MA COM’È DURO IL DURON!
maggio 23, 2010
Categoria: News
Con l’aiuto di un esperto conoscitore delle salite friulane, andiamo alla scoperta delle due asperità che i “girini” dovranno affrontare a ridosso dello Zoncolan, la Sella Chianzutan e il Passo Duron. Se la prima ascesa è trascurabile, il Duron non sarà affatto da prendere sottogamba. Duro lo è per davvero, non solo per il nome, ma anche per le sue pendenze estreme, per la sede stradale molto stretta e per l’impossibilità, nei chilometri successivi, di recuperare. E stavolta, sul “Kaiser” i corridori li raccoglieremo col cucchiaino!
Foto copertina: l’altimetria della tappa Mestre – Monte Zoncolan (www.gazzetta.it)
Nella tappa della Zoncolan saranno affrontate due salite inedite: la sella Chianzutan dalla Val d’Arzino e la forcella Duron da Paularo.
Le due salite sono piuttosto differenti, quasi antitetiche. La prima è pedalabile, di media lunghezza e poco adatta ad attacchi, mentre la seconda è ripida, corta e si presta a essere un trampolino di lancio per una fuga significativa. In comune possiedono solo la quota di arrivo relativamente bassa, circa 1000 m, e un contesto poco antropizzato.
Sella Chianzutan da S. Francesco
E’ la prima vera salita della tappa, anticipata solo dallo strappo di Anduins da Casiacco.
La salita inizia poco dopo le ultime abitazioni di S. Francesco a quota 400 m slm.
I primi 2 chilometri sono molto pedalabili, da “rapportone”. La pendenza aumenta dopo aver superato il ponte sul rio Piombada, mentre il paesaggio resta invariato: molto aspro. La stretta strada si snoda tortuosa in una valle a sua volta stretta, con l’incombente parete rocciosa della montagna sulla destra e lo strapiombo sul torrente Arzino sulla sinistra. L’ombra è assente e nelle giornate estive la calura si può far sentire. La pendenza oscilla tra 6-8% fino al primo di una coppia di tornanti. Questo tratto diventa di nuovo pedalabile e regala un bello scorcio sulla vallata.
Poi la pendenza ritorna di nuovo al 6-7% finché non si raggiunge il bivio (su tornante) per la Sella Chiampon. Qui la carreggiata si allarga e il paesaggio cambia: si pedala in mezzo ad una splendida faggeta che ci accompagnerà fin quasi l’ultimo chilometro. Dopo il bivio si affronteranno altri 4 ampi tornanti intervallati da tratti più o meno tortuosi, costantemente al 7-8%. La pendenza massima, circa 10%, s’incontra superando il quarto tornante. Quando il bosco si dirada per lasciar posto ai prati mancano poco meno di 2 Km alla vetta e circa 1 Km di vera salita. La pendenza, infatti, cala quasi improvvisamente in corrispondenza di un’abetaia sulla destra. Da qui si prosegue tranquillamente in un ambiente bucolico alle falde del monte Verzegnis fino a raggiungere il passo, presidiato da un rifugio.
La successiva discesa verso il lago di Verzegnis è semplicemente entusiasmante.
Duron da Paularo
L’ascesa al Duron (la Forcella Duron è discosta di circa 500 dall’effettivo scollinamento) benché di soli 4 Km è impegnativa per l’elevata pendenza media (quasi 10%) e per la quasi totale assenza di tratti dove recuperare a dovere.
La salita inizia dalla stretta via S. Vito, nel pittoresco paese di Paularo.
Nei primi 400 s’inerpica ripida (punte del 18%) a tornanti lungo una carreggiata molto stretta e protetta da poderosi muri di contenimento. Al quarto tornante, in corrispondenza del cimitero di Paularo, la strada si allarga e la pendenza “cala” all’8-10%. Inizia un lungo rettilineo in mezzo a prati e alle ultime case di Paularo. Nelle belle giornate estiva questo tratto diventa molto assolato.
Dopo uno slargo sulla destra, memoria dell’impianto di risalita ormai in disuso, ci si addentra nel bosco e poco dopo inizia una rampa impegnativa al 15% che termina con il primo di una serie di 4 ampi tornanti. Questi costituiscono la parte più panoramica della salita perché il bosco meno rado e la pendenza “contenuta” (8-9%) permettono di godersi una bella vista della conca di Paularo. Dopo il quarto tornante si affronta un’altra rampa abbastanza impegnativa che termina con il primo di una coppia di tornantini. Dopo il secondo si è di nuovo all’interno del bosco e la strada si restringe molto, mentre la pendenza ritorna a oscillare attorno al 10%. Dopo circa 500 m, in corrispondenza di una curva a sinistra, si scollina avendo alla destra lo strapiombo sulla valle del rio Minischitte.
La strada prosegue sempre molto stretta nel fitto bosco e in 800 m raggiunge la sella prativa della Forcella di Lius. Dopo altri 800 m in leggera salita si raggiunge il bivio per Castel Valdajer e da lì inizia la funambolica discesa verso Paluzza.
Gianpaolo Vicario
FOTOGALLERY PASSO DURON
La presente fotogallery è stata realizzata con le immagini fornite da Google Street View.
Comments
One Response to “MA COM’È DURO IL DURON!”Trackbacks
Check out what others are saying about this post...[...] Link fonte: MA COM'È DURO IL DURON! : Il Ciclismo [...]