IL CICLONE CANCELLARA SPAZZA VIA IL TORNADO BOONEN
aprile 4, 2010
Categoria: 3) GIRO DELLE FIANDRE, News
Il fuoriclasse svizzero vince in solitaria il 94° Giro delle Fiandre, staccando sul Muro di Grammont Tom Boonen, unico a resistere al primo tentativo dell’elvetico sul Molenberg. 3° posto per Gilbert, molto brillante ma poco attento al momento dello scatto di Cancellara. 4° e 5° i sorprendenti Leukemans e Farrar. Mai in lotta per la vittoria gli italiani, orfani di Pozzato, con Ballan fuori condizione e sacrificatosi per Hincapie.
Foto copertina: Cancellara all’attacco sul muro di Grammont (foto Bettini)
Dopo due edizioni che avevano lasciato l’amaro in bocca, con altrettanti successi di Stijn Devolder, certamente meritati, ma in gran parte frutto dell’esasperato marcamento a uomo tra i favoriti della vigilia, il Giro delle Fiandre 2010 ha ripagato gli appassionati delle delusioni degli anni passati, offrendo battaglia sin dai primi muri in programma, e in particolar modo nei 45 km conclusivi, teatro dell’atteso, splendido duello tra Tom Boonen e Fabian Cancellara, primo e secondo favorito della vigilia rispettivamente. Decisivi, in tal senso, i cambiamenti apportati al percorso, in particolar modo con l’eliminazione della salita dell’Eikenmolen, che nel 2008 e nel 2009 aveva lanciato le azioni vincenti di Devolder, e soprattutto lo spostamento da primo a decimo muro del Molenberg, passato da ascesa di riscaldamento a passaggio chiave della corsa a distanza di dodici mesi.
Che Cancellara, mago delle pietre ma fino ad oggi mai realmente competitivo al Giro delle Fiandre, avesse intenzioni bellicose per la gara odierna è risultato chiaro ben prima che i muri iniziassero ad accendere la corsa, allorché la Saxo Bank, con i fuggitivi della prima ora (Merlo, Rousseau, Van Leijen, Goesinnen, Garcia Acosta, Ignatiev, Bonnaire e Boucher) che avevano ormai acquisito 13’ di margine sul gruppo, ha deciso di prendere in mano le redini dell’inseguimento, sostituendosi in questo ruolo alla Quick Step di Boonen, tradizionalmente squadra faro al Nord. Gli uomini in bianco e nero hanno facilmente rintuzzato l’iniziativa degli otto battistrada, che con le prime asperità hanno iniziato a perdere pezzi, prima di dar fuoco alle polveri sin dall’Oude-Kwaremont, a poco meno di 85 km dal termine. È stato Stuart O’Grady ad alzare con decisione il ritmo, mettendo in fila un gruppo che è stato invece sbriciolato dalle progressioni inscenate poco dopo da Matti Breschel sul Paterberg e, soprattutto, sul Koppenberg, sul quale il solo Tom Boonen è stato in grado di accodarsi al campione danese.
Rialzatisi Breschel e Boonen, riassorbiti da un drappello di poche decine di unità comprendente tutti o quasi i grandi nomi, e ripresi i reduci della fuga del mattino, la corsa ha vissuto una fase di relativa calma, fino a quando la Saxo Bank non è tornata protagonista, questa volta in negativo: Cancellara ha forato a poco meno di 60 km dal traguardo, mentre poco dopo è toccato a Matti Breschel cambiare la bici (due volte) per un guaio meccanico. E se lo svizzero è riuscito a rientrare con relativa facilità , non altrettanto bravo e fortunato è stato il danese, che ha perso nell’operazione non meno di quaranta secondi, rimanendo così tagliato definitivamente fuori dalla lotta per il successo.
Forse anche per la perdita del suo miglior compagno di squadra, oltre che per l’ovvia necessità di staccare Tom Boonen prima del finale, alla luce della netta superiorità del belga allo sprint, Cancellara ha deciso di muoversi in prima persona già a 45 km dal traguardo, sulle rampe del Molenberg. Soltanto lo stesso Tornado Tom ha avuto la prontezza e la forza di accodarsi all’elvetico, mentre Philippe Gilbert, in seguito dimostratosi il terzo uomo più forte in gara, si è fatto colpevolmente cogliere impreparato nel momento chiave della corsa, e a poco sono valsi, nei chilometri successivi, i numerosi scatti prodotti dal vallone per ricucire il gap. Con ancora quattro muri e oltre 40 km da percorrere, non era scontato che Boonen accettasse di collaborare con lo svizzero, certamente avvantaggiato dalla possibilità di rendere quanto più dura possibile la corsa, ma il belga, forse anche eccedendo in coraggio, ha accettato di giocarsi la gara in una situazione tattica favorevole all’avversario, fornendogli peraltro una più che discreta collaborazione.
Scalati in relativa tranquillità il Berendries e il Tenbosse, con un margine lievitato nel frattempo fino a raggiungere e superare i 50’’ nei confronti di David Millar, evaso dal gruppetto degli inseguitori, cui si sono aggiunti Gilbert e Leukemans dopo il quartultimo muro, la coppia di testa è giunta a giocarsi la gara sulle ultime due asperità , Kapelmuur (Grammont) e Bosberg. Tutti, Boonen in primis, attendevano un attacco di Cancellara da un momento all’altro, ma l’essere preparato non è bastato al belga allorché il bernese, a 200 metri dalla vetta dell’ascesa simbolo del Fiandre, ha innestato il rapportino e ha iniziato a mulinare sui pedali a frequenze inverosimili su pendenze del 18-20%. Malgrado l’immediata replica tentata dal belga, Cancellara ha guadagnato una dozzina di secondi nelle poche centinaia di metri rimaste, secondi diventati una quarantina appena 3 km più tardi, ai piedi del Bosberg. L’ultimo muro è servito all’elvetico per sigillare la terza classica monumento in carriera, dopo Roubaix e Sanremo, portando il vantaggio oltre il minuto, prima di godersi la passerella degli ultimi 12 km, percorsi quasi in scioltezza. All’ultimo chilometro, il diretto di Berna ha avuto addirittura il tempo di mostrare alla telecamera una medaglia, di prendersi le congratulazioni dell’ammiraglia, e di sventolare la bandiera elvetica mentre tagliava il traguardo a velocità turistica, nella rivisitazione in chiave ciclistica dell’epilogo della 4 x 10 km di sci di fondo di Torino 2006.
Più o meno allo stesso passo, ma per motivi opposti, ha tagliato il traguardo Tom Boonen, 2° a 1’14’’, massimo distacco tra primo e secondo visto al Fiandre da quindici anni a questa parte (per trovarne uno maggiore bisogna risalire al minuto e 27’’ rifilati da Museeuw a Baldato nell’edizione 1995). Il gradino più basso del podio è andato a Philippe Gilbert, che, dopo aver staccato Millar con una decisa progressione sul Grammont, ha preceduto nettamente Bjorn Leukemans nello sprint a due. 5° un sorprendente Tyler Farrar, da cui mai ci saremmo aspettati una simile resistenza sui muri fiamminghi, capace di precedere un comunque encomiabile George Hincapie, che, a dispetto dei quasi 37 anni, ha colto l’ennesimo piazzamento nei dieci sul pavé.
Mai veramente competitivi gli italiani, privi dell’influenzato Pozzato, e di fatto anche di Alessandro Ballan, la cui condizione alquanto deficitaria ha spinto la BMC a puntare tutto su Hincapie. La speranza, per i nostri colori, è che i nostri due alfieri – specie Pozzato, che prima dei recenti problemi di febbre e dissenteria aveva dato prova di una condizione invidiabile – riescano ad essere al meglio tra una settimana, in occasione della Parigi – Roubaix, ultimo appuntamento della campagna del pavé. Anche se, con un Cancellara così, una condizione ottimale potrebbe non essere sufficiente.
Matteo Novarini