LET’S GET IT STARTED. WIGGINS PRIMO PADRONE DI UN GIRO CHE GIA’ PARLA STRANIERO

maggio 8, 2010
Categoria: News

Ad Amsterdam il britannico del Team Sky rispetta i pronostici e si tinge di rosa. Evans (3°) e Vinokourov (4°) già volano mentre in casa Liquigas Nibali fa meglio di Basso e conferma di voler recitare un ruolo da protagonista assoluto. Domani primo duello per pedali veloci.

Foto copertina: Bradley Wiggins lanciato a tutta verso la prima maglia rosa del Giro 2010 (nos.nl)

Eppur si muove. Approdato in Olanda accompagnato da un vespaio di polemiche per la location, i forfait (fisici per Bennati e Freire, burocratici nella fattispecie Pellizotti) dell’ultima ora e gli autogol dell’organizzazione sul tema inviti (tiene – e terrà – banco per molto l’esclusione della Isd e della Flaminia per far spazio alle francesi), ha preso ufficialmente il via oggi da Amsterdam il 93° Giro d’Italia. Che di nostrano, almeno per adesso, ha ben poco.
Vince, come da pronostico pur senza dominare, il britannico Bradley Wiggins, capace di divorare gli 8,4 chilometri di tracciato disegnato lungo le stradine della “Venezia del Nord” ad una media di poco inferiore ai 49 km/h in barba alla sinuosità delle curve e ad alla pericolosità di un asfalto reso ancor più viscido dalla pioggia caduta ad intermittenza durante le ore che hanno accompagnato l’esercizio d’esordio dei 198 iscritti alla corsa rosa.
La stoccata del 30enne, pluri-iridato su pista e quarto classificato al Tour dello scorso anno, è arrivata come una manna dal cielo a pochi battiti dall’epilogo, scongiurando il “pericolo” di incoronare primo padrone del Giro il carneade statunitense Bookwalter, cocchiere designato di Evans e “carro armato” piazzato dall’aussie in ottica cronosquadre.
Con la maglia gialla di Parigi, pensiero stupendo messo nel mirino dal luglio scorso, vero obiettivo di stagione, non appare peregrina l’ipotesi che Wiggins possa difendere il simbolo del primato anche dopo il test della cronosquadre (il Team Sky ha incorniciato la giornata odierna con il 5° posto di Henderson ed il 15° di Cioni), concedendo alle pendenze del Terminillo il verdetto atteso: correre al risparmio per la Grande Boucle o lasciare che l’appetito venga mangiando?
Tra i protagonisti annunciati per la rosa di Verona, intanto, l’impressione migliore l’ha destata Evans, 3° a 2 palesando una condizione fisica la cui curva è allo Zenit ormai dalla Freccia Vallone. Discorso analogo per Vinokourov, appena giù dal podio e staccato di 5’’ da Wiggins, bottino divorato nel toboga di curve finali, nel quale il kazako ha letteralmente alzato il piede dall’acceleratore mentre l’uomo Sky ha condotto il mezzo con precisione chirurgica. Nibali, 11° a 10’’, arrivato in Olanda in extremis dopo l’esclusione di Pellizotti, insidia già la leadership di un Basso (37° a 23’’) che pure ha evidenziato netti segni di ripresa dopo l’opaca parentesi al Romandia. Problemi al vertice che attanagliano, oltre alla già citata Liquigas, anche la Katusha: nel team russo, infatti, Karpets (35° a 22’’) ha rifilato quasi un minuto a Giampaolo Caruso, per il quale sarà necessario attendere le prime asperità per tentare il golpe. Sugli stessi tempi di Basso si è ben difeso Sastre mentre hanno fatto leggermente meglio sia Scarponi (33° a 21’’) e Garzelli (30° a 20’’), candidati autorevoli alla top 5 conclusiva. Come era lecito attendersi, infine, sono andati decisamente più piano Cunego (144° a 52’’) e Pozzovivo, incappato in uno scivolone e già attardato di un minuto dal campione del mondo. Domani si riparte per la seconda delle tre fatiche nella terra dei tulipani. 210 chilometri, da Amsterdam ad Utrecht, su un percorso piatto come un tavolo da biliardo sanno di chiamata alle armi per i velocisti: Greipel, Farrar, Modolo e Petacchi (in rigoroso ordine alfabetico) sono già pronti.

Marco Ferri

Commenta la notizia