VIVA IL VINO SPUMEGGIANTE
aprile 26, 2010
Categoria: Approfondimenti
Il colonnello kazako torna da padrone nella ‘sua’ Liegi, bissando il successo dopo cinque anni. La corsa è stata controllata dai big fino alle ultime cotes, dove la corsa si è infiammata. Sulla Côte de la Roche-aux-faucons il primo ad aprire le danze è stato Andy Schleck, seguito come un’ombra da Gilbert. Tuttavia, è stato Vinokourov con una rasoiata delle sue a fare il vuoto sul falsopiano che segue la côte la quale, dopo il suo inserimento nel 2008, ha rivoluzionato la tattica di corsa divenendo il punto cruciale come lo è stata, negli anni precedenti, la celeberrima Redoute. Secondo, alle spalle del kazako, un forte e coraggioso Kolobnev.
Foto copertina: Vinokourov in azione nel finale della Liegi – Bastogne – Liegi 2010 (foto Elmar Krings)
ALEXANDRE VINOKOUROV. La sua tattica di corsa appassiona gli amanti del ciclismo perché questo corridore onora sempre le gare cui partecipa, con tentativi coraggiosi e spettacolari che, anche se non vanno a buon fine, rimangono nel cuore degli spettatori. Già nel 2005, scattando a quasi 60 km dal traguardo, riuscì, grazie alle trenate di un Voigt scatenato, a far sua la “Doyenne”. Oggi a cinque anni di distanza ha trovato, al secondo scatto, un fondamentale appoggio in un motivatissimo Kolobnev. Accortosi che dal gruppetto inseguitore era evaso il corridore della Katusha, “Vino” lo ha saggiamente aspettato. I due hanno quindi tirato di comune accordo, accumulando su un terzetto d’inseguitori – composto da Evans, Valverde e Gilbert – un vantaggio che non è mai stato messo in discussione. A 800 m dal traguardo il capitano dell’Astana ha baciato il suo portafortuna perché già consapevole della sua superiorità sul compagno di fuga, involandosi verso un successo più che meritato. VOTO: 10.
ALEXANDER KOLOBNEV. In questa settimana sulle Ardenne ha provato in tutti i modi a lasciare il segno ma è sempre stato ripreso a un soffio dal traguardo. Nella Liegi la sfortuna ha voluto che si trovasse di fronte ad un campione che, per di più, sta attraversando una forma strepitosa, come dimostra la recente vittoria al Giro del Trentino. La sua collaborazione con il kazako è stata sempre leale fin sul traguardo, anche se il suo colpo di pedale non appariva così efficace come quello del compagno di fuga. La rivincita è solo rimandata. VOTO: 9.
ALEJANDRO VALVERDE. Fa la gatta morta, come del resto ci ha abituato, fino sulla Côte de la Roche-aux-faucons quando, come un fantasma, si è incollato alla ruota di Gilbert così come successe con Rebellin nel 2008. In quest’occasione, però, il belga non ha deciso di portare in carrozza lo spagnolo sin sullo strappo finale di Ans tirando, quindi, ma con riserva. Giunti sul Saint Nicolas il murciano è rimasto con le gambe molli dopo uno scatto imperioso di Gilbert. Ripreso il belga con l’aiuto di Evans, in volata coglie uno scialbo terzo posto. VOTO: 6,5.
PHILIPPE GILBERT. Il favorito della vigilia sottovaluta la portata dell’azione di Vinokourov e, nonostante una gara condotta con intraprendenza, si deve accontentare del quarto posto. Sul Saint Nicolas prova un ultimo disperato scatto nella speranza di staccare Valverde e di riagganciare la coppia al comando. L’”Embatido” (oggi battuto più che mai) rimane effettivamente sui pedali ma, dopo qualche chilometro, anche il generoso belga deve alzare bandiera bianca. VOTO: 7,5.
CADEL EVANS. Al Campione del Mondo non riesce l’accoppiata con la Freccia Vallone, conquistata con autorevolezza mercoledì scorso. Sulla Côte de la Roche-aux-faucons sale in progressione, senza rispondere allo scatto secco di Andy Schleck. Con Valverde e Gilbert come compagni d’inseguimento non poteva certo sobbarcarsi il peso del riaggancio. Tuttavia, da corridore leale qual è, non è stato un succhiaruote come altri lo sono stati in passato in simili situazioni. Coglie comunque un ottimo quinto posto che rappresenta un importante biglietto da visita per il Giro d’Italia. VOTO: 7.
ANDY SCHLECK. Il corridore più atteso dopo Gilbert si spegne subito dopo aver infiammato la corsa con una poderosa progressione, a cui rimane però agganciato un pimpante Gilbert. Rimasto fuori dai giochi dopo lo scatto di Vinokourov, conclude la gara nell’anonimato. Lo aspettiamo al Tour. VOTO: 5.
STEFANO GARZELLI. Il capitano dell’Acqua e Sapone ci prova sulla Redoute lasciando intravedere il colpo di pedale che gli permise di arrivare secondo in questa classica nel 2002. Finisce la gara come migliore degli italiani (18esimo) e con almeno la soddisfazione di averci provato. VOTO: 6.
DAMIANO CUNEGO. Lo abbiamo già segnalato a “Chi l’ha visto ?”. Non si capisce il calendario di questo campione che anche in questa corsa, su un terreno a lui congeniale, non riesce a esprimere le sue potenzialità di corridore da classiche. Chi ha già fatto il tris al Giro di Lombardia non può non avere la “Doyenne” nel mirino di una stagione! VOTO: 4.
Francesco Gandolfi