IL MATTEOTTI E’ RUSSO. CON RAMMARICO DI PASQUALON
In una torrida Pescara si è corso il Trofeo Matteotti. La corsa abruzzese che, come molte del calendario italiano ha perso non per propria colpa molto del suo appeal, è andata al russo Shalunov, già vincitore del Trofeo Liberazione a Roma. Il portacolori della Lokosphinx, con un affondo da finisseur ha avuto la meglio sul gruppo regolato da Pasqualon, che ha esultato ignorando il già avvenuto passaggio sul traguardo del vincitore.
Il trofeo Matteotti, giunto alla sua 68a edizione, come molte altre corse del panorama italiano deve fare i conti con questo nuovo ciclismo che avanza e con la ormai cronica situazione economica che attanaglia gli organizzatori ai quali non basta più la sempre nobile “buona volontà”, ma necessita ben altro che prenda i nomi di agganci politici e denaro contante. Dopo il forzato forfait dello scorso anno la corsa abruzzese è tornata a vedere la luce anche se con una starting list che poco ha da condividere con quelle di un recente passato, quando a contendersi il traguardo pescarese si presentavano i più bei nomi del ciclismo italiano e non. Comunque non è certo colpa di chi ancora dedica tempo, fatica e denaro ad allestire corse ciclistiche se il ciclismo attuale ha preso questa piega, perciò onore agli organizzatori, che comunque hanno messo in piedi una corsa di tutto rispetto, e onore a chi, nonostante il caldo, ha onorato l’impegno agonistico.
Impegno onorato alla grande dal vincitore, il russo Shalunov, già vincitore allo stesso modo del Trofeo Liberazione, classica del panorama dilettantistico che si disputata a Roma, ogni anni, il 25 aprile. Il portacolori della Lokosphinx si è involato ai meno cinque e per gli inseguitori non è rimasto che battagliare per la seconda piazza, andata al veneto Andrea Pasqualon della Roth-Skoda su Davide Viganò del Team Idea 2000, che hanno regolato la volata del plotone ormai falcidiato dal caldo torrido (74 ritirati su 117 partenti), giunto a una trentina di secondi dal vincitore. Gran rammarico, subito dopo aver tagliato il traguardo, per Pasqualon che, credendo che davanti non ci fosse nessuno, ha esultato convinto d’essere il vincitore. Ai nastri di partenza, nel prosieguo del programma che vuole portare i migliori giovani italiani a provarsi nelle corse che contano, era presente anche la nazionale italiana, guidata da Davide Cassani in ammiraglia, con Diego Ulissi e Cesare Benedetti capitani di giornata. Oltre ai due professionisti in maglia azzurra erano presenti alcuni giovani esponenti della categoria dei dilettanti: Leonardo Basso (nessuna parentela con il più celebre Ivan), Manuel Di Leo, Matteo Natali, Emanuele Onesti, Oliviero Troia e Andrea Vendrame.
Mario Prato