KWIATKOWSKI A TUTTA BIRRA

aprile 19, 2015
Categoria: 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Il campione del mondo brucia Valverde e Matthews in una volata ristretta e conquista per la prima volta l’Amstel Gold Race. Fallisce questa volta la tattica di Philippe Gilbert, autore di un’azione analoga a quelle valse il titolo mondiale 2012 e la scorsa edizione dell’Amstel. Ottimi segnali da parte di Vincenzo Nibali, rimasto in avanscoperta per quasi 30 km nell’ultima parte di gara.

Caso mai qualcuno temesse che Michal Kwiatkowski potesse cadere vittima della maledizione della maglia iridata, che vorrebbe anche i più grandi incapaci di cogliere successi di prestigio nella stagione successiva alla conquista del Mondiale, il polacco ha provveduto a fugare ogni paura sulle strade dell’Amstel Gold Race, suo primo grande successo in carriera, Ponferrada a parte. Una vittoria più da veterano che da 25enne alla seconda stagione da protagonista a certi livelli, quella di Kwiatek, che a pochi metri dalla vetta del Cauberg, all’ultimo giro, sembrava aver detto addio ad ogni ambizione di gloria, piantandosi in mezzo alla strada mentre Gilbert e Matthews volavano via, vedendosi saltato anche da Valverde.
Il nobilissimo terzetto venutosi a comporre con il rientro dello spagnolo non ha però trovato la collaborazione necessaria a tirar dritto per il chilometro e mezzo restante, consentendo il recupero prima di Kwiatkowski, Caruso e Gasparotto e poi di un’altra decina di uomini, tra cui clienti scomodissimi del calibro di Rui Costa, Van Avermaet e Gallopin.
La BMC, in netta superiorità numerica, ha imbastito un treno di tutto rispetto per il belga di scorta, che ha però risposto una volta di più a chi si domanda come possa un corridore dei suoi mezzi e delle sue caratteristiche trovarsi alle soglie dei trent’anni con un palmares relativamente povero, almeno qualitativamente: la sua progressione si è infatti arenata a 100 metri dal traguardo, lasciando spazio alla prodigiosa rimonta a centro strada di Kwiatek, lanciatosi quasi dalla pancia del gruppetto. Valverde – ormai lanciatissimo verso il milione di podi in classiche di primo piano – non è quasi riuscito ad uscire dalla scia del polacco, dovendosi accontentare dell’abituale piazza d’onore, mentre sulle gambe di Matthews, sulla carta decisamente il più veloce, è probabilmente pesata in modo decisivo la sparata necessaria a seguire Gilbert, costringendolo al gradino più basso del podio. Rui Costa e Gallopin hanno completato la top 5, mentre Gasparotto ha provveduto a piantare l’unica bandierina italiana nei dieci, in 8a piazza.
Non ce ne voglia però il friulano se, parlando di colori azzurri, anteponiamo al suo pur ottimo risultato la prestazione finalmente convincente di un Vincenzo Nibali a lungo protagonista, e senza offrire quell’impressione di “vorrei ma non posso” che aveva caratterizzato tutto il suo 2014 pre-Tour de France.
Il siciliano si è fatto trovare pronto quando, ad una quarantina di chilometri dal termine, David Tanner ha acceso la corsa sull’Eyerbosweg, portandosi dietro Simon Clarke, e andando a raggiungere in sua compagnia Gerdemann, Polanc e De Vreese, ultimi superstiti di una fuga della prima ora comprendente anche Roosen, Van Zyl e Terpstra (Mike, il fratello minore). Dopo un inseguimento di una decina di chilometri, su di loro si è riportato un secondo drappello composto proprio da Nibali e dal compagno di squadra Rosa, oltre a Caruso, Tony Martin, Kelderman e Howes.
Il gruppetto è stato rallentato dal legittimo ostruzionismo di Howes (compagno di Dan Martin), Tony Martin (in funzione di Kwiatkowski) e Caruso (scudiero di Gilbert), ma soprattutto da due incidenti in rapida successione: il primo, nella discesa del Fromberg, ha visto protagonista Kelderman, autore di un’escursione nei campi; il secondo ha mandato a terra Rosa e Caruso. L’olandese, compagno di fuga potenzialmente validissimo, non è più rientrato, ma ancor più gravi sono state le conseguenze del capitombolo tutto tricolore, che ha estromesso l’uomo più attivo (Rosa) e ha obbligato la BMC, fino a quel momento passiva, a dare manforte all’affannoso inseguimento orchestrato da Movistar e Lotto Soudal, incapaci di abbattere un distacco assestatosi intorno ai 40’’.
Malgrado i ripetuti tentativi di Nibali di infondere nuova linfa alla fuga, specialmente nei tratti in salita, il vantaggio dei battistrada ha preso allora a diminuire inesorabilmente, finché il gruppo si è riportato sulle code del siciliano e degli unici due compagni di viaggio in grado di seguirlo fino in fondo, Martin e Clarke, subito dopo la scalata al Geulhemmerberg. L’australiano ha tentato un disperato contrattacco solitario, rimandando tuttavia solo di qualche chilometro l’inevitabile rientro nei ranghi.
Il Bemelerberg, ultima occasione di anticipare il Cauberg, ha visto uscire dal plotone un’altra maglia Astana, quella di Jakob Fuglsang, in compagnia di Van Avermaet, che ha condannato in partenza l’attacco ad un esito infelice rifiutando di fornire qualsiasi collaborazione.
Inevitabile, a quel punto, l’usuale resa dei conti sul Cauberg, che ha visto la BMC mettere in atto la stessa identica strategia che dodici mesi fa aveva lanciato Gilbert verso il successo: Hermans ha vestito i panni che furono di Samuel Sanchez, allungando ai piedi dello strappo; mentre Caruso chiudeva il buco, poi, Gilbert è scattato in contropiede, con un violentissimo cambio di passo che, nei piani, doveva risultare decisivo.
Kwiatkowski, Valverde e tutti gli altri big attesi sul Cauberg non hanno in effetti saputo replicare, ma a mandare all’aria i piani del fuoriclasse di Verviers ha provveduto Matthews, certamente temibile, ma non atteso ad una simile prova di forza in salita. Una presenza imprevista che ha indirettamente favorito Kwiatkowski, secondo il canovaccio ricostruito in apertura.
Per la prima rivincita basterà attendere tre giorni, quando gli specialisti delle Ardenne si daranno battaglia sul Muro di Huy (e – temiamo – soltanto lì, secondo il copione ormai fin troppo consolidato della Freccia). Il naturale favorito sarebbe Purito Rodriguez, oggi sembrato tuttavia piuttosto distante dal dominatore della campagna basca.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Michal Kwiatkowski (Pol) Etixx – Quick-Step 6:31:49
2 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
3 Michael Matthews (Aus) Orica GreenEdge
4 Rui Costa (Por) Lampre-Merida
5 Tony Gallopin (Fra) Lotto Soudal
6 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
7 Julian Alaphilippe (Fra) Etixx – Quick-Step
8 Enrico Gasparotto (Ita) Wanty – Groupe Gobert
9 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
10 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team

Michal Kwiatkowski celebra il successo in terra olandese (foto Getty Images Sport)

Michal Kwiatkowski celebra il successo in terra olandese (foto Getty Images Sport)

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