CASTELROTTO – ALPE DI SIUSI: …E I MINUTI SCORRERANN PALLIDI
Breve ma intenso, ecco l’annuale appuntamento con la cronoscalata, particolare prova che nel 2016 compirà 80 anni, essendo stata inserita per la prima volta nel tracciato di una grande corsa a tappe al Giro del 1936. Campo di gara sarà stavolta l’ascesa verso lo spettacolare altipiano dolomitico dell’Alpe di Siusi, che i “girini” raggiungeranno dopo aver percorso un’ascesa lunga 9 Km e caratterizzata da una pendenza media dell’8.3%.
Non sono una novità le cronoscalate e non è nemmeno la prima volta che questo tipo di prova si svolge sulle Dolomiti, alle quali appartiene geologicamente il Plan de Corones, sul quale si è saliti sfidando l’orologio in due occasioni, nel 2008 e nel 2010. Ma la cronotappa che i “girini” si appresteranno ad affrontare il 22 maggio 2016 avrà comunque un che d’inedito perché, finora, non erano mai state “violate” contro il tempo le Dolomiti vere e proprie, quelle delle guglie, dei pinnacoli, delle pale e dei campanili che il sole all’alba e sul far della sera infiamma dei colori dell’”enrosadira”. È lo “sfizio” che il Giro s’è concesso nell’anno nel quale le cronoscalate spegneranno 80 candeline, proposte per la prima volta proprio alla corsa rosa nell’edizione del 1936, quando la sfida contro il dio Kronos andò in scena lungo i 14 Km che da Rieti conducevano alla nascente stazione invernale del Terminillo. Il destino ha poi voluto che questa quindicesima frazione del Giro 2016 finisse in calendario il 22 maggio, data della Bologna-Ferrara, la prima volta di una cronometro inserita nel percorso di una corsa a tappe, un altro primato “made in Giro” poiché il Tour le “adotterà” solamente l’anno successivo. Meta della fatica sarà uno dei luoghi simbolo dei “Monti Pallidi”, quell’Alpe di Siusi che è conosciuta come la “malga più grande d’Europa” e che, nonostante la sua notorietà, costituisce una scoperta abbastanza recente del ciclismo professionistico perché il Giro, che introdusse le Dolomiti nel programma nel 1937, “abbattè” questa frontiera solamente nel 2009, al termine di una frazione atipica, insolitamente proposta al quinto giorno di gara e che sarà conquistata dal corridore che, tre settimane più tardi, sarà incoronato a Roma vincitore del Giro del Centenario, il russo Denis Menchov.
I “reduci” dal tappone di Corvara avranno dinanzi a loro poco meno di 10,8 Km di gara – sarà la seconda frazione più corta dopo il prologo di Apeldoorn – dei quali 9,1 Km di salita ufficiale ai quali aggiungere un tratto di “apprendistato” di quasi 2 Km che s’incontrerà uscendo da Castelrotto, località di villeggiatura situata al margine settentrionale dell’Altopiano dello Sciliar, dove questo comunica con la retrostante Val Gardena attraverso il Passo di Pinei. All’ombra dell’ottocentesca chiesa parrocchiale intitolata ai Santi Pietro e Paolo scatteranno uno per volta i corridori che, dopo aver incontrato una manciata di metri di strada piatta subito dopo esser scesi dalla rampa di lancio, comincieranno subito a salire, anche se non sono stati considerati nel conteggio dei dati ufficiali dell’ascesa i primi 1800 metri molto pedalabili e “inquinati” dalla presenza di diversi tratti nei quali la strada spiana. Giunti nei pressi della piccola frazione di Telfen – luogo dove nel 1990 l’indimenticato Mario Monicelli diresse Giancarlo Giannini in una scena de “Il mare oscuro” – girà si abbandonerà la provinciale che prosegue verso i principali centri dello Sciliar (conosciuto, in particolare, è Fiè per i bagni termali di fieno, addirittura protagonista di una zuppa) e, volgendo a sinistra, s’inizierà la salita, unica protagonista nei successivi 9,1 Km – 9,050 per la precisione – nel corso dei quali si dovrà “mangiare” praticamente l’intera fetta del dislivello giornaliero, che assomma a 752 metri. Approfittiamo dell’occasione per svelarvi la formuletta “magica” che permette di tramutare questi dati nella pendenza media dell’ascesa (quella a massima no, bisogna andare sul posto a rilevarla!) e che è molto semplice, dovendosi dividere il valore del dislivello per quello della lunghezza espressa in ettometri (basta spostare la virgola di una posizione sulla destra): e così 752 diviso 90,50 fa proprio quell’8,3% segnalato sulle cartine del Giro, traduzione in numeri arabi dell’”anima” di un’ascesa decisamente impegnativa, sin dai primi 2,5 Km che, dati alla mano, sono i più “teneri” dell’intera scalata, denotati da una pendenza media del 7,4%. In questo primo tratto si percorrerà Via San Valentino, che prende il nome da una vicina chiesa, eretta nel XIII secolo tra panoramici campi dai quali la vista spazia sul sottostante paese di Siusi e sul monte Bullaccia, leggendaria dimora di fattucchiere che secondo la tradizione popolare solevano sedersi sulle spettacolari formazioni rocciose del monte, soprannominate per la loro forma “Panche delle streghe”. Lasciata sulla destra una ripida stradina che sale dal centro di Siusi, presso il quale si trovano i ruderi dei castelli Hauenstein e Salegg (collegati tra loro da un sentiero intitolato al celebre menestrello Oswald von Wolkenstein, al quale appartenne il primo maniero), i corridori raggiungeranno la grossa rotatoria posta a quota 1282 metri, dove il giorno della gara sarà allestita la postazione riservata ai cronometristi, che ci forniranno a questo punto i primi tempi di gara e i distacchi fin qui accumulati, probabilmente destinati dilatarsi nei chilometri successivi, i più duri non soltanto per il lieve aumentare nella pendenza globale ma anche perché comincerà a farsi sentire la fatica di una gara breve ma intensa com’è una tappa a cronometro, da bersi tutta d’un fiato o quasi. Seguendo ora la principale tra le due strade d’accesso all’Alpe di Siusi, normalmente preclusa al traffico automobilistico che nei periodi di massima affluenza turistica può accedervi solamente prima delle 9 del mattino e dopo le 17, i corridori intraprenderanno quello che planimetricamente è il tratto più articolato della tappa, movimentato dalla presenza di sette ampi tornanti, il primo dei quali s’incontrerà 200 metri dopo aver superato la rotatoria degli intertempi. All’altezza del terzo di questi tornanti, proprio di fronte al Maso Gstatsch Hof, si concluderà il terzo dei tre settori nel quale è stata suddivisa l’altimetria ufficiale di questa tappa, il più difficile poiché in questi 1,9 Km l’inclinazione media si attesta al 9,2%. Entrati nella seconda metà di questa cronometro, la pendenza perde qualche punto e, due tornanti più alto, si supereranno i 1500 metri di quota affrontando 1,2 Km di strada all’8,5% e incontrando quindi la pendenza massima dell’11% proprio all’imbocco del rettilineo che condurrà fuori dal tornante. Percorsi altri 1,5 Km – leggermente più impegnativi del tratto precedente, con una pendenza media dell’8,8% – si raggiungerà quindi l’Albergo Frommer, prima avvisaglia della zona turistica dell’Alpe di Siusi che accoglie i turisti con la più bassa e occidentale delle sue piste sciistiche, la Spitzbühel. A guardar la cartina ufficiale sembra che il grosso dell’ascesa sia oramai alle spalle e che l’ultima parte sia più docile delle precedenti, ma in realtà è pur sempre dell’8% la pendenza media che caratterizzerà i 1800 metri che condurranno al traguardo, allestito ai margini del piccolo parcheggio della località Compaccio, principale porta d’accesso all’altopiano. Una porta, però, contro la quale potranno infrangersi i sogni di diversi pretendenti al soglio rosa.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Telfen (1090m). Si trova nei pressi dell’omonima località ed è attraversata dalla SP 24 tra Castelrotto e Siusi. Quotata 1092 sulle cartine del Giro 2016, coincide con il bivio dove i corridori svolteranno a sinistra imboccando la salita per l’Alpe di Siusi
Sella di Compaccio (1844m). Chiamata anche Compatsch Sattel, si trova al termine della salita dell’Alpe, dove la strada comincia a scendere verso il cuore dell’altopiano. Coincide con l’omonima località, che accoglierà il traguardo della tappa.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Castelrotto vista dalla strada che i corridori percorreranno subito dopo esser scesi dalla rampa di lancio

Un’invitante zuppa di fieno, servita presso la Malga Gostner all’Alpe di Siusi (tripadvisor.com)
Svolta a sinistra e inizia l’ascesa verso l’Alpe di Siusi

Scena de ''Il male oscuro'' girata presso il bivio per l'Alpe di Siusi (www.davinotti.com)
La chiesa di San Valentino e, sullo sfondo, il Monte Bullaccia

Siusi, resti del castello di Hauenstein (www.crossingways.com)
La rotatoria dove saranno presi gli intertempi e l’inizio del tratto a transito limitato
Gli ultimi tornanti della strada verso l’Alpe di Siusi visti dalla pista Spitzbühel
Vista sulla pista Spitzbühel e sul Monte Bullaccia
La località di Compaccio vista dalle piste

L’Alpe di Siusi e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2016 (www.suedtirolerland.it)