NIZZA VS TIRRENO, IL PARALLELO CHE FA PRIMAVERA
marzo 4, 2016
Categoria: Approfondimenti
La Sanremo è alle porte e in vista di quest’appuntamento il calendario propone due gettonate palestre d’avvicinamento alla prima grande classica della stagione, la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico. Come sta avvenendo da alcuni anni a questa parte, sarà la corsa italiana a proporre i tracciati più vari e avvincenti, più impegnativi di quelli della corsa francese e che, nonostante una maggior difficoltà, hanno attirato al via fior di campioni. Anche la gara transalpina proporrà un itinerario stimolante ma forse non è un caso che, negli anni più recenti, il nome del vincitore della Sanremo sia stato molto spesso quello di un corridore iscritto alla starting list della Tirreno.
Il 21 marzo è il primo giorno di primavera, ma gli appassionati di ciclismo tendono a considerare come tale il 19, data fissa della Milano-Sanremo dal 1937 al 1977, quando l’UCI chiese all’organizzazione di spostarla al sabato più vicino che, quest’anno, cadrà proprio il giorno di San Giuseppe. E così, sono da sempre considerate come le prime avvisaglie della bella stagione anche le tradizionali corse d’avvicinamento alla “classicissima”, la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza, con quest’ultima nota anche con il soprannome di “corsa verso il sole” per il suo traghettare il gruppo dai rigori ancora invernali delle lande parigine ai primi tepori del Mediterrano. Leggermente sfalsate in calendario, sono gare che procedono in parallelo e in rivalità, cercando con i loro tracciati di accaparrarsi il miglior “parterre de roi”, sfida che in questi ultimi anni ha sempre visto uscire vincente la corsa italiana, nonostante la scelta – apparentemente controproducente – di proporre percorsi decisamente impegnativi per la stagione, facendo della Tirreno-Adriatico una sorta di Giro d’Italia concentrato in sette giorni, nei quali s’incontrano tappe per tutti i gusti, dalla cronometro individuale a quella a squadre, dalla tappa d’alta montagna a quella di collina passando per le facili frazioni destinate ai velocisti. Al contrario, in questi ultimi anni s’è vista in Francia una scelta diametralmente opposta, che ha portato a un progressivo impoverimento del tracciato, pensando che una maggior facilità del percorso avrebbe potuto maggiormente attrarre i grandi nomi, anche alla luce del fatto che il tracciato dell’imminente Sanremo è uno dei più facili nel panorama delle grandi classiche. Invece non è stato così e, oltre al prestigio delle più recenti starting list, lo testimonia anche il fatto che negli ultimi anni il vincitore della Sanremo è stato spesso un corridore uscito dalla corsa italiana.
Vi proporremo ora l’esame in parallelo delle due competizioni, ricordandovi che non saranno esattamente concomitanti perché la Parigi-Nizza scatterà domenica 6 marzo mentre la Tirreno-Adriatico prenderà il via il mercoledì successivo e durerà un giorno in meno.
P.N. (6 marzo) – PROLOGO: CONFLANS-SAINTE-HONORINE (6,1 Km)
T.A. (9 marzo) – 1a TAPPA: LIDO DI CAMAIORE (22,7 Km – cronometro a squadre)
Stile identico ma modalità differenti per l’atto d’apertura delle due corse a tappe, che entrambe prenderanno le mosse con una frazione a cronometro. Per la Parigi-Nizza si tratterà di un tradizionale cronoprologo, disegnato quest’anno sulle strade di Conflans-Sainte-Honorine, centro del dipartimento degli Yvelines situato una ventina di chilometri a nord-ovest della capitale francese, dalla quale la corsa è scattata l’ultima volta nel 2000. In programma 6 Km abbastanza veloci, i primi due pianeggianti lungo il corso della Senna e i restanti caratterizzati da un lievissimo falsopiano ascendente. In Italia, invece, la 51a edizione della Tirreno-Adriatico recupererà la cronometro a squadre che era stata già programmata lo scorso anno e che all’ultimo momento era stata ridotta a un breve prologo sulle strade di Lido di Camaiore a causa della bufera che aveva colpito la Versilia nelle ore precedenti. Il tracciato, totalmente pianeggiante, si snoderà prevalentente sulla strada litoranea verso Forte dei Marmi, all’altezza della quale inizierà l’itinerario di ritorno verso Lido di Camaiore dopo aver affrontato le uniche quattro curve previste, premessa di una delle cronosquadre più veloci della storia.
P.N. (7 marzo) – 1a TAPPA: CONDÉ-SUR-VESGRE – VENDÔME (198 Km)
T.A. (10 marzo) – 2a TAPPA: LIDO DI CAMAIORE – POMARANCE (207 Km)
Fino allo scorso anno la prima frazione in linea – sia alla Nizza, sia alla Tirreno – era destinata ai velocisti ma stavolta non sarà affatto così, in nessuna delle due corse, perché in entrambi i casi s’è deciso di proporre una tappa dal finale interessante, in particolar modo in Francia dove le insidie dei chilometri conclusivi metteranno sull’attenti anche gli uomini di classifica. Altimetricamente la tappa che terminerà a Vendôme è di quelle che non fanno paura nemmeno ai velocisti puri, quelli che sono messi in croce anche dai cavalcavia, ma quel che il grafico non può ovviamente evidenziare è la presenza nel finale di 4 tratti di strada sterrata per complessivi 4,2 Km. Il primo è il Chemin de Tourteline, 1350 metri di strada bianca perfettamente pianeggiante ai quali seguiranno, qualche chilometro più avanti, i 750 metri del Chemin du Tertre de la Motte, più impegnativi per la presenza di un tratto in salita al culmine del quale sarà collocato il primo traguardo GPM di questa edizione. Transitati dal traguardo, si dovrà quindi percorrere un circuito di 14 Km, andando a ritrovare i tratti di strada bianca affrontati in precedenza, uscendo dal Tertre de la Motte quando mancheranno appena 3 chilometri e mezzo all’arrivo e, dunque, non ci sarà praticamente spazio per recuperare.
Niente sterrati alla Tirreno, dove si disputerà la prima delle due frazioni favorevoli ai cosiddetti “finisseur”, chiamati alla ribalta dalle ondulazioni delle Colline Metallifere, teatro degli ultimi 70 Km di gara, e soprattutto dallo strappo di circa 1 Km al 7,1%, con un picco massimo del 18%, sul quale si scollinerà a 2,8 Km dal traguardo di Pomarance, dove si giungerà al termine di un tratto finale vallonato, con la linea d’arrivo collocata in cima a un ripido zampelotto di 100 metri al 7,8%. In entrambe le corse, a movimentare la tappa prima dell’arrivo nelle fasi calde ci penseranno i traguardi volanti ad abbuoni, previsti nel numero di due in ciascuna frazione, anche nelle altre giornate.
P.N. (8 marzo) – 2a TAPPA: CONTRES – COMMENTRY (213,5 Km)
T.A. (11 marzo) –3a TAPPA: CASTELNUOVO VAL DI CECINA – MONTALTO DI CASTRO (176 Km)
È il giorno delle prime occasioni per i velocisti – protagonisti del terzo giorno di gara sia in Francia, sia in Italia – offerte loro su percorsi totalmente differenti. La tappa della Parigi-Nizza sarà di facilissima gestione per le loro squadre, prevalentemente pianeggiante, a parte qualche morbidissimo saliscendi, e caratterizzata da un anello finale di 17 Km che permetterà di loro di studiare il rettilineo d’arrivo, un pelino insidioso perché il chilometro conclusivo sarà in dolce falsopiano e i corridori vedranno lo striscione solo a 150 metri dal traguardo. Più complicato sarà il lavoro delle formazioni degli sprinter in gara alla Tirreno perché di strada a loro agevole se ne incontrerà solo negli ultimi 35 Km, tracciati in dolce discesa dopo che, fin lì, la tappa sarà stata caratterizzata da due fasi collinose, la prima in partenza e la seconda a ridosso del finale, nel corso della quale si dovranno affrontare le ascese, comunque pedalabili, di Scansano e Manciano. E non è ancora finita, perché gli ultimi 750 metri saranno nuovamente all’insù, in maniera un poco più decisa rispetto al finale di Commentry, dovendosi superare in quell’ultimo tratto un dislivello di 26 metri, pari a una pendenza media del 3,5%.
P.N. (9 marzo) – 3a TAPPA: CUSSET – MONT BROUILLY (168 Km)
T.A. (12 marzo) –4a TAPPA: MONTALTO DI CASTRO – FOLIGNO (222 Km)
Anche al quarto giorno di corsa le due gare coincideranno perfettamente nelle intenzioni degli organizzatori, che saranno quelle di servire ai finisseur due succulenti traguardi alla loro portata. I corridori dotati di “sparata” saranno particolarmente favoriti nella terza frazione della corsa francese, primo dei due arrivi in salita, previsto in vetta al Mont Brouilly che, a dispetto del nome, è una collina della regione storica del Beaujolais, alta poco meno di 500 metri ma dotata d’inclinazioni che certamente faranno venire loro l’acquolina in bocca. Negli ultimi 3000 metri, infatti, s’incontranno pendenze progressivamente aumentanti, dell’ordine del 6,1% nel primo chilometro e poi del 7,9% e del 9,3% nei due successivi. Non sarà l’unica difficoltà di una gara che, dall’80° chilometro, si farà altimetricamente intricata e, pur proponendo ascese abbastanza brevi, concentrerà nella fase finale 6 Gran Premi della Montagna e la doppia scalata al Mont Brouilly, inserita in un anello conclusivo di 32 Km.
Un circuito caratterizzerà anche il finale della tappa della Tirreno-Adriatico, che si concluderà a Foligno per celebrare il 50° compleanno della “Corsa dei due mari”, la cui prima tappa si corse l’11 marzo del 1966 tra Roma e la città umbra, dove s’impose l’elvetico Rolf Maurer. Rispetto alla tappa della Parigi-Nizza, il tracciato sarà più aperto perché il traguardo sarà collocato in pianura, 15 Km dopo lo scollinamento dell’ultima delle due salite che s’incontreranno nell’anello finale di 50 Km e che è proprio la più adatta ai finisseur: si tratta dell’ascesa verso il borgo di Montefalco, che dovrà essere affrontata anche subito prima nell’ingresso nel circuito e che presenta una pendenza media del 6,6% distribuita su 3,3 Km e un tratto a inizio ascesa di 1300 metri al 9,9%, una sorta di muro dotato di un picco del 18%.
P.N. (10 marzo) – 4a TAPPA: JULIÉNAS – ROMANS-SUR-ISÈRE (195.5 Km)
T.A. (13 marzo) –5a TAPPA: FOLIGNO – MONTE SAN VICINO (Matelica) (176 Km)
Il perfetto parallelo è terminato e non soltanto perché il 13 marzo, mentre in Italia si correrà la tappa regina della Tirreno, a quasi 800 Km di distanza si disputerà la frazione conclusione della Parigi-Nizza. Finora le due corse avevano seguito praticamente lo stesso binario, proponedo sempre scenari di gara simili, ma da questo punto in poi i percorsi si scosteranno nettamente, imboccando direzione tecniche esattamente opposte. Così in Francia al quinto giorno sarà in programma la seconda e ultima tappa che gli organizzatori hanno riservato ai velocisti, lunga poco meno di 200 Km e tratteggiata da morbidi saliscendi che culmineranno nell’ascesa di 2a categoria alla Côte de Saint-Uze (2,8 Km al 6,5%), collocata a 33 Km dal traguardo e in realtà “sopravvalutata” perché a tutte le salite delle corse minori di ASO è attribuita una classificazione “gonfiata” di un grado rispetto al Tour, dove ascese come quella di Saint-Uze sono normalmente considerate di 3a categoria.
Invece, alla Tirreno-Adriatico sarà il giorno dell’annuale tappa di montagna, che quest’anno vedrà il debutto assoluto del Monte San Vicino, finora mai “violato” da nessuna competizione ciclistica. A dire il vero, l’ascesa al monte marchigiano era già stata inserita sul percorso nella scorsa edizione, ma poche settimane prima della partenza della corsa Mauro Vegni decise di toglierla dal tracciato della frazione di Castelraimondo e, dunque, saranno una novità i 10 Km al 7,8% che si dovranno percorrere per arrivare sino a 1208 metri di quota, nel luogo dove sarà steso lo striscione d’arrivo. Si tratta di pendenze importanti per la stagione, leggermente più elevate di quelle del Terminillo che, dodici mesi fa, accolse sotto la neve l’arrivo della frazione più impegnativa della “Corsa dei due mari”. È molto probabile che i big attendano quegli ultimi 10000metri per piazzare i loro attacchi, anche se il tracciato proporrà altre sensibili difficoltà altimetriche che non sono vicinissime al finale, ma che comunque potrebbero rimanere nelle gambe al momento d’affrontare il San Vicino: nell’ordine si dovranno superare il pedalabile Passo del Soglio in partenza da Foligno, poi i 6,2 Km al 7,2% dell’ascesa alla stazione invernale di Frontignano, “Cima Coppi” della Tirreno-Adriatico 2016 a 1210 metri d’altezza, quindi la salita al Rifugio delle Arette (5,1 Km al 6,5%) a metà tappa e, una quarantina di chilometri prima dell’attacco del San Vicino, anche i 6,1 al 5,8% verso il Valico di Montelago.
P.N. (11 marzo) – 5a TAPPA: SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – SALON-DE-PROVENCE (198 Km)
T.A. (14 marzo) –6a TAPPA: CASTELRAIMONDO – CEPAGATTI (210 Km)
Apparente inversione di ruoli alle due corse rispetto alla precedente giornata di gara e, se alla Tirreno torneranno in scena gli sprinter, alla Parigi-Nizza scoccherà l’ora delle montagne con il Mont Ventoux. In realtà, il nome che campeggia sull’altimetria della frazione di Salon-de-Provence è più fumo che arrosto perché del “Gigante della Provenza” saranno affrontati solo i primi 9,5 km, fino alla località di Chalet Reynard, e – pur essendo questi decisamente ripidi (media del 9,3%) – quel che più importa è che saranno inseriti nel tracciato a 71 Km dalla partenza e a ben 127 dall’arrivo. Tanti, troppi e quasi sicuramente nessun uomo di classifica sarà così pazzo da provarci così lontano dal traguardo. Al massimo ci sarà solo selezione naturale e perderanno terreno quei big che si troveranno in giornata no, mentre questa sarà un’occasione d’oro per dare il via a una fuga, con qualche speranza che vada in porto. Se il tentativo naufragasse e non si verificassero grosse accelerazioni sul Ventoux c’è anche la possibilità che a imporsi sia un velocista potente, in grado di resistere anche alle colline che spezzeranno la pianura dopo il Ventoux e che termineranno definitivamente a 28 Km dal traguardo, altro dato che depone a favore di questa soluzione. Sarebbe, per fare due esempi, un percorso che potrebbe esaltare le doti di due corridori che, però, non saranno al via della Parigi-Nizza, come il tedesco Degenkolb – ancora convalescente dopo il grave infortunio in allenamento dello scorso mese di gennaio – e lo slovacco Sagan, che prenderà parte alla Tirreno e proprio il traguardo della tappa di Cepagatti sembra essere tra quelli alla sua portata. Anche questo percorso, infatti, pur essendo pensato per i velocisti non spalancherà a tutti gli sprinter del lotto le sue porte, nonostante un’altimetria prevalemente pianeggiante che si animerà nel circuito finale, lo stesso del Criterium d’Abruzzo, corsa professionistica disputata per 17 edizioni tra il 1988 e il 2004. Percorrendo l’anello di 11,4 Km che caratterizzerà il finale, da ripetere due volte, si dovrà affrontare la dolce ascesa verso la località d’arrivo, nelle inclinazioni paragonabile a quella morbida di Montalto di Castro che, però, era lunga appena 750 metri, mentre questa misurerà quasi 5 Km e riserverà una repentina svolta a sinistra a 200 metri dall’arrivo, che pure potrebbe rivelarsi determinante per l’ordine d’arrivo.
P.N. (12 marzo) – 6a TAPPA: NIZZA – LA MADONE D’UTELLE (177 Km)
T.A. (15 marzo) –7a TAPPA: SAN BENEDETTO DEL TRONTO (cronometro individuale – 10,1 Km)
Il parallelo è terminato. Al settimo giorno di gara terminerà l’avventura della 51a Tirreno-Adriatico mentre la “Course au soleil” avrà ancora davanti due giornate di competizione, quelle che decideranno le sorti della corsa francese che, finora, non aveva ancora affrontato percorsi realmente selettivi, sterrato a parte e senza contare il Ventoux in “castigo”, messo in un angolo nella precedente frazione. È il giorno del “tappone”, che si concluderà in salita al santuario della Madone d’Utelle, al termine di un tracciato che non è paragonabile sul piano delle pendenze a quello del Monte San Vicino ma che, rispetto a questo, è molto più intenso poiché praticamente non si smetterà mai di salire e scendere, con pochi intervalli tra le sette salite previste, la più ripida delle quali è la Côte de Duranus, 1600 metri all’8,4% che s’inconteranno immediatamente prima di approcciare l’ascesa finale, più lunga del San Vicino (15,3 Km), ma meno pendente (5,7%), con le massime inclinazioni concentrate nei 300 metri conclusivi che “strappano” improvvise al 10,3%. Sarà con tutta probabilità la frazione decisiva, anche se qualche chanches di ribaltarne i verdetti saranno offerte dalla conclusiva tappa di Nizza. Tutto dipenderà dalla situazione in uscita dalla frazione della Madone d’Utelle e lo stesso discorso vale anche per la Tirreno-Adriatico perché se la tappa disputata 48 ore prima non avrà chiuso i giochi in classifica ecco che la cronometro di San Benedetto del Tronto si rivelerà determinante, com’era successo nell’edizione del 2012 quando Vincenzo Nibali s’impose nella sua prima “Corsa dei due mari” disarcionando all’ultimo giorno di gara lo statunitense Horner. Il percorso è il solito, un andirivieni sul lungomare che da San Benedetto conduce a Porto d’Ascoli, con le tipiche insidie dei tratti rivieraschi che si concretizzano nel rischio di trovare diverse variabili di vento in corsa, laterale, favorevole o contrario.
P.N. (13 marzo) – 7a TAPPA: NIZZA – NIZZA (134 Km)
Se ci sarà aperto uno spiraglio sugli esiti della 74a edizione della Parigi-Nizza, la tappa conclusiva permetterà definitivamente di derimere la questione. Decideranno le difficoltà altimetriche o, se la classifica sarà ridotta ancora ai minimi termini e le salite odierne non avranno avuto un peso determinante, l’ultima parola potrebbe anche spettare agli abbuoni in palio ai due traguardi volanti e poi al tradizionale epilogo sulla Promenade des Anglais. Per arrivarci bisognerà percorrere un lungo circuito la cui altimetria ricorderà la marcia d’avvicinamento alla Madone d’Utelle, disegnato sulle colline dell’entroterra nizzardo, affrontando le ultime 6 ascese in programma e salendo fino ai 657 metri della Côte de Peille (6,5 Km al 6,9%) subito prima d’incontrare la salita simbolo della corsa francese, quel Col d’Èze che lo scorso anno era stato sede d’arrivo della tradizionale cronoscalata – non prevista in questa edizione – che era risultata decisiva, con il successo parziale e in classifica dell’australiano Richie Porte. Superati i suoi 7,7 Km al 5,7%, rimaranno da percorrere gli ultimi 15,5 Km, quasi tutti in planata verso il capoluogo della Costa Azzurra.
Mauro Facoltosi