IL CATENACCIO DI DON RODRIGUEZ
Penultima giornata di controllo per la maglia di leader Rodriguez, che mette il catenaccio alle fughe più pericolose, lasciando scappare solo i pesci più piccoli. Per lo spagnolo oramai è vittoria matematicamente certa, a meno di sorprese dell’ultima ora, ma la tappa tracciata sul circuito automobilistico di Montemelò non dovrebbe riservarne. A Barcellona successo per il francese Dumoulin.
Con l’arrivo di Barcellona, penultima delle sei tappe dell’edizione 2010, si esauriscono le possibilità – salvo scombussolamenti imprevisti – di sfilare dalle spalle di Joaquim Rodriguez le insegne di leader della Volta Ciclista a Catalunya, seconda competizione del circuito ProTour dopo il Tour Down Under disputato nello scorso gennaio e vinto dal tedesco Greipel.
Il corridore spagnolo in forza alla Katusha ha saputo mantenere la lucidità lungo i saliscendi che hanno caratterizzato i 162 km della frazione tracciata tra El Vendrell e lo stadio del Montjuïc, nella capitale economica della Spagna.
Quella dote gli ha permesso di tenere in mano le redini della gara, di scernere con raziocinio tra chi poteva andare in cerca di gloria e chi no e di sapere quando allentare il guinzaglio o quando dare uno strattone alla catena.
Così, lungo la strada per Barcellona c’è stata un po’ di visibilità per Bakelants (Omega Pharma Lotto) e l’italiano Dario Cataldo (Quick Step), in fuga per buona parte della giornata e poi per Voigt (Saxo Bank) e l’altro italiano Eros Capecchi (Footon-Servetto-Fuji), che hanno provato nella seconda tornata delle tre previste dal circuito finale.
Nell’ultimo giro, però, si ricompatta il plotone che aggredisce in volata lo striscione d’arrivo. La vittoria di Dumoulin (Cofidis) su Taaramae e Rodriguez, in una volata che ha visto Paolo Tiralongo (Astana) piazzarsi al nono posto, mette fine alle ostilità e regala un po’ più sicurezza al leader della classifica. L’ultima tappa di domenica, con poche difficoltà e l’arrivo dopo otto giri del pianeggiante Circuit de Catalunya, non dovrebbe insidiare il trono di Rodriguez.
Mario Prato