GIRO, ECCO GLI ITALIANI
maggio 7, 2010
Categoria: Approfondimenti
Ivan Basso per la classifica, Filippo Pozzato in caccia di tappe, Alessandro Petacchi per le volate, con Damiano Cunego che, almeno in partenza, sembra mirare a traguardi parziali. Non moltissimi ma comunque significativi, malgrado il forfait di Daniele Bennati e le poche velleità di un Vincenzo Nibali richiamato all’ultimo dopo l’esclusione di Pellizotti, i grandi nomi italiani che prenderanno il via da Amsterdam. Andiamo ad analizzare nel dettaglio il fronte italiano presente sulle strade della Corsa Rosa.
Foto copertina: Ivan Basso al Giro del Trentino (foto Roberto Bettini)
Erano anni che i corridori italiani non partivano in inferiorità numerica rispetto agli stranieri nella corsa alla maglia rosa. Non più tardi di dodici mesi fa, malgrado Menchov abbia alla fine trionfato e Sastre e Leipheimer abbiano fatto la loro parte, senza dimenticare Lance Armstrong, il nostro ciclismo schierava comunque il trio Di Luca – Pellizotti – Basso, capace di contendere al russo il primato per almeno due settimane e mezzo (tre nel caso dell’abruzzese). Oggi, due dei tre sono stati travolti da casi di doping, e nessuno sembra poter seriamente pensare di prenderne il posto, vista l’incapacità di Cunego di essere competitivo per la classifica generale da anni a questa parte, l’età avanzata di Garzelli e Simoni, e la condizione probabilmente deficitaria di Vincenzo Nibali, che ha impostato la stagione guardando al Tour de France, e si presenterà dunque al via di Amsterdam con il solo scopo di affinare la gamba in vista della Grande Boucle.
Le speranze di vedere un italiano in rosa a Verona sono dunque riposte quasi esclusivamente in Ivan Basso, unico corridore in grado di concludere due Grandi Giri in Top 5 nel 2009, con il 5° posto del Giro e il 4° della Vuelta. Due, sostanzialmente, i motivi che inducono a sperare legittimamente in un miglioramento del piazzamento dell’anno passato: l’assenza di Franco Pellizotti, che consentirà a Basso di disporre di una squadra tutta per sé, e il fatto che la ruggine per i due anni di assenza per squalifica dovrebbe essere ormai stata smaltita. È inoltre da sottolineare come Ivan abbia in Sylvester Szmyd e Vincenzo Nibali, se quest’ultimo riuscirà a trovare una forma accettabile, due gregari d’eccezione in montagna, che potrebbero rivelarsi particolarmente preziosi nell’ultima, infernale settimana. Gli unici dubbi circa le possibilità di vittoria di Basso sono legati alla sua condizione, che anche al recente Giro di Romandia non ha convinto particolarmente, ma, vista la distribuzione delle difficoltà della Corsa Rosa, condensate quasi interamente dal 22 maggio (tappa di Asolo) in poi, non è detto che una partenza lenta sia necessariamente un male.
Alle spalle del varesino, troviamo diversi nomi interessanti, ma nessuno apparentemente in grado di giocarsi il primato fino alla fine. Per blasone, i più accreditati sarebbero certamente Damiano Cunego e Gilberto Simoni, tornati dopo 5 anni a militare assieme nella Lampre, mai lasciata dal veronese, cui il trentino ha fatto invece ritorno per disputare un ultimo Giro d’Italia. Come detto in apertura, però, il veronese non riesce ormai da anni a rappresentare una seria minaccia per la classifica generale di un Grande Giro, e a questo punto appare più probabile che miri a qualche traguardo parziale, perlomeno in un primo tempo. Se poi la condizione dovesse essere buona e il distacco dalla maglia rosa non eccessivo, nella terza settimana il trionfatore dell’edizione 2004 potrebbe provare a dire la sua. Per Simoni, invece, le tre settimane non hanno mai rappresentato un problema, e anzi sono state l’appiglio su cui costruire ottimi risultati al Giro anche quando l’età era avanzata, e lo smalto non più quello del 2003. Ora però, come testimoniato dalla passata edizione della Corsa Rosa, le primavere sembrano essere troppe anche per un combattente come lui, ed è dunque facile ipotizzare per il trentino un ruolo di gregario di lusso per Cunego qualora il veronese riuscisse a combattere per la graduatoria. Viceversa, Gilberto potrebbe provare una fuga da lontano in qualche frazione alpina, per chiudere con un ultimo ruggito la sua carriera sulle strade del Giro.
Un discorso non troppo dissimile a quello fatto per la coppia Lampre è ipotizzabile per quella Acqua & Sapone formata da Stefano Garzelli e Francesco Masciarelli. Il varesino, lo scorso anno, sarebbe stato da podio o quasi senza la disfatta dell’Alpe di Siusi, ma la carta d’identità, che alla voce “data di nascita” recita 16 luglio 1973, fa pensare che forse anche per lui sia più probabile una rincorsa a successi di tappa, tante volte sfiorati ma sempre sfuggiti dodici mesi fa. Masciarelli mira invece a confermare – e se possibile migliorare – quanto di buono fatto lo scorso anno, quando fu 17° alla fine, e molto brillante nell’ultima settimana.
Altro corridore che mira alla conferma dopo un grande Giro 2009 è Michele Scarponi, che quest’anno, libero dall’ingombrante presenza di Gilberto Simoni, potrebbe decidere di tenere d’occhio anche la classifica generale, forte anche dell’aiuto in montagna di José Serpa Perez. Dovesse scivolare troppo lontano dalla maglia rosa, il corridore di Filottrano potrebbe comunque riciclarsi come cacciatore di tappe, ruolo ottimamente ricoperto lo scorso anno.
Da verificare la tenuta su tre settimane anche di Domenico Pozzovivo, vincitore sull’Alpe di Pampeago della tappa regina dell’ultimo Giro del Trentino, che partirà con i gradi di capitano della Colnago – CSF. Lo scalatore di Policoro non dovrà preoccuparsi troppo delle sue scarsissime doti di cronoman, visti pochissimi chilometri contro il tempo previsti, ma l’assenza di specialisti del tic-tac tra le fila della sua formazione potrebbe causare una perdita extra di terreno in occasione della cronosquadre di Cuneo, e non sono molti gli elementi su cui valutare le sue possibilità di resistere su 21 tappe.
Non c’è invece dubbio sulla capacità di resistenza di Marzio Bruseghin, che in maglia Caisse d’Epargne dovrà però lottare per assicurarsi il ruolo di leader, per via della concorrenza di David Arroyo. Difficile comunque che il veneto possa rappresentare una grossa minaccia per i pretendenti al successo finale, in virtù del tracciato a lui molto poco favorevole, anche se la tradizione della sua formazione in fatto di cronosquadre potrebbe permettergli di accumulare un lieve margine su alcuni avversari nella 4a tappa.
Se per quel che concerne gli uomini di classifica gli azzurri schierano un grande nome con attorno diversi candidati outsider, anche in ambito velocisti il solo Alessandro Petacchi sembra in grado di recitare un ruolo da protagonista, contrastando la concorrenza straniera di Greipel e soci, forte anche di un apripista quale Danilo Hondo. Daniele Bennati è stato infatti costretto ad una rinuncia dell’ultimo minuto, e come velocista Liquigas verrà quindi sostituito, verosimilmente, da Fabio Sabatini, originariamente delegato al ruolo di apripista dell’aretino. Ecco dunque che l’ormai 36enne atleta della Lampre sarà chiamato a reggere quasi da solo le sorti dei nostri colori, mentre dietro le nuove leve latitano decisamente. Segnaliamo comunque il nome di Alberto Loddo, capace di battere lo stesso Petacchi a Cagliari nella 5a tappa del Giro di Sardegna.
Lievemente meglio vanno le cose in tema di cacciatori di tappe, dove accanto a Filippo Pozzato, anche in questo caso unica vera stella di rango internazionale, desideroso di rivincita dopo una campagna del Nord che prometteva benissimo e che è invece stata azzoppata da un virus a pochi giorni al Fiandre, troviamo, oltre agli stessi Scarponi, Cunego e Garzelli, altri atleti in grado di dire la loro per traguardi parziali. In testa mettiamo Enrico Gasparotto, quest’anno vincitore della tappa di Colmurano della Tirreno-Adriatico, nonché già ottimo protagonista alla Montepaschi Strade Bianche e all’Amstel Gold Race, dove fu addirittura 3°. Tornando invece alla Katusha del campione d’Italia, non si possono non citare Giampaolo Caruso, che partirà come capitano ma che probabilmente si limiterà ad aspirare a vittorie di tappe, e Luca Mazzanti, per quanto il corridore in grado di vincere a Frosinone al Giro 2005 sembri piuttosto lontano. Attenzione anche a Leonardo Bertagnolli, vincitore lo scorso anno a Faenza, e a Marco Pinotti, fresco vincitore del prologo del Giro di Romandia, che si è così candidato seriamente come pretendente alla crono inaugurale di Amsterdam e a quella conclusiva di Verona.
Matteo Novarini