IL GIOVANE KISERLOVSKI IMPERLA L’APPENNINO DELLA NOSTALGIA

aprile 26, 2010
Categoria: News

C’è nostalgia in gruppo per il triste declino della corsa ligure. Ha corso il rischio di non essere disputata una competizione che ha nel suo albo d’oro il fior fiore del ciclismo, da Coppi giù giù fino a Nibali, vincitore dell’edizione 2009. È, però, riuscito a spazzar via questo clima, la bella prestazione del croato Kiserlovski, un altro bel giovane che la Liquigas-Doimo è riuscita a tirar fuori dal cilindro e che va ad affiancarsi allo slovacco Sagan, anch’egli protagonista di giornata.

Foto copertina: Robert Kiserlovski taglia per primo il traguardo di Pontedecimo (foto Riccardo Scanferla).

La 71a edizione del Giro dell’Appennino, si è corsa nel ricordo di Fausto Coppi, nel 50° anniversario della morte. Si è corsa dal Serravalle Outlet a Pontedecimo, attraverso luoghi legati alla memoria del Campionissimo. Ma, dispiace dirlo, l’Appennino è oramai una “nobile decaduta”. Si pensi alle edizioni valide come Campionato Italiano, all’ultima vittoria in una corsa in linea di Fausto Coppi, alle sei vittorie consecutive di Baronchelli, alle tre di Bugno, ad Argentin, Moser, Chiappucci, Lajarreta, De Wolf, Pettersson, Tonkov, Berzin… insomma a tutto il fior fiore del ciclismo che ha corso, onorato e vinto sulle strade della corsa ligure.
Ma, purtroppo, la malinconia del tempo che fu è un esercizio sterile e cosa ancor più seria, una cattiva consigliera. Onoriamo quindi Robert Kiserlovski, croato di Fiume, un altro bel giovine della Liquigas – Doimo che, aggiudicandosi la vittoria, ha colto con merito la sua prima vittoria da professionista. Ha vinto conducendo una gara sempre all’attacco. Prima in una fuga a quattro insieme a Sagan, Bertolini e Pasquale Muto, tentativo partito a Sestri Ponente, dove la corsa è transitata per uno dei tanti omaggi a Fausto Coppi. Poi sulla Bocchetta in compagnia di Pozzovivo che, nel frattempo, era rientrato sulla salita simbolo dell’Appennino superando i fuggitivi e lasciandosi alle spalle un Riccò che non è riuscito a tenere il suo passo per tutta la salita. Quando scollinano sulla Bocchetta i due hanno 38” di vantaggio su Pardilla Bellon, quasi due minuti su Visconti e 2’20” su un gruppetto che vede tra i presenti anche lo stesso Riccò e Bertolini.Sul successivo Gran Premio della Montagna della Castagnola i due fuggitivi transitano con 1’56” su un gruppo di corridori costituito da Bertolini, Ochoa, Rodriguez, Riccò, Pardilla Bellon, Visconti, Belkov, Hollenstein, Niemec, Muto e Caruso. La situazione sostanzialmente non cambierà fino alla fine. In volata Robert Kiserlovski ha la meglio su Pozzovivo, mentre Bertolini regola il gruppetto degli inseguitori che arriva a 1’29”.
Poi poco importa se da Liegi arrivano gli echi di una vittoria di Vinokourov, poco importa se l’elenco partenti dell’appena concluso Giro del Trentino fa venire nostalgia dei bei tempi andati, quando l’Appennino serviva per affinare la forma prima del Giro d’Italia.
L’edizione di quest’anno ha rischiato di non essere disputata a causa degli ormai cronici problemi economici che attanagliano gli organizzatori. Onoriamo quindi la prima vittoria del ragazzo di Fiume, augurandoci che sia la prima di una lunga serie così da poterlo ricordare con rispetto tra qualche decennio.

Mario Prato

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