PORTEntoso. ADDIO AI SOGNI DI SAGAN
L’atleta australiano della Saxo Bank detta legge nei 23 km della cronmetro di Moudon, mentre il giovanissimo slovacco si scioglie finendo trentesimo e perdendo il simbolo del primato in favore di Rogers. Ancora deludente Ivan Basso che prende quasi 2’; molto meglio Valverde, Karpets e un sorprendente Moreau.
Foto copertina: l’australiano Porte in azione nella cronometro di Moudon (foto AFP).
Forse avevamo creduto troppo nel baby-talento slovacco che. dopo tre giorni interpretati al massimo, ha dovuto farsi da parte nel giorno della verità. Oggi avrebbe potuto imporsi come favorito per la corsa oppure finire la serie che lo vedeva protagonista. Alla fine gli è andata male, ma a soli 20 anni ha tutte le carte in regola per provarci, almeno per una decina d’anni ancora, e per migliorarsi.
Ad approfittarne sono stati due australiani. Il primo è stato Richie Porte ha chiuso con un sorprendente 30’54”, ipotecando il successo dopo appena un’ora di gara, quando cominciava a essere chiaro che il tempo dell’atleta Saxo Bank era davvero irripetibile. Il secondo è Michael Rogers che finisce quarto ad una trentina di secondi, ma gestisce il distacco da Valverde e Karpets e, pur piazzandosi alle loro spalle, domani potrà vestire la maglia di leader, col sogno di portarla fino al traguardo di Sion.
In sintesi, il percorso mosso ha finito per favorire più i cronomen con buone attitudini di scalatori rispetto a quelli puri e questo dato rende ancora più deludente il risultato di Ivan Basso, che finisce a quasi 2’ dal leader, prendendo 5” al chilometro. È pur vero che la seconda parte della gara era praticamente tutta in discesa e che il varesino quando la strada scende non si sente proprio a suo agio, per usare un eufemismo, ma questa è l’ennesima prova in cui il campione Liquigas non è più lo stesso del pre-squalifica, almeno considerando le gare contro il tempo.
A sorprendere è stato invece Christophe Moreau. Nemmeno lui è nuovo a prestazioni importanti contro il tempo, ma alla tenera età di 39 anni non è proprio da tutti finire ad appena 51” dal più veloce, ottavo tempo in una cronometro tutt’altro che facile. Alle sue spalle è giunto poi un’altra sorpresa di giornata, il gioiellino di casa Lampre Simon Spilak, che a questo punto si candida per un posto onorevole in classifica generale, magari con qualche pensiero ai primi posti visto che dalla sua ha una buona condizione in uscita dalle classiche del nord e discrete doti in salita.
Ai primi posti si piazzano poi i nomi più importanti. Dietro a Porte, ferma il cronometro con appena 26” di ritardo lo spagnolo Valverde che chiude con un secondo su Karpets; quarto, come detto, Rogers, a 29”, mentre quinto finisce l’altro russo Menchov, a 31”. Distacco pesante per l’altro giovane Liquigas Kreuziger, che con questa cronometro sottotono abbandona ogni velleità.
Verosimilmente saranno questi cinque a combattere per vestire la maglia gialla in quel di Sion, con l’incognita Artem Ovechkin che per ora resta a 7” dal leader della generale. Più difficile che possano inserirs Braijkovic, Moreau, Spilak e Machado. Impossibile che tra gli avversari di Rogers ci sia il nostro Ivan Basso, che aspettiamo più competitivo per il Giro d’Italia.
Andrea Mastrangelo