CATANZARO – PRAIA A MARE: UNA SANREMO IN SALSA CALABRA
La prima tappa italiana ricorda il tratto ligure della Milano – Sanremo, con il suo costante procedere lungo la costa tirrenica e il succedersi di capi e tortuosità che offriranno ai velocisti le stesse difficoltà della “classicissima”. Si attende, dunque, ancora un arrivo allo sprint, ma stavolta i ranghi saranno più ridotti e la rosa dei pretendenti al successo si stringerà un pochino rispetto alle piattissime tappe olandesi.
Il Giro sbarca in Italia dopo il lungo trasferimento dai Paesi Bassi ma il cambio di palcoscenico non coinciderà, almeno per il momento, con un diverso copione. Anche oggi, infatti, andrà in scena un volatone, forse leggermente meno affollato rispetto agli sprint olandesi a causa di un tracciato altimetricamente più movimentato. Le difficoltà odierne saranno, comunque, ancora di bassa entità e faranno sembrare il tracciato della prima tappa italiana una sorta di Milano-Sanremo trapiantata in Calabria. In gran parte tracciato lungo la costa tirrenica, il percorso ricorda la seconda parte della “classicissima”, quella che inizia con l’ingresso della corsa sull’Aurelia, tutta una teoria di capi nella quale s’inseriscono due divagazioni nell’entroterra, là per affrontare Manie e Cipressa, qui per incontrare i primi due GPM italiani del Giro 2016, Bonifati e San Pietro. Il Poggio di turno – uno strappo anonimo con numeri quasi simili a quelli dell’ascesa ligure – arriverà a ridosso del finale, quando mancheranno circa 7-8 Km all’arrivo, distanza un pelo più lunga rispetto a quella che bisognava percorrere per andare al vecchio traguardo di Lungomare Calvino, e così le squadre degli sprinter avranno ancor più strada a disposizione per rientrare sulle mine vaganti del gruppo, favorite anche dalla mancanza di una discesa tornantosa poiché si tornerà al livello del mare percorrendo la statale tirrenica con un velocissimo tratto pressochè privo di curve. Forse l’unica reale insidia di gara, quella che farà tenere gli occhi aperti anche agli uomini di classifica, sarà costituita dal vento, sempre da mettere in conto quando si corre per lunghi tratti con la compagnia del mare.
La prima frazione italiana del Giro 2016 scatterà da Catanzaro, con il gruppo che transiterà in partenza sull’alto Ponte Bisantis, realizzato tra il 1959 e il 1962 su progetto dell’ingegner Riccardo Morandi e all’epoca della costruzione secondo al mondo per ampiezza della “luce”. Nei primi 30 Km si attraverserà da parte a parte la Calabria nel suo punto più stretto, il cosiddetto “Istmo di Marcellinara”, corridoio che mette in comunicazione la costa ionica con quella tirrenica, separando contemporanemante i due massicci più meridionali della catena appenninica, la Sila da una parte e l’Aspromonte dall’altra. Giunti all’altro capo dell’istmo si attraverserà, quindi, la Piana di Sant’Eufemia, terza per estensione delle pianure calabresi dopo di quelle di Gioia Tauro e di Sibari, di notevole importanza per l’economia regionale non soltanto per l’agricoltura (qui sono coltivate soprattutto le clementine di Calabria) ma anche per la presenza del principale aeroporto calabrese, quello di Lamezia Terme, costruito nel 1976.
Inizierà ora il tratto rivierasco di questa frazione che, però, per quasi 50 Km non avrà ancora un aspetto “sanremese”, snondandosi piatta e filante per tutto questo primo tratto, nel quale il principale centro attraversato sarà Amantea, località turistica che si chiamava Nepetia sotto i bizantini e che prese l’attuale nome dopo la dominazione degli arabi, che la conquistarono nel VII secolo e, dopo averne fatta la capitale di un emirato, la ribattezzarono Al-Mantiah, nome che poi rimase dopo che il condottiero bizantino Niceforo Foca la riconquistò nell’885, periodo nel quale cominciò la costruzione del castello che domina l’abitato.
Le prime facili difficoltà altimetriche inizieranno poco prima di metà tappa – il chilometraggio odierno sarà di 191 Km – e avranno la forma di morbidissime ondulazioni che s’incontreranno dalle parti di Paola, la “capitale religiosa” della Calabria che proprio nel 2016 celebrerà il 600° anniversario della nascita del suo figlio più illustre, l’eremita San Francesco da Paola, conosciuto per aver fondato l’ordine mendicante dei Minimi e in onore del quale è stato costruito nel ‘500 un frequentatissimo santuario, innalzato a breve distanza dalla grotta nella quale il futuro santo trascorse in eremitaggio gli anni della giovinezza.
Superate queste prime “gobbette” il tracciato tornerà a farsi pianeggiante, ma più movimentato rispetto ai tratti precedenti per il superarsi di piccoli capi, proprio come quelli che s’incontrano alla “classica dei fiori”. Con questo assetto ci si porterà ai piedi del colle sul quale si staglia il centro di Guardia Piemontese, il cui toponimo fa riferimento alla fuga –avvenuta tra il XII e il XII secolo – di fedeli di religione valdese dal Piemonte, dov’erano perseguitati, che vennero a rifugiarsi in quest’angolo della Calabria, dove importarono costumi e tradizioni occitane, ancor oggi tangibili, in particolar modo nel dialetto guardiolo. Siamo, inoltre, dalle parti delle Terme Luigiane, piccola località termale che fu citata per la prima volta da Plinio il Veccho e che nel corso della storia ebbe ben quattro sponsor d’eccezione: il primo fu il citato San Francesco da Paola, che ne parlò in una lettera scritta nel 1446; poi giungeranno la Regina Isabella di Francia, che qui curò e guarì problemi d’infertilà, e quindi il Principe Luigi Carlo di Borbone, che patrocinò le terme che oggi portano il suo nome; infine, buon ultimo è arrivato il Giro d’Italia, che ha contribuito a far conoscere in epoca moderna questa località curativa facendovi concludere 4 frazioni della corsa rosa (1993, 1995, 1999 e 2003).
Proseguendo alle ondulazioni si sovrapporà un tratto di strada più tortuoso, quando si passerà temporaneamente sulla vecchia statale, poi, sfiorata Cittadella del Capo (con il Palazzo del Capo, antica fortificazione cinquecentesca trasformata in edificio abitativo e oggi divenuto un esclusivo albergo), sarà giunta l’ora delle prime due escursioni nell’entroterra. Meta dei “girini” sarà Bonifati, centro aggrappato a 409 metri di quota sulle prime pendici della Catena Costiera, nel luogo dove lo fondarono nel 1057 un gruppo di profughi fuggiti dalla città di Hiele, che era stata distrutta dagli uomini di Roberto il Guiscardo: per arrivarci si dovranno percorrere 6,5 Km di strada inclinata al 5,9% (max 9%), che metteranno in palio il primo GPM italiano del Giro 2016, dopo i facili zampellotti visti in terra olandese.
Velocemente si farà ritorno sulla direttrice litoranea – transitando alla base del colle sul quale sorge il borgo di Belvedere Marittimo, dominato dal Castello del Principe, uno dei più belli della Calabria – dove il percorso tornerà a snellirsi e senza difficoltà si entrerà in Diamante, principale centro della cosiddetta “Riviera dei Cedri”, a dispetto del nome definita “Perla del Tirreno” dai molti letterati che l’hanno frequentata, da Matilde Serao a Gabriele d’Annunzio. Tra cotante stelle ne è rifulsa anche una straniera, il grande (in tutti i sensi) attore francese Gérard Depardieu che nel 2007 girò sul belvedere di Largo Savonarola la scena di un pantagruelico pranzo nel film “L’abbuffata”, solenne mangiata che per lui – che interpretava sé stesso – si rivelerà fatale. Come fatale potrebbe rivelarsi, per qualche velocista pretendente alla vittoria quest’oggi, la successiva salita “grande” prevista dal tracciato, decisamente più impegnativa rispetto a quella di Bonifati affrontata poco prima. I numeri dei 5,3 Km che conducono verso San Pietro e Maierà (pendenza media del 6,8%, massima del 11%) potrebbero rivelarsi indigesti per gli spinter meno leggeri e per recuperare potrebbero non bastare i rimanenti 43 Km per andare al traguardo, nei quali si alterneranno tratti veloci ad altri più tormentati. Infatti, una volta terminata la discesa non si tornerà subito sulla litoranea ma s’intraprenderà un tratto a “mangia e bevi” attraverso le frazioni di Santa Maria del Cedro, per ritrovare il velluto della statale tirrenica imboccando il lungo rettilineo pianeggiante che introdurrà il gruppo in Scalea, località balneare il cui nome fa riferimento alla disposizione a “gradoni” del centro storico. Riprenderanno ora le “ostilità”, passando nuovamente sul vecchio tracciato della statale che, lasciatosi Scalea alle spalle, si porterà in dolce ascesa a San Nicola Arcella, borgo situato su uno strapiombo alto quasi 100 metri sul livello del mare, sul quale si specchia una torre saracena che fu soggiorno e fonte d’ispirazione per lo scrittore statunitense F. Marion Crawford, conosciuto soprattutto per i suoi romanzi horror. Incontrati anche alcuni tornanti, si arriverà alle porte di Praia a Mare ma, anziché dirigersi subito verso il traguardo, il percorso di gara svicolerà verso destra andando a riprendere il nuovo tracciato della statale subito dopo aver superato il Poggio praiese, 1500 metri di strada al 5,9% di pendenza media. Da lì all’arrivo non s’incontreranno più “scogli” e, anzi, si navigherà a vista poiché l’ampiezza della statale, la mancanza di curve e il suo procedere in dolce discesa permetteranno agevolmente al gruppo di rientrare sugli eventuali attaccanti e andarsi quindi a disputare la tappa sul bel lungomare con vista sull’isola di Dino, piccolo scrigno punteggiato da grotte, tra le quali la più grande è quella Azzurra e la più interessante è la Gargiulo, che si concede però solo ai subacquei più esperti. Una perla nella perla, insomma.
Mauro Facoltosi
LAVORI IN CORSO
Modificato il finale. Al posto dello strappo “similpoggio” si affronterà la breve ma molto più impegnativa salita di Via del Fortino, 1800 metri al 7,7% con due punte al 18%, una all’inizio e una in visa dello scollinamento, previsto a 8,7 Km dal traguardo
I VALICHI DELLA TAPPA
Come in passato, anche in occasione del Giro 2016 vi accompagneremo alla scoperta della miriade di passaggi geografici presenti nella nostra nazione, ben 3879, raccolti dal “cicloscalatore” italo-francese Georges Rossini nel volume “Valichi stradali d’Italia”, edito da Ediciclo. Ovviamente qui troverete solo i valichi che saranno attraversati dal gruppo impegnato sulle strade della corsa rosa.
Sella di Marcellinara (250m). Situata a sud dell’omonimo comune, coincide con il bivio per questi, lungo la SS 19 dir “delle Calabrie” tra Catanzaro e Lamezia Terme. Coincide con il punto più stretto e basso dell’appennino calabrese, posto lungo l’omonimo istmo.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Catanzaro, cattedrale
Catanzaro, Viadotto Bisantis
Cittadella del Capo, Palazzo del Capo
Castello di Belvedere Marittimo
Il centro storico di Scalea