MONTAGNE ALLE SPALLE, GREIPEL ALLE STELLE
Dopo essersi mangiato le mani a Marmaris, Greipel ha ritrovato il sorriso sul traguardo di Fethiye, che sembrava proibitivo per le ruote veloci del gruppo. Ma le montagne mal collocate hanno finito per favorire il rientro del gruppo sui fuggitivi di giornata, consentendo ai velocisti di contendersi il successo. Sorride anche Visconti, che ha salvato la maglia di leader dopo aver rischiato di lasciarla al francese Pauriol. Musi lunghi in casa Colnago, che hanno sfiorato la vittoria con Gavazzi, ma contro il ciclone Greipel non si può fare ben poco.
Foto copertina: il terzo successo turco di Andrè Greipel (foto Tour of Turkey)
Quella in programma ieri era la tappa più lunga della corsa turca, la Denizli- Fethiye di 218,6 km, e presentava, soprattutto nella parte iniziale, un percorso molto impegnativo. Tutto ciò però non ha spaventato i protagonisti, a vario titolo, di giornata.
Non ha spaventato i coraggiosi che, dal primo km di gara, si sono involati nella fuga che poteva cambiare volto alla corsa. Rémi Pauriol (Cofidis), José De Segovia (Xacobeo-Galicia), Christoph Sokoll (Vorarlberg-Corratec), Adriano Malori (Lampre), Aristide Ratti (Carmiooro) e Sergio Lagana (De Rosa-Stac Plastic), sono stati gli interpreti di una fuga finita quando mancavano solo 3 km al traguardo.
Non ha spaventato Giovanni Visconti, nonostante il tentativo avesse raggiunto un vantaggio che poteva incrinare la sua leadership a vantaggio del francese Pauriol.
E non ha spaventato Greipel che ha lasciato sfogare i fuggitivi, ha sfruttato il lavoro di ricucitura della ISD e, quando è arrivato il momento buono, ha messo a lavorare la squadra in modo da poter ottenere la nona vittoria stagionale e la terza in terra turca, ottenuta strapazzando in volata i soliti Mattia Gavazzi (2°) Van Hummel (3°) e Furlan (4°).
Con i punti in palio sul traguardo di Fethiye, inoltre, il tedesco ha scalzato Visconti dalla testa della rispettiva classifica.
Non ha avuto paura neanche Sacha Modolo, quando all’ultimo chilometro ha provato a beffare il treno del Team HTC-Columbia, ma non c’è stato niente da fare.
«Nel finale alcuni corridori mi hanno un po’ rovinato i piani, ma fa parte del gioco – dichiara un sereno Gavazzi – anche se l’errore è stato anche mio: su quel tipo di pavé che c’era negli ultimi metri è difficile rimontare, quindi avrei dovuto cercare di anticipare la volata del tedesco. Ma non mi rammarico più di tanto perché so che avrò altre occasioni e credo che alla fine una tappa riuscirò a vincerla qui in Turchia». Poi ha commentato serenamente anche il tentativo del compagno di squadra «Sacha ha fatto bene a provare perché la squadra di Greipel non aveva più molti uomini. Renshaw però ha fatto un lavoro strepitoso ed ha permesso a Greipel di fare il suo sprint.”
Per quanto riguarda Visconti, invece, nessun problema particolare, poichè la fuga è stata tenuta sotto controllo e l’arrivo in volata non gli ha fatto correre particolari rischi, anche se ha subito la frattura di 3” dalla prima ventina di componenti del plotone, senza però interessare le prime posizioni in classifica.
Infatti, Visconti precede sempre Van Garderen di 16”, Moncoutiè di 27”, Cheula di 48” e Salerno di 1’42”.
Se Visconti ha rischiato di perdere la maglia blu di leader a causa del francese Pauriol, l’atleta Cofidis ha invece sfilato dalle spalle di Diego Caccia la maglia rossa di “Re della Montagna”.
Mario Prato
LA TAPPA DI OGGI
Le principali difficoltà sono alle spalle ma, a ben guardare, saranno proprio le frazioni a venire quelle più interessanti nell’economia della corsa. La scelta di finali resi complicati dai saliscendi, infatti, non renderà scontato l’esito di queste tappe, che la logica vuole disegnate con mano favorevole ai velocisti. I treni avranno parecchio filo da torcere e, anche se il gruppo si presentasse compatto al traguardo, i loro sprinter potrebbero trovarsi con le gambe in croce, nostante l’aiuto dei giannizzeri di squadra (termine d’orgine turca, tra l’altro, col significato di “nuove truppe”). È quel che è successo l’anno passato proprio a Finike, la stazione turistica che accoglierà il traguardo della sesta tappa. Al termine di una frazione identica in tutto a quella odierna, il velocista tedesco Danilo Hondo, atleta avvezzo a sprintar vittoriosamente al termine di tracciati frastagliati (ricordate le altimetrie delle tappe che vinse a Potenza al Giro 2001 e a Iglesias all’ultimo Sardegna, nel giorno della caduta di Petacchi?), si vide superare sulla fettuccia da Mauro Finetto, che proprio velocista non è (ricordiamo il sesto posto al Giro di Lombardia del 2008).
Apparentemente, però, questa frazione protrebbe ricordare nel disegno quella disputata ieri, essendo le principali asperità collocato lontano dal traguardo. Rispettivamente a 105 e 67 Km dalla meta, infatti, dovranno essere superati due GPM, il secondo dei quali sarà considerato di prima categoria (10 Km al 5,3%, con picchi fino al 14%). I maggiori problemi li riserveranno gli ultimi 15 Km, tracciati lungo una strada litoranea particolarmente tortuosa, lungo la quale l’altimetria prenderà la fisionomia d’una lama di coltello seghettata.
Mauro Facoltosi