DELFINATO VS SVIZZERA, A VELE SPIEGATE VERSO IL TOUR
giugno 4, 2016
Categoria: Approfondimenti
Il Tour de France bussa alle porte e, archiviato il Giro d’Italia, è già ora di affilare le armi in vista della Grande Boucle. Il mese di giugno offre da quasi 70 anni due preziose opportunità di preparare al meglio la corsa francese, il Criterium del Delfinato e il Giro di Svizzera, quest’anno entrambe particolarmente adatte agli scalatori dopo che la corsa elvetica ha “corretto il tiro” sui propri percorsi, nelle ultime edizioni piuttosto scarne sul piano altimetrico. Poi tutti ai campionati nazionali per conquistare la “maglia di stato” prima di far rotta sulla Normandia…
Il Giro d’Italia si è concluso il 29 maggio e all’orizzonte già fa capolino il prossimo grande appuntamento stagionale, il Tour de France, che scatterà tra meno di un mese dalla stupenda abbazia normanna di Mont-Saint-Michel. In preparazione di questo evento, il mese di transizione di giugno propone sin dal secondo dopoguerra due opportunità di affinare al meglio la condizione con due corse a tappe particolarmente ideali allo scopo grazie alle montagne di cui sono infarciti i tracciati. E così anche nel 2016 i grandi nomi che andranno a far parte del “cast” del Tour si divideranno tra il Criterium del Delfinato e il Giro di Svizzera, che offriranno ai diretti interessati l’imbarazzo della scelta, ancor più che in passato perché la corsa elvetica tornerà quest’anno a dare la giusta ribalta alle salite dopo che, nelle ultime edizioni, si erano privilegiati tracciati più mordibi e più inclini alle potenzialità dei cronoman. Come abbiamo fatto in occasione della Parigi-Nizza e della Tirreno-Adriatico, tradizionali corse di preparazione alla Milano-Sanremo, Ilciclismo.it vi proporrà una disanima in parallelo delle due corse che in calendario arriveranno una di seguito all’altra, sovrapponendosi solo per un paio di frazioni. Per prima si disputerà la 68a edizione del Critérium du Dauphiné, in programma dal 5 al 12 giugno tra Les Gets e Superdévoluy, affrontando complessivamente 1153,5 Km suddivisi tra un cronoprologo e sette frazioni in linea, due per velocisti, due di medio impegno e tre di montagna. Giunto al traguardo dell’80a edizione, il Tour de Suisse andrà in scena dall’11 al 19 giugno, tracciato tra Baar e Davos: durerà un giorno in più rispetto al Delfinato e proporrà 1227,6 Km di gara distribuiti tra due brevi tappe a cronometro, una sola vera frazione per velocisti, due collinari e quattro di montagna. Spenti i riflettori su queste due competizioni, prima del Tour questi si riaccenderanno sull’ultimo grande appuntamento del mese, i campionati nazionali che per l’Italia si svolgeranno il 25 e il 26 giugno in quel di Boario Terme (Brescia).
C.d.D. (5 giugno) – PROLOGO: LES GETS – LE MONT CHÉRY (4 Km)
T.d.S. (11 giugno) – PROLOGO: BAAR (6,4 Km)
Entrambe le corse partiranno con un prologo, la breve cronometro d’avvio delle corse a tappe, ma in realtà si tratterà di due frazioni decisamente agli “antipodi” per tipologia del percorso e “conseguenze” che potranno avere in classifica. Mentre il Giro di Svizzera scatterà, come vedremo, con un prologo tra i più tradizionali, gli organizzatori del Delfinato – che, poi, sono gli stessi del Tour de France – hanno insolitamente scelto una cronoscalata, prova non del tutto inedita come gara d’esordio della corsa francese che in due occasioni partì affrontando contro il tempo la ripida ascesa della “Bastiglia” di Grenoble. La prima maglia gialla sarà così assegnata al termine degli scoscesi 3,9 Km al 9,7% medio che condurranno dalla località sciistica di Les Gets, situata non lontana dalla celebre Morzine dove quest’anno terminerà l’ultimo tappa di montagna del Tour, ai quasi 1500 metri del Mont Chéry. Più “normale” sarà il prologo disegnato sulle strade di Baar, il comune del Canton Zugo dal quale prenderà le mosse il Tour de Suisse: la distanza da percorrere sarà di 6,4 Km, su di un percorso che non è proprio un biliardo ma che – tolto un “dosso” di 500 metri al 3% da superare in vista del secondo chilometro di gara – non proporrà reali difficoltà altimetriche e consentirà ai più veloci di “bersi” tutto d’un fiato il tracciato, a una media che quasi certamente supererà i 50 Km/h.
C.d.D. (6 giugno) – 1a TAPPA: CLUSES – SAINT-VULBAS (186 Km)
T.d.S. (12 giugno) – 1a TAPPA: CIRCUITO DI BAAR (187,6 Km)
Dopo i prologhi, differenti saranno anche le “strutture” delle prime due frazioni in linea, simili soltanto nelle distanze che si dovranno percorrere per raggiungere i rispettivi traguardi. La prima tappa del Delfinato sarà effettivamente in “linea” e offrirà la prima occasione agli sprinter di far sfoggio delle loro potenzialità grazie alla mancanza di asperità negli ultimi 100 Km – spezzati solo da un facilissimo GPM di 4a categoria molto distante dal traguardo – mentre la prima parte del tracciato sarà movimentata da un paio di pedalabili ascese che quasi certamente saranno sfruttate come trampolini di lancio per un tentativo di fuga predestinato ad essere raggiunto in vista del traguado. In Svizzera si gareggerà ancora in quel di Baar, affrontando quattro tornate di un circuito di una cinquantina di chilometri dal profilo vallonato che metterà alla frusta le squadre degli sprinter e sarà, invece, meglio congegnato per chi si troverà in fuga e che avrà così qualche possibilità in più di veder coronato il tentativo con il successo.
C.d.D. (7 giugno) – 2a TAPPA: CRÊCHES-SUR-SAÔNE – CHALMAZEL – JEANSAGNIÈRE (168 Km)
T.d.S. (13 giugno) – 2a TAPPA: GROSSWANGEN – RHEINFELDEN (192,6 Km)
Fin qui in controtendenza, oggi Delfinato e Svizzera proporranno entrambe una frazione di medio impegno, anche se pure in questo terzo giorno di gara i “destini” delle due corse paiono differenti. In Francia si disputerà una tappa di mezza montagna con l’arrivo in salita “double-face” nella stazione di sport invernali di Chalmazel, al di fuori dal Delfinato vero e proprio essendo geograficamente collocata nella zona del Massiccio Centrale. Un lungo tratto in quota spezzerà in due ascese distinte i quasi 21 Km finali all’insù, con la prima parte della salita valida come GPM di 2a categoria (Côte de Saint-Georges-en-Couzan, 7,5 Km al 5,6%) e il più pedalabile finale classificato di terza (6,8 Km al 3,7%). La bassa entità delle pendenze non dovrebbe stuzzicare oltre modo gli uomini di classifica, che probabilmente baderanno a non sprecare troppe energie in vista delle frazioni più adatte ai mezzi degli scalatori: così potrebbero aver via libera i fuggitivi di giornata, che troveranno sin dalla partenza diversi “trampolini” per lanciarsi in avanscoperta. Più difficile, ma non improbabile, che la fuga vada in porto a Rheinfelden, traguardo che sembra disegnato apposta per i finisseur abituati a iscenare le loro sparate su brevi salitelle, proprio come le due che punteggeranno il circuito finale di 27 Km, da ripetere due volte: quella che farà più “gola” ai virtuosi delle fucilatre è l’ultima, 1300 metri al 9,8% di pendenza media verso Schönbühl, da scavalcare quando mancheranno poco meno di 12 Km all’arrivo.
C.d.D. (8 giugno) – 3a TAPPA: BOËN-SUR-LIGNON – TOURNON-SUR-RHÔNE (187,5 Km)
T.d.S. (14 giugno) – 3a TAPPA: RHEINFELDEN – CHAMPAGNE (193 Km)
Anche al quarto giorno di gara si prospettano scenari e copioni differenti alle due gare che tireranno la volata al Tour de France: se al Delfinato sarà proposta un’altra frazione di media montagna, l’ultima delle due previste in questa edizione, al Giro di Svizzera questo dovrebbe essere effettivamente il giorno d’oro dei velocisti, categoria piuttosto osteggiata quest’anno dagli organizzatori elvetici. In Francia i favoriti per il successo di giornata saranno i finisseur, chiamati alla ribalta dall’appetitosa Côte de Sécheras, 3000 metri d’ascesa all’8,2%, su strada non larghissima, che celano al loro interno un “cuore” di 1 Km al 13,9% medio: pur non essendo vicinissima al traguardo, nei successivi 21 Km ci sarà poco spazio per recuperare, anche perché la salita continuerà per un bel tratto anche dopo aver superato lo scollinamento ufficiale e, terminata la breve discesa, ci sarà soltanto una manciata di chilometri pianeggianti prima di piombare sul rettilineo d’arrivo. Al Tour de Suisse, come detto, sarà in programma la più semplice tra le nove frazioni previste ma, come recita un vecchio proverbio, “non è tutto oro quel che luccica” e anche questa tappa riserverà qualche insidia agli sprinter che proprio a ridosso del traguardo dovranno “digerire” un paio di collinette, scarse nelle pendenze ma non certo nell’intensità con le quali il gruppo le affronterà, sia per la vicinanza all’arrivo, sia per la bagarre inevitabilmente provocata dalla presenza del GPM al culmine dell’ultima.
C.d.D. (9 giugno) – 4a TAPPA: TAIN-L’HERMITAGE – BELLEY (176 Km)
T.d.S. (15 giugno) – 4a TAPPA: BRIG-GLIS – CARÌ (124,6 Km)
Alla vigilia delle decisive tappe alpine il Critérium du Dauphiné concederà un’ultima giornata tranquilla al gruppo, seconda delle due riservate ai velocisti dopo quella disputata a Saint-Vulbas. Rispetto a quest’ultima il tracciato sarà più semplice dal punto di vista altimetrico ma, al contempo, più complicata per gli spinter perché, di là dei due pedalabilissimi GPM di 4a categoria che si dovranno superare ben distanti dalle fasi calde di giornata, dovranno fare i conti con un chilometro finale tutto in salita, sebbene la pendenza media non arrivi mai al 3%. Anche in previsione di questo particolare finale gli organizzatori hanno pensato bene di mostrarlo in anteprima ai corridori che, transitati una prima volta sulla linea d’arrivo e prese le misure della rampetta finale, ci ritorneranno dopo un circuito conclusivo lungo una trentina di chilometri. In Svizzera, invece, sarà già ora delle montagne, che debutteranno con l’inedito arrivo in salita a Carì, in Canton Ticino: l’ascesa finale misura 11 Km, presenta una pendenza media di poco superiore all’8% e sarà affrontata dopo aver superato due storici valichi del Tour de Suisse, il Furka (2436 metri) e il mitico San Gottardo (2102 metri), con quest’ultimo situato a 43 Km dalla conclusione e preso dal più facile tra i tre versanti possibili.
C.d.D. (10 giugno) – 5a TAPPA: LA RAVOIRE – VAUJANY (140 Km)
T.d.S. (16 giugno) – 5a TAPPA: WEESEN – AMDEN (162.8 Km)
A partire dal sesto giorno i destini delle due corse saranno coincidenti e da qui fino alle rispettive conclusioni si disputeranno solo tappe destinate a “confezionare” le classifiche finali. Il primo “mattoncino” del Delfinato 2016 era stato già posato in occasione della durissima cronoscalata d’apertura e oggi un’altra fetta del successo finale sarà messa in palio con l’arrivo nella stazione di sport invernali di Vaujany, particolarmente conosciuta agli appassionati di ciclismo femminile perché il Tour de France di categoria vi ha fatto scalo in ben 13 occasioni mentre gli unici precedenti maschili risalgono a una frazione della Parigi-Nizza del 1994 e a una tappa del Delfinato dell’anno successivo, conquistate la prima dall’elvetico Pascal Richard e la seconda dal francese Richard Virenque. Il percorso della prima delle tre tappe alpine ha in menù sette salite ma, essendo le prime sei non particolarmente temibili e concentrate nei primi 78 Km, la corsa al vertice si accenderà molto probabilmente soltanto su quella che condurrà al traguardo, 6 Km e mezzo inclinati al 6,5%, con un picco massimo del 13,3% raggiunto in vista degli ultimi 1,5 Km, totalmente privi di pendenza con l’esclusione delle ultime centinaia di metri, nelle quali la strada torna a “rampare” al 7,3%. La seconda tappa montana del Tour de Suisse, invece, può essere considerata quasi una fotocopia di quella del giorno precedente perché proporrà un colle della tradizione, il Klausenpass (1952 metri), abbinato a distanza a una salita decidamente più impegnativa che potremmo definire inedita al pari di quella di Carì, essendo oramai passati 40 anni dall’ultima volta nella quale fu steso uno striscione d’arrivo del Giro di Svizzera al termine dei 9 Km al 9,3% che conducono ad Amden, dove s’impose il belga Michel Pollentier.
C.d.D. (11 giugno) – 6a TAPPA: LA ROCHETTE – MÉRIBEL (141 Km)
T.d.S. (17 giugno) – 6a TAPPA: ARBON – SÖLDEN (224.3 Km)
Potremmo ribattezzarlo “il giorno delle regine” il settimo di gara perché, in entrambe le corse, coinciderà con la frazione più impegnativa, quella che per l’appunto è definita la “tappa regina”. Ma anche in questa concomitanza si denoteranno parecchie differenze perché mentre in Francia si è optato per un tracciato breve e infarcito di salite (5 in tutto, nessuna particolarmente cattiva), in Svizzera si punterà a focalizzare tutte le attenzioni su di un’unica salita, cattiva su tutti i fronti e posta al termine di una giornata denotata da un chilometraggio importante. Così al Delfinato dopo aver fatto colazione con i colli di Champ-Laurent e del Grand Cucheron, aver consumato un sostanzioso pranzo ai quasi 2000 metri del Col de La Madeleine – storico valico del Tour de France – e aver fatto merenda con la Montée des Frasses, si cenerà con l’ascesa di 12,3 Km al 6,6% verso la stazione invernale di Méribel-Les Allues, traguardo di una frazione di appena 141 Km ma che quasi certamente darà una bella scossa alla corsa e che a qualcuno potrebbe provocare una bella “indigestione” di salite poiché saranno più di 50 i chilometri da percorrere puntando verso l’alto. Il Giro di Svizzera, invece, tornerà a proporre l’arrivo in salita in terra austriaca ai Ghiacciai di Sölden, dove dodici mesi fa – sempre alla corsa elvetica – si era imposto il francese Thibaut Pinot, che avrebbe potuto far sua la classifica finale se quella non fosse stata l’unica tappa di montagna della e sul suo cammino non si fosse interposta la lunga cronometro di Berna. Stavolta il disegno complessivo della corsa sarà, però, più favorevole agli scalatori che, così, affronteranno con un po’ più di speranza gli ultimi 11 tremendi chilometri di questa frazione, che si arrampicheranno sino a 2669 metri di quota superando un dislivello di 1264 metri e incontrando una pendenza media dell’11,1%.
C.d.D. (12 giugno) – 7a TAPPA: LE PONT-DE-CLAIX – SUPERDÉVOLUY (151 Km)
T.d.S. (18 giugno) – 7a TAPPA: CIRCUITO DI DAVOS (16.8 Km)
Si conclude il “parallelo” tra le due gare e anche l’ottavo giorno sarà caratterizzato da nette differenze. Anzi nettissime poiché, mentre il Tour de Suisse – giunto alla sua penultima frazione – proporrà la seconda frazione contro il tempo, il Delfinato terminerà il suo annuale con un’altra tappa di montagna, pure denotata da un arrivo in salita. Rispetto a quella affrontata il giorno precedente, la frazione che si concluderà nella stazione invernale di Superdévoluy appare più “deboluccia” nel tracciato altimetrico, in particolar modo per la facilità dell’ascesa finale, lunga appena 3,8 Km e inclinata al 5,9%. A favore di questo percorso va, però, detto che le scorse due edizioni del Delfinato si sono decise proprio nell’ultima frazione che, anche in questi casi, presentavano tracciati più pedalabili rispetto alle tappe “regine” disputate 24 ore prima. Stavolta il ruolo chiave potrebbe essere rivestito dall’ascesa al Col du Noyer, posta immediatamente a ridosso della “salitella” finale: non è certo tra i più mitici colli francesi ma i suoi 7,5 Km all’8,4%, complice anche una sede stradale non larghissima, potrebbero far ribaltare la classifica proprio all’ultimo momento, come accadde con Andrew Talansky nel 2014 a Courchevel e con Chris Froome lo scorso anno a Valfréjus. Passando al Tour de Suisse, dopo il tappone austriaco la carovana farà ritorno sul suolo elvetico per disputare il gran finale di corsa a Davos, una delle più celebri località turistiche della catena alpina, che ospiterà le ultime due frazioni dell’edizione 2016. La penultima sarà, come anticipato, una cronometro individuale che, pur essendo naturalmente incline ai passisti, quest’anno strizzerà un po’ l’occhio anche agli scalatori grazie ad una distanza decisamente più ridotta rispetto ai quasi 40 Km della frazione di Berna che decise la scorsa edizione e a un tracciato che proporrà al suo interno la salita verso Clavadel, dolcissima nelle pendenze (4,4 Km al 3,8%) ma che interverrà a “frenare” i cronoman, che dal canto loro saranno favoriti dal fatto di correre costantemente in alta quota (partenza e arrivo sono attorno ai 1550 metri), dove la rarefazione dell’aria consentirà loro di viaggiare più speditamente del solito.
T.d.S. (19 giugno) – 7a TAPPA: CIRCUITO DI DAVOS (117.7 Km)
Non sarà la classica tappa finale a uso e consumo dei velocisti e, d’altronde, sarebbe stato impossibile disegnarne una simile attorno a Davos, nel cuore del Canton Grigioni. E così, come al Delfinato, anche l’ultimo giorno di scuola del Giro di Svizzera peserà molto in “pagella”, soprattutto se le salite dei giorni precedenti e le due crono non avranno chiuso la partita. Ci si giocherà il tutto per tutto negli ultimi 90 Km di questo impegnativo anello montano, che porterà i corridori prima a scavalcare i 2315 metri del Passo dell’Albula e quindi i 2383 del Passo Flüela. La prima è troppo lontana dal traguardo, distante 66 Km dalla cima dell’Albula, ma i suoi 13,8 Km al 6,8% se affrontati con piglio deciso rimarranno nelle gambe e si riveleranno determinanti al momento d’approcciare il Flüela, 13 Km al 7,4% che svetteranno a poco meno di 18 Km dall’ultima meta del Tour de Suisse 2016. Non si tratta di pendenze estreme ma, se ci sarà corsa vera, ci sarà lo spazio per riscrivere la classifica proprio all’ultimo giorno.
Mauro Facoltosi