UOMINI E… FATTI: MICHELE DANCELLI

marzo 18, 2010
Categoria: Approfondimenti

Nei giorni di vigilia della Milano – Sanremo è possibile visitare a Castenedolo una mostra dedicata a Michele Dancelli, colui che il 19 marzo del 1970 riuscì a spezzare l’egemonia straniera nella classicissima. È l’occasione per andare a rileggere pagine comunque mai dimenticate del ciclismo, che provocheranno un pizzico di nostaglia tra i tifosi più attempati e la voglia di salire sulla macchina del tempo alle nuove generazioni, per rivivere gli anni che videro il nascera della sfida Gimondi – Merckx.

Foto copertina: Michele Dancelli taglia per primo il traguardo di Via Roma. E’ la Sanremo del 1970.

E’ stata inaugurata domenica scorsa, preso la sala civica dei Disciplini di Castenedolo, la mostra dedicata a Michele Dancelli in occasione del quarantesimo anniversario della vittoria alla Milano- Sanremo.
La mostra, organizzata con grande passione dall’Associazione Culturale “Carmagnola”, in collaborazione con l’associazione Michele Dancelli e il Comune di Castenedolo, rappresenta un doveroso omaggio alla prestigiosa carriera dell’indimenticato campione bresciano.
Alla cerimonia inaugurale, svoltasi alla presenza di un numeroso pubblico, hanno partecipato molti campioni del passato quali – tra gli altri- Felice Gimondi, Gianni Motta, Italo Zilioli, Dino Zandegù, Francesco Moser e il fratello Aldo, Davide Boifava, Pierfranco Vianelli, Mario Anni, Renato Bongioni, Pierino Gavazzi, Renato Giusti e Giorgio Albani che, quel 19 marzo del ’70, era sull’ammiraglia della Molteni, direttore sportivo dello scatenato Michele.
Ognuno di loro ha ricordato con parole di stima e di affetto un atleta che ha lasciato il segno nella storia del ciclismo.
Era palpabile la nostalgia per un periodo d’oro dello sport del pedale, un’epoca nella quale l’avversario era anche un amico. Come Zandegù, ad esempio, che ha raccontato da par suo alcuni aneddoti divertenti. O Gianni Motta, l’amico di sempre, che ancora lo ringrazia per averlo aiutato a conquistare il Giro d’Italia del 1966.
Neppure Dancelli, forse, si aspettava una tale partecipazione, sincera e commossa.
Eppure, come ha ricordato Gimondi, se la meritava tutta e non solo perché aveva saputo infrangere il tabù della Sanremo.
La Classicissima ha rappresentato solo il sigillo a un palmares nel quale figurano, tra i successi più belli, la Freccia Vallone del ‘66 e tutte le più importanti classiche nostrane: tre Giri dell’Appennino e due del Lazio, due Giri del Veneto e altrettanti Trofei Laigueglia, due Giri della Provincia di Reggio Calabria e dell’Emilia, due G.P. Industria e Commercio, oltre alla Coppa Sabatini, alla Placci e al Giro di Campania. Senza contare, poi, i due titoli nazionali e le due medaglie di bronzo conquistate ai mondiali, le 11 tappe al Giro d’Italia, il successo al Tour e le maglie rosa.
Un campione che sapeva vincere sia in volata, sia in salita e che amava le fughe da lontano: se solo avesse saputo controllare la sua esuberanza, il palmares sarebbe ancora più ricco, ma probabilmente non sarebbe il Dancelli che abbiamo conosciuto e apprezzato e che ancora oggi affascina con i suoi ricordi, la sua umanità e la sua simpatia.
Ci sono così tanti trofei alla mostra che non basta una teca a contenerli tutti: spiccano la coppa della Sanremo – senza manici perché strappati via dai tifosi – il pavè della Freccia, il San Silvestro d’oro.
E, ancora, tantissime foto, giornali dell’epoca, tutte le maglie indossate durante la carriera, lo spazio dedicato alla famiglia e agli amori e persino le biglie con le figurine dei corridori.
Un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, che incuriosisce i più giovani e regala più di un brivido a chi ha qualche capello bianco.
La mostra, che resterà aperta sino a domenica 21 marzo (sabato e domenica con orario 8-12 /15-20; dalle 20 alle 22 nei giorni feriali) prevede anche una serie d’iniziative collaterali: sabato prossimo la diretta della Milano Sanremo e la proiezione d’immagini storiche degli anni ‘60 e ‘70 e, il giorno successivo, uno speciale annullo filatelico commemorativo, la presentazione di cartoline autografate da Dancelli, e un’intervista curata dal giornalista Sergio Isonni.
I bibliofili potranno arricchire la loro collezione con la nuova, elegante edizione del libro “Ciclismo bresciano. Uomini e… fatti: Michele Dancelli”, scritto da Giuseppe Bresciani, il presidente del Team Brixia che organizza anche l’omonima corsa professionistica.
Un’occasione da non perdere, quindi, per scoprire (o riscoprire) uno straordinario campione.

Mario Silvano

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