PRAIA A MARE – BENEVENTO: SPRINT STREGATO ALL’OMBRA DEL NOCE DEI SORTILEGI
Ancora un traguardo per velocisti all’orizzonte, ma stavolta lo sprint non sarà un’esercizio facile com’era accaduto nelle prime frazioni della corsa rosa. La linea d’arrivo sarà posta, infatti, in cima ad una breve rampa lastricata che respingerà gli sprinter meno resistenti e quelli che si saranno presentati a Benevento provati dall’elevato chilometraggio della 5a tappa o dalle alte velocità invogliate da lungo tratto ed ondulato che si dovrà percorrere sulla superstrada.
Non poteva non avere un che di “malefico” la tappa che si concluderà a Benevento, la città del famigerato noce sotto il quale si radunavano le streghe per i loro sortilegi… e i malcapitati sul cui groppone cadranno le sventure di giornata saranno i velocisti poiché questa sarà la più impegnativa tra le otto frazioni che RCS Sport ha concepito per loro. I problemi maggiori agli sprinter non li darà tanto il considerevole chilometraggio da percorrere (questa sarà la seconda tappa più lunga del Giro 2016, 1 Km più corta di quella di Pinerolo che ne misurerà 234), quanto il particolare disegno del chilometro conclusivo, che si snoderà costantemente in salita e con fondo stradale costituito da uno scenografico lastricato decorato da ghirighori in pietre bianche che si stagliano su quelle più scure circostanti. Il tratto fatato vero e proprio, però, comincerà poco dopo metà tappa e coinciderà con la fase più frastagliata altimetricamente, una quarantina di chilometri caratterizzati da facili difficoltà altimetriche durante la quale non si percorrerà la normale viabilità ma si rimarrà costantemente su una specie di “autostrada”, una strada a scorrimento veloce inserita nel percorso per contenerne il chilometraggio complessivo ma che proporrà l’insidia più infida di giornata: l’ampiezza della carreggiata. È risaputo, infatti, che quando la strada è particolarmente larga questa tende a ingannare l’occhio e a far sembrare l’eventuale salita ancor più dolce. Gabbata la vista, non le gambe…. ma talvolta capita di accorgersene più avanti, dopo aver percorso i primi tratti di strada a una velocità molto alta, ancor più invogliata dalla spaziosa carreggiata, e di trovarsi in debito d’energie o con i muscoli appesantiti dove più serve, magari al momento d’affrontare l’impegnativa volata nel cuore di Benevento. Fantaciclismo? Non del tutto, visto che fu proprio una deviazione in autostrada, causa frana, a cambiare le sorti della Milano-Sanremo del 2003: si aspettava lo sprint ma la squadra di Paolo Bettini aumentò la velocità del gruppo proprio in autostrada e quando si tornò sull’Aurelia e si arrivò alle difficoltà del finale, che oramai non fanno più paura a gran parte dei velocisti, fu il loro uomo – che si era risparmiato in quei tratti, a differenza degli avversari – quello che dimostrò di averne di più e vinse per distacco una delle ultime edizioni della “classicissima” terminate senza il volatone.
Si partirà da Praia a Mare e subito dopo il via si lascerà la Calabria per attraversare per una trentina di chilometri la Basilicata, dove si affronterà l’unico GPM in palio in questa tappa, ai 783 metri del Valico del Fortino, poco più di 3 Km al 5% che il gruppo incontrerà dalle parti di Lagonegro, centro nel quale è possibile visitare il “Monna Lisa Museum”, realizzato nel paese dove, secondo una leggenda, avrebbe trascorso gli ultimi anni di vita la più celebre modella della storia dell’arte, che si ritiene sepolta nella chiesa di San Nicola. Nel corso della successiva discesa il tracciato entrerà in Campania nella zona del Vallo del Diano, fertile altopiano vasto oltre 800 km quadrati che all’epoca del Pleistocene (terminata 11.700 anni fa) era il fondale d’un grande lago successivamente svuotatosi e nel cui cuore si adagia come una perla la Certosa di Padula, la più grande d’Italia, fondata nel ‘300 del conte Tommaso II Sanseverino e visitata nel 1535 dal Re di Napoli Carlo V d’Asburgo, in onore del quale i certosini prepararono una frittata di mille uova. L’episodio fu fonte d’ispirazione al regista napoletano Francesco Rosi che nel 1967 lo inserì nel film “C’era una volta…”, girato proprio alla Certosa, in quel caso spacciata per nobile dimora del principe Rodrigo Fernández, interpretato dall’indimenticato attore egiziano Omar Sharif. L’attraversamento del Vallo proporrà una tregua altrimetica di una buona settantina di chilometri, prevalentemente pianeggiante, planando quindi nella valle del Tanagro sfiorando l’area dove si trovano le interessanti Grotte di Pertosa, aperte al pubblico nel 1932 e che da alcuni anni offrono ai turisti anche esperienze di “speleoteatro”, visite alle grotte formulate nell’aspetto di rappresentazioni teatrali ispirate alla discesa negli inferi, quella narrata da Dante oppure quella vissuta da Ulisse.
Affrontando la facile salita di Palomonte (8,2 Km al 3,9%) si passerà dalla valle del Tanagro a quella del Sele, raggiungendola alle porte della località termale di Contursi, che è stata sede di tappa al Giro il 14 maggio del 2008, giorno dell’unico successo in una grande corsa a tappe del russo Pavel Brutt. Inizierà ora il tratto “superstradale”, durante il quale il Giro si terrà al largo dai centri abitati, situati sulle ondulazioni che faranno “ala” al tracciato, come quello di Valva, nel quale è possibile visitare Villa d’Ayala, di proprietà dei Cavalieri di Malta e i cui giardini all’italiana sono stati classificati al settimo posto nella lista dei più belli d’Italia. Si attaccherà dopo poco la facile salita che in 5,4 Km (pendenza media del 5,9%) terminerà presso lo svincolo per Materdomini, frequentata meta di pellegrinaggi per la presenza del santuario intitolato a San Gerardo Maiella, il religioso redentorista venerato come patrono delle donne incinte da quando – poco tempo dopo la morte, avvenuta nel 1755 a soli 29 anni – miracolò una puerpera che rischiava di morire di parto.
Transitati non lontano dalla zona dove fu registrato l’epicentro che, la sera del 23 novembre 1980, rase al suolo l’Irpina, la corsa si porterà nella valle dell’Ofanto dove bypasserà Lioni, uno dei centri maggiormente colpiti dal sisma, collocato ai piedi della conca del Lago Laceno, sulla quale si trova la principale stazione di sport invernale della provincia di Avellino, le cui piste consentono di spaziare con lo sguardo, nelle giornate più terse fino alle acque del Mar Tirreno, distanti una trentina di chilometri. Il percorso passerà quindi alla base del colle sul quale sorge Nusco, comune conosciuto ai più per essere il paese natale dell’ex Presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, e che merita d’essere apprezzato per i suoi monumenti (su tutti la concattedrale di Sant’Amato) e, soprattutto, per gli stupendi panorami che offrono i suoi viali e che hanno portato alla definizione di “balcone dell’Irpinia” per questo centro alto poco più di 900 metri sul livello del mare. L’ultimo tratto sulla supestrada si snoderà sul moderno percorso della storica Via Appia, dove questa sale sul Piano del Dragone – l’altipiano ai piedi del Monte Terminio sul quale sorge la località di Volturara Irpina – con un’ascesa di 6 Km al 5%, ultima difficoltà corposa di un tracciato che nei rimanenti 60 Km di gara proporrà unicamente lo strappo finale. Nel corso della successiva discesa si rientrerà sulla viabilità normale, ritrovando la pianura all’imbocco della valle del fiume Sabato, non distanti dalla città di Avellino. Procedendo verso nord il gruppo si porterà a Pratola Serra, centro situato ai piedi della breve ma secca ascesa al passo omonimo, che fu affrontata lo scorso anno nel finale della tappa vinta da Paolo Tiralongo nella vicina San Giorgio del Sannio e sulla quale Aru attaccò la maglia rosa Contador riuscendo, però, solo a guadagnare un piccolissimo gruzzoletto in termini di secondi. Stavolta ai corridori andrà “liscia” e rimarranno sul piatto fondovalle, solo un pelino tortuoso e questo potrebbe offrire ulteriore filo da torcere alle squadre che in quel momento staranno tirando il gruppo per rientrare sull’eventuale fuga di giornata. In questo frangente ci sarà l’opportunità di attendere il passaggio della corsa rosa dal piccolo centro di Tufo centellinando un bicchiere di Greco di Tufo, uno dei pochi vini bianchi italiani che si apprestano all’invecchiamento e il cui particolare gusto è dovuto alla presenza nella zona di cave di zolfo, scoperte nel 1866 e rimaste attive per poco più di un secolo.
Il tracciato tornerà a farsi più snello una volta imboccata la strada statale dei “Due Principati”, con la quale si entrerà in Bevenento dove, prima di mettere la parola fine a questa frazione, si dovrà affrontare un circuito cittadino di 6 Km che consentirà di visionare in anteprima lo strappo finale. E sconfiggere la maledizione delle streghe del noce.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Selletta. Vi transita la SS 19 “delle Calabrie” salendo da Lagonegro al Valico del Fortino.
Valico del Fortino (784m). Selletta quotata 783 sulle cartine del Giro 2016, è valicata dalla SS 19 “delle Calabrie” tra Lagonegro e Casalbuono, nei pressi dell’omonimo abitato e poco prima di giungere al confine tra Basilicata e Calabria. In passato è stata traguardo GPM in cinque occasioni che hanno visto transitare in testa Fausto Bertoglio nella Castrovillari – Padula del 1975, il colombiano Rafael Acevedo nella Paola – Salerno del 1985, Mariano Piccoli nella Terme La Calda – Salerno del 1995, Paolo Bettini nella Lauria – Foggia del 1999 e, infine, un altro colombiano, Luis Laverde nel 2008 durante la citata tappa Belvedere Marittimo – Contursi Terme.
Valico 712m. Vi transita l’ex SS 165 “di Mater Domini” tra Materdomini e il bivio per Teora. Il valico sarà saltato dai “girini” che lo eviteranno mediante il tratto in superstrada (SS 691 “Fondo Valle Sele”)
Valico la Croce (605m). Vi transita l’ex tracciato della SS 7 “Via Appia” tra Teora e Lioni. Il valico sarà saltato dai “girini” che lo eviteranno mediante il tratto in superstrada (nuovo tracciato della Via Appia)
Sella della Cappella Madonna di Montevergine (775m).S epara il Monte Cerreto dal colle sul quale si trova la cappella che attribuisce il nome al valico, toccato dal vecchio tracciato della SS 7 “Via Appia” tra Volturara Irpina e Salza Irpina. Il valico sarà saltato dai “girini” che lo eviteranno mediante il tratto in superstrada (nuovo tracciato della Via Appia)
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Lagonegro, Palazzo Corrado, sede del “Monna Lisa Museum”
Uno scorcio del Vallo di Diano visto dalla strada provinciale che sale a Teggiano
Uno dei tratti da percorrere sulla superstrada: qui siamo lungo la salita verso Materdomini
Materdomini, santuario di San Gerardo Maiella
Lago Laceno
Nusco, concattedrale di Sant’Amato
Uno dei panorami che è possibile scorgere da Nusco, il “balcone dell’Irpinia”
Il piano del Dragone