ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI AMSTERDAM

maggio 9, 2010
Categoria: Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: si rifiniscono i lavori di preparazione del rettilineo di partenza (foto ANP)

IL POLSO DI DAMIANO

Quella di Cunego nella 1a tappa e’ stata una prestazione in linea con le aspettative, forse solo un po’ penalizzata da una prima parte di percorso molto bagnata al momento della partenza di Damiano. Per un corridore che punta a essere protagonista nelle tappe di montagna della parte finale del Giro, rischiare in una cronometro condizionata dalla pioggia sarebbe stato poco utile. Speravo che perdesse al massimo 30 secondi dagli uomini di classifica; invece, ha perso 50 secondi da Nibali. Comunque mancano 20 giorni di corsa e siamo tranquilli.

Brent Copeland

Cunego in azione nella crono di Amsterdam (www.ispaphoto.com)

Cunego in azione nella crono di Amsterdam (www.ispaphoto.com)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Wiggins: “Voglio imitare Lance”
Basso: “Buone sensazioni” (Gazzetta dello Sport)

Giro, Wiggins è la prima maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Wiggins takes early lead in Giro d’Italia (The Times)

Bradley Wiggins: ‘A year ago I never imagined I could race at this level’ (The Independent)

Giro d’Italia 2010: Bradley Wiggins claims pink jersey in Amsterdam Prologue (The Daily Telegraph)

Wiggins, la vie en rose (L’Equipe)

Wiggins : “C’est quelque chose de spécial” (Le Monde)

Bradley Wiggins se enfunda el primer jersey rosa en Holanda (AS)

Wiggins se viste de rosa en Amsterdam (Marca)

El británico Wiggins, primer líder (El Mundo Deportivo)

Tour d’Italie : Wiggins 1er maillot rose (Le Soir)

Giro Leader Wiggins Likes The Smell Of Success (The New York Times)

Wiggins clinches Giro d’Italia opener (USA Today)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

J: Cronometro breve, ma sempre meglio di quelle di 1 o 2 km, l’ideale per iniziare, per partire domani con una classifica vera, per avere un conteggio dei centesimi in caso di arrivo a pari secondi. Non è importante per la classifica finale, nemmeno in caso di cadute o forature.

N: Gli Astana volano, i Colnago pure e Cunego becca un minuto….

A: Fa piacere vedere tanta gente sul percorso. Inutile, in Italia non c’è lo stesso seguito.

C: Il percorso mi è parso abbastanza tecnico e difficile. Ci si è aggiunta anche un pò di pioggia a rendere, per taluni corridori, le cose decisamente più complicate.
Non giudico la gara in sè, ma sono rimasto molto colpito dai 2 numeri che ha fatto Vincenzino Nibali per restare in piedi … povero piccione: che brutta fine …

H: La cosa più importante da sottolineare, con grande amarezza, è che purtroppo i risultati del cronoprologo dimostrano che non abbiamo più uno straccio di specialista. E meno male che erano solo 8 km, sennò sai che batoste!

V: Onestamente, io al Giro d’Italia faccio il tifo per gli stranieri, per aumentare il rango internazionale della corsa.
E a me il prologo è piaciuto, a prescindere dal risultato degli Italiani: ottimi tempi, percorso mosso, molta gente e bel tifo olandese.
Semmai per gli Italiani farò il tifo al Tour.

E: In effetti che non ci sia nessun italiano nei primi dieci è da valutare con attenzione e deve far sorgere qualche interrogativo.
Comunque, Wiggins ha uno stile impeccapile, mentre quello che ha fatto secondo (non ricordo il nome…) era assolutamente improponibile. Che sorpresa, però! Rischiava di mettere la maglia!

S: In effetti non abbiamo uno specialista degno, manco uno nei primi 10! Senza andare al n° 1 moser, gli stessi saronni, visentini, savoldelli, bugno finivano spesso sul podio dei prologhi o delle cronometro e alcune le hanno vinte! Una volta mi pare che un tale Gelfi vinse la Grinzane-Cuneo (60 km) al giro 90 e pierobon a sassari (7 Km) nel 91…
Senza contare i piazzamenti nei primi 10 dei vari Lelli e Chiappucci (persino al tour), che non erano neppure specialisti.

H: mi pare che al Giro, non solo sulle montagne ma anche nelle tappe pianeggianti del CentroNord, i tifosi non manchino; poi ad Amsterdam il Giro non passa tutti gli anni ed è normale che ci fosse tanta gente.
Uno specialista lo abbiamo ed è Pinotti; non è un fenomeno ma comunque ha vinto la crono di Milano non più di due anni fa. Al di là di questo ho visto bene tutti i favoriti, in particolare ha sorpreso in positivo Basso.

H: In Olanda c’è la passione per la bicicletta, così come in Francia, in Belgio: tutti i ciclisti vengono applauditi indistintamente. In Italia non si ama la bicicletta, si ama solo il campione. C’è una brutta malattia in Italia. Si chiama tifo. Porta la gente ad avvicinarsi e ad allontanarsi da uno sport solo in funzione della presenza o dell’assenza di campioni. Non c’è l’amore per la bicicletta e per lo sport in senso lato. Nel Dna dell’italiano c’è la propensione, anzi la necessità di schierarsi. E’ una tara. Non ce ne sbarazzeremo mai. Riempire le strade solo se c’è un campione è assurdo. Io sulle strade vado per vedere il ciclista, i ciclisti. E non m’importa per quale bandiera corra. Questo è il ciclismo. Vero.

H: Caro V. sono sulla tua stessa lunghezza d’onda. Perfettamente d’accordo. Io spero in un bel podio straniero. Per il bene del Giro d’Italia. Così il Giro d’Italia avrà modo di farsi conoscere un po’ all’estero. Un podio tutto straniero è il mezzo migliore.
Per contro nelle corse all’estero sto dalla parte degli italiani. Vinca il più forte, è ovvio, ma se vince un italiano sono più contento. Specie al Tour. Solo che ormai la maglia gialla ai Champs Elysées è una chimera.

H: Caro S., noi non abbiamo bisogno di gente che vada forte a cronometro solo nei prologhi (tipo Thierry Marie), abbiamo bisogno di gente che vada forte a cronometro e che nel contempo tenga bene sulle salite. Il nostro problema è che qualche piccolo specialista lo troviamo sempre (appunto tipo Pinotti), ma se va bene a cronometro va male in salita oppure non ha recupero oppure non tiene le tre settimane; oppure se va bene in salita poi becca 4 minuti a cronometro e va fuori classifica. E’ questo il tasto su cui voglio insistere. Se un nostro (presunto) specialista di corse a tappe non impara a viaggiare da solo, contro il tempo, non potrà mai puntare ad un TdF.

S: quello sempre è cosi, vale per tutti, in tour o giri si deve essere completi o comunque difendersi bene. Lo stesso Pantani si difendeva bene nelle seconde crono dei tour (le prime no, prendeva 5′-10′, mentre nelle ultime tappe molto meno).
Consoliamoci che se per noi è dura vincere il tour, lo è ancor di piu per un francese…….. e loro pure il giro!
Ma è evidente che il tour ha diminuito i km a cronometro individuale. Volevo vedere gli specialisti che avrebbero detto di un tour con solo una crono di 55km … una volta ce ne erano almeno 2, roba anche di 70-80km… persino le cronoscalate,mi pare una a Morzine Avoriaz di 53 km!

H: Io sono del parere che le cronometro ci vogliono. E anche tante. Insegnano a correre. Tu sei lì, da solo, senza aiuti. Se hai gambe e fiato vai, sennò non vai. E se non vai puoi anche riflettere sull’opportunità di cambiare sport. Nel ciclismo bisogna pedalare. E possibilmente senza aiuti. Se vogliamo imparare ad andare a cronometro, dobbiamo mettere in calendario tante cronometro, sia gare di una giornata che nelle corse a tappe. E fin dalle categorie minori, juniores, U23, così come fanno all’estero. Dappertutto. Solo in Italia si è persa la cultura delle gare contro il tempo. Occorreranno anni per ricostruire la scuola dei cronomen.

M: Le crono come devono essere? Totalmente piatte o è giusto che siano “inquinate” da qualche tratto di salita?

E: In un grande giro a tappe: 2 cronometro lunghe, tipo 50-55 km oppure anche 60 km. Una piatta e una mista. Non sono a favore di cronoscalate.

H: Sono d’accordissimo. Una cronoscalata ogni 10-12 anni ci può anche stare. Ma non dev’essere un’abitudine. Per quanto riguarda le crono, mai sotto i 50 km.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Col prologo, al giro, si imparano le curve:
Curve cieche, secche, semicurve, doppie curve, curvoni….
Curve scivolose
Curve dei manubri
Le curve delle miss
ed anche le curve quadrate… le traiettorie di Ivan Basso.

by N@po

Raimondo Vianello interpreta il ciclista Birocci (Tante Scuse, 1974, RAI)

Raimondo Vianello interpreta il ciclista Birocci (Tante Scuse, 1974, RAI)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Amsterdam – Utrecht

Amsterdam: sole e nuvole sparse, temperatura 10°C (percepiti 7°C causa vento), venti moderati da NNE (13-15 km/h), umidità al 75%.
Soest (57° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 12°C (percepiti 9°C causa vento), venti moderati da NNE (13-15 km/h), umidità al 71%.
Veenendal (108° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 11,5°C (percepiti 9°C causa vento), venti moderati da NNE (12-14 km/h), umidità al 74%.
Nieuwegein (172° Km): cielo coperto, temperatura 12,7°C (percepiti 10°C causa vento), venti moderati da N (14-17 km/h), umidità al 62%.
Utrecht: cielo coperto, temperatura 12,7°C (percepiti 10°C causa vento), venti moderati da N (14-17 km/h), umidità al 62%.

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Diamo atto alla nuova coppia di telecronisti RAI e ai loro colleghi di non aver, almeno per una volta esordito col classico (almeno, a noi non è capitato di sentirlo) “questa partenza è stato un viatico per il Giro”. Nun se po’ sentì!!! Il viatico è la comunione che si da ai moribondi!!! E il ciclismo, c’avrà i suoi problemi, ma moribondo non è.
Ad aprire le danze quest’anno è stato Beppe Conti che, nel programma di presentazione del Giro (venerdì pomeriggio) è scivolato sul nome del tedesco Gerdemann, mutandolo in Gerdemans. Una quisquilia, verrebbe da dire, ma la pronuncia dei cognomi dei corridori stranieri ha spesso messo a dura prova i telecronisti: oggi abbiamo sentito Pancani chiamare “Bucvalter” il secondo arrivato Bookwalter.
La nuova coppia di telecronisti ha, però, per ora passato l’esame, senza incappare nemmeno in errori tecnici (a parte la distanza massima consentita per i cronoprologhi, che è di 8 Km e non di 7, come si è sentito).
In serata lo stress del grand depart si è però fatto sentire e, a TGiro, Cassani chi ha confezionato la perla della giornata
“La velocità è sicuramente più veloce”.

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Arrivo del Tour a Parigi. Il gruppo imbocca gli Champs-Élysées e il mitico De Zan declama a gran voce “Ed ecco sullo sfondo, la statua della Libertà”

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