BRUNICO – PEIO TERME: UN SORBETTO DI MONTAGNA

maggio 26, 2010
Categoria: News

È un sorbetto questa tappa di montagna “leggera”, collocata com’è tra i tapponi più duri di questa edizione. Con nelle gambe le tossine accumulate nella cronoscata del Plan e con in vista le durissime frazioni del Mortirolo e del Gavia, oggi i big riserveranno le energie – salvo “scannarsi” nei chilometri conclusivi, i più duri – e lasceranno carta bianca a chi vorrà tentare la sorte, come avvenne 13 anni fa nella tappa “gemella” del Tonale, molto simile a questa nel disegno e nella sistemazione all’interno del percorso del Giro.

Le tappe di montagne sono come le portate di un grande banchetto, al quale tutti gozzovigliano a piene mani, dagli organizzatori ai corridori, dai giornalisti giù giù fino ai tifosi. Ce ne sono proprio per tutti i gusti, a partire dagli antipasti, quelle giornate d’inizio Giro nelle quali si affronta una sola salita (vedi tappe di Montalcino e del Terminillo), giusto per aprire lo stomaco alle scorpacciate appenniniche prima e alpine poi. I piatti forti, quelli più calorici, sono costituiti dai grandi tapponi, tre-quattro o anche cinque colli da scavalcare, roba da indigestione assicurata. Infine, a mò di sorbetto, ci sono tappe di montagna più leggere, che paiono messe lì per fare un po’ di colore, che non hanno l’ambizione di cambiare la classifica ma che, all’interno di una corsa a tappe ben disegnata, non ci stanno male. Anzi, sono utili ad accumular fatica e contribuiscono, nel loro piccolo, a render più dure le frazioni montane a venire. È il caso della frazione che si concluderà a Peio Terme e che pare fare il paio con la tappa del Giro 1997 che terminò sul Tonale: indentica sarà la sede di partenza, identico sarà il tratto iniziale fino a Bolzano e poi quello centrale (Palade a parte) che precederà l’inizio dell’ascesa finale diretta a Peio, gemella siamese del Tonale poiché le due salite sono differenti in tutto ma sono “attaccate” per la base. E, molto probabilmente, simile sarà anche il decorso di questa frazione, che vedrà l’attacco di un gruppetto di fuggitivi, ai quali non parrà vero di poter andare alla conquista d’un traguardo di montagna e d’affiancare il proprio nome, in caso di vittoria, a quello del famoso scalatore olandese Johan van der Velde, l’eroe del Gavia nel 1988, vincitore della tappa di Peio Terme nel Giro d’Italia del 1986. Anche quella fu una frazione secondaria, così come quella del 1997 che vide sgretolarsi lungo l’ascesa finale la testa della corsa e giungere per primo in vetta il colombiano José Jaime González Pico, mentre dietro la maglia rosa Gotti controllava il diretto sfidante Tonkov. Stavolta, se i big vorrano sfidarsi apertamente avranno meno terreno a disposizione, essendo la salita di Peio più breve rispetto a quella del Tonale e non particolarmente impegnativa (pendenza massima 12%), come testimoniano i recenti arrivi di tappa del Giro del Trentino, che hanno visto solo una lieve selezione tra i migliori e salutato i successi di Danilo Di Luca l’anno scorso e di Stefano Garzelli nel 2008.
Si partirà, dunque, da Brunico, il centro principale della Val Pusteria, situato ai piedi del Plan de Corones e allo sbocco del canale costituito dalle consecutive valli di Tures, Aurina e di Predoi, sovrastata quest’ultima dai quasi 3000 metri della Vetta d’Italia, tradizionalmente considerata il punto più settentrionale dello stivale italico (in realtà il primato spetta alla vicina Testa Gemella Occidentale, che si trova a circa 400 metri dalla Vetta e a ben 1291 Km da Punta Pesce Spada, estremo meridionale della nostra nazione, situato sull’isola di Lampedusa).
Per la prima ventina di chilometri si pedalerà sostanzialmente in quota, sempre seguendo la strada di fondovalle e transitando ai piedi del colle sul quale si trova Castel Badia. Eretto nel X secolo in posizione dominante lo sbocco della celebre valle, nell’XI secolo sarà trasformato in monastero, il più antico femminile del Tirolo, mentre oggi, restaurato negli anni ’60 dopo un lungo periodo d’abbandono, è divenuto un accogliente albergo. Un altro interessante maniero della zona è Castel Ehrenburg, che si può visitare nella vicina Casteldarne e che è ancora di proprietà dei conti Künigl, la famiglia aristocratica tirolese che lo eresse nel XII secolo e che oggi rende fruibile al pubblico uno dei pochi castelli della regione ancora interamente arredati.
Rimangono, invece, scarsi resti della fortezza distrutta dai francesi nel 1809 e che sbarrava la “Chiusa di Rio di Pusteria”, strettoia attraverso la quale si sguscierà passando dalla Val Pusteria Occidentale, percorsa dal fiume Rienza, alla valle delI’Isarco, una delle due principali dell’Alto Adige. Poco più avanti inizierà una breve discesa che condurrà i “girini” alle porte di Bressanone, dove si sfiorerà l’”ottava meraviglia del mondo”. Così fu definita Novacella, una delle più prestigiose abbazie dell’arco alpino, fondata nel 1142 dal beato Hartmann e ben presto divenuta una delle tappe dei pellegrinaggi diretti in Terra Santa. Fin dalla fondazione è affidata all’ordine degli Agostiniani, i quali – tra le altre attività – producono e vendono eccellenti vini bianchi (in particolare il Sylvaner). Naturalmente, alla sosta eno-gastronomica si affianca quella culturale, poi prolungata dalla visita al vicino centro di Bressanone, antica sede vescovile che offre al turista appassionato d’arte la possibilità di ammirare l’imponente Duomo e gli attigui chiostro, battistero e museo diocesano.
Anche la non distante località di Chiusa è, nel suo piccolo, una città d’arte, ma è quasi trascurata dal turismo di transito, che la conosce quasi esclusivamente per lo svincolo che dall’Autobrennero conduce verso le agognate mete vacanziere della soprastante Val Gardena. Si tralascia così l’occasione per aggirarsi con calma tra pittoresche stradine sulle quali affacciano edifici risalenti anche al XV e al XVI secolo, dominate dalla rupe del Monastero di Sabiona, “l’Acropoli del Tirolo”, sede vescovile prima del “trasloco” nella più comoda Bressanone.
Attraversato il centro di Ponte Gardena e usciti dalla gola dell’Isarco, a una settantina di chilometri dal via la corsa rosa giungerà nella vasta conca di Bolzano, area ad altissima densità di castelli. Se ne contano una quarantina, il più antico dei quali è Castel Firmiano, che è anche la principale delle cinque sedi del Messner Mountain Museum, il museo voluto da Reinhold Messner. Da non perdere anche Castel Roncolo (detto il “maniero illustrato” per l’importante ciclo d’affreschi che conserva) oltre, ovviamente, alla visita al centro storico di “Bozen” dove, al di là dei monumenti principali (su tutti il Duomo), vale la pena dilungarsi a passeggiare in Via dei Portici, che non è soltanto il cuore del capoluogo dell’Alto Adige, ma anche la strada più antica della città.
A questo punto, nella tappa “gemella eterozigote” del 1997 ci si portava in Val di Non attraverso il Passo della Mendola. Stavolta, invece, si permarrà sulle strade di fondovalle, che adesso è diventato quello dell’Adige, per 16 Km, portandosi senza difficoltà ai piedi delle Palade, un valico che non avrebbe visto le proprie strade solcate dai “girini” da quasi trent’anni se, in due successivi occasioni, le intemperanze climatiche dello Stelvio non vi avessero dirottato controvoglia la corsa rosa. Per la riscoperta delle Palade si è scelto il suo versante più impegnativo che il 26 maggio del 2010 lo sarà ancor di più, per la scelta di affrontare una durissima variante al tratto iniziale. Infatti, non si attaccherà la salita da Lana, ma da una strada secondaria che da Nalles rimonta aspramente sull’altopiano di Tesimo, luogo di coltivazione della più antica vite d’Europa, la Versoaln (la sua età è stata stimata dagli esperti in 350 anni): si dovrà superare una pendenza media del 10,3%, con un picco al 16%, nei primi 3 Km poi, passata Prissiano, il percorso si acquatterà sull’altopiano per riprendere ad ascendere 3000 metri più avanti, una volta ripresa la “strada maestra”. Da quel punto mancheranno 12,5 Km alla cima del valico, inclinati al 6,8% medio. Lasciatosi alle spalle il Burgraviato (il comprensorio più popoloso dell’Alto Adige dopo quello di Bolzano, il cui centro principale è Merano), si varcherà il confine col Trentino nel corso della discesa dalle Palade, seguendo a ritroso un versante agli antipodi rispetto a quello appena affrontato: una soave planata – la pendenza media è del 4,1% e i tratti più ripidi sono poco acclivi – introdurrà il Giro in Val di Non, dove si andranno a incrociare le rotte del Trofeo Melinda, corsa giovane – prima edizione disputata nel 1992 – nata sulle ceneri del “Circuito degli Assi” e che in pochi anni ha scalato le gerarchie del calendario internazionale, fino a ottenere la classificazione 1.1, una delle più prestigiose (la stessa del Giro dell’Appennino e della Coppa Agostoni, per esempio). Attraversa Fondo, il paese della “Ciaspolada”, la discesa procederà per un’altra quindicina di chilometri, assumendo un aspetto più tortuoso (almeno nella prima parte e nel finale) e discontinuo, interrotta com’è da frequenti falsipiani. Tra i centri toccati in questa fase si segnala Revò, località di villeggiatura situata in magnifica posizione panoramica, al punto d’esser stata soprannominata il “balcone d’Anaunia”. Transitati a breve distanza dal lago artificiale di Santa Giustina, realizzato nel 1951 (all’epoca della costruzione, la sua diga di 152 metri era la più alta d’Europa), il tracciato della 17a tappa giungerà in Val di Sole, teatro degli ultimi 35 Km di gara. Risalendo la “valle dell’acqua” (il nome deriva da Sulis, divinità celtica che i romani identificarono con Minerva, e che proteggeva le fonti termali della zona, presenti non solo a Peio ma anche nella laterale val di Rabbi), il gruppo procederà avendo al proprio fianco la linea ferroviaria “Trento – Malè – Marilleva”, una delle poche a scartamento ridotto rimaste in esercizio in Italia. Inaugurata 101 anni fa, è popolarmente nota come “Vaca Nonesa” (mucca della Val di Non) perché un tempo gli avvisatori acustici delle motrici emettevano suoni paragonabili a muggiti.
Procedendo con alternanza di tratti in lieve pendenza ad altri di pianura-discesa, si guadagnerà gradatamente quota, attraversando prima Malè, centro principale della valle, e poi la stazione turistica di Dimaro, situata all’incrocio con la strada proveniente dalla celebre Madonna di Campiglio, attraverso il Campo Carlo Magno, il “valico degli imperatori”. Se non è mai stato assodato con sicurezza che il primo sovrano del Sacro Romano Impero si sia mai accampato lassù, fatto narrato da una leggenda priva di fondamento, è invece certo che vi soggiornò spesso d’estate, accompagnato dalla moglie Elisabetta di Baviera (la celebre “Sissi”), l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I, al quale è intolata la strada che raggiunge il valico da Dimaro risalendo la Val Meledrio.
Dopo Dimaro la pendenza aumenta e si pedalerà in salita più sensibile – seppur non dura – per circa 6-7 Km, sino a Mezzana, centro frequentato per gli sport invernali, praticati nella frazione di Marilleva, dotata anche di uno stadio per la pratica dello sci nelle ore notturne.
Attraversata Pellizzano, con un tratto in quota di quasi 5 Km ci si porterà al bivio per il Tonale e, prendendo a sinistra, si attaccherà l’ascesa finale. Si tornerà a puntare verso l’alto per 9,5 Km, affrontando una pendenza media del 4,6% e incontrando i tratti più impegnativi, nel corso dei quali la strada “schizza” fino all’11%, negli ultimi 3600 metri: un finale non duro ma leggermente acidulo – come le acque sgorganti dall’antica fonte di Peio – in grado di dare un tocco di sapore in più a questo sorbetto di montagna.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Prissiano (610m). Coincide con l’omonima località, toccata salendo da Nalles all’altopiano di Tesimo.


Passo delle Palade (1512m).
Stretta sella erbosa aperta tra i monti Luco e Cambio, è valicato dalla SS 238 “delle Palade”, che mette in comunicazioni i centri di Lana e Fondo. Quotato 1523 sulle cartine del Giro 2010, è talvolta chiamato col toponimo tedesco di Gampen Joch. La corsa rosa l’ha affrontato sei volte in via ufficiale, tra il 1940 e il 1981: il primo a conquistarne la cima è stato Gino Bartali, nel corso della Ortisei – Trento vinta da Glauco Servadei; l’ultimo passaggio registrato è finito nel carniere del belga Niel Schepmans, che vi scollinò in testa durante la tappa Dimaro – San Vigilio di Marebbe, vinta dalla futura maglia rosa Giovanni Battaglin. Non furono considerati validi per il GPM gli ultimi due passaggi, poiché decisi all’ultimo momento, per aggirare l’intransitabile Stelvio. Nel 1984 la Lecco – Merano divenne Pontida – Merano e fu conquistata da Bruno Leali, mentre nel 1991 la tappa che doveva partire da Tirano – diretta a Selva di Valgardena, dove giunse primo Massimiliano Lelli – prese le mosse dall’Aprica. In entrambe le occasioni il GPM dello Stelvio fu recuperato sul Tonale.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: uno scorcio dell’abitato di Peio (panoramio)

Brunico (panoramio)

Brunico (panoramio)

Vetta d’Italia (www.comune.jesi.an.it)

Vetta d’Italia (www.comune.jesi.an.it)

Castel Badia

Castel Badia

Casteldarne, castello (panoramio)

Casteldarne, castello (panoramio)

Scorcio dell’abbazia di Novacella (www.webitalianet.it)

Scorcio dell’abbazia di Novacella (www.webitalianet.it)

Bressanone, Piazza del Duomo (www.canonclubitalia.com)

Bressanone, Piazza del Duomo (www.canonclubitalia.com)

Bolzano, Via dei Portici (www.fourpointsbolzano.it)

Bolzano, Via dei Portici (www.fourpointsbolzano.it)

Castel Firmiano dall’aereo (panoramio)

Castel Firmiano dall’aereo (panoramio)

Castel Roncolo (www.campielloviaggi.com)

Castel Roncolo (www.campielloviaggi.com)

Prissiano, altopiano di Tesimo (panoramio)

Prissiano, altopiano di Tesimo (panoramio)

Passo delle Palade (wikipedia)

Passo delle Palade (wikipedia)

Revò e il lago di Santa Giustina (www.entitrentino.it)

Revò e il lago di Santa Giustina (www.entitrentino.it)

Ferrovia Trento – Malè – Marilleva (www.hrohrer.ch)

Ferrovia Trento – Malè – Marilleva (www.hrohrer.ch)

Malè (panoramio)

Malè (panoramio)

Marilleva (www.vireviaggi.it)

Marilleva (www.vireviaggi.it)

Peio, Antica Fonte (panoramio)

Peio, Antica Fonte (panoramio)

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