CAMPI BISENZIO – SESTOLA: UN MARTEDÌ DA FALCHI
L’ultima tappa appenninica costituisce un invito a notte per i discesisti, chiamati alla ribalta da una delle più difficili e tecniche picchiate del Giro 2016. I 7000 metri al 10,3% della discesa da Pian del Falco, lungo una stretta strada panoramica, potrebbero consentire ai virtuosi delle planate di accumulare un bel gruzzoletto, con la possibilità poi di dilatarlo sull’ascesa finale. Tra i corridori in grado di far bene in questo scenario c’è anche uno dei nomi di punta del Giro 2016, quel Vincenzo Nibali che pochi mesi or sono ci ha mostrato le sue doti di discesista al Giro di Lombardia magistralmente vinto in quel di Como.
È la prima cosa che salta all’occhio guardando l’altimetria dell’ultima frazione appenninica e non ci stiamo riferendo né all’arrivo in salita a Sestola, né al punto più culminante del grafico, rappresentato dai 1352 di Pian del Falco. No, l’elemento che più colpisce è quella linea retta che viene giù dal penultimo GPM e che ha tutto l’aspetto di una bella picchiata, di quelle che ispirano i discesisti di razza, uomini in grado di distanziare gli avversari nelle planate più tecniche e tavolta di mettere in cascina un discreto gruzzoletto. Di corridori simili non ce ne sono molti, ma uno dei più abili a guidare la bicicletta in questi contesti sarà al via del Giro 2016 e risponde al nome di Vincenzo Nibali. Forse ci eravamo dimenticati che lo scalatore siciliano è imbattibile su questo terreno e ce lo ha ricordato solo pochi mesi fa, giù dal Civiglio nello strepitoso finale del Giro di Lombardia, dove lo “Squalo dello Stretto” non solo ha ottenuto una delle più belle vittorie della sua carriera, ma ci ha riconsegnato un successo italiano in una grande classica, che ci mancava dall’affermazione di Enrico Gasparotto all’Amstel Gold Race del 2012. Potrebbe essere un’occasione preziosa per Nibali per guadagnare sui più diretti avversari, favorito anche dal successivo arrivo in salita verso Sestola, non durissimo ma che certamente gli consentirebbe di aumentare il vantaggio acquisito al termine di una frazione impegnativa anche per il chilometraggio complessivo (216 Km) e per la sua particolare collocazione nel calendario della corsa rosa, l’indomani di un giorno di riposo che a diversi corridori risulta particolarmente indigesto. Anche l’andamento altalenante dell’altimetria, movimentata da sette salite tra le quali s’inseriscono lunghi tratti a saliscendi, potrebbe avere un suo peso alla fine di questa giornata, soprattutto se il gruppo interpreterà al massimo questa frazione, che invoglia a una partenza piuttosto veloce essendo i primi 25 Km totalmente sgombri di difficoltà.
Oggi il Giro si radunerà in quel di Campi Bisenzio, comune della provincia di Prato situato quasi alle porte della città di Firenze e del quale è originaria la famiglia dell’indimenticato Franco Ballerini, vincitore di due Parigi-Roubaix e commissario tecnico della nazionale azzurra dal 1° agosto 2001 al 7 febbraio del 2010, giorno della sua tragica scomparsa durante una gara di rally.
Lasciata Campi la corsa si dirigerà su Prato, città che nel secondo dopoguerra ha fondato buona parte della sua prosperità economica sull’attività di rigenerazione degli stracci e che invita alla sosta per ammirarne i suoi pregiati monumenti, dalla basilica di Santa Maria delle Carceri al Duomo, dal Palazzo Pretorio al Centro per l’Arte Contemporanea “Luigi Pecci”. Un’altra interessante città d’arte sarà attraversata dai “girini” quasi al termine del tratto pianeggiante iniziale e poi, dopo Pistoia – da non tralasciare una visita alla bellissima Piazza del Duomo – si andrà incontro alla prima delle quattro salite ufficiali previste dal percorso perché tanti saranno i traguardi GPM che l’organizzazione ha deciso di posizionare lungo il cammino per Sestola. I primi punti per la maglia azzurra saranno così messi in palio al Passo della Collina, ma meglio sarebbe dire ai suoi piedi poiche l’ascesa non sarà affrontata nella sua interezza, fermandosi all’imbocco del traforo sottostante, percorsi 12,4 Km al 5,3% di pendenza media. Sarà l’atto d’arrivederci alla Toscana perchè nel corso della successiva discesa la corsa entrerà in Emilia-Romagna, passando nel contempo dall’Italia centrale a quella settentrionale poco prima di giungere nella località termale di Porretta, frequentata per scopi curativi sin dall’epoca etrusca e nei cui dintorni si trovano, scaglionati lungo le prime pendici del Corno alle Scale, i borghi di Pianaccio – paese natale di Enzo Biagi – e di Castelluccio, con il bel Castello Manservisi che nel 1983 fu prescelto da Pupi Avati per girare alcune scene de ‘’Una gita scolastica”.
Nel frattempo sarà terminata la discesa dal Passo della Collina e nel giro di pochi chilometri ci si troverà ai piedi della difficoltà successiva, un pelo più impegnativa rispetto alla precedente e dunque non avranno grosse pretese di selezione nemmeno i 7,8 Km al 6,1% verso il borgo di Pietracolora, il cui simbolo è una torre-belvedere costruita alla fine degli anni 80 con il contribuito degli abitanti del paese sul luogo di uno scomparso castello. Come nel tratto all’interno del tunnel sulla Collina, anche dopo questo GPM non s’inizierà subito a scendere, affrontando un tratto in quota di circa 7 km a cavallo del quale si supererà il confine tra le province di Bologna e Modena e che terminerà con il passaggio da uno dei più pittoreschi centri collinari dell’appenino modenese, il borgo di Montese, nei cui pressi si possono alcuni resti della Linea Gotica, la catena di fortificazioni costruite dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale per rallentare l’avanzata degli alleati. Si scenderà quindi nella valle del Panaro e per quasi una ventina di chilometri la pianura tornerà a scorrere sotto le ruote dei corridori mentre questi si avvicineranno a Marano sul Panaro, località a vocazione agricola (nella zona sono coltivate le famose ciliegie note come “duroni neri di Vignola”) dalla quale si tornerà a pedalare verso l’alto, salendo prima a Ospitaletto (7,8 Km al 4,8%) e poi a Serramazzoni, giungendo con un tratto di 5 Km al 5% al paese del quale è originario il bomber Luca Toni e nel cui territorio, in frazione Montagnana, si trova uno dei più insoliti musei d’Italia, dedicato alla Rosa Antica e nel cui giardino sono coltivate ben 800 varietà differenti del fiore che ha la stessa tinta del Giro.
È a questo punto che inizierà la tratta più insidiosa della tappa perché i successivi 50 Km si snoderanno costantemente in quota, a mezza costa, affrontando una miriade di quelli che in gergo ciclistico sono definiti “mangia e bevi”, ovvero continui saliscendi sui quali, se dovesse verificarsi un’accelerazione in seno al gruppo, questo potrebbe sfilaccarsi o frazionarsi. I tratti più vallonati inizieranno dopo il passaggio da Pavullo nel Frignano, località di villeggiatura che nel 1938 diede i natali a Romeo Venturelli, professionista che gareggiò dal 1960 al 1973 e che era dotato di una classe stellare che, complici la prematura scomparsa del suo mentore Fausto Coppi e le intemperanze del suo carattere, riuscì raramente a capitalizzare a suon di successi, come quando vinse a sorpresa la cronometro di Sorrento al Giro del 1960, riuscendo, lui neoprofessionista, a battere nientemeno che l’asso numero uno della specialità dell’epoca, il navigato asso francese Jacques Anquetil.
I corridori si vedranno, quindi, interrotto il contesto di saliscendi dallo strappo, non ripido ma quasi improvviso, di 3,2 Km al 5,7% verso Polinago, località di villeggiatura che fu in parte distrutta durante la seconda guerra mondiale a causa della vicinanza alla Linea Gotica e nei cui boschi si trova un curioso monolito naturale di roccia arenaria detto, per la sua forma ad arco, “Ponte d’Ercole”. Riprenderanno poi le ondulazioni in direzione di Lama Mocogno, località posta lungo la statale dell’Abetone che, poco più avanti, supera l’ascesa del Barigazzo (non prevista dal tracciato di questa frazione), l’ultima delle quattro difficoltà altimetriche che furono affrontate il 29 maggio del 1940 nel corso della Firenze – Modena, tappa rimasta incisa a caratteri cubitali nella storia del ciclismso perché fu teatro della prima vittoria al Giro di Fausto Coppi, che quel giorno fece bottino pieno conquistando anche la sua prima maglia rosa.
Attraversata Lama, una discesa di 4,5 Km (5,3%) porrà termine alla fase più frastagliata di questa frazione, fungendo da “trait d’union” con gli ultimi 31,5 Km di gara, i più interessanti ai fini della lotta per la classifica. È, infatti, arrivato il momento di misurarsi con l’ascesa di Pian del Falco, asperità “triple-face” per la presenza di tre tratti di tre differenti gradazioni. La salita, complessivamente lunga 16,3 Km, inizia già decisa con quasi 5 Km al 6,9% che terminano alle porte di Montecreto, dove inizia un pedalabile settore intermedio di poco più di 7 Km, dolcissimo nelle inclinazioni e nel corso del quale si toccherà il centro di Roncoscaglia, con l’isolato oratorio di San Biagio, soprannominato “chiesa del Diavolo” per le figure zoomorfe scolpite sulle pareti che la fantasia popolare attribuì alla mano del maligno. Transitati una prima volta da Sestola e superata una lieve contropendenza, la salita mostrerà il suo volto più cattivo negli ultimi 3,3 Km, percorrendo la più diretta tra le due strade che dalla più gettonata stazione di sport invernali dell’Emilia – Romagna salgono fino al Pian del Falco, laddove – affrontata una pendenza media del 9,4% in quest’ultimo tratto – al Giro del 1971 vinse José Manuel Fuente, Pantani iberico dell’epoca, che s’impose con 3” su Lino Farisato e con 17” su Gösta Pettersson, il corridore svedese che quell’anno conquisterà la classifica finale, magistralmente guidato dall’ammiraglia dal futuro commissario tecnico Alfredo Martini.
Come anticipato, si spalancherà ora di fronte ai “girini” una delle discese più difficili e tecniche del Giro 2016, poco meno di 7 Km al 10,3% di pendenza media che si faranno ancor più impegnativi quando s’imbocchera la panoramica ma stretta strada che “picchia” verso Fanano, antico luogo di sosta per i pellegrini che percorrevano la Via Romea Nonantolana (strada di pellegrinaggi che superava la catena appenninca al Passo della Croce Arcana) e che potevano trovare alloggio presso un monastero oggi scomparso fondato da San Colombano all’inizio del VII secolo.
Siamo oramai agli sgoccioli di questa decima frazione che riserverà ora l’ultima fatica, non particolarmente faticosa a onor del vero, essendo appena del 4,9% l’inclinazione media dei 7400 metri che riporteranno la corsa a Sestola. Ma potrebbe diventare il palcoscenico di un finale di gara più spettacolare del previsto, se prima i falchi avranno saputo menar le ali!
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo della Collina (tunnel) (785 metri). Quotato 777 metri sulle cartine del Giro 2016 e noto anche come Passo della Porretta, è valicato dalla SS 64 “Porrettana” tra Capostrada (Pistoia) e Sambuca Pistoiese. Il passo geografico (932 metri) costituisce lo spartiacque tra le valli dei torrenti Limentra di Sambuca e Ombrone Pistoiese (da non confondere con l’omonimo fiume toscano) ed è raggiunto dal tracciato della vecchia statale, oggi declassata a provinciale. Finora è stato traguardo GPM in cinque occasioni, che hanno visto scollinarvi in testa Gino Bartali nella Firenze – Montecatini Terme del 1935 e nella Prato – Bologna del 1946, lo spagnolo Federico Bahamontes nella Lucca – Bologna del 1956, il tedesco Fabian Wegmann nella Porretta Terme – Civitella in Val di Chiana del 2004 e, infine, l’ucraino Andriy Grivko durante la Campi Bisenzio – Bologna (San Luca) del 2009.
Passo Canevaccia (792m). Quotato 795 sull’atlante stradale del TCI, vi transita l’ex SS 623 “del Passo Brasa” tra Abetaia e Castel d’Aiano e coincide con l’omonimo quadrivio, dove confluiscono le strade provenenti da Montese e da Marano (Pietracolora), che percorreranno i corridori.
Sella di Montese (752m). Valicata dalla SP 27 tra il Passo Canevaccia e Montese.
Sella di San Gaetano (525m). Valicata dalla SP 21 tra Marano sul Panaro e San Dalmazio (salita di Ospitaletto).
Passo della Crocetta (539m). Valicata dalla SP 21 tra Marano sul Panaro e San Dalmazio, poco prima di giungere a quest’ultima località.
Sella Serramazzoni (791m). Coincide con l’omonima località, quotata 797 sulle cartine del Giro 2016.
Sella di Pavullo nel Frignano (682m). Coincide con l’omonima località, quotata 675 sulle cartine del Giro 2016.
Sella Lama Mocogno (842m). Coincide con l’omonima località, quotata 851 sulle cartine del Giro 2016.
Sella di Roncoscaglia (912m). Valicata dall’ex SS 324 “del Passo delle RadicI” tra Montecreto e Sestola, nei pressi dell’omonima località.
Sella di Sestola (1020). Vi sorge l’omonimo centro, punto, dove fu disputato un traguardo GPM durante la tappa Barberino di Mugello – Fiorano Modenese del Giro del 2007, vinta dal norvegese Kurt Asle Arvesen dopo che era scollinato per primo a Sestola Emanuele Sella. Quest’anno per la prima volta nella storia una tappa del Giro si concluderà nel centro cittadino, mentre in passato vi sono stati un arrivo a Pian del Falco (1971) e uno al Passo del Lupo (2014), dove s’impose l’olandese Pieter Weening.
Valico Pian del Falco (1350). Vi sorge l’omonima località di sport invernale, frazione del comune di Sestola, ed è valicato dalla strada che sale da Sestola al Passo del Lupo e al Lago della Ninfa. Vi si concluse la tappa Forte dei Marmi – Sestola (Pian del Falco) del Giro del 1971, vinta dallo spagnolo José Manuel Fuente.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Campi Bisenzio, Pieve di Santo Stefano
Prato, Basilica di Santa Maria delle Carceri
Il complesso delle Terme Alte a Porretta Terme, oggi in abbandono
La torre simbolo del borgo di Pietracolora
La Rocca di Montese, sede del museo dedicato alla Linea Gotica
Montagnana di Serramazzoni, l’ingresso al museo dedicato alla Rosa Antica
L’imbocco della salita di Pian del Falco
Oratorio di San Biagio a Roncoscaglia
Tornante nel settore più aspro dell’ascesa di Pian del Falco
La curva che introduce nella fase più impegnativa della discesa su Fanano (i corridori arriveranno da destra)
Fanano, Pieve di San Silvestro
Castello di Sestola