MUGGIÒ – PINEROLO: PER ME SI VA SULLE DOLENTI CIME
È il primo atto del triduo finale che deciderà le sorti del 99° Giro d’Italia. Sulla carta non sembra una frazione molto temibile, disegnata in pianura fino alle porte del traguardo, laddove l’altimetria segnala solo il Pramartino, colle lungo appena 4,6 Km e alto poco più di 900 metri, nulla in confronto ai 2744 metri del Colle dell’Agnello e ai 2715 metri del Col de la Bonette, in programma nelle due tappe successive. Ma in quei 4500 metri è concentrato il fuoco di una stretta strada che sale al 10,5% di pendenza media e che sarà accompagnata dalla scalata ad un muro di mezzo chilometro al 14,7% che i corridori dovranno superare ben due volte nel vorticoso finale di Pinerolo. Una tappa apparentemente sottotono e che, invece, potrebbe alzarli i toni…
Se vi dicessi che in questa frazione il Giro affronterà le Tre Cime di Lavaredo sicuramente pensereste a un colossale “granchio” preso dal sottoscritto. Ma come, replichereste voi, oggi il Giro viaggerà tra la Lombardia e il Piemonte, ben lontano dalle Dolomiti! E se ribattessi dicendovi che non mi sono sbagliato, a questo punto sareste convinti di una mia improvvisa pazzia. Invece, è tutto vero e ve lo dimostrerò perché “carta canta” e i dati parlano chiaro. Certo, oggi i “girini” non affronteranno fisicamente le vere Tre Cime ma è come se lo facessero perché quel Pramartino che spunta come un fungo dalla pianura al termine della più lunga frazione del Giro 2016 è un gemellino della verticale che sta sopra Misurina. I numeri che sfornano le due ascese, infatti, sono identici in tre casi, quello della lunghezza (4,6 Km vs 4 Km), del dislivello da superare (486 vs 476) e delle pendenze (10,5% vs 11,7% quelle medie, 17% vs 18% le massime). Altrettante sono le differenze, dal netto divario tra le quote (1379 metri) agli stupendi paesaggi dei “Monti Pallidi” (mentre la strada del Pramartino è letteralmente incassata tra impenetrabili boschi), passando per le diverse tipologie di carreggiata. La strada che sale al Rifugio Auronzo è praticamente un’autostrada, mentre l’ascesa piemontese è nettamente più stretta e, pur non essendo un “budello” come quello offerto dalle salite affrontate nel finale della tappa di Cividale, questo è un punto a suo favore perché già di suo, ancor prima delle pendenze, metterà in fila i migliori, contribuendo ad acuire la selezione. È lampante il fatto che, a soli quattro giorni dal termine di una corsa di tre settimane e alla conclusione di una frazione lunga quasi 250 Km, un finale del genere sarà foriero di sorprese, anche perché certamente quasi nessuno tra i favoriti sarà venuto in perlustrazione sul tracciato, dirottando le ricognizioni di primavera sui tapponi in programma nelle successive 48 ore. E non sarà finita qui perché il Pramartino non sarà solo, dovendosi superare anche un micidiale muro che gli organizzatori hanno scovato nel cuore di Pinerolo e che hanno inserito ben due volte nel tracciato, alla vigilia dell’ascesa “regina” ed infine alle porte del traguardo.
La frazione più chilometrica dell’edizione 2016 sboccerà in pianura, dall’industre cittadina brianzola di Muggiò, a due passi dalla celebre Monza. I primi chilometri di gara vedranno il gruppo percorrere le strade dell’hinterland milanese a nord-ovest del capoluogo lombardo, sfiorando pochi chilometri dopo il via Novate Milanese, paese del quale è originario il mitico “patron” del Giro Vincenzo Torriani, e giungendo quindi a Bollate dove, nella frazione di Castellazzo, si trova una delle più celebri “ville di delizie” del milanese, appartenuta alla famiglia Arconati e utilizzata in diverse occasioni come set cinematografico (nel 1972, per esempio, prenderà le vesti di un ospedale psichiatrico nel thriller “La morte accarezza a mezzanotte”). Lambiti i confini di Milano dalle parti di quella che era stata l’area dell’Expo 2015, recentemente in parte riaperta alle visite e così si potra ancora ammirare il Padiglione Italia e l’Albero della Vita, il gruppo velocemente lascerà la Lombardia filando sulla strada statale “Padana Superiore” ed entrando in Piemonte dopo aver toccato la storica città di Magenta, celebre per la battaglia qui combattuta il 4 giugno 1859 fra l’esercito dell’impero austriaco e la coalizione, che risulterà vincente, tra le truppe del Regno di Sardegna e quelle dell’Impero francese, primo “gradino” verso l’Unità d’Italia che troverà compimento 3 anni più tardi. La corsa sarà poi a Novara, dominata dai 121 metri della cupola progettata da Alessandro Antonelli (lo stesso artefice della Mole torinese) per la Basilica di San Gaudenzio. Toccherà quindi a Vercelli applaudire il passaggio dei “girini”, che non avranno certo il tempo di gustarsi i principali monumenti cittadini (Duomo, Basilica di Sant’Andrea e altre chiese) e il Museo Francesco Borgogna, principale pinacoteca piemontese. Nei chilometri successivi faranno “ala” al tracciato le risaie che caratterizzano il paesaggio delle campagne vercellesi, impiantate per la prima volta in quest’area nel 1400 e a lungo osteggiate dalle autorità poiché ritenute tra le principali cause della malaria che impestava queste terre. Ebbero, inoltre, un inconsapevole ruolo in occasione della citata battaglia di Magenta, in previsione della quale furono artificialmente allagate per far impantanare l’esercito austriaco e rallentarne l’avanzata. Avvicinandosi a Torino il tracciato ritroverà la già percorsa statale Padana Superiore, nel tratto dove questa corre parallela al corso del Po, seguendolo in direzione del centro di Chivasso, che fino agli anni ’80 fu sede di uno dei principali mercati del bestiame della regione e la cui principale emergenza artistica è rappresentata dalla collegiata tardogotica di Santa Maria Assunta. Attorno al 150° Km di gara il Giro sarà sulle strade di Torino, che 72 ore più tardi accoglieranno l’arrivo della frazione conclusiva: in questo primo appuntamento con il capoluogo piemontese, il gruppo attraverserà i quartieri moderni situati a nord e ovest del centro, sfiorando dapprima lo Juventus Stadium e quindi la Pellerina, il più vasto parco urbano d’Italia, quasi 84 ettari di verde realizzati tra il 1937 e il 1989 e in parte intitolati ai sette operai deceduti nel tragico incendio della ThyssenKrupp, l’acciaieria che si trova di fronte ad uno degli ingressi al parco. Si percorrerà quindi l’infinito rettilineo di Corso Francia che conduce fuori dalla prima capitale dell’Italia unita puntando verso la Val di Susa e rasentando il centro di Collegno, dove a partire dal 1648 fu realizzata la Certosa Reale di Collegno, nel 1852 divenuta sede di un celebre manicomio, dismesso negli anni ’80 e che nel 1926 fu al centro del famoso caso dello “smemorato di Collegno”, l’improvvisa riapparizione di un uomo che era stato per disperso in guerra.
Dopo Rivoli, sovrastata dal castello che appartenne ai Savoia e oggi è sede di un museo d’arte contemporanea – diretto dall’ex giornalista RAI Giovanni Minoli – e di un altro dedicato alla pubblicità, la corsa si porterà nella ridente località di Avigliana, affacciata sul più vasto dei due omonimi laghetti, nel quale si specchia il barocco Santuario della Madonna dei Laghi. Lasciata la pianura e raggiunta la vicina località di villeggiatura di Giaveno – nei cui pressi si trova l’imponente Santuario del Selvaggio, definito la “Lourdes delle Alpi” e costruito in occasione del 50° anniversario dell’apparizione mariana ai piedi dei Pirenei – i corridori andranno all’attacco della salita verso la Cappella della Colletta (2,2 Km al 7,1%), oltrepassata la quale si scenderà su Cumiana, centro del quale è originario Francesco Camusso (vincitore del Giro del 1931, il primo nel quale l’organizzazione introdusse la maglia rosa per contraddistinguere il capoclassifica) e nel quale è possibile visitare il Castello della Costa, che accolse Vittorio Alfieri e San Giovanni Bosco e che oggi ospita un museo dell’arredamento. Si ritroveranno poi ampie strade pianeggianti, ma saranno gli ultimi atti di tranquillità di questa frazione che, attraversata Frossasco (centro denotato da una pianta quadrata che “tradisce” la sua origine di accampamento romano), giungerà per la prima volta a Pinerolo, cittadina entrata nella storia del ciclismo il 10 giugno del 1949 con quella che fu la più fantastica e incredibile tra le cavalcate solitare di Fausto Coppi, 192 Km di fuga sulle impervie strade sterrate di Maddalena e Vars, Izoard e Monginevro per concludere, quindi, con il Sestriere. Il finale sarà, dunque, in circuito, un anello di 28 Km che debutterà con quello che gli appassionati hanno già ribattezzato “San Maurizienberg”, perché la stretta strada in pavè che risale tra le case del centro storico per arrivare fino alla tardo-gotica chiesa di San Maurizio ha pendenze che non faranno rimpiangere quelle del fiammingo “Muur” di Grammont: tolti i primi 100 metri ancora docili (4%), nei rimanenti 500 metri Via Principi d’Acaja riserverà inclinazioni da ribaltamento, con una media del 14,7% che sale al 16,4% nella prima metà di questo muro, quella dove si raggiunge il picco massimo del 20%. Meno di 3 Km più avanti, scesi nella vicina Val Lemina arriverà il momento più atteso della giornata, destinato a trasformarsi in un “memento” amaro per qualcuno, l’ascesa verso il Colle di Pra Martino, seguendo la strada che sale ripida tra i boschi nei quali una leggenda racconta che si muovesse il tremendo brigante Barabio Coltello, mentre un’altra storia fece di questo luogo la residenza d’un gruppo di misteriosi soldati irlandesi, che vi avrebbero costruito un piccolo fortino utilizzando pali trafugati dai vigneti della Val Lemina. Passato questo irto ostacolo, recuperare il terreno eventualmente perduto non sarà gioco facile perché il versante che si percorrerà in discesa, pur essendo nettamente meno pendente (media del 6% su quasi 7 Km) presenterà una sede stradale ancora più stretta rispetto a quella poc’anzi affrontata in salita. Si troverà strada a favore solo dopo esser arrivati nel paese degli Agnelli con la A maiuscola, quella Villar Perosa che non a caso fu per anni la meta dei ritiri della Juventus, ma oramai potrebbe esser troppo tardi anche perché, dopo una decina di chilometri sulla scorrevole statale che discende dal Sestriere, si tornerà a cozzare contro il “San Maurizienberg”, stavolta collocato a 3 Km dalla fettuccia d’arrivo.
Questa, insomma, sarà una tappa in grado di “scampanare” ” a puntino i corridori giunti a questo punto con le pile scariche….
Pra Martino campanaro! Mordi tu! Suona i campioni! Din! Don! Dan!
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Cappella della Colletta (617m). Valicata dalla SP 193 “della Colletta” che mette in comunicazione Giaveno con Cumiana, è quotata 621 sulle cartine del Giro 2016, dov’è chiamata con il nome di Colletta di Cumiana. Il Giro l’ha scalata due volte: nel 1991, durante la tappa Savigliano – Sestriere, vi scollinò in testa lo spagnolo Iñaki Gastón, mentre non era invece previsto nessun traguardo GPM in vetta in occasione della versione tutta italiana della Cuneo-Pinerolo proposta durante il Giro del 2009.
Colle Pra Martino (916m). Quotato 925 sulle cartine del Giro 2016, dov’è semplicemente chiamato Pramartino, si apre su di un fianco del monte Rocciacotello e valicato dalla strada che mette in comunicazione San Pietro Val Lemina con Villar Perosa. Il Giro l’ha affrontato finora una sola volta, conquistato da Franco Pellizotti, salendo dal versante di Villar Perosa (percorso in discesa quest’anno), nel finale della citata Cuneo-Pinerolo del Giro 2009. Due anni più tardi sarà scalato anche al Tour de France, sempre in occasione di una frazione con arrivo a Pinerolo (partenza da Gap) che vedrà primo al GPM e poi anche al traguardo il norvegese Edvald Boasson Hagen.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Muggiò, chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Magenta, monumento-sacrario della Battaglia di Magenta
Novara, cupola della Basilica di San Gaudenzio
Vercelli, duomo di Sant’Eusebio
Chivasso, chiesa di Santa Maria Assunta
Torino, Juventus Stadium
Certosa Reale di Collegno
Castello di Rivoli
Avigliana, Santuario della Madonna dei Laghi
Il Santuario del Selvaggio vicino a Giaveno
Cumiana, Castello della Costa
Uno scorcio del ripidissimo muro di Via Principi d’Acaja a Pinerolo
Lo scollinamento del Colle di Pra Martino; sull’asfalto i “segni” lasciati dai tifosi in occasione della tappa del Tour de France del 2011
Villar Perosa, Villa Agnelli