler, scudiero dell’iridato Evans, è invece costretto a salire in ammiraglia.
Quando alla città di Utrecht, molto nota a livello sportivo per aver dato i natali a campioni del calibro di Van Basten w Sneijder e al ciclista Den Hertog, mancavano circa 25 km avviene il ricongiungimento sotto il ritmo imposto dal Team Sky. A questo punto il gruppo sembra avviato verso la volatona con plotone compatto quando scoppia il putiferio e la noia deve nuovamente farsi da parte.
Cunego resta attardato per un problema tecnico, mentre davanti un’altra caduta coinvolge almeno una quindicina di uomini, tra i quali Loddo e il tricolore Pozzato, che sembra il più dolorante. Ancora qualche chilometro e a terra finiscono Spezialetti, Bono e Bodnar, che erano poco attardati rispetto al gruppo.
Si giunge così all’ultimo chilometro in preda alla confusione più generale: davanti ci sono i velocisti e gran parte dei big per la classifica, mentre la maglia rosa Wiggins è attardatoa e, assieme a Sastre, giunge a quasi 40”. Il team Garmin riesce ad organizzare un piccolo trenino per Farrar mentre Petacchi, Greipel e Sabatini cercavano la ruota migliore. Rimanevano appena 500m e l’ultima insidia, una curva a destra prima del traguardo, quando Henderson tenta di anticipare la volata cercando di mantenere la maglia in casa Sky. Il tentativo non è fortunato e ai 100 metri l’atleta viene sverniciato da Farrar che, nonostante la caduta, si aggiudica la prima tappa in linea di questo Giro davanti a Goss, Sabatini e Greipel. Male Petacchi che compromette una volata, favorevole per come si erano messe le cose, con un errore sull’ultima curva che lo relega ad un misero quinto posto.
Tutt’altro che una tappa noiosa, come ci si poteva aspettare vedendo i primi 150km, Utrecht sancisce così dei verdetti importanti in ambito di classifica generale e non solo per l’avvicendamento in testa che, in fondo, era solo questione di giorni. Lo spagnolo Sastre è quello che forse maledirà più di tutti l’Olanda: sommando il ritardo odierno coi 20” di ieri il suo distacco si aggira attorno al minuto, troppo considerando che nelle cronometro dovrà pagare altri secondi. Cunego, invece, si trova ancora più staccato ma, per sua fortuna, non puntava alla vittoria finale
Ora in testa ci sono Evans e, trascurando il secondo posto provvisorio di Farrar, Vinokourov staccato di appena 3”: è ancora presto per esprimere un giudizio ma si può dire che, dovrebbero essere loro i più quotati per giocarsi la vittoria finale, considerato anche che sono forse i due corridori più completi e meglio piazzati. Il terzo incomodo sarà Basso con Pozzovivo e Garzelli che proveranno ad insinuarsi nella lotta.
La tappa di domani prenderà ancora il via da Amsterdam per terminare a Middleburg, dove si chiuderà la parentesi olandese del Giro. Sarà una frazione più piatta di quella odierna e le uniche insidie potranno essere ancora vento, strettoie e cadute.
Intanto, pur dolendoci interiormente per le cadute, possiamo essere davvero tutti contenti e fiduciosi perché, facendo affidamento a una delle frasi più scontate utilizzabili – se il buongiorno si vede dal mattino – quest’anno ne vedremo davvero delle belle.
Andrea Mastrangelo