SULMONA – FOLIGNO: VOLATE AL LUMICINO
Ancora volata ma sarà una delle ultime. Grandi protagonisti dei primi sette giorni di Giro, nelle rimanenti due settimane i velocisti avranno sole tre occasioni di vittoria e, dunque, c’è da scommettere che difficilmente si lasceranno sfuggire l’opportunità offerta loro dalla tappa di Foligno. Le difficoltà altimetriche non mancheranno quest’oggi, ma dal punto di vista tecnico il tracciato è quasi la fotocopia della frazione giunta nella cittadina umbra al Giro del 2014, che si concluse con il successo allo sprint del francese Bouhanni.
Sono state le grandi protagoniste della prima settimana del Giro 2016. Dopo la tappa di Roccaraso, quasì un’intrusione fuori tema nei primi sette giorni di corsa, si tornerà ancora a parlare di volata, ma oramai i virtuosi dei finali a 70 all’ora le avranno contate, le ore. Passata l’occasione di Foligno, infatti, nei restanti 14 giorni di gara si conteranno soltanto 3 traguardi a loro destinati mentre tutte le altre frazioni saranno d’alta classifica, con l’esclusione di quella di Asolo, tarata sulle note dei finisseur. Dunque, con la prospettiva di lunghi “digiuni” nella pancia del gruppo, c’è da scommetterci che oggi i treni dei più quotati sprinter in gara venderanno cara la pelle per rientrare sul tentativo di giornata che, strada facendo, troverà terreno fertile grazie alla presenza di diversi trampolini dai quali lanciarsi in avanscoperta. Le salite che proporrà la Sulmona-Foligno, però, non appartengono alla categoria di quelle che turbano i sonni ai velocisti, sono ben distanziate l’una dell’altra e l’ultima farà capolino all’orizzionte quando mancheranno 40 Km dall’arrivo; il finale – comprensivo proprio di quella stessa ascesa – fa poi ben sperare poiché è il medesimo della tappa terminata nella cittadina umbra nel 2014, altimetricamente paragonabile a questa e che vide giungere sul rettilineo d’arrivo un gruppo decisamente folto, 154 corridori regolati dal francese Bouhanni.
La tappa che chiuderà la prima settimana di Giro si aprirà in quel di Sulmona, centro situato ai piedi dell’Altopiano delle Cinquemiglie, patria d’Ovidio e di croccanti confetti. I primi 12 Km scorreranno via in pianura, correndo lungo le primissime pendici della Majella, contro le quali si adagia l’antichissima Badia Morronese, abbazia fondata nel 1293 dal celebre monaco eremita Pietro Angeleri, il futuro Celestino V, il papa che fece “il gran rifiuto” rinunciando al pontificato cinque mesi dopo l’elezione al soglio di Pietro.
Giunti a Popoli si andrà all’attacco della prima salita, la più impegnativa delle tre in programma, le “Svolte di Popoli”, 7600 metri di strada inclinata al 6,4%, movimentata da 4 tornanti – donde il nome – e conosciuta più dagli appassionati di automobilismo che da quelli del ciclismo per una cronoscalata destinata alle quattro ruote che vi si svolge dal 1963. E pensare che questa salita “tenne a battesimo” la prima delle 50 maglie rose vestite in carriera da Gino Bartali, conquistata dallo scalatore toscano il 27 maggio del 1936 al termine della tappa Campobasso – L’Aquila, che lo vide solitario al traguardo – dopo aver scalato anche Macerone, Rionero e Roccaraso – con 5 minuti di vantaggio sul secondo classificato.
La discesa incomincerà ben 22 Km più avanti, dopo aver percorso il bellissimo altopiano di Navelli, terra di produzione di pregiatissimo zafferano D.O.P. al cospetto dell’altro “moloch” dell’appennino abruzzese, il Gran Sasso d’Italia, sulle cui pendici sono arroccati piccoli centri meritevoli d’una deviazione dall’itinerario di gara come Santo Stefano di Sessanio e Calascio, dominato quest’ultimo dai ruderi dell’omonima rocca, che furono set de “Il nome della rosa” e anche di una produzione hollywoodiana, il film “Ladyhawke”, nel quale si vede l’attrice statunitense Michelle Pfeiffer precipitare da una delle torri del maniero, nell’occasione ritoccata al computer per farla sembrare un po’ meno diroccata di quello che è nella realtà.
Ripercorrendo le rotte che consegnarono la prima maglia rosa a “Ginettaccio”, si giungerà quindi all’Aquila, affrontando lo strappo di 1400 al 6,1% che terminerà alle porte del centro storico, che ancora si porta addosso i segni del sisma che colpì l’Abruzzo la notte del 6 aprile 2009 e che sta lentamente riaprendo al pubblico i suoi gioielli d’arte, come la Basilica di San Bernardino, nuovamente visitabile dal mese di maggio dello scorso anno.
Uscendo dal capoluogo abruzzese si andrà incontro alla seconda asperità prevista dal tracciato, la più facile al punto che in cima non ci sarà nessuno striscione ad attendere i corridori ma semplicemente si comincerà a scendere dopo aver raggiunto i 990 metri della Sella di Corno (6,8 Km al 4,1%), valico frequentato sin dall’epoca dei romani, che vi fecero transitare la Via Cecilia, erigendo proprio sul passo il cippo miliare che indicava la distanza di 72 miglia romane dalla “città eterna”. Nel corso della successiva discesa il gruppo entrerà in Lazio e, attraversate le suggestive e lunghe gole di Antrodoco, si “riapproprierà” della pianura, che farà compagnia al viaggio per una buona cinquantina di chilometri, avendo nel primo tratto un altro spettatore di lusso al passaggio del Giro poiché, dopo Maiella e Gran Sasso, sarà ora il massiccio del Terminillo ad affacciarsi sulla “corsa rosa”, che filerà dritta verso il centro d’aspetto medioevale di Cittaducale per giungere successivamente a città di Rieti, il capoluogo della Sabina, nel XIII secolo divenuta anche una sorta di succursale della Santa Sede ospitando per diverso tempo 5 papi, per i quali fu costruito l’odierno Palazzo Vescovile.
Di fronte al gruppo si spalancherà ora la Piana Reatina, area pianeggiante vasta quasi 90 Km quadrati, un tempo quasi interamente occupata dal Lacus Velinus, formato dall’impaludamento del fiume Velino e la cui bonifica porterà alla creazione delle celeberrime Cascate delle Marmore, che fino al 271 a.C. erano semplicemente uno strampiombo, verso il quale console romano Manio Curio Dentato ordinò la costruzione del canale che diede il via all’opera di risanamento della piana, definitivamente completata nel 1596. La zona è, però, forse più nota con il nome di “Valle Santa” per la presenza di quattro santuari legati alla figura di San Francesco d’Assisi il più famoso dei quali si trova a Greccio, “location” dove il santo frate umbro allestì il primo presepe della storia il 25 dicembre del 1223, realizzato con personaggi in carne ed ossa e un bambinello finto che, miracolosamente, prese vita per poi tornare inanimato alla fine della sacra rappresentazione.
Ben presto il gruppo entrerà in Umbria, il “cuore verde” d’Italia che però si tinge anche d’azzurro e, infatti, di lì a poco il tracciato, oltre alle Marmore andrà a sfiorare anche il lago di Piediluco, il più grande tra i 4 bacini rimasti dell’antico Velinus, luogo conosciuto tra gli appassionati di canottaggio perché sede del Centro Nazionale Federale. Una dolce discesa introdurrà la carovana in quel di Terni, città famosa per le acciaierie fondate nel 1884 e che hanno surclassato in notorietà i monumenti del secondo capoluogo di provincia umbro, forte in particolare di prestigiosi edifici di culto come la basilica intitolata a San Valentino, il protettore degli innamorati, nella quale sono conservate le reliquie di questo santo vescovo, originario di Terni e martirizzato a Roma il 14 febbraio del 273, all’eta di 97 anni.
Gli ultimi 56 Km di gara si svolgeranno costantemente sulla Via Flamina, una delle più celebri strade consolari tracciate dai Romani, che collegava la capitale dell’impero con Fanum Fortunae (l’odierna Fano) scavalcando la catena appenninica ai 680 metri del Valico della Somma, verso il quale si dirigeranno ora i “girini” e per raggiungere il quale fu realizzata una stretta strada in parte tagliata nella roccia, tuttora asfaltata e percorribile, che nel secondo dopoguerra fu affiancata da un nuovo itinerario più “snello” che evita i tratti più ripidi e salta il passo con un breve “traforo”. Sarà quest’ultimo versante, più moderno, quello dal quale si è saliti nel finale della tappa di Foligno del 2014 e anche stavolta si percorrerà questo itinerario, affrontando una salita più facile di quella storica, 5,6 Km al 5,4% per arrivare alla galleria di valico, una quarantina di metri più in basso rispetto al passo geografico. Si ritroverà l’itinerario classico della Flaminia nel corso della discesa verso Spoleto, la città del famoso Festival dei Due Mondi, che vi si svolge dal 1958 utilizzando come spettacolari palcoscenici alcuni tra i principali monumenti cittadini, dalla Piazza del Duomo, sede del concerto di chiusura, alla Rocca albornoziana che domina la città dal Colle Sant’Elia. D’ora in avanti sola pianura troveranno i corridori sotto le ruote che, da lì a breve, sfrecceranno veloci presso il luogo dove si trovano le sorgenti del Clitunno, fiume sacro agli antichi Romani che vi eressero sulle sponde un piccolo tempio dedicato a Giove Clitumno, monumento ricostruito per opera dei longobardi e per questo motivo inserito nella lista dei “Patrimoni dell’Umanità” dell’UNESCO, in rappresentanza – assieme ad altri siti sparsi in tutta Italia – dei luoghi del potere e del culto longobardo.
Il percorso transiterà poi ai piedi del panoramico colle sul quale sorge la cittadina di Trevi, verso la quale si sarà saliti, appena due mesi prima, nel finale della tappa fulginate della Tirreno-Adriatico, il primo dei due grandi eventi ciclistici che saranno ospitati nel 2016 dalla cittadina umbra. Quella sarà, però, una tappa di tutt’altra pasta, roba da finisseur grazie alla presenza, subito dopo Trevi, anche della ripida ascesa verso Montefalco. Oggi, invece, null’altro – oltre a quanto finora già scavalcato – interverrà a turbare i sogni dei velocisti, in una delle ultime possibilità che avranno per concretizzarli.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico (746m). Privo di nome sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo), è l’ascesa che sulle cartine del Giro 2016 è segnalato come “Le Svolte di Popoli”. Valicato dalla SS 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Popoli e Navelli, finora è stata GPM in quattro occasioni, mentre non lo era nella citata tappa vinta da Bartali: successori di “Ginettaccio” furono Aurelio Cestari nel 1960 (tappa Pescara – Rieti), Claudio Bortolotto nel 1980 (tappa Roccaraso – Teramo), il colombiano Alvaro Lozano Moncada nel 1991 (tappa Scanno – Rieti) e, infine, il belga Bakelants nel 2010 (tappa Lucera – L’Aquila.)
Sella di Barisciano (870m). Valicata dalla SS 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica”, tra Castelnuovo e Poggio Picenze, all’inizio della discesa verso la conca dell’Aquila. Coincide con il bivio per Barisciano e Santo Stefano di Sessanio.
Sella di Corno (1005m). Quotato 990 metri sulle cartine del Giro 2016, è valicato dalla SS 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Civitatomassa e Antrodoco e coincide con l’omonima località. Mette in comunicazione il versante tirrenico dell’Appennino con quello adriatico ed è stato affrontato in 6 occasioni come traguardo GPM: i primi a transitare sotto il triangolino verde sono stati Silvano Schiavon nel 1966 (Roma – Rocca di Cambio), lo spagnolo Luis Pedro Santamarina nel 1968 (Roma – Rocca di Cambio), il belga Lucien Van Impe nel 1983 (Terni – Vasto), lo spagnolo Francisco Espinosa nel 1989 (Roma – Gran Sasso d’Italia), Gianluca Bortolami nel 1993 (Riesti – Scanno) e Mariano Piccoli nel 1997 (Rieti – Lanciano).
Valico della Somma (646m). Valicato in galleria dalla SS 3 “Via Flaminia” tra Terni e Spoleto, si trova poche decine di metri più in basso rispetto al valico geografico vero e proprio (circa 680 metri). Dal 1933, anno dell’istituzione della speciale classifica degli scalatori, a oggi è stato coronato in 5 occasioni dal GPM. “Battezzata” da Gino Bartali nel 1950 (Perugia – L’Aquila), la Somma è stata poi conquistata dall’olandese Wout Wagtmans nel 1957 (Loreto – Terni), da Antonino Catalano nel 1960 (Terni – Rimini), da Gianni Bugno nel 1986 (Rieti – Pesaro) e, buon ultimo, l’australiano Nathan Hass nel finale della Frosinone-Foligno del 2014.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Sulmona, Piazza Garibaldi
Badia Morronese
La Majella vista da una delle “svolte” di Popoli
Altopiano di Navelli
L’Aquila, chiesa di San Bernardino
Sella di Corno, la pietra miliare dell’antica Via Cecilia
La piazza centrale di Cittaducale
Rieti, Palazzo Vescovile
Terni, basilica di San Valentino
Rocca Albornoziana di Spoleto