GIRO D’ITALIA, GLI STRANIERI AL VIA
maggio 6, 2010
Categoria: Approfondimenti
Da Evans a Sastre, passando per Vinokourov e Wiggins. Non sono moltissimi, ma comunque più numerosi di altre volte gli stranieri al via del Giro d’Italia che nutrono sogni rosa. Meno nutrita di altre volte la schiera di cacciatori di tappe, compensata però da un discreto gruppo di velocisti, capeggiati da Freire, Greipel e McEwen.
Foto copertina: Cadel Evans taglia da vincitore il traguardo della Freccia Vallone (foto Roberto Bettini)
Non siamo forse ai livelli del 2009, quando a contendere a Menchov la maglia rosa furono anche Sastre e Leipheimer, con Lance Armstrong 12°, mentre Philippe Gilbert e Mark Cavendish lottavano per traguardi parziali, ma, se confrontato con quello di molte edizioni degli anni 2000 (per non dire quasi tutte quelle precedenti il 2008) il lotto partenti straniero al Giro d’Italia è certamente più che soddisfacente. Se latitano un po’ infatti gli scattisti e i cacciatori di tappe in genere, discretamente nutrite sono invece le schiere dei pretendenti alla classifica finale e dei velocisti, con, in particolare, Evans, Sastre e Vinokourov che condividono con Ivan Basso il ruolo di principali favoriti alla Rosa veronese.
Partendo proprio dagli aspiranti al successo finale, non possiamo non iniziare da Cadel Evans, alla prima partecipazione al Giro dopo l’esperienza bifronte di otto anni fa, che da un lato lo rivelò al grande pubblico, e dall’altro vide nel tracollo di Passo Coe una delle più amare delusioni della sua carriera. L’australiano, allora partito con uno status inferiore anche a quello di outsider, è oggi invece da considerarsi con ogni probabilità il favorito #1 – come testimoniato peraltro dalle quote dei bookmakers -, forte di un titolo mondiale e tre podi in Grandi Giri (due al Tour e uno alla Vuelta) in più, oltre ad una Freccia Vallone fresca di poche settimane.
Non gioca certamente a suo favore, va detto, la quasi totale assenza di cronometro individuali (meno di 25 km in tutto), e nella cronosquadre potrebbe concedere qualcosa. Il miglior Evans è però corridore in grado di reggere il passo di chiunque in salita, e i recenti eccellenti risultati sulle Ardenne paiono confermare l’ottimo stato di forma del campione del mondo. Le tante tappe di montagna concentrate nell’ultima settimana potrebbero forse svantaggiare chi ha già dato prova di una grande gamba in aprile, a favore di chi, come Basso, Sastre e Wiggins, si è concentrato completamente sulla Corsa Rosa; d’altro canto, così tante difficoltà in pochi giorni potrebbero anche esaltare la regolarità di Cadel, che non ha certamente costruito la sua fama di specialista delle tre settimane grazie ad acuti esaltanti.
Discorso opposto vale invece per gli altri due grandissimi nomi stranieri al via con ambizioni di maglia rosa, Carlos Sastre e Alexander Vinokourov. Relativamente a quest’ultimo, la Liegi ha mostrato senza dubbio che ha ritrovato una gamba non lontana da quella dei giorni migliori, perlomeno su una corsa di un giorno. Qualche punto interrogativo resta invece intorno alle sue possibilità di reggere le tre settimane, visto che l’ultimo Grande Giro corso da Vino con ambizioni di classifica risale al 2007, mentre per trovarne uno in cui abbia effettivamente lottato fino in fondo per il primato (alla fine conquistato) bisogna tornare alla Vuelta 2006.
Il contrario si può dire invece per il vincitore del Tour 2008, già protagonista al Giro l’anno passato, quando a respingerlo fu però la scarsa costanza di rendimento: se nessun dubbio sussiste circa la sua tenute sulle tre settimane, non sono molte le corse in base alle quali valutare la condizione con cui si presenterà ad Amsterdam. Di certo, se la gamba dovesse essere buona, il percorso sarebbe disegnato su misura per l’iberico, con poca cronometro e tanti arrivi in salita e montagne in generale, per di più nella terza settimana, in cui Sastre ha costruito la vittoria al Tour 2008, e in cui è solito esaltarsi (si pensi anche al Giro 2009, con le due affermazioni sul Petrano e sul Vesuvio).
Dietro i tre, spicca il nome di Bradley Wiggins, sulla cui condizione aleggia qualche dubbio, ma che, alla luce del Tour de France della passata stagione, sarebbe, all’infuori dei tre di cui abbiamo detto, l’uomo più pericoloso se dovesse stare bene, supportato, tra gli altri, da Morris Possoni e Dario Cioni.
L’altro britannico da tenere d’occhio sarà David Millar, che dovrebbe però dividere i gradi di capitano della Garmin con Christian Vandevelde, sempre che le condizioni dei due siano tali da consentire loro di fare classifica. Altrimenti, Millar, come il compatriota Wiggins, potrebbe comunque rappresentare una minaccia nella cronometro conclusiva, limitandosi per il resto ad un Giro di secondo piano, un po’ come l’Ullrich del 2006 (vincitore della cronometro di Pontedera ma mai in corsa in classifica generale).
Con Valjavec escluso assieme a Pellizotti, Evgeni Petrov della Katusha, Chris Sorensen della Saxo Bank e la coppia tedesca Gerdemann – Fothen della Milram dovrebbero rappresentare i principali nomi in ottica generale, sempre che David Arroyo non riesce a prevalere su Marzio Bruseghin per il ruolo di capitano in casa Caisse d’Epargne (squadra in cui segnaliamo anche la presenza di Rigoberto Uran).
Molto interessante è poi il discorso legato ai velocisti, che pure nella seconda metà di Giro, ad eccezione della frazione di Brescia, faranno probabilmente da spettatori, a meno che qualcuno non decida di fare i bagagli ben prima di Verona. Anche se il nome forse più altisonante, quello del tri-campione del mondo Oscar Freire, è in dubbio per via di problemi allergici, il lotto delle ruote veloci estere resta comunque più che buono. Su tutti spicca il nome di Andre Greipel, re dell’inizio di stagione con 11 successi già all’attivo (di cui 5 al Giro della Turchia), libero quest’anno dalla leadership di Mark Cavendish, e supportato peraltro, in qualità di apripista, da Matthew Goss, vincitore della Parigi-Bruxelles 2009. Il principale rivale del tedesco, sulla carta, dovrebbe essere Tyler Farrar, regolarmente l’ombra di Cavendish nella passata edizione, che quest’anno, in mancanza del britannico, potrebbe raccoglierne il testimone.
Altro duo interessante è quello costituito, in casa Saxo Bank, da Baden Cooke e Lucas Haedo, anche se l’australiano da tenere d’occhio sarà probabilmente Robbie McEwen, uomo Katusha per gli arrivi di gruppo. Da non sottovalutare anche il vicino di casa (neozelandese) Greg Henderson, che ha lasciato il Team Columbia, con il quale aveva vinto lo scorso anno una tappa alla Vuelta, per cercare gloria in maglia Sky. Dovesse dare forfait Freire, è probabile che a sostituirglisi come sprinter Rabobank sia un altro australiano, Graeme Brown, ancora a secco in questo 2010 dopo i cinque successi del 2009. E se la sua scarsissima tenuta in salita può rappresentare un ostacolo forse insormontabile per i suoi sogni di gloria, proprio sulle asperità collocate prima del traguardo dovrà fare affidamento William Bonnet, vincitore quest’anno di una tappa alla Parigi-Nizza. Da tenere d’occhio anche il navigato Robert Forster, 3 tappe vinte in carriera al Giro, anche se le ultime risalgono al 2007.
Se per quanto riguarda i pretendenti alla classifica generale, chi per la maglia rosa e chi per un piazzamento di prestigio, e i velocisti, il numero e la qualità degli elementi sono buoni, anche se non al livello del 2009, non altrettanto si può purtroppo dire per quel che concerne i cacciatori di tappe, che dovranno verosimilmente animare la corsa in attesa degli ultimi dieci giorni di fuoco. Se già lo scorso anno l’unico grosso calibro ad avere realmente inseguito con decisione il successo di tappa è stato Philippe Gilbert, oltre ad un Boasson Hagen che alla vigilia era visto come non più di un giovane di belle speranze, quest’anno risulta molto difficile trovare un nome da prima pagina, visti i forfait di tutti gli uomini da classiche reduci dalle fatiche primaverili.
Molto corposo è il fronte francese, che oltre a Pineau, facente parte di una QuickStep che andrà sostanzialmente in cerca solo di traguardi parziali, schiera diversi atleti interessanti tra Bouygues Télécom (Voeckler su tutti), Cofidis (spicca Moncoutié, affiancato tra gli altri da Leonardo Duque) e Ag2R (Gadret e Turpin, oltre a Efimkin). Non mancheranno poi degli abbonati alla fuga, in primis Ignatiev e Wegmann, già spesso protagonisti in passato sulle strade della Corsa Rosa.
Sempre in tema di tappe, attenzione agli specialisti delle prove contro il tempo in occasione delle cronometro di Amsterdam e Verona, in particolare a Gustav Erik Larsson e Svein Tuft, che cercheranno gloria quasi esclusivamente in quelle giornate.
Un contingente straniero, quello che si presenterà al Giro, in cui spiccano dunque alcuni nomi, ma tutto da verificare per molti aspetti. Per le risposte, basterà pazientare pochi giorni.
Matteo Novarini