MOLVENO – CASSANO D’ADDA: DI VOLATA A CASA MOTTA
Torneranno in scena i velocisti al termine di una delle tappe più semplici dell’ultima settimana di Giro, nella quale il grande protagonista sarà, però, un ex corridore, Gianni Motta. Oggi, infatti, la corsa rosa farà scalo al suo paese natale per festeggiarne il 50° anniversario del successo nella corsa rosa mentre si attenderà l’arrivo del gruppo. Poche sorprese, dunque, si attendono dal tracciato odierno che, al massimo, potrebbe “sorprendere” gli sprinter più stanchi a causa del falsopiano che si dovrà superare in vista dell’ultimo chilometro.
Sarà un giorno di festa quello che si appresterà a vivere il Giro d’Italia. A dire il vero lo sono tutte e tre le settimane di gara, in particolar modo per i comuni che vengono pacificamente “invasi” dalla carovana rosa, ma questo lo sarà in maniera del tutto speciale perché oggi il Giro farà visita a Gianni Motta per celebrare il 50° anniversario della vittoria del corridore di Cassano d’Adda al Giro, conseguita nel 1966. Tutti i riflettori saranno puntati su di lui poiché questa sarà una frazione del tutto secondaria nell’economia del Giro 2016, inserita a far da spartiacque tra le tappe dolomitiche e quelle disegnate a cavallo del confine tra Italia e Francia e che decreteranno la maglia rosa finale. Ci attende dunque un volatone, penultima occasione per gli sprinter che arriverà al termine di una delle tappe più tranquille di quest’edizione, movimentata da un paio di facili e breve salitelle nella prima metà e totalmente pianeggiante nella seconda parte, dove le uniche difficoltà avranno la forma di un chilometraggio non trascurabile a questo punto della corsa (si sfioreranno i 200 Km) e di un brevissimo tratto in falsopiano piazzato a ridosso dell’ultimo chilometro, che potrebbero costituire un “freno” per quei velocisti che si presenteranno in quel frangente decisamente provati dalle fatiche accumulate nei giorni precedenti e dalle alte velocità tipiche dei finali delle frazioni a loro destinate, dove anche un cavalcavia può bastare per far perdere le ruote del gruppo agli elementi più affaticati. Di certo non si perderanno minuti, ma a soli mille metri dalla linea d’arrivo basta un buco di due-tre secondi per vedersi tagliati fuori dai giochi per il successo in una tappa che prenderà le mosse in montagna, dalla rinomata località di villeggiatura di Molveno, situata all’estremità settentrionale dell’omonimo lago, costituitosi in seguito ad una frana caduta 4000 anni fa e che il poeta vicentino Antonio Fogazzaro descrisse come “preziosa perla in più prezioso scrigno”. Volgendo le spalle al gruppo della Paganella (Andalo, dove si era arrivati poche ore prima, è a un tiro di schioppo), i chilometri iniziali di questa 17a frazione si snoderanno in dolce discesa verso la valle del Sarca, raggiunta all’altezza delle Terme di Comano, stazione curativa nota fin dal medioevo e situata all’uscita della suggestiva gola del Limarò, sede di tappa in due occasioni alla corsa rosa: nel 2007 il successo andò allo spagnolo Iban Mayo mentre nel 1976 la vittoria arrise al veronese Luciano Conati, scomparso ad appena 65 anni lo scorso 6 febbraio. Il tratto successivo vedrà i “girini” attraversare il settore meridionale della cosidette Valli Giudicarie, area storico-geografica che corrisponde agli alti corsi dei fiumi Sarca e Chiese e che prende il nome dal termine latino “Judicium”, con riferimento ad un imprecisato luogo dove si tenevano processi e giudizi. Giunti a Tione, presso la quale si stacca sulla destra la Val Rendena che sale verso la celebre Madonna di Campiglio, il percorso volgerà a sinistra andando a superare il piccolo e pedalabile valico che separa le due valli Giudicarie, la Sella di Bondo (8,3 Km al 3,8%), presso la cui cima si trova un piccolo cimitero di guerra austriaco, costruito nel 1916. Sfiorato il piccolo laghetto di Roncone, si scenderà quindi nella valle del Chies attraversando il centro di Pieve di Bono, che fu uno dei principali delle Giudicarie, sede di una delle sette pievi i cui compiti erano quelli di decidere circa l’utilizzo dei boschi e dei pascoli e di fare da tramite con il “governo centrale” dell’epoca, il principato vescovile di Trento. Terminata la discesa in vista di Condino, centro che il 16 luglio del 1866 fu teatro di una battaglia combattuta tra le truppe austriache e il Corpo Volontari Italiani comandato da Garibaldi durante la terza guerra d’indipendenza italiana, inizierà una prima porzione di pianura, circa 35 Km di strada piatta ma talvolta “inquinata” da piccoli saliscendi, con la quale la corsa farà il suo ingresso in Lombardia. Lasciata sulla destra la strada che sale a Bagolino, conosciuto per il formaggio Bagòss e per il carnevale, e al Passo di Croce Dominii – salita che mise in croce corridori del calibro di Merckx e Hinault – si procederà lungo la litoranea del Lago d’Idro, dominati dalla poderosa Rocca d’Anfo, fortificazione eretta nel XV secolo dalla Repubblica di Venezia e recentemente concessa in affitto simbolico dal Demanio alla locale comunità montana che, dopo averla messa in sicurezza, dopo anni d’incuria e abbandono è riuscita ad aprirla per la prima volta alle visite nell’estate del 2015. Successivamente si giungerà a Nozza, oggi frazione del comune di Vestone ma un tempo centro di primaria importanza per la Val Sabbia, un passato testimoniato dalle rovine della Rocca di Nozza, eretta sulla rupe che sorvegliava il punto nel quale la valle cambiava improvvisamente direzione. Lo stesso farà, poco più avanti, anche il percorso di questa frazione che, giunto a Barghe, abbandonerà la valle del fiume Chiese per portarsi verso Brescia affrontando le ultime due asperità previste dal tracciato. La prima è poco più di uno strappo, 1,9 Km al 5,6% per risalire attraverso le frazioni del comune di Preseglie, nel quale ricade il piccolo santuario della Madonna di Visello, riaperto al culto lo scorso anno dopo un decennio di lavori di restauro, necessari a causa dei danni provocati dal terremoto di Salò del 2004, che aveva reso inagibile questo venerato luogo di culto, costruito nel 1527 nel luogo di un curioso miracolo compiuto dalla Vergine Maria, che permise a un contadino di mungere latte da una giovane mucca che non avrebbe dovuto averne, essendo di appena sei mesi. Un pelo più “consistente”, ma pur sempre facilissima, sarà la susseguente ascesa verso il Colle di Sant’Eusebio, in vetta al quale – dopo 7,8 Km al 3,3%, caratterizzati da una pendenza massima del 7,6% – sarà collocato l’unico traguardo GPM giornaliero, classificato di 4a categoria. Prima di guadagnare definitivamente l’agognata pianura bisognerà percorrere la veloce discesa su Brescia, la “Leonessa d’Italia” che si meritò questo soprannome in periodo risorgimentale, durante i dieci giorni della strenua resistenza agli austriaci, e che “ruggisce” ancora oggi grazie a due dei suoi monumenti, inseriti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, il monastero di San Giulia e il foro romano dell’antica Brixia. Il passaggio da questa città, inoltre, in un certo modo aprirà anche i festeggiamenti in onore di Gianni Motta perché fu proprio in occasione della tappa che in cima all’arcigna ascesa del Monte Maddalena, che la sovrasta, che il corridore lombardo conquistò la maglia rosa, strappandola per soli 7 secondi a Vittorio Adorni. D’ora in avanti le montagne saranno solo un ricordo, facendo al massimo una fugace apparizione all’orizzonte mentre il tracciato s’inoltrerà nella Pianura Padana, toccando per primi i centri di Capriano del Colle (luogo di produzione dell’omonimo vino DOC) e di Azzano Mella, iscritto nell’associazione degli “Azzano d’Italia” che raggruppa 5 comuni e 6 frazioni della nostra nazione che portano quel nome. La corsa taglierà quindi nel mezzo la pianura in direzione dell’Oglio, che sarà costeggiato tra Rudiano e Urago dove, sfioratone il poderoso castello, si supererà il corso del fiume al momento di lasciare la provincia di Brescia per quella di Bergamo, sulle cui strade si rimarrà sino a pochi chilometri dall’arrivo, previsto nel territorio della “neonata” Città metropolitana di Milano, istituita il 1° gennaio 2015. Il primo centro della pianura bergamasca toccato dall’itinerario di gara sarà Calcio, il cui toponimo può provocare un certo brivido ai più irriducibili appassionati dello sport del pallone ma nulla a che farvi, poiché deriva dal termine latino “calx”, che identifica l’omonimo elemento, presente in grande quantità sulle rive dell’Oglio e in particolar modo nella zona dove si trova questo centro, per l’appunto soprannominata “Calciana”. Superato anche il corso del Serio, la corsa giungerà quindi sulle strade di Caravaggio, il centro che diede i natali a una delle più celebri “firme” dell’arte italiana (al secolo Michelangelo Merisi) e che è conosciuto anche per la presenza del Santuario di Santa Maria del Fonte, il più famoso e frequentato della Lombardia, costruito sul luogo di un’apparizione mariana avvenuta il 26 maggio del 1432 e il cui 584° anniversario sarà celebrato proprio l’indomani. Mentre le velocità di gara si faranno sempre più intese, anche perché sicuramente a questo punto della gara andrà in scena la lotta tra i fuggitivi in testa alla corsa e il gruppo inseguitore, quando mancheranno meno di una decina di chilometri alla conclusione il Giro sarà in quel di Treviglio, centro dove dal 1960 ha sede la “Bianchi”, la più antica fabbrica di biciclette italiana tra quelle ancora in attività, fondata nel 1885 a Milano dal ventenne Edoardo Bianchi e che prima dell’avvento delle sponsorizzazioni extrasportive, è stata “main sponsor” di una formazione ciclistica dal 1907 al 1961 – talvolta affiancata dalla “Pirelli”, fornitrice dei tubolari – conquistando in questo periodo sei edizioni della corsa rosa, con Giovanni Galetti (1911), con Gaetano Belloni (1920) e per quattro volte con Fausto Coppi (1947, 1949, 1952 e 1953), tornando a vincere da “titolare” anche nel 1976 con Gimondi e nel 1978 con il belga De Muynck.
Il traguardo bussa oramai alle porte e, superato il corso dell’Adda, i corridori affronteranno il delicato falsopiano che li introdurrà nel centro di Cassano: sono appena 400 metri, la pendenza è appena dell’1,7% ma, percorso a tutta nel vertiginoso finale di gara, potrebbe rimanere nelle gambe di qualche velocista questo tratto che termina proprio alle soglie del principale monumento del paese, la bellissima Villa d’Adda-Borromeo, la cui scenografia è stata scelta dal regista Carlo Vanzina per girarvi due film, entrambi del 1991, “Miliardi” e “Piedipiatti”.
Poi chi sarà riusciuto a rimanere nelle posizioni di testa andrà a disputarsi la vittoria sul bel rettilineo che punta proprio verso Groppello, la frazione dove il 13 marzo del 1943 si udirono i primi vagiti d’un futuro campione.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo Dos del Comun (778m). Valicato dalla SS 241 “dei Laghi di Molveno e Tenno” tra Molveno e San Lorenzo in Banale.
Sella di Bondo (823m). Coincide con l’omonima località (quotata 815 sulle cartine del Giro 2016), situata lungo la SS 237 “del Caffaro” tra Tione di Trento e Condino. Separa orograficamente la catena alpina (Adamello) dalle Prealpi Gardesane.
Valico di Sottocastello (395m). Valicato dall’ex SS 237 “del Caffaro” tra Barghe e Gazzane, si trova nei pressi della frazione di Sottocastello (comune di Preseglie).
Colle della Croce (538m). Vi transita l’ex SS 237 “del Caffaro salendo da Odolo al Colle di Sant’Eusebio.
Colle di Sant’Eusebio (574m). Quotato 570 sulle cartine del Giro 2016, è valicato dall’ex SS 237 “del Caffaro” tra Odolo e Caino (Brescia) e vi confluisce anche la SP 57 che sale da Vallio Terme. Spartiacque tra il bacino dei torrenti Garza e Vrenda, è stato affrontato in diverse occasioni al Giro e in quattro di queste era, come quest’anno, valido per la classifica dei GPM: a transitarvi in testa sono stati Bruno Leali nel 1983 (tappa Sarnico-Vicenza), il portoghese Acacio Da Silva nel 1985 (Milano-Pinzolo), Gianni Bugno nel 1986 (Cremona – Peio Terme) e Roberto Caruso nel 1993 (Corvara-Lumezzane).
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Molveno
Bondo, cimitero militare austriaco
L’estremità settentrionale del Lago d’Idro
Rocca d’Anfo
Nozza, rupe della Rocca
Lo scollinamento del Colle di Sant’Eusebio, ultima salita di giornata
Brescia, Foro Romano
Urago d’Oglio, castello
Caravaggio, Santuario di Santa Maria del Fonte
La sede della “Bianchi” alle porte di Treviglio
Cassano d’Adda, il ponte sul fiume Adda e l’inizio del tratto in falsopiano