A TOURNON-SUR-RHÔNE RISORGE ARU

giugno 8, 2016
Categoria: News

Il sardo vince a sorpresa la terza tappa, attaccando a 20 km circa dal traguardo e percorrendo gli ultimi quindici in solitaria, difendendo un risicatissimo margine sul gruppo. Beffato Kristoff, che regola Bonifazio e Alaphilippe nella volata dei battuti. Contador conserva la maglia gialla, malgrado una foratura nel finale. Per Aru si tratta della prima vittoria stagionale.

Dopo due risultati sconcertanti come quelli del prologo di domenica e dell’arrivo in salita di ieri, nemmeno il più accanito ed ottimista fra i molti sostenitori di Fabio Aru avrebbe osato immaginare qualcosa di vagamente somigliante a quanto andato in scena oggi, nei chilometri conclusivi della tappa che portava il Giro del Delfinato a Tournon-sur-Rhône. Il sardo pareva solo ieri in netto ritardo di condizione rispetto a quelli che saranno con ogni probabilità i suoi diretti avversari al prossimo Tour de France, alla luce del minuto e più accusato sul Mont Chéry e dei venti secondi lasciati per strada a Chalmazel-Jeansagnière, su un’ascesa pedalabile, perdendo per di più contatto da un gruppo di una trentina di unità. E invece in una giornata sulla carta interlocutoria, che ha visto non a caso un gruppo di oltre ottanta unità arrivare a sprintare per il secondo posto, è arrivato il primo squillo stagionale del vincitore dell’ultima Vuelta.
L’azione decisiva ha avuto i suoi prodromi sulla Côte de Sécheras, quando all’arrivo mancavano poco più di 20 km, e un gruppo pressoché compatto aveva già provveduto a riassorbire la fuga della prima ora di Cyril Gautier, Thomas De Gendt, Niki Terpstra e Dimitri Claeys. Sulla breve ma aspra ascesa (anche se del chilometro al 13.9% di media millantato dall’organizzazione non si è trovata traccia), è stato Tony Martin ad aprire le ostilità, imitato poco dopo da Pierre Rolland e dall’eritreo Tsgabu Grmay. Ormai in vista del GPM, preceduto come da tradizione dal forcing del fido Tiralongo, è arrivato anche l’allungo di Aru, in grado di rientrare prima dello scollinamento, con un colpo di pedale che già alla prima occhiata pareva diverso dai giorni scorsi.
Il vantaggio del terzetto, ancora attardato rispetto a Martin, era minimo in cima alla salita. Provvidenziale, allora, è stato il contrattacco di Luis Leon Sanchez, altro portacolori Astana, che in compagnia di Landa, Morabito e Yates si è riportato sul drappello del suo capitano, dando nuova linfa all’azione.
Malgrado il ricongiungimento con Tony Martin, il vantaggio del plotoncino così compostosi non è mai decollato, e a 15 km circa dal traguardo il rientro nei ranghi era sostanzialmente cosa fatta. Soltanto Aru ha rifiutato di arrendersi, rilanciando e tentando la fortuna in solitaria, in quello che sembrava tuttavia più un test che un attacco mirato al successo di tappa.
Il vantaggio, al momento dello scatto, si aggirava sui fra i 5 e i 7 secondi, e tale è rimasto per diversi chilometri, con le squadre dei velocisti – Katusha in primis – che sembravano poter fagocitare di lì a poche centinaia di metri il fuggitivo solitario. Aru, forse sempre con l’obiettivo primario di prolungare il più possibile la sua pseudo-cronometro, senza realmente credere di poter sopravvivere all’inseguimento, non si è però rialzato, e ha anzi approfittato del tratto più tecnico della lunga e leggera discesa per prendersi qualche rischio in più ed incrementare lievemente il proprio margine.
Il gruppo continuava ad incombere, ma al momento del ritorno in pianura, a 3 km e mezzo dal traguardo, il divario si era dilatato ad una dozzina di secondi, e la compattezza delle squadre dei velocisti era venuta meno. La strada tortuosa, inoltre, giovava all’attaccante, anche e soprattutto dal punto di vista psicologico, facendo sì che Aru, voltandosi, vedesse quasi sempre il vuoto dietro di sé.
Sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro, il vantaggio si attestava ancora intorno ai 12’’, mentre la Orica – GreenEdge tentava di assumere il controllo della rincorsa. L’azione di Aru si faceva via via più pesante, ma la vista dell’ultima curva, accompagnata dalla confortante segnalazione dei 200 metri alla linea bianca, ha restituito al sardo la forza di rilanciare un’ultima volta, prima di permettersi il lusso di rallentare e tagliare il traguardo a braccia alzate.
La volata, buona ormai soltanto per la piazza d’onore, ha visto Kristoff prevalere su Bonifazio e Alaphilippe, mentre Bouhanni, pur capace di resistere alle asperità di giornata, non è andato oltre l’ottavo posto.
Se, dopo le cattive prestazioni del prologo e della seconda tappa, ogni giudizio negativo andava comunque formulato con la consapevolezza che gli equilibri possono facilmente cambiare nelle settimane che ancora mancano al Tour de France, analogamente si deve resistere alla tentazione di lasciarsi prendere da facili entusiasmi dopo una vittoria come quella odierna. Il segnale positivo inviato è però innegabile, e ugualmente importante sarà senz’altro l’iniezione di fiducia derivante da una vittoria insperata, che fuga qualche dubbio – ammesso che Aru condividesse quelli di noi osservatori – sulla bontà della preparazione alla Grande Boucle.
Grazie alla tappa odierna, il sardo compie anche un piccolo balzo in avanti in classifica generale, salendo dal trentaduesimo al ventisettesimo posto, e limando 12’’ rispetto a Contador, assestandosi ora a 1’15’’. Lo spagnolo, dal canto suo, ha mantenuto il primato che detiene dal primo giorno, non senza però qualche attimo di paura: nell’ultima discesa, una foratura lo ha costretto ad uno stop, facendogli perdere momentaneamente le ruote del gruppo principale, prima del rientro a poco meno di 3 km dal termine.
Il prossimo appuntamento con gli uomini di classifica è fissato per venerdì, quando l’arrivo di Vaujany aprirà il programma alpino. Nel mezzo, domani, il Delfinato farà tappa a Belley, dove, a dispetto di un ultimo chilometro in leggera ascesa, la vittoria di tappa dovrebbe essere questione per sole ruote veloci.

Matteo Novarini

Fabio Aru festeggia il primo successo del 2016 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Fabio Aru festeggia il primo successo del 2016 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

ORDINE D’ARRIVO
1 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 4:19:54
2 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha 0:00:02
3 Niccolo Bonifazio (Ita) Trek-Segafredo
4 Julian Alaphilippe (Fra) Etixx – Quick-Step
5 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data
6 Sam Bennett (Irl) Bora-Argon 18
7 Daryl Impey (RSA) Orica-GreenEdge
8 Nacer Bouhanni (Fra) Cofidis, Solutions Credits
9 Enrico Gasparotto (Ita) Wanty – Groupe Gobert
10 Arthur Vichot (Fra) FDJ
11 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
12 Luka Pibernik (Slo) Lampre – Merida
13 Anthony Roux (Fra) FDJ
14 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin
15 Oliver Naesen (Bel) IAM Cycling
16 Samuel Dumoulin (Fra) AG2R La Mondiale
17 Valerio Conti (Ita) Lampre – Merida
18 Bjorn Thurau (Ger) Wanty – Groupe Gobert
19 Manuele Mori (Ita) Lampre – Merida
20 Laurens De Plus (Bel) Etixx – Quick-Step

CLASSIFICA GENERALE
1 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team 13:13:10
2 Richie Porte (Aus) BMC Racing Team 0:00:06
3 Christopher Froome (GBr) Team Sky 0:00:13
4 Daniel Martin (Irl) Etixx – Quick-Step 0:00:21
5 Julian Alaphilippe (Fra) Etixx – Quick-Step 0:00:24
6 Jesus Herrada (Spa) Movistar Team 0:00:27
7 Adam Yates (GBr) Orica-GreenEdge 0:00:31
8 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:00:37
9 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:00:43
10 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:00:48
11 Ryder Hesjedal (Can) Trek-Segafredo 0:00:49
12 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:52
13 Valerio Conti (Ita) Lampre – Merida
14 Louis Meintjes (RSA) Lampre – Merida 0:00:54
15 Igor Anton Hernandez (Spa) Dimension Data 0:01:02
16 Joaquin Rodriguez (Spa) Team Katusha
17 Mikel Landa Meana (Spa) Team Sky 0:01:03
18 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
19 Pierre Rolland (Fra) Cannondale Pro Cycling 0:01:06
20 Tony Gallopin (Fra) Lotto Soudal 0:01:08
21 Sergio Henao (Col) Team Sky 0:01:12
22 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
23 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:01:13
24 Daniel Moreno (Spa) Movistar Team
25 Jan Bakelants (Bel) AG2R La Mondiale
26 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling 0:01:14
27 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:15
28 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18 0:01:18
29 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data 0:01:20
30 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:01:23

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